Archivio mensile: aprile 2019

“Decreto Sicurezza” e le nuove modifiche al codice della strada: una legge che ignora le esigenze degli italiani all’estero

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Con la conversione in legge del decreto sicurezza (Dl 113/2018), votata lo scorso 28 novembre dalla Camera, in Italia diventa vietato anche guidare l’auto di un parente, di un amico o di un collega che abitano all’estero. È un effetto collaterale, probabilmente indesiderato, della stretta inserita nel Codice della strada contro i “furbetti della targa estera”.

Dunque, ancora una volta, le esigenze degli italiani all’estero vengono ignorate come se non interessasse a nessuno i milioni di euro che, ogni anno, entrano grazie al ritorno in “Patria” di noi, come possiamo definirci “italiani”?

Dopo i proprietari di immobili che sono stati assillati con tutte le tasse possibili, questa volta ad essere penalizzati, saranno gli italiani residenti all’estero con auto con targa straniera. A creare nuovi problemi agli italiani fuori dai confini è proprio il “Decreto Sicurezza” che, dopo essere entrato in vigore, alla fine del 2018, ha causato a tanti italiani soprattutto frontalieri, parecchi problemi con esborsi pesanti.

A qualche mese dell’entrata in vigore, si delineano già i primi risultati negativi, soprattutto nelle zone di confine. Pertanto, ci siamo immersi in quella che è una vera e propria confusione, per capire meglio la dinamica di questo complesso “Decreto Sicurezza”, Abbiamo chiesto a diversi addetti ai lavori che ci hanno risposto inviandoci i loro pareri o precisazioni.

La prima ad essere stata interpellata è stata l’On. Angela Schirò (PD) che ha fatto un’interrogazione parlamentare in proposito ai problemi che, a suo parere, incombono sugli italiani all’estero con l’entrata in funzione del “Decreto Sicurezza”.

On. Schirò, quali sono le problematiche a cui vanno incontro gli italiani all’estero con tanto discusso “Decreto Sicurezza”?

-“Per gli italiani all’estero il “Decreto Sicurezza” riserva molte sorprese.
Intervenendo in materia di circolazione degli autoveicoli, infatti, la legge ha modificato l’articolo 93 del Codice della strada con l’obiettivo, condivisibile, di arginare la cosiddetta esterovestizione dei veicoli o l’intestazione fittizia di veicoli immatricolati all’estero. L’applicazione della normativa, tuttavia, in mancanza di chiare disposizioni, ha finito per colpire moltissimi cittadini italiani residenti all’estero che utilizzano veicoli di proprietà con targa straniera.

In queste ultime settimane, sono state decine le segnalazioni di connazionali residenti in Europa che denunciano di essere stati sanzionati.

Per questa ragione, ho presentato un’interrogazione ai Ministri Salvini e Toninelli in cui chiedo di chiarire quale sia la documentazione di cui il cittadino italiano residente all’estero debba dotarsi se iscritto AIRE, o non ancora iscritto AIRE in quanto residente all’estero da meno di 12 mesi. Questo anche per evitare, come ripetutamente segnalato, che vengano sanzionati cittadini AIRE che, in seguito ai controlli, risultino ancora iscritti al comune di origine a causa del mancato allineamento delle anagrafi.

Ai ministri, inoltre, ho chiesto se non ritengano possibile introdurre – anche attraverso atti amministrativi – forme di “comodato privato” al fine di consentire l’utilizzo di un veicolo con targa straniera (anche per prestito) ai familiari di un cittadino AIRE che, per varie ragioni, risiedono in Italia (sono tanti i casi di familiari, ad esempio, fermati alla guida di un veicolo con targa straniera nel periodo delle festività). Infine, se non ritengano necessaria una capillare campagna informativa mediante la rete diplomatico-consolare e il diffuso network associativo e dei media italiani all’estero, finalizzata a fornire indicazioni circa le nuove disposizioni e i documenti necessari per evitare sanzioni.”-

Per una questione di parità di diritti e diritto di replica, abbiamo chiesto, all’On. Simone Billi, (Lega) cosa ne pensa di questo “Decreto Sicurezza” chiamato anche “Decreto Salvini”

On. Billi, gli italiani AIRE in Europa si lamentano molto del “Decreto Sicurezza”. Ancora una volta, si ignorano le esigenze di chi è all’estero. Cosa ci dice in proposito?

-“La norma ovviamente deriva dalla volontà di bloccare chi elude gli obblighi assicurativi, fiscali e chi intende con questo mezzo non pagare le multe che prende in Italia, perché tanto chissà da dove arriva.

Le eccezioni principali a questa norma sono nel caso in cui il veicolo immatricolato all’estero sia in leasing o in locazione senza conducente da impresa costituita in un altro Stato membro dell’Unione europea, e nel caso in cui il veicolo sia stato concesso in comodato ad un lavoratore o collaboratore di un’impresa costituita in altro Stato membro dell’Unione europea o aderenti allo Spazio economico europeo.

L’obiettivo è pertanto quello di contrastare il fenomeno della cosiddetta esterovestizione che, negli ultimi anni, ha assunto particolare rilevanza. Si tratta quindi di disposizioni importanti, che già stanno conseguendo gli obiettivi per i quali sono state introdotte, ossia “beccare” i furbi che usavano targhe straniere per circolare in Italia e non pagare quello che dovevano pagare. In alcuni casi particolari, le nuove disposizioni dovranno essere raccordate con altre già vigenti, e stiamo lavorando proprio su questo.

Il provvedimento è stato fatto per gli stranieri che vengono in Italia a fare i furbi, ma la legge è generale per cui vengono colpiti anche i cittadini italiani residenti all’estero che si comportano correttamente. Colpire i furbetti con la targa straniera è un diritto e dovere nei confronti di tutti quelli che invece in Italia pagano le tasse, pagano le multe e pagano l’assicurazione.

Sto lavorando per sensibilizzare maggiormente il Governo e cercare di migliorare questa legge, in particolare nei confronti degli italiani che vivono in Europa, come ad esempio San Marino, Svizzera, Austria, Francia, Germania. Questi sono infatti i paesi dove gli italiani residenti più facilmente raggiungono l’Italia con la propria auto con targa straniera.”-

Per una maggiore precisazione, abbiamo interpellato il Touring Club Svizzero di Ginevra che ci ha inviato la seguente:

-“Quando si prende in prestito un auto l’autorizzazione all’utilizzo è obbligatoria. Le autorità italiane controllano severamente se conducente e proprietario corrispondono, per evitare il traffico di auto rubate.
L’autorizzazione all’utilizzo deve essere convalidata dal comune di residenza (del proprietario del veicolo), da un notaio o presso la polizia. Le autorità trattano in maniera differente le certificazioni. Per questo vi consigliamo di contattarle anticipatamente. Con il timbro viene convalidato il valore giuridico della firma del proprietario. In caso di sospetto traffico di auto rubate, le autorità italiane possono sequestrare il mezzo.

Quindi valgono le seguenti restrizioni doganali:
– Se l’immatricolazione del veicolo e la residenza del conducente è in Svizzera e viaggia in Italia è in regola;
– Se la residenza del conducente è in Svizzera e guida un auto immatricolata in Italia, in Italia, non è in regola;
– Non è in regola nemmeno se la residenza del conducente è in Italia e guida un veicolo con l’immatricolazione in Svizzera in Italia.

Le violazioni delle restrizioni doganali saranno severamente punite. Le persone residenti in Italia, indipendentemente dalla nazionalità, che guidano un veicolo immatricolato all’estero, che ne siano proprietari o solo conducenti, pagano una multa da 712 euro a 2848 euro. Anche il veicolo sarà confiscato. Pertanto, coloro che guidano in Italia con la propria auto non devono prestare il proprio veicolo ad una persona residente in Italia, compresi i parenti.”-

Ma allora, un italiano con la patente Svizzera, può guidare un’auto con le targhe italiane e cosa deve fare per poterlo fare rispettando la legge?

Nel 2016, “La Notizia di Ginevra” aveva già trattato questo argomento interpellando l’allora On. Alessio Tacconi che, a suo tempo, si era interessato per noi per darci una risposta chiara. Difatti, ci rispose che:
-“Un italiano con la patente Svizzera guida un veicolo con targa italiana si potrebbe trattare o di un veicolo preso a noleggio o in prestito (con l’autorizzazione del proprietario) o di un veicolo a lui stesso intestato se al momento dell’acquisto indica un domicilio fiscale presso una persona fisica residente in Italia (art. 134 CdS).”-

Anche in questo caso e con la nuova legge, abbiamo voluto il parere dell’On. Alessio Tacconi per quando riguarda i rischi che corre un italiano con la patente estera che guida un’auto immatricolata in Italia:

-“Con l’approvazione del decreto Sicurezza del novembre 2018, sostanzialmente nulla cambia per gli italiani residenti all’estero che vogliano guidare una automobile con targa italiana. Resta possibile guidare una vettura con targa italiana presa a noleggio o in prestito da amici o parenti, premurandosi, in questo caso, di portare con sé una dichiarazione scritta del proprietario che autorizza l’utilizzo del mezzo. Con tale autorizzazione, si sarà pienamente in regola. Chi torna in Italia con la propria auto dovrà fare attenzione, invece, al caso contrario, prima di fare guidare il proprio mezzo a qualcun altro. Il decreto, infatti, introduce il divieto di circolazione, per chi è residente in Italia da almeno 60 giorni, con un veicolo immatricolato all’estero.”-

Comunque per stare tranquilli basta avere tutti i documenti in regola: patente Svizzera, permesso di residenza in Svizzera, carta identità italiana con indirizzo svizzero regolarmente indicato e una copia dell’iscrizione all’aire, eventuale permesso del proprietario per la guida dell’auto con targa straniera. In questo modo le autorità nulla potranno eccepire né procedere ad elevare sanzioni.

In conclusione mi viene da pensare che, volendo a tutti i costi fare meglio, alla fine si fa peggio. In questo gioco dove il cane si morde la coda, spesso a farne le spese sono sempre gli italiani all’estero. Forse, sarebbe ora che si istituisse un Ministero per i più dei cinque milioni di italiani iscritti all’AIRE, al fine di legittimare gli stessi diritti degli italiani in Italia. Dare la possibilità di un giusto riconoscimento del ruolo che gli italiani dell’altra Italia ricoprono nel mondo, altrimenti, di questo passo, non saprei capire l’importanza di possedere un Passaporto italiano per un italiano all’estero.

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Claudio Isabella Valenzi, ad un anno dalla scomparsa, la moglie Sonya lo ricorda

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Certe storie si possono raccontare solo se vi è il ricordo di persone che hanno lasciato il segno, che hanno dimostrato di essere all’altezza di vivere la propria vita, affrontando le sfide che la stessa ci chiama ad affrontare.

La SAIG vuole ricordare Claudio Isabella Valenzi con queste parole tenendo sempre presente il suo fervore e lo spirito vitale che ha sprigionato, continuerà a sostenerci nel suo ricordo rallegrando le nostre giornate.

In ricordo di Claudio
della moglie Sonya

È un onore per me ringraziare l’associazione calabrese e la SAIG. E questo per il loro sostegno, e la loro capacità di far ricordare con sensibilità e affetto, mio marito Claudio, come direi teneramente il nostro Claudiuccio.

Claudio era così attaccato e fiero delle sue radici calabresi, e portava alta e con fierezza la bandiera della sua amatissima Italia. Metteva un punto d’onore a partecipare alle diverse manifestazioni del associazione calabrese, sempre presente e attivo con grande piacere a tutte le attività.

Sono molto orgogliosa di avere amato, e di essere stata tanto amata in ritorno, da un marito cosi coraggioso e pieno di vita. Con il mio padre hanno subito agganciato, il loro amore comune per questa nostra bella patria gli ha uniti dal inizio. Claudio si è pure affezionato delle mie origine valesane, mi diceva spesso “Le Valais à jamais dans mon coeur”. Un uomo di cuore, casareccio come piaceva a lui dire ma curioso per lo scoprire nuovi orizzonti.

Claudio era in piena ascensione della sua carriera al Credito Svizzero, molto apprezzato da i suoi superiori, colleghi e clienti. Dove andava, sapeva farsi apprezzare ed amare, il suo viso e il suo sorriso cosi accoglienti e solari facevano di lui un essere dove si stava bene accanto.

Con lui ho vissuto scorci di vita intensi e bellissimi. Eravamo sicuri che il nostro grande amore, e la nostra attitudine a essere positivi e combattivi, dovesse dare i suoi frutti. Il tempo, ci avrebbe dato la forza di vincere questa terribile malattia, creare un miracolo, per sconfiggere il male in questa grande e impari sfida. Sapevamo che dovevamo trascorrere questo tunnel tutto buio ma ci siamo focalizzati solo sulla luce che vedevamo tutto in fondo.

Non l’ho mai visto piangere o lamentarsi pure se ha vissuto tante prove, a sempre dimostrato molto coraggio, forza e positività che ci trasmetteva pure a noi tutti che l’abbiamo accompagnato in questo difficoltoso cammino.

Penso comunque che abbiamo vinto nel far vivere quest’amore, che portiamo per la vita in se stessa, di là di tutto ciò.

Si Claudio è stato un grande guerriero, ricordiamolo sempre con il suo animo generoso, e il suo splendido sorriso, che comunicava a noi tutti, la sua gioia di vivere.

Claudio ti serbo nel posto più sicuro che c’è, ti tengo perennemente nel mio cuore”

Sonya

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I profumi festivi della Pasqua calabrese al corso di cucina della SAIG

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Il primo e l’unico Corso di Cucina di aprile, rispettando le festività pasquali, è stato affidato al Comitato dell’Associazione Calabrese Ginevra, lo scorso 11 aprile.

Per l’ennesimo appuntamento culinario bimensile, le “Calabriselle” hanno pensato bene di fare pietanze attinenti al Santa Pasqua. A rubare la scena, questa volta, non è stata una pietanza di primo o secondo, ma i preziosi dolci del sud Italia. Difatti, le 4 “Calabriselle” si sono cimentate ad insegnare, ai nostri commensali, come si fanno le famose “Cuzzupe”, chiamate anche con altri nomignoli.

Per sfamare i circa 25 presenti, le maestre hanno preparato una ricetta “piccantina” di pasta tipica della Regione Calabria: Fileja al sugo di ‘nduja, accompagnate di polpette di carne.
Le “Calabriselle” designate cuoche d’eccellenza quali Maria Concetta Isabella, Maria Folino, Tommasina Mercuri e Rachele Decicco hanno guidato con maestria il corso con i partecipanti vogliose di apprendere queste calorose e piccanti ricetti. Presente anche Tommasina Isabella che si è prestata a fare da cronista e l’assistente giornalista.

“Fileja alla ‘nduja
Fileja alla ‘nduja un connubio tra pasta locale e prodotto d’eccellenza. La fileja è un tipo di pasta tipico della Calabria dove prende il nome anche di maccheroni al ferretto, l’impasto è fatto semplicemente con della farina di grano tenera, semola di grano duro, sale e acqua.

La ‘nduja, invece, è un salume originario di Spilinga, si tratta di una specie di salame a pasta morbida dal sapore piccante e affumicato che ben si presta per aromatizzare dei sughi ma è anche buonissimo semplicemente spalmato su una fetta di pane!

Le Cuzzupe
Le Cuzzupe calabresi sono dei dolci tipici di tutta la Calabria, anche se hanno nomi diversi da paese in paese: Angute, Sgute, Cudduraci, Cuculicchi.. ecc .. Questo dolce pasquale è di origine orientale e simboleggia la fine del digiuno di quaresima, l’uovo è il simbolo della resurrezione del Signore. Può avere varie forme, a discrezione di chi le prepara, solitamente riguarda un tema pasquale oppure si fa un filone che poi si attorciglia e al centro si posiziona un uovo, nelle due parti sporgenti si fanno dei segni con i rebbi di una forchetta che assomigliano a delle zampine. La bellezza delle Cuzzupe calabresi viene data anche da confettini e codette colorate con cui vengono decorate. Le Cuzzupe vengono preparate in anticipo di qualche giorno e si conservano per il giorno di Pasqua. Ricordo ancora quando la mia mamma si riuniva con le vicine di casa e tutte assieme preparavano tanti dolci che cuocevano nel forno a legna.”

Molto apprezzato questo corso ai frequentatrici per la sua originalità soprattutto nella elaborazione delle Cuzzupe. Questo dolce ha ricordato a molti presenti, la loro infanzie nel periodo pasquale.

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I Ricchi e Poveri per la prima volta a Ginevra: La fabrica dei successi al Theatre du Leman

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Dopo oltre 50 anni di carriera, lo scorso 29 marzo, per la prima volta a Ginevra, i “Ricchi e Poveri” famosi in tutto il mondo per i loro successi canori che hanno incantato diverse generazioni, hanno trovato un’atmosfera pimpante creata dai loro fans al Theatre du Leman.

Angela e Angelo dei “Ricchi e Poveri” hanno subito infiammato l’atmosfera del Teatro dalle prime note. Il tripudio dei circa 1000 presenze, hanno fatto sentire il loro calore, cantando e danzando per tutta la durata dello spettacolo ai graditi artisti.

Tra la prima e la seconda parte del concerto, un regalo è stato fatto al pubblico presente. Difatti è apparsa, come d’incanto, la cantante Americana Laura Bretan che si è esibita in 5 brani ed ha subito annunciato la professionalità di una esperta artista canora. Laura Bretan si è fatta conoscere dopo essere stata finalista, all’età di solo 13 anni, negli American Got Talent, vincitrice di Roumanian Got Talent e finalista all’Eurovisione 2019 per la Romania.

Il successo annunciato di questo concerto è dovuto alla determinazione di Laura Stone, Attrice, cantante e Presidente della BG-Music che, con la sua intraprendenza offre dei concerti di artisti italiani a Ginevra e nel Mondo.
Personalità umile e affabile, Laura si è presentata alla comunità italiana a Ginevra come una di noi, entrando nel circuito degli addetti ai lavori in punta di piedi ma con la dovuta determinazione a contribuire all’italianità nel Cantone.

Presenti il Console Generale d’Italia, Antonino La Piana. La SAIG, invitata all’evento, ha partecipato con una degna rappresentanza per onorare Laura Stone ed il suo infaticabile ruolo nella comunità italiana di questo Cantone.

Per i prossimi appuntamenti musicali di Laura: www.bgmusic.ch

C. Vaccaro