Inaugurazione a Place des Alpes del monumento all’emigrazione italiana a Ginevra.
Un’emozionante cerimonia quella dell’inaugurazione del monumento all’emigrazione italiana di Ginevra. Circa trecento italo-ginevrini si sono riuniti, per partecipare all’inaugurazione del monumento e scoprire con un caloroso applauso il masso di marmo bianco di Carrara dedicato agli emigrati italiani. Il tutto si è concretizzato nel pomeriggio del 22 novembre scorso, tra le 15:00 e le 16:00, alla presenza delle massime autorità italiane, ginevrine e cantonali quali: l’On. Gianni Farina, il Min. Plenipotenziario Amedeo Trambajolo, in Rappresentanza dell’Italia presso le Organizzazioni Internazionali, il Console Generale d’Italia a Ginevra dott. Andrea Bertozzi, i Consiglieri di Stato Serge Dal Busco e Mauro Poggia, il Sindaco della Città di Ginevra, Sami Kanaan e i Consiglieri Amministrativi, Guillaume Barazzone e Sandrine Salerno, Mons. Massimo De Gregori, il Consigliere Amministrativo della Città di Carouge, Nicolas Walder, il Consigliere Amministrativo della Città di Onex, nonché Deputato del Cantone, Eric Stauffer. Presenti anche Michele Schiavone, membro del CGIE (Comitato Generale degli italiani all’estero), Mariano Franzin Responsabile dell’ITAL-UIL Svizzera, i presidenti e i comitati delle associazioni aderenti alla SAIG, diversi presidenti e rappresentanti delle associazioni italiane, il personale dell’Ufficio scuola e i Docenti che sono venuti con una delegazione di alunni che frequentano i Corsi d’Italiano.
La Cerimonia è iniziata con il discorso del Coordinatore della SAIG, Carmelo Vaccaro, promotore dell’iniziativa, che ha ringraziato le autorità e il pubblico presente alla prima delle quattro inaugurazioni previste nel cantone di Ginevra.
Carmelo Vaccaro ha tenuto a sottolineare che “questa semplice pietra, dal valore simbolico, racchiude i ricordi dei lavoratori italiani, donne e uomini, che sono arrivati da tutte le regioni d’Italia, portandosi dietro gli antichi valori italici, alla ricerca di un futuro per se stessi e le loro famiglie lasciate in Patria. Donne e uomini che hanno sofferto la lontananza dei propri figli, dei genitori e delle persone care. Il nostro pensiero va anche a coloro che non sono più tornati in Patria e che di tanto in tanto andiamo a trovare nei vari luoghi di riposo del Cantone.
Quando si parla di emigrazione italiana non si possono non ricordare le grandi tragedie che hanno visto coinvolti molti nostri connazionali, come quella del 6 dicembre 1907 a Monongah, in West Virginia, quella dell’ottobre 1913 a Dawson, New Mexico, quelle più vicino a noi, 8 agosto 1956 Marcinelle, in Belgio e quella di casa nostra del 30 agosto 1965 a Mattmark, in Svizzera.
Non è nostra intenzione ricordare qui tutto quello che hanno fatto gli italiani a Ginevra. Molti di loro ne sono consapevoli, molti erano presenti e hanno conosciuto le loro imprese. Tutti, in qualche modo, hanno contribuito alla costruzione e all’evoluzione di questa Città, la stessa che in seguito è diventata la nostra casa dove abbiamo visto nascere e crescere i nostri figli, la città che ha dato e darà loro un futuro.
L’italianità a Ginevra la possiamo constatare ad ogni angolo della Città dove gli italiani immigrati, nei vari periodi dal dopoguerra, hanno lasciato il loro sudore e le loro impronte. Ed è proprio sulle orme e i principi della vecchia emigrazione che la SAIG intende continuare il suo cammino, preservandone la memoria, ma anche guardando alle esigenze della nuova generazione di immigrati, di quei giovani che oggi, purtroppo, si ritrovano a lasciare il loro paese in cerca di una vita migliore.
La SAIG e le associazioni che la compongono, continueranno il loro impegno nel promuovere la nostra Italia all’estero, non come un lavoro o una professione, ma come una passione che nasce dentro, una fervida necessità di valorizzare al meglio i valori di quel bagaglio culturale che ci trasciniamo sempre con amore.
Un sentito ringraziamento alla Città di Ginevra per l’accoglienza e il calore che questa città ha riservato ai nostri compatrioti italiani.
Viva l’Italia, viva la Svizzera e viva la nostra Ginevra”.
In seguito, due alunni dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana, hanno letto uno scambio epistolare tra un emigrato in Svizzera e sua moglie, testimonianza che porta la data del 1972. A questo emozionante momento è seguita l’inaugurazione del monumento, fino ad allora ricoperto dall’imponente tricolore, e la benedizione del manufatto da parte di Mons. Massimo De Gregori.
Si sono poi susseguiti gli interventi di S. Salerno, G. Barazzone, il Sindaco della Città di Ginevra, S. Kanaan, S. Dal Busco e M. Poggia e A. Bertozzi.
A Cerimonia conclusa, i presenti hanno avuto modo di apprezzare il buffet che il Consiglio Amministrativo della Città di Ginevra ha messo loro a disposizione.
Il monumento, fin dalle prime ore successive all’inaugurazione, è stato meta di turisti e curiosi accorsi per ammirare ed apprezzare il manufatto. Tutti positivi i commenti sul valore artistico dell’opera e sulla simbologia adottata dalla SAIG per rappresentare il fenomeno migratorio italiano. Ne è testimone una valigia di cartone in bassorilievo, ben visibile sul marmo bianco di Carrara di cui è composta la scultura commemorativa (m.1,15 x cm.70).