Autore archivio: amministratore

L’associazionismo: la storia di persone altruiste che hanno scritto la storia!

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Le Associazioni, già dai tempi delle prime guerre, hanno avuto sempre un ruolo determinante per la nostra collettività e, continuano ad aggrapparsi a quel cordone ombelicale che le lega al luogo d’origine. Inoltre, si sono rivelate un punto di riferimento per dare impulso alla cultura italiana, un punto di incontro tra la vecchia e la nuova emigrazione sino al progressivo arresto di quest’ultima.

Non esistono ricette già pronte per il “cambiamento” ma rimanere inoperosi ed assistere alla perdita di importanti rappresentanti della comunità locale o Nazionale non lucrativi, quali sono le Associazioni, è deprecabile!

Come possiamo contrastare questa deriva alquanto demoralizzante? Ragionando sui problemi che producono la mancanza d’interesse di molti e la sterilità d’azione che ne consegue. Particolare attenzione dovrebbe essere data, anche solamente in specifiche occasioni, a quelle fasce d’età che con la solitudine anche accerchiati dai famigliari ed evidenziarne la figura e la loro esistenza.

Dovremmo sentirci tutti in dovere di stringere legami sempre più saldi e di aiutarci reciprocamente, dovremmo sentire la necessità di stare insieme allo scopo di mantenere integro il bagaglio culturale che abbiamo ereditato dai nostri predecessori per trasmetterlo alle generazioni future.

Ripensiamo agli ideali ed azioni per incoraggiare l’avvicinamento delle nuove generazioni al mondo dell’associazionismo, creando una realtà associativa che rispecchi le loro esigenze.

In questa chiave di lettura occorre occuparsi di cose concrete, servono progetti attendibili di come riavvicinare le giovani generazioni al mondo delle Associazioni, allontanandoli dalle droghe, dalle organizzazioni criminali, facendo conoscere la loro storia, le loro tradizioni, la loro cultura, appoggiando le loro iniziative.

Un’idea che potrebbe essere concretizzata sarebbe quella di motivare le nostre discendenze, uscendo fuori degli schemi tradizionali e proponendo temi che interessano davvero il mondo giovanile. Proposte e progetti che riescano a dare risposte concrete alle esigenze più significative, per non perdere la speranza e combattere il rallentamento dell’evoluzione di una recessione difficilmente recuperabile, che porta all’emigrazione dei nostri giovani.

Non è necessario pensarla tutti, e su tutto, nello stesso modo, ma bisogna condividere l’esigenza comune di uscire da una logica tradizionalista per il bene della nostra Comunità palagonese che non aspetta altro di sentire il contatto reale con le proprie appartenenze, attraverso azioni rappresentative che devono volgere alla considerazione del cittadino e vederlo come “uguale” e non come fonte di profitto o come sottostante.

C.V.

“Scheda del volontariato in Italia: oltre 44 mila le associazioni

Secondo il primo rapporto nazionale del Csvnet (Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato) analizza lo stato del volontariato nel nostro paese.

I dati del primo rapporto del Csvnet pubblicato nel 2015 svela il volto del volontariato in Italia. La maggior parte delle associazioni (55%) opera nel campo dell’assistenza sociale (11.812) e della sanità (9.098). Solo il 4% ha un presidente con meno di 35 anni. L’età media dei volontari è di 48 anni.

– Campione d’indagine.
In totale, sono stati raccolti i dati riguardanti 44.182 associazioni: non solo quelle iscritte ai registri pubblici, ma anche quelle registrate unicamente nelle banche dati dei Centri di Servizio. Il risultato è fotografia più dettagliata del mondo del volontariato mai realizzata in Italia. La maggior parte opera nel campo dell’assistenza sociale (11.812) e della sanità (9.098): da sole queste due classi racchiudono il 55 per cento del totale delle associazioni. Seguono quelle che si occupano di cultura, sport e ricreazione. Anziani e minori sono le categorie primarie di utenti con il 25,4 per cento, mentre si dedicano a malati e disabili il 18 per cento delle organizzazioni. Si occupano di nomadi, immigrati o profughi il 5,7 per cento. Al nord e nel centro si trovano oltre la metà delle associazioni: Lombardia, Toscana, Lazio, Piemonte, Emilia Romagna sono le regioni in cui le realtà del volontariato sono più radicate. Se però si confronta il numero di abitanti con quello delle organizzazioni, sono Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta ad avere più onlus. Al sud e nelle isole si registrano, invece, le percentuali più basse: rispettivamente il 17 e il 6 per cento del totale.

La metà delle associazioni opera con meno di 16 volontari: solo il 15 per cento ha un numero superiore a 50. Per quanto riguarda i soci, ne hanno meno di 60 il 50 per cento, mentre poco più del 10 per cento ha una base associativa molto estesa (oltre 500 soci). La rappresentanza legale è composta, per i due terzi, da uomini.

Solo il 4% delle associazioni ha un presidente under 35. I presidenti delle OdV hanno in media 58 anni, dieci in più rispetto ai volontari delle stesse organizzazioni, e arrivano a ricoprire quel ruolo dopo un periodo lungo di gavetta.

Età dei volontari. Secondo lo studio, l’età media dei volontari nelle associazioni è in linea con quella della popolazione, 48,1 anni a fronte del 48,7 della popolazione nel suo complesso.
Sempre tra i presidenti, gli uomini sono in prevalenza ancora più netta: solo un presidente su tre è donna, tendenza analoga a quella registrata nella maggior parte dei contesti organizzativi di qualsiasi tipo (aziendale o istituzionale) dove la presenza femminile è più forte alla base e si assottiglia andando verso il vertice.”

(SP) Fonte: www.redattoresociale.it

Doppia imposizione:Quando i cittadini italiani residenti all’estero pagano le imposte due volte

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Affrontiamo oggi il tema della famigerata doppia imposizione che tutti temono.

Capita a volte, difatti, di accorgersi che si stanno pagando le imposte in due paesi, quello di residenza effettiva e quello da cui provengono i redditi (o parte di essi, come stipendi o pensioni). L’Agenzia delle entrate, ad esempio, a fronte della mancata iscrizione all’AIRE dei cittadini espatriati, continua ad effettuare ritenute alla fonte senza tenere conto del fatto che, contestalmente, quelle stesse perosne stanno pagando le imposte, allo stesso titolo, anche nel paese di residenza. Vengono, insomma, considerate contribuenti in due paesi diversi.

Contro la cosidetta “doppia imposizione”, nel tempo i vari Stati, hanno firmato delle Convenzioni mirate ad impedire che la stessa persona paghi le imposte sia nel paese di residenze, sia nel paese da cui i redditi provengono.

Tra l’Italia e la Svizzera esiste una Convenzione contro le doppie imposizioni datata 9 marzo 1976, che si applica alle persone che sono residenti di uno o di entrambi gli Stati contraenti, riferendosi alle imposte sul reddito e sul patrimonio prelevate per conto di ciascuno degli Stati contraenti, delle sue suddivisioni politiche o amministrative e dei suoi enti locali, qualunque sia il sistema di prelevamento (per l’Italia si tratta del’imposta sul reddito delle persone fisiche; dell’imposta sul reddito delle persone giuridiche e dell’imposta locale sui redditi).

Ai sensi dell’art. 4, numero 4) di detta convenzione “La persona fisica che ha trasferito definitivamente il suo domicilio da uno Stato contraente all’altro Stato contraente cessa di essere assoggettata nel primo Stato contraente alle imposte per le quali il domicilio è determinante non appena trascorso il giorno del trasferimento del domicilio. L’assoggettamento alle imposte per le quali il domicilio è determinante inizia nell’altro Stato a decorrere dalla stessa data”.

Detto questo, va valutata la linea da seguire in caso di diniego di rimborso.

Si deve procedere a contestare formalmente il prelievo alla fonte operato dall’Italia e chiederne il rimborso, tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno che interrompa amche i termini di prescrizione e di decadenza.

Tale istanza di rimborso, ai sendi dell’art. 38 del DPR 602/1973, deve essere chiesta, per non incorrere in decadenze, entro 48 mesi dalla data di versamento o dalla data in cui è stato effetuata la ritenuta. Occorre cioè tenere in considerazione la data di corresponsione dell’emolumento (es. in caso di pensione erogata dalla Stato italiano, tale giorno va individuato nei primi giorni del mese di riferimento, sussistendo già all’atto della effettazione delle ritenuta alla fonte l’interesse e la possibilità di richiedere il rimborso in applicazione all’art. 18 della Convenzione Italia-Svizzera sul divieto delle doppie imposizioni). Cio’ significa che un’istanza prodotta, ad esempio, il 19.04.2017, questa sarà considerataintempestiva per le ritenute operate sul reddito per l’intero anno 2012 e per i primi 4 mesi del 2013.

In genere l’Agenzia delle Entrate non procede al rimborso facilmente, soprattutto se il contribuente non è iscritto all’AIRE sostenendo essere tale mancata iscrizione, adempimento preclusivo di qualunque rimborso. Essa sostiene, difatti, che considera fiscalmente residenti, ai fini del pagamento delle imposte sui redditi, le persone fisiche che per la maggior parte del tempo di imposta sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente, ovvero hanno nel territorio dello Stato il domicilio o la residenza ai sensi del codice civile. Secondi la prassi, “le persone iscritte nelle anagrafi della popolazione residente (quindi se non iscritte all’AIRE risulteranno ancora residenti presso il Comune italiano di ultima residenza in Italia) si considerano in ogni caso residenti in Italia e, pertanto, soggetti passivi delle imposte italiane”. L’iscrizione all’AIRE è, pertanto considerata, secondo l’interpretazione che fa l’Agenzia delle Entrate, preclusiva di ogni altro accertamento (presunziona assoluta) ed il trasferimento della residenza all’Estero non rileva fino a quando non risulti la cancellazione dall’anagrafe di un Comune italiano. Insomma il requisito formale della residenza anagrafica è sufficiente per l’acquisizione della residenza fiscale.

Ma va considerato che a volte, anche in presenza di iscrizione all’AIRE, l’Agenzia delle Entrate opera, le ritenute alla fonte, costringendo i contribuenti a presentare un ricorso innanzi alla Commissione Tributaria competente contro il provvedimento di diniego di rimborso da parte dell’ente preposto.

Ebbene, proprio recentemente, all’esito della presentazione di un ricorso da parte di un contribuente residente in Svizzera e non iscritto all’AIRE, la sottoscritta ha potuto constatare con somma soddisfazione, che in sede di emanazione della sentenza, la Commissione Tributaria Provinciale ha riconosciuto il criterio della residenza effettiva, ha cioé, accolto, le proprie eccezione in sede di impugnativa del diniego di rimborso delle imposte precedente inviato, secondo le quali l’iscrizione all’AIRE, a fronte dell’applicazione della Convenzione tra Italia a Svizzera del 1976 contro le doppie imposizioni, che prevale sulla legislazione interna, non è un adempimento in mancaza del quale si ha una preclusione assoluta di qualsiasi altro accertamento. Si è potuto dimostrare che la residenza effettiva era in Svizzera e che, dunque, le ritenute alla fonte negli ultimi anni operate alla fonte, erano illegittime.

Una volta dimostrata, dunque, che la residenza effettiva si trova in Svizzera e che la parte istante ha versato le imposte anche sulle pensioni italiane all’organo cantonale competente, la Commissione ha condannato l’Agenzia delle Entrate a rimborsare la quota parte delle imposte ritenute alla fonte.

Naturalmente, a sostegno ed a corredo delle impugnative vanno prodotti una serie di documenti, ma, a fronte dell’eventuale ed auspicabile accoglimento del ricorso, il contribuente all’estero vedrà riconosciuto il suo diritto alla restituzione delle imposte ritenute alla fonte nel paese in cui non ha la residenza effettiva.

Questo tema potrà essere più dettagliatamente discusso durante la Conferenza del 21 novembre 2019 alle 19.30 presso la sede SAIG.

Avv. Alessandra Testaguzza

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Teatro Primo Sole:applausi per lo spettacolo!

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Cade come una ricorrenza l’appuntamento con l’arte della commedia in occasione della XIX Edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo che, lo scorso 19 ottobre, per la seconda volta la Società delle Associazioni Italiane di Ginevra (SAIG) ha presentato. La Compagnia Teatrale “Teatro Primo Sole” ha scelto, difatti, Ginevra per la rappresentazione della “Prima” della Pièce 2019 – 2020, intitolata “La Fortuna con l’Effe maiuscola”, un classico della comicità teatrale napoletana. La commedia in tre atti scritta nel 1942 da Eduardo De Filippo in collaborazione con Armando Curcio, ha confermato il successo del 2018, con la presenza di circa 150 spettatori. L’evento, organizzato dalla SAIG, con il Patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Ginevra e in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura a Zurigo, ha avuto il meritato successo.

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Malgrado la tensione della “Prima”, si conferma cosi’ questa Compagnia di Basilea, anche in questa pièce, dove si coglie l’evolversi del talento teatrale della troupe Italo-Basilese, che continua ad annoverare successi che portano la Compagnia a migliorarsi scena dopo scena. Fattasi conoscere, dal pubblico ginevrino per la loro performance nel 2018, in occasione del 10° Anniversario della SAIG, con la rappresentazione de “La Fortuna con l’Effe maiuscola”, il gruppo ha saputo interpretare un testo capace di mescolare comicità e drammaticità, lasciando il pubblico impegnato a capire una realtà difficile, come è quella di una delle tante famiglie che lottano contro la povertà.

A fare gli onori di casa il Coordinatore della SAIG, Carmelo Vaccaro che ha salutato i presenti e presentato la Compagnia. Vaccaro ha poi invitato sul palco il Console Generale d’Italia, Antonino La Piana per i saluti istituzionali L’evento culturale si è svolto nella Salle des fêtes des Avanchets location messa a disposizione dalle autorità comunali di Vernier.

Una messa in scena divertente ed umanissima che mette in risalto una delle caratteristiche più preziose del Teatro dei De Filippo: l’umorismo. Umorismo che rappresenta la parte agra e amara di una comicità tutta napoletana che ci diverte e ci appassiona facendoci sorridere ma anche riflettere raccontandoci la fatica di vivere, attraverso un Teatro sempre attuale.

La performance si apre su di un miserrimo appartamento ricavato nella parte più buia di un vecchio palazzo napoletano, del 1942.

Abitano questo oscuro e singolarmente promiscuo appartamento i componenti della famiglia Ruoppolo, ormai ridotti a brandelli anche nelle anime e nelle intelligenze a causa dell’indigenza prolungata. In un tempo che ci appare ormai remoto i coniugi Ruoppolo non ancora preclusi alla speranza e confortati dall’amore reciproco hanno adottato un orfanello, per di più mentalmente ritardato, Erricuccio.

“La fortuna con l’effe maiuscola” è quella inattesa che capita al protagonista della commedia, un uomo perseguitato da un destino avverso e beffardo, che vede all’improvviso illuminare la sua misera vita dall’eredità di un parente emigrato in America. Eredità che però ha come condizione di essere assegnata per intero al poveretto solo se lui non avrà figli. In caso contrario il ricco patrimonio andrà al figlio.

Il pover’uomo, che ignorava la possibilità di ricevere il lascito, un figlio ce l’ha. Lo ha appena riconosciuto, costretto dalla miseria, in cambio di un modesto compenso che lo avrebbe aiutato a liberarsi dai debiti. E così, da questo impedimento, nascono gli equivoci e le disavventure tragicomiche della commedia, metafora di una società che si trasforma.

“Teatro Primo Sole”: dalle scene comiche a quelle dalle emozioni allo stato puro

Il Copione de “La Fortuna con l’Effe maiuscola”, permetterà al pubblico di valutare la bravura di questo gruppo unito e coeso. In questa commedia, tutti gli attori del gruppo dimostrano che la comicità deve sapersi trasformare in tristezza attraverso le espressioni se il copione lo richiede. Questo è proprio nella parte di Giovanni Ruoppolo, interpretato perfettamente da Cosimo Vennere che è anche regista della Compagnia e, la parte di Ericuccio interpretata magnificamente da Cosimo Rovito. Quest’ultimo, oltre ad essere bravo nell’interpretazione del suo ruolo di scimunito, rimane nella sua parte per tutta la durata dello spettacolo con le sue mimate ed innumerevoli espressioni.

Mi sembra doveroso, a nome della SAIG, citare e ringraziare tutti gli attori che ci hanno fatto ridere ed emozionare: Cosimo Venneri, Antonietta Massafra, Cosimo Rovito, Marina Tizzone, Nunzio Delli Conti, Debora Erca, Giorgio Alemanno, Giuseppe Manco, Nicola Oletta, Franco Benfatto, Rossella Mannella, Annunziata Morciano, Ilenia Ciardo, Franca Brogly, Giuseppe Falcone e Fernando Chula.
Con questo spettacolo possiamo affermare che gli attori della Compagnia “Teatro Primo Sole” di Basilea ha conquistato nuovamente Ginevra con la sua simpatia e professionalità, confermando la professionalità e la passione degli attori che la compongono.

Ritorna la Trippa al primo Corso di Cucina SAIG del mese di ottobre

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Nella bella cornice di inizio autunno, ad accendere i fornelli per il primo dei due corsi di Cucina della SAIG, ci ha pensato l’Associazione Lucchesi nel Mondo con il suo Presidente, Menotti Bacci, in una ricetta tipicamente italiana: la trippa.

Il Presidente Bacci, ha voluto valorizzare il paese di origine, che è Limano, in provincia di Lucca, eseguendo la ricetta della trippa alla limanese in tutte le sue origini storiche datate da più di 150 anni, ancor prima dell’Unità d’Italia.

La trippa rimane comunque una ricetta che unisce tutti gli italiani, eseguita in diversi modi diventata pietanza tipica. La trippa è un cibo considerato “povero” e poco raffinato, ma invece cucinato alla perfezione come in questa ricetta preparate dal nostro responsabile toscano del Corso di Cucina, Menotti Bacci, diventa saporito e nutriente, oltre che economico.

La ricetta della trippa è un piatto classico della cucina toscana; si tratta di una preparazione semplice, fatta senza aggiungere molti ingredienti, ma molto gustosa. Oltre alla trippa ed il vino, rigorosamente italiano, il Corso-cena si è concluso con un dolce a sorpresa per continuare a festeggiare, anche con i commensali del Corso di Cucina bi-mensile della SAIG, il compleanno del nostro Presidente dei Lucchesi ginevrini, nonché responsabile anche di questo progetto culinario.

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Questo tipo di ricette considerate “povere”, corrisponde pienamente ai criteri del progetto culinario della SAIG, che volge a far riscoprire le antiche tradizioni culinarie delle regioni italiane. Un modo anche per tramandare le vecchie ricette delle nostre nonne, un progetto per mantenere viva la cultura culinaria della nostra Italia fuori dai suoi confini.

Ancora una volta l’equipe SAIG ha saziato a dovere il desiderio di sapere delle frequentatrici del Corso che diventa sempre di più una riunione famigliare, un momento per incontrarsi col piacere di condividere questo momento attorno ad una pietanza. Non è solo imparare e scoprire una ricetta ma anche condividere un’amicizia che si innaffia e rafforza col passare del tempo e di questo, la SAIG non può essere che orgogliosa e fiera.

Se volete iscrivervi, rimangono ancora qualche posto prima di chiudere le iscrizioni.
Per informazioni chiamare al 078 865 35 00.

L’Italie à portée de bouche – L’Italia a portata di bocca Il pranzo anziani del mese di ottobre

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Il pranzo mensile degli anziani del mese di ottobre, si è svolto in un’atmosfera autunnale la quale è stata illuminata dai sorrisi e del buon umore dei 30 anziani che hanno partecipato all’appuntamento culinario mensile a loro dedicato.

Gli anziani del quartiere, sempre lieti e festosi ad ogni incontro, sono stati dalla SAIG ospitati con immutato spirito di accoglienza e con la consapevolezza che tutti noi abbiamo il dovere di tutelare e tenere sempre presente il loro benessere. Solo se si rispetta il passato si può vivere un presente pieno ed un futuro degno.

In questo incontro, l’occasione è stata favorevole alla SAIG per festeggiare il compleanno del responsabile del progetto anziani, Menotti Bacci, Presidente dei Lucchesi nel Mondo di Ginevra. Quest’ultimo, insieme alla sua equipe formata da Lisette Bacci, Claude Romanato, Antonio Bello, Gino Piroddi e Roberto Corona e, Maritza Villegas per l’ASP, hanno reso questo giorno colmo di emozioni per il ritrovo mensile. A partecipare all’evento, erano presenti il Presidente dell’Ass. Calabrese, Francesco Decicco insieme alla moglie Rachele che hanno contribuito realizzando la torta di compleanno.

Questo appuntamento si rivela essere sempre più atteso dai nostri cari anziani del quartier, rinnovando, ancora una volta, come ogni mese, con un “Benvenuti in Italia” dal Coordinatore Carmelo Vaccaro, che accoglie gli invitati speciali, particolare momento scaturito da un progetto tra la SAIG e l’Antenna Sociale di Prossimità “Servette St Jean- Petit Saconnex” (ASP), della Città di Ginevra.

Questo progetto, uno dei tanti fiori all’occhiello delle numerose attività della SAIG, è divenuto nel tempo un appuntamento ambito per la qualità dell’accoglienza, la compagnia e le proposte culinarie che i nostri cuochi propongono secondo la migliore tradizione italiana.

Uccio De Santis e i Mudù a Losanna

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La SAIG presente allo spettacolo di Uccio De Santis e i Mudù a Losanna

Lo scorso sabato 5 ottobre al teatro l’Octagone di Pully – Losanna, Uccio De Santis, Antonella Genga e Umberto Sardella, si sono esibiti in uno spettacolo molto divertente cui hanno assistito molti connazionali provenienti sia dal Cantone Vodese e Vallese, sia dal Cantone di Ginevra, sia, addirittura appositamente dall’Italia.

Dopo aver concesso un’intervista per “La Notizia di Ginevra”, i Mudu’, questo il nome del gruppo di cabaret che da anni viene seguito da moltissimi fan sui social, hanno proposto parte del loro vasto repertorio che ha intrattenuto piacevolmente il pubblico presente per circa due ore.

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Spettacolo molto godibile con una perfetta alchimia composta da testi preparati, barzellette, simpatia e, soprattutto, improvvisazione. Uccio, verso al fine della performance, da bravo “rabdomante” quale è, ha scelto tre spettatori, li ha fatti salire sul palco, li ha intervistati e fatti esibire assieme a lui, per poi utilizzare le informazioni simpaticamente “estorte” durante la sua ennesima “intervista impossibile”, durante lo sketch finale dedicato ai Carabinieri, altro cavallo di battaglia del gruppo, mandando in visibilio gli spettatori.

La caratteristica di Uccio è quella di riuscire a coinvolgere il suo pubblico negli spettacoli, riuscendo a tirare fuori da ciascuno dei prescelti, una inaspettata vis comica. Ed ecco che ogni volta si compie la magia di far diventare protagonisti persone comuni. Proprio dalla gente comune Uccio trae ispirazione così come anche dalle esperienze riferite dal padre, medico, durante lo svolgimento del suo lavoro. I pazienti diventano strumento inconsapevole di bonarie battute e scenette, perché niente è più reale della realtà stessa.

Dall’intervista ai 3 attori, sono emersi una grande disponibilità, semplicità e simpatia di tutti i componenti del gruppo, legati da una forte coesione e professionalità, rodata nel corso degli anni. Dal 2000 ad oggi, la loro collaborazione non ha conosciuto requie. D’altra parte, come dice Antonella, non sarebbe possibile lavorare da così tanti anni insieme a qualcuno con il quale non si va d’accordo e con il quale non si è in sintonia. Ed anche il fattore divertimento per chi recita, diventa fondamentale per riuscire a far divertire il pubblico. E loro si divertono parecchio, evidentemente.

Promossi a pieni voti, dunque. I Mudu’ sono scoppiettanti e simpatici esattamente come si vede su Facebook o su Youtube.

Alla fine dello spettacolo Uccio non ha dimenticato di ringraziare gli sponsor e la SAIG per essersi interessata allo spettacolo con la sua presenza e con il suo giornale.

Certamente non ha mancato di ringraziare Luciano Claudio e Franco Di Santo. E proprio con quest’ultimo i dirigenti SAIG stanno cercando di programmare una serata con Uccio anche a Ginevra in un prossimo futuro, con l’eventuale collaborazione dell’Associazione Regionale Pugliese di Ginevra.

Settimana della Lingua Italiana nel Mondo 2019

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La SAIG (società delle associazioni italiane a Ginevra) tramite il suo coordinatore Carmelo Vaccaro ha annunciato la parteciazione all’organizzazione della Settimana della Lingua italiana nel Mondo, che quest’anno si terrà dal 19 al 25 ottobre.

Per il tema di quest’anno “L’Italiano sul palcoscenico, la SAIG ha già in programma una serata teatrale con la Compagnia “Teatro Primo Sole”, che presenterà la Commedia in tre atti
di Eduardo De Filippo, “La fortuna con l’Effe Maiuscola”.

La società, molto presente sul territorio di Ginevra e nota per le numerose attività dedicate alla comunità italiana, con la sua partecipazione all’organizzazione della Settimana della Lingua italiana nel Mondo vuole ancora una volta mettere in evidenza nel cantone svizzero il valore e l’importanza della lingua e della cultura italiana.

La Società delle Associazioni italiane di Ginevra dimostra l’evidente volontà di continuare ad essere la locomotiva associazionistica trainante nell’ottica socio-culturali ed informative nel Cantone di Ginevra.

Al Corso di Cucina della SAIG, i cuochi dell’Associazione Laziale ginevrina L.A.R.E

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Il Corso di Cucina della SAIG, per l’anno 2019 – 2020, inizia dal centro Italia e precisamente dal Lazio, lo scorso 26 settembre. Il Presidente della L.A.R.E., Guglielmo Cascioli, ha portato i cuochi dell’Associazione per proporre alcune piatti tipicamente laziali quali i famosi spaghetti all’Amatriciana, insalati di fagioli alla romana e, come dolce, la crostata di visciole.

Ogni iniziale scetticismo è stato polverizzato dalla bontà di questo piatto. La tavola era imbandita a festa ed il vino rosso accompagnava in modo eccellente i sapori fedeli alla cucina laziale. E’ stato richiesto un bis tutti a riprova della bontà dei piatti proposti.

Anche in questa occasione la SAIG ha dato prova di fedeltà alle tradizioni culinarie italiane e regionali. Altissima e fedele l’affluenza per questo appuntamento bimestrale con la cucina con ospiti sempre diversi e sempre più attratti dai sapori nostrani. Non si risparmiano complimenti e la curiosità per i piatti della tradizione italiana sono in crescente aumento.

“Qual è la vera storia della Amatriciana?

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L’amatriciana (in romanesco matriciana a causa dell’aferesi) è un condimento per la pastasciutta, tipico delle osterie e trattorie romane. Gli ingredienti sono: guanciale, pecorino e pomodoro. Prende il nome da Amatrice, una cittadina in provincia di Rieti.

la prima testimonianza scritta di questo piatto ci arriva dal cuoco Francesco Leonardi che, nel 1816, lo servì alla corte del papanell’800, nel rione Ponte (zona di piazza Navona area ponte Sant’Angelo), esisteva un vicolo chiamato de’ Matriciani (dopo il 1870 vicolo degli Amatriciani) e una piazza (oggi Piazza Lancellotti) dove i Grici (Sabini) tenevano mercato, vendendo pane, salumi e formaggi dei monti Sibillini; sostavano poi nei pressi di una locanda chiamata L’Amatriciano.

Questo sugo è figlio quindi della gricia (o griscia), piatto di spaghetti o maccheroni conditi con olio, pepe e barbozzo o guanciale, nato in un paese reatino di nome Grisciano. Cosa certa è che l’aggiunta della salsa di pomodoro risale alla fine del diciassettesimo secolo. La prima testimonianza scritta dell’uso del sugo all’amatriciana per condire la pasta la si trova nel manuale di cucina del cuoco romano Francesco Leonardi, che la servì alla corte del Papa. Fu un colpo di alta classe: alla maniera dei matriciani Leonardi impose un piatto popolare a un banchetto al Quirinale in onore di Francesco I Imperatore d’Austria, organizzato da Papa Pio VII nell’aprile del 1816.

L’insalata di fagioli alla romana

Questa ricetta è un piatto molto sostanzioso, che propone il sapore tipico e rustico della cucina della capitale. È anche un contorno che però può facilmente trasformarsi in un piatto unico, e può essere realizzato in maniera molto semplice. Per i fagioli il condimento che viene usato è costituito da una salsina composta da olio extravergine di oliva, acciughe tritate, aglio, timo, pepe e cipolla aromatizzata nell’aceto di vino rosso.

Storia e origine della crostata di visciole

La crostata di visciole, un tipo di ciliegia che cresce nei boschi fuori porta, è un dolce romano che affonda le sue radici nel Settecento, quando a Roma era forte la presenza delle comunità ebraiche.

Questo dolce, come tanti altri, nasce grazie all’uso d’ingredienti semplici che, lavorati insieme, danno vita a capolavori culinari capaci di resistere allo scorrere del tempo.”

La SAIG Continua il suo viaggio culinario tra le antiche pietanze delle regioni italiane, insieme alle Associazioni che la compongono e con i tanti fedeli frequentatrici che sono sempre più golose di apprendere la storia della Cucina regionale italiana.