Autore archivio: amministratore

Carta d’identità Elettronica anche ai cittadini italiani residenti all’estero?

65196718_2496439580406701_6407550825731719168_o

Dopo anni di discussioni e fiumi d’inchiostro attorno alla Carta d’Identità Elettronica (CEI) per gli italiani all’estero, finalmente inizia con l’iter dalla mozione dell’On. Simone Billi, approvata all’unanimità lo scorso 18 giugno.

Lo stesso On. Billi lo comunica tramite un comunicato stampa del 18 giugno 2019: – “Ieri abbiamo approvato all’unanimità la mia risoluzione a Commissioni congiunte Esteri e Affari Costituzionali alla presenza del Sottosegretario Sen. Stefano Candiani”- afferma l’On.Simone Billi, unico eletto del Centro Destra per la Lega Salvini Premier nella Circoscrizione Europa. Ha poi concluso: – “questa risoluzione impegna il Governo a realizzare la Carta d’Identità Elettronica anche per gli Italiani all’estero.”

Senza nulla togliere al successo personale dell’On. Billi, per dovere di cronaca, si fa presente che la Carta d’Identità elettronica è il frutto delle riforme messe in atto dai precedenti Governi che hanno fortemente voluto la digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Fin dalle prime sperimentazioni della CEI è stato evidenziata l’urgenza di estenderla anche agli italiani all’estero. In questi anni non sono mancate atti parlamentari in questa direzione ma, purtroppo evidentemente non arrivati a buon fine.

Ci sono state sollecitazioni dei parlamentari del PD già nella scorsa legislatura e anche in questa che richiedevano l’emissione all’estero perché ad es. in Germania non aprono un conto bancario senza una Carta d’Identità Elettronica. La risposta fu che avrebbero gradualmente proceduto ad estenderla all’estero. Il processo dell’introduzione della Carta Elettronica è documentata e tutti i passaggi più rilevanti sono avvenuti con i recenti governi. L’estensione per l’estero era già stabilità, il vero problema è quello dei tempi. Peraltro in Italia la sperimentazione ed effettiva estensione a tutti ha richiesto anni.

Le origini del Progetto CEI

Il progetto “Carta d’Identità Elettronica” CEI era previsto in Italia già dalle leggi Bassanini nel 1997, rappresentando un’avanguardia rispetto agli altri Stati europei. La prima fase del progetto venne avviata nel 2001 con l’emissione in 83 Comuni di un primo modello sperimentale della CIE, al fine di individuare problemi di natura tecnica, legati al software e all’hardware, relativi all’emissione e all’utilizzo delle carte.

Nel 2015 è stato invece deciso di sfruttare un unico polo produttivo, quello della Zecca di Roma e, con il decreto interministeriale del 23 dicembre 2015 (G.U. – Serie generale n.302 del 30/12/2015), sono state specificate le caratteristiche della nuova CIE che per questo è stata chiamata anche CIE 3.0.

La CIE è stata definita come documento d’identità sostitutivo alla Carta d’Identità Elettronica con l’art. 10, comma 3 del D.L. 78/2015 recante “Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali”, convertito dalla legge 6 agosto 2015, n. 125.

Il 4 luglio 2016 cominciò il processo di sostituzione della carta d’identità cartacea con la CIE, inizialmente operativo in 199 Comuni. In conformità al piano di dispiegamento approvato dalla Commissione interministeriale della CIE (all.1), i restanti Comuni sono stati abilitati gradualmente all’emissione della nuova CIE. In particolare, un primo gruppo, composto da 350 Comuni, è stato abilitato a partire dal 26 aprile 2017, assicurando, con i precedenti 199, la copertura del 50% della popolazione. I restanti Comuni sono stati abilitati entro la metà del 2018.

Comunque sia, non possiamo che salutare l’impegno dei nostri parlamentari eletti all’estero, in questo caso, un bel traguardo personale raggiunto dal nostro Parlamentare eletto in Svizzera, l’On. Simone Billi, con l’auspicio che la mozione diventi “concreta” e che non rimanga un mero documento. L’occasione ci è gradita per augurare a lui e ai nostri rappresentanti eletti in Europa e nel mondo, un fervido buon lavoro nella salvaguardia degli interessi degli italiani nel mondo.

64725081_2496439520406707_4500145387037786112_n

Francesco Lassandro:i nostri ristoratori italiani a Ginevra difendono il Made in Italy culinario

64826167_2493419170708742_4460146683027652608_o

Malgrado la presenza di ristoranti italiani con mano d’opera e proprietari di altre nazioni, nella difesa del Made in Italy, gli italiani all’estero si uniscono come le dita di una mano. Dall’atmosfera gioiosa, negli addobbi e dai profumi inconfondibili che invade lo spazio circostante alla cucina, si riconosce subito di essere in un ristorante di casa nostra.

Questo è quello che vuole dimostrare, la squadra di Francesco Lassandro, neo proprietario del Ristorane “La Primavera”, Route de Meyrin 8 a Ginevra. Mettere a disposizione l’esperienza innovativa della Pizza e della cucina italiana è la sfida che Francesco si è prefissa per i suoi clienti. Accrescere i requisiti del savoir faire italiano con le nuove tecniche della nostra ristorazione è la dimostrazione dell’evoluzione di una nuova generazioni di imprenditori italiani pronti a mettersi in discussione per soddisfare le esigenze dei clienti sempre più esigenti. Per questo, non tutti possono improvvisarsi imprenditori italiani della ristorazione se non lo si è!

Il percorso professionale e di studi di Francesco Lassandro dimostrano proprio un attaccamento passionale alla professione. Il maestro pizzaiolo nato a Castellaneta in provincia di Taranto il 17 Luglio del 1978. Il mondo della pizza ha sempre affascinato Francesco che ha la sua occasione di farvi parte quando inizia a lavorare come bagnino presso un lido di Castellaneta Marina con annessa pizzeria. L’incontro con il Maestro Pietro Lacava, che gli trasmette i segreti del mestiere, diventa determinante per il giovane apprendista. Il desiderio di realizzarsi porta Francesco a Cardiff, Città del Galles, situata sulla baia di Bristol in Inghilterra. Dopo l’apertura della pizzeria “Vapiano”. a Londra, finisce l’esperienza inglese ma determinato a dissetarsi, ancor di più, di questa passione che è la Pizza.

Nel 2008 il ritorno in Italia, per accrescere maggiormente le sue conoscenze sulla materia, frequenta il corso professionale per pizzaioli tenuto dal maestro Paolo Priore presso la “Scuola Italiana Pizzaioli” a Bari. Dopo diverse mete per apprendere la professione, Ginevra accoglie Francesco per lavorare nelle più rinomate pizzerie del Cantone dove affronta nuovi ritmi lavorativi, vengono sfornate in media 500 pizze al giorno.

Sfrutta il periodo di pausa per aumentare il suo bagaglio culturale, frequenta infatti un corso da istruttore presso l’accademia “Pizza News School” con il maestro Luigi Ricchezza, diventando istruttore di riferimento della scuola per la zona di Ginevra. Oggi Francesco, dopo aver acquisito il titolo di Istruttore Pizzaiolo di Pizza News School, ottenuto presso la Sede dei Grandi Molini Italiani nel 2017, gestisce il ristorante-pizzeria “La Primavera” di Ginevra, che conta 100 coperti interni e 100 in terrazza. Dopo aver provato diversi metodi d’impasto, Francesco ha optato per la semplicità e ha una ricetta tutta sua dichiarata “squisita” da molti conoscitori.

Francesco, come tanti “veri” ristoratori italiani, porta sempre nel cuore l’Italia, cerca di portare questo amore per la patria anche sul suo menù come dimostrano le pizze “Regina” e “Italia, utilizzando prodotti rigorosamente italiani.

La storia professionale di Francesco Lassandro sarà pubblicata prossimamente nel libro ” Pizza in the world talent story”.

Ginevra, con Francesco Lassandro, si arricchisce di un altro professionista imprenditore del Made in Italy culinario, pronto a difendere il tricolore, le vecchie e nuove ricette del vasto ricettario italiano.

La Calabria e le sue antiche ricette culinarie al Corso di Cucina della SAIG

64514015_2485864208130905_5365432768622755840_o

L’Associazione Calabrese di Ginevra, si è preso l’impegno, ancora una volta, di portare a compimento il primo Corso di Cucina di giugno, una delle tante attività della SAIG più frequentata.

I calabresi ginevrini, esperti di ricette antiche della tradizione culinarie calabre, hanno proposto una pietanza antica, conosciuta in tutta l’Italia: Ditali e fagioli al sugo di pomodoro. Per addobbare meglio la serata calabrese, le nostre esperte cuoche hanno aggiunto una particolare ricetta antichissima che allietava le feste carnevalesche: polpette di pane con uova, parmigiano e soppressata rigorosamente calabra.

La Calabria è una regione italiana dalla tradizione enogastronomica davvero intensa e particolareggiata. Le pietanze tipiche di questa area del Sud Italia, vengono ancora tramandate da generazione in generazione anche all’estero. Tante di queste ricette, sono state una consuetudine per tante generazioni di calabresi, un rito che faceva trovare la nonna nella sua vecchia, ma linda, cucina, con le pentole sul fuoco, già alle otto di mattina. La pasta e fagioli è un primo piatto della tradizione di molti paesi, completo, energetico e gustoso ma nel dettaglio, nella ricetta calabrese ci sono ingredienti, come la soppressata, che fa la differenza nel gusto.

Le polpette di pane, ancora sulle tavole nei giorni che celebrano le festività di Carnevale, vengono considerate un secondo piatto divertente, particolare e davvero insolito. Nella ricetta che le nostre cuoche hanno proposto, hanno suggerito di cucinare le polpette al forno, al sugo o fritte dai gusti davvero irresistibili! Questa ricetta inoltre, è molto utile per utilizzare gli avanzi di pane, una preparazione di riciclo creativo per una riconosciuta antica arte culinaria.

Le due ricette eseguite all’alba di quest’estate, sono state eseguite da mani esperte, apprese dalle mamme che, a loro volta, la sapienza risale alla fine dell’800. Quindi, la maestria delle nostre cuoche della serata quali Maria Concetta Folino, Tommasina Mercuri Isabella e Maria Folino, risale alle antiche tradizioni secolare.

Storia e tradizioni della cucina calabrese

Il sito Internet www.taccuinigastrosofici.it, pubblica un testo, qui di seguito, che ripercorre un po’ di storia e curiosità di questa bella terra che è la Calabria. -“In età storica la Calabria fu centro di fiorente civiltà essendo terra di immigrazione ellenica, tanto da essere denominata Magna Grecia. Il cibo dei calabresi è sostanzialmente quello che era una volta, determinato dagli usi, dalle credenze e dalla storia. Non poche ricette risalgono agli albori della civiltà della tavola mediterranea, ispirata alle usanze di Greci e dei Latini, mentre altre sono state introdotte dagli Arabi, dai Normanni, dagli Spagnoli, dai Francesi. Nella colonia achea di “Sybaris” (Sibari) dove gli abitanti vivevano nel lusso più raffinato, fra i cibi prediletti si ricordano i “laganon”, ovvero larghe tagliatelle, di cui diede più tardi testimonianza Apicio.

Diceva una vecchia canzone popolare: “Amaru chi lu puorco non ammazza”, infelice chi non ha maiali da ammazzare, perché insaccati, sugna, formaggi, melanzane sott’olio e pomodori seccati erano per la gente del Sud la garanzia di sopravvivere nei periodi, non infrequenti, di carestia. C’è nel modo di alimentarsi dei calabresi qualcosa di sacro e d’antico, l’osservanza di regole di comportamento che vengono dai secoli. Nell’area trovarono un habitat ideale le melanzane (violette lunghe), preparate in molti modi, dall’agrodolce al funghetto. Anche la loro preparazione italiana più celebre, detta «alla parmigiana», nacque nel sud e non a Parma, che diede solamente il nome alla ricetta per l’abbondante dose di formaggio usato (in Calabria il pecorino).

Tutti i principali ingredienti che costituiscono la base della cucina dell’antico “Brutium” (nome latino della Calabria) verdure, pasta, derivati del maiale, pesce sulla costa, sono personalizzati dal contributo del peperoncino e dell’olio d’oliva, presenti praticamente in quasi tutti i piatti dell’area.”-

64523133_2485864301464229_5472233100442337280_o

Il Presidente Mattarella presente a Ginevra per i 100 anni dell’OIL

mattarella1

Il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, era a Ginevra, lo scorso 10 giugno, in occasione dei 100 anni dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), presienziando alla 108ma “Conferenza Internazionale del Lavoro”, cui hanno partecipato piu’ di 5000 delegati da tutto il mondo, tra datori di lavoro, lavoratori e esponenti di governo. Egli è intervenuto alla sessione Plenaria della Conferenza Internazionale del Lavoro presso il Palazzo delle Nazioni di Ginevra.

Nel suo sentito discorso, il presidente Mattarella non ha mancato di ricordare che la felice intuizione che le diede vita – nell’anno immediatamente successivo al termine del primo conflitto mondiale – mosse da una consapevolezza che la guerra aveva reso drammaticamente evidente. Una pace duratura avrebbe potuto esser, difatti, raggiunta soltanto attraverso la realizzazione dei principi di base della giustizia sociale e dell’affermazione del diritto al lavoro e del lavoro.

Lo sviluppo divenne obiettivo principale dell’organizzazione, come espresso dalla promozione del Programma mondiale per l’occupazione, nel 1969, e dal Patto Globale per il lavoro lanciato nel 2009, e in altri documenti. Opportunamente, in occasione del centenario, è stato lanciato un dibattito sul “Futuro del Lavoro”. La rapidissima e frenetica riorganizzazione dei processi produttivi sulla base di catene di valore su scala globale, l’incisività delle innovazioni, la crescente frammentarietà delle carriere lavorative individuali, i movimenti migratori, l’invecchiamento della popolazione in alcune aree del mondo e la persistente disoccupazione giovanile, sono tutti processi dirompenti che, avverte Mattarella, se non verranno governati, potrebbero produrre conseguenze potenzialmente imprevedibili.

Molti diritti contemporanei traggono origine dall’impegno profuso dall’OIL per la piena tutela della dignità di ogni singolo essere umano, ovunque eserciti la propria attività lavorativa e qualunque essa sia.

Sulla base di questo impegno, si ribadisce ogni giorno: no al lavoro minorile e no al lavoro forzato. Sì alla parità di genere; alla protezione dell’infanzia e della maternità; alla sicurezza sul lavoro; alla protezione sociale; al lavoro strumento di libertà e mezzo di elevazione del tenore di vita; all’eguaglianza nel campo educativo e professionale; all’esercizio del diritto alla contrattazione collettiva.

Si è trattato di auguri accompagnati dall’apprezzamento del popolo italiano, di cui Mattarella si è fatto portatore, orgoglioso di avere potuto contribuire al progresso di una Organizzazione che – sulla base della sua esperienza centenaria – è impegnata quotidianamente a progettare il nostro futuro, a partire dai principi-cardine.

Principi che, proprio 50 anni fa, in occasione del conferimento del Nobel per la pace all’OIL, furono efficacemente richiamati quali “Magna Charta di tutti i lavoratori”.
Mezzo secolo dopo quella cerimonia, si può legittimamente affermare la perenne validità dell’intuizione che diede vita all’OIL: il lavoro è una delle più efficaci infrastrutture della pace mondiale”.

Il Presidente ha fatto anche visita alla sede dell’ONU ed al CERN.
L’OIL, fondata nel 1919 e di cui fanno parte 185 Stati, è stata la prima, nel 1946, delle agenzie specializzate ad entrare a far parte della famiglia delle Nazioni Unite.
Scopo principale era, oltre a celebrare il primo secolo di vita dalla fondazione (che ha come obiettivi principali quelli di promuovere i diritti dei lavoratori, incoraggiare l’occupazione in condizioni dignitose, migliorare la protezione sociale e rafforzare il dialogo sulle problematiche del lavoro), quello di ricercare soluzioni alle sfide del futuro del mondo del lavoro

Al CERN, il nostro Presidente è stato accolto dal Direttore Generale, Dott.ssa Fabiola GIANOTTI, la quale lo ha accompagnato alla sala di controllo dell’esperimento ATLAS e all’acceleratore di particelle Large Hadron Collider – LHC, al Globe of Science and Innovation, per poi visitare l’esposizione “L’Universo delle Particelle”.

Molti gli scienziati e i ricercatori italiani del CERN che Mattarella ha incontrato. Egli si è detto “davvero lietissimo di essere qui e di avere l’opportunità di incontrare una rappresentanza, vasta e qualificata, di scienziati e ricercatori italiani, a partire dal Senatore Professor Rubbia, al Professor Zichichi, al Professor Amaldi: rivolgo a tutti un saluto di grande cordialità”.

Nelle sue stesse parole, leggiamo tutta l’emozione di una tale visita, anche per chi, come lui, è perfettamente abituato a interagire con tutti gli ambienti possibile. “Ho visitato velocemente e parzialmente – dice Mattarella – e, pur con le mie ridotte competenze, ho ammirato alcuni impianti e macchinari. In realtà, come dicevo alla direttrice Gianotti, questi macchinari sono opere d’arte oltre che opere scientificamente di grande significato e valore”, ha osservato il Capo dello Stato.

Rivolgendosi a quanti ivi svolgono la loro professione scintifica, Mattarella ha detto: “in questo luogo affascinante svolgete, giorno per giorno, una funzione essenziale. Nel CERN, nel cuore dell’Europa, da oltre mezzo secolo si mettono alla prova intuizioni e prendono forma ricerche ed esperimenti destinati a incidere profondamente nel progresso scientifico e tecnologico mondiale. L’Italia vi ha svolto, tradizionalmente, un ruolo di primo piano, con dedizione, intelligenza e passione. Che voi rinnovate”.

Sono lietissimo – ha continuato Mattarella – di vedere molti giovani, segno di un impegno che si rinnova nel tempo e che continua a misurarsi con le intelligenze e i talenti che convergono al CERN da ogni parte del mondo. Questo spirito di apertura, questa passione, hanno un significato non solo scientifico, ma anche sociale e, vorrei aggiungere, anche politico. Il laboratorio ha, infatti, un motto: “Scienza per la Pace”, che, in maniera evidente, sottolinea il profilo morale del ruolo degli scienziati per il progresso dell’umanità”.

Alla fine del suo intervento ha ringraziato tutti coloro che lavorano al CERN per l’importante lavoro che ivi svolgono.

La Redazione
“La Notizia di Ginevra”

https://italiarappginevra.esteri.it

Foto (courtesy: CERN)62652835_2481664435217549_3231438852690280448_n attarella7 mattarell3 mattarella1 mattarella4 mattarella5 mattarella6

La Regione Siciliana ospite d’Onore al Festa della Repubblica Ginevra

62220236_2469162013134458_6092916841775104000_n

Lo scorso 3 giugno, il Museo d’arte e storia di Ginevra ha fatto da cornice, al ricevimento della Festa della Repubblica italiana, offerto dal Console Generale d’Italia, Antonino La Piana.

Le festività del 2 Giugno sono sempre stimolo di orgoglio per le comunità italiane all’Estero. Anche nell’edizione del 2019, i nostri rappresentati istituzionali si sono egregiamente adoperati nel riuscire a creare bei momenti all’insegna della convivialità per rendere la Festa Nazionale un’occasione di aggregazione come sempre molto graditi dagli ospiti.

Variegata la partecipazione dei numerosi invitati. Molti i politici, le personalità di spicco professionale sia italiane che ginevrine. Il vasto cortile del Museo era affollato da autorità politiche e amministrative federali, cantonali e municipali del territorio di giurisdizione del Consolato, da rappresentanti della collettività italiana e da autorità consolari di altri Paesi, tutti intenti a degustare i numerosi prodotti della gastronomia siciliana italiana serviti in abbondanza sui tavoli del buffet.

Dopo aver ricevuto tutti gli invitati, affiancato dal vice-Console, Dott.ssa Roberta Massari, ed ascoltato gli inni nazionali svizzero, europeo e, naturalmente quello italiano, il Console La Piana, ha preso la parola per discorso di benvenuto, di cui vi proponiamo uno stralcio:

-“Vorrei innanzitutto ringraziare la Ville de Genève ed il Museo d’Arts et d’Histoire per averci messo a disposizione questo meraviglioso spazio per la celebrazione del 73esimo anniversario della Festa della Repubblica Italiana, che ho l’onore di ospitare oggi. Sono particolarmente lieto di poter festeggiare questa importante ricorrenza qui a Ginevra con una collettività molto attiva e vicina al nostro Paese ed in una cornice culturale così elevata, con tanti riferimenti anche all’arte italiana.

Je souhaite remercier les Autorités cantonales et municipales de Genève, du Vaud et du Vallais pour l’appui fourni au Consulat Général d’Italie. Desidero inoltre ringraziare i Comites e le Associazioni Italiane, nell’azione sempre svolta a favore della collettività della nostra circoscrizione consolare.

Un grazie di cuore alla Regione Sicilia che quest’anno ci ha fatto l’onore di essere presente e che ci regalerà un viaggio cultural-gastronomico al centro del Mediterraneo, deliziandoci con le sue specialità culinarie e non solo.
Un ringraziamento particolare alle numerose imprese ed associazioni italiane che hanno sponsorizzato quest’evento e che giornalmente contribuiscono a tenere alto il nome dell’Italia nel mondo”-

Tra gli invitati spiccavano anche diverse uniformi svizzere, italiane e personalità delle Istituzioni cantonali e ginevrine quali Sami Kanaan, Sindaco della Città di Ginevra uscente, i Consiglieri di Stato Mauro Poggia e Sergio Dal Busco, il Procuratore Generale della Repubblica e del Cantone di Ginevra, Olivier Jornot, il Capo della Polizia Monica Bonfanti. Inoltre, presente l’On. Angela Schirò, parlamentare eletto nella Circoscrizione Europa e tante altre personalità italiane e svizzere che hanno accettato l’invito del nostro Console Generale e lo hanno onorato della loro presenza. –

La Regione Siciliana ai festeggiamenti ginevrini per la ricorrenza del 2 giugno

Ospite d’Onore dell’evento e presente a vario titolo con diversi assessorati quali l’Assessorato del turismo dello Sport e dello spettacolo, l’Assessorato all’agricoltura e l’Assessorato alle attività produttive, la Regione Siciliana non si smentisce per quanto riguarda la professionalità nel presentare abilmente la propria millenaria storia attraverso le note specialità culinarie.

Un grande stand dalle immagini e colori vivaci accoglieva gli ospiti proponendo prelibatezze culinarie ed enologiche dell’Isola: pasta con le sarde, arancini, caponata, involtini di arista e di pesce spada, per concludere con cannoli, cassate, dolci di pasta di mandorle, cioccolata di Modica, torrone ed altro dolci. Il tutto ha permesso di conferire all’evento un grande successo, che ha consentito di realizzare una serata di promozione e di scoperta delle ricchezze turistiche ed enogastronomiche della Regione. Altresì, un incontro con le diverse culture che hanno arricchito il patrimonio culturale e enogastronomico della storia millenaria della Sicilia.

A rappresentare la Regione Siciliana, l’Assessore al Turismo, nella persone dell’On. Sandro Pappalardo, il quale, prendendo la parola, si è rivolto alle circa 600 presenze portando i saluti della Regione Siciliana e del Presidente, On. Nello Musumeci. Dopo aver ringraziato il Console Generale La Piana, ha poi proseguito confermando i successi dell’ultimo anno scaturiti dalla scelta della linea di promozione del territorio che la Regione Siciliana ha adottato nel campo del turismo. Queste le sue parole:

-“Proprio girando le nostre le nostre Ambasciate colloquiando e programmando con i nostri concittadini nel mondo che contano dai 60 agli 80 milioni di persone, di notevole importanza anche sul punto di vista turistico. Per noi è motivo di orgoglio essere qui per questo evento, spero che abbiate gustato un po’ della nostra Regione. Non posso perdere questa occasione per spendere qualche parola su quello che la nostra terra rappresenta al livello del turismo internazionale. Puntualmente vinciamo il primo premio come Regione più ambita e desiderata dal punto di vista turistico ed il motivo è abbastanza semplice: Madre Natura ci ha donato tutto. Con grande orgoglio, notizia proprio di oggi, chiudiamo il 2018 come Regione numero 1 con un incremento turistico di quasi del 10%, a testimonianza che abbiamo molto da offrire. Questa occasione mi è anche gradita per ringraziare il gruppo dei 26 militari presenti guidati dal Colonnello Bandiera, grazie di cuore per tutto quello che le Forze Armate fanno per la nostra Nazione.”-

L’intervento dell’On. Pappalardo prende fine con la consegna dei doni che sono stati predisposti per il Console Generale La Piana e per le personalità istituzionali cantonali ginevrine.

Le parole dell’Ass. Pappalardo, hanno trovato conferma sulla scelta della Regione Siciliana che punta sull’élite della gastronomia per questo tipo di eventi e, per Ginevra, ha affidato alla giovane società “Ad Majora”, catena alberghiera siciliana, emanazione della famiglia Alessi di Mazzarino (Caltanissetta), che, negli ultimi due decenni, si è specializzata nella catering per eventi di gala, sociali ed imprenditoriali di grande livello. Difatti, per questo importante evento, i dirigenti di “Ad Major, hanno inviato un gruppo di professionisti che ha deliziato i palati dei commensali e divertito nella realizzazione di alcune pietanze. Un cocktail di prelibatezze con le quali gli Chef Paolo e Salvatore Alessi che, insieme al fratello Filippo, gestiscono “Ad Majora”, hanno saputo esprimere i valori culinari della Sicilia. Presente all’evento anche il Direttore operativo e sviluppo della Società, Antonio Chiaramonte, che ha diretto ogni minimo particolare con la dovuta maestria e professionalità, malgrado le inconvenienze chi si possano incontrare in queste occasioni.

L’evento è stato arricchito da altre prelibatezze italiane come le Colonie Libere del Cantone Vodese che hanno fatto le lasagne al forno, le Mozzarelle di Casa Mozzarella di Angelo Albrizio. Durante la serata è stato fatto degustare agli ospiti l’olio extravergine toscano “Poggio Firenze” parte del progetto myolive.org ideato dal nostro poliedrico Riccardo Galardi il quale, grazie alle adozioni di olivete da recuperare e grazie ad un team di esperti e professionisti nel territorio, recupera le olivete abbandonate in Toscana, aggiornando i donatori ogni mese e riportandole alla produzione per ottenere in regalo un prodotto di qualità unica 100% garantito senza alterazioni o contraffazioni e garantendo così un percorso formativo per i giovani per tornare a lavorare la terra ed i suoi prodotti.

Una bellissima festa, dunque, per la quale dobbiamo ancora una volta ringraziare il nostro Console e tutto il personale che si è adoperato al meglio per rendere piacevole l’importante ricorrenza per il nostro Paese.

61738921_2469158479801478_3173125209834127360_o (1) 62058144_2469168029800523_1578308873922543616_o 61852384_2469168006467192_4211828170942316544_o 62253486_2469167886467204_4950605001606037504_o 61750451_2469167876467205_414180420955930624_o 61923641_2469167836467209_1660352382887788544_o 62114924_2469167763133883_747885262297628672_o 61750562_2469167743133885_2112276697268092928_o 61869384_2469167696467223_955309273338871808_o 61940048_2469167653133894_685953259818450944_o 62033960_2469167629800563_8567055962639171584_o 62261301_2469167569800569_5196693429232336896_o 62064646_2469167529800573_1935572469876260864_o 61925585_2469167459800580_756640548835557376_o 62223812_2469167416467251_6258003225580929024_o 62090737_2469167426467250_5456127643097235456_o 62244012_2469163799800946_969974366156619776_o 61949161_2469163676467625_5194562202035552256_o 61829928_2469163129801013_1115454627983130624_o 62148194_2469163063134353_2454637783201873920_o 62219034_2469163046467688_4538121908775813120_o 62147776_2469163056467687_4620651762657787904_o 62343689_2469162163134443_7741033648815603712_o 62091029_2469162139801112_4650436815394701312_o 61742594_2469162133134446_5432766938017169408_o 62220236_2469162013134458_6092916841775104000_n 62242671_2469161959801130_1289531765613920256_o 62035935_2469161933134466_2901058651043135488_o 61918733_2469161903134469_9113037883253456896_o 62123945_2469161019801224_3568563132244688896_o 62005031_2469159836468009_8412954632002732032_o 62209972_2469159659801360_1728165363826294784_o 62137816_2469159576468035_5612849595273969664_o 62064617_2469159513134708_5556590458613792768_o 61923751_2469159483134711_7239795258677002240_o 62320632_2469158806468112_7771723655456751616_o 61967627_2469158696468123_3567089735123861504_o 61843427_2469158689801457_1801943045021630464_o 62040791_2469158666468126_994039050736238592_o 62083758_2469158489801477_4616585966226767872_o 61738921_2469158479801478_3173125209834127360_o

 

Il 1° Giugno del 1814, una data da commemorare per l’entrata di Ginevra nella Confederazione Svizzera

61587533_2463372107046782_1250023323530690560_o

Come ogni anno, Il “Comitato della Società della Restaurazione” e le società militari ginevrine, commemorano lo sbarco delle truppe confederate al Port Noir del 1mo Giugno 1814

L’arrivo delle truppe svizzere a Ginevra nel 1814, al seguito della restaurazione dopo la caduta di Napoleone, determina l’entrata di Ginevra nella Confederazione Elvetica, firmata dopo l’accordo di tutti i cantoni, il 19 maggio 1815.

Quest’anno ricorre il 205esimo anniversario dello sbarco delle truppe confederate al Port Noir. Nella seducente cerimonia, come da tradizione, le truppe confederate, rappresentati dal “Nobile contingente dei Granatieri di Friburgo, sbarcano nel territorio di Cologny, dal battello « Neptune » assieme al Governo ginevrino al gran completo. Ad attenderli i sindaci dei comuni del Cantone, insediatosi per un anno proprio il 1° giugno, in tenuta ufficiale e dalle Bandiere d’arma.
Ad accompagnare la sfilata dei figuranti in costume, le musiche della banda militare e ricostruita scrupolosamente in costume d’epoca, ancora una volta le truppe ginevrine nei costumi dei vecchi Granatieri salutare con un colpo di cannone a salve.

La cerimonia si è conclusa con il discorso toccante ed efficace del Presidente del Consiglio di Stato, Antonio Hodgers. Al termine, dopo la sfilata delle bandiere e dei figuranti in costume, un aperitivo offerto dal Consiglio di Stato, ha dato modo al pubblico di poter anche salutare e scambiare qualche parola con i rappresentanti istituzionali comunali e ginevrini.

La storia del 1mo Giugno del 1814 in breve

La tradizionale Cerimonia del 1° giugno e sicuramente conosciuta dai ginevrini, ma percorriamo brevemente questo passaggio della storia del nostro Cantone.

Il 15 aprile del 1798, la Repubblica di Ginevra fu occupata dalla Francia

Alla fine del XVIII secolo, il Direttorio francese decise di invadere la Svizzera. I cantoni resistettero, ma alla fine soccomberono. Da parte sua, la Repubblica di Ginevra fu annessa alla Repubblica francese il 15 aprile 1798. Un regime che durò 15 anni, durante il quale i fiduciari (i governatori di Ginevra) entrano in contatto con l’Assemblea dei cantoni svizzeri. Sotto la minaccia militare, un trattato di riunione della Repubblica di Ginevra con la Francia fu votato da una commissione straordinaria. La Repubblica visse.

Il 25 luglio del 1798, Ginevra fu nominata Capoluogo Dipartimentale

Ginevra, abbattuta dall’annessione francese al grado di città di provincia, diventa capoluogo
del dipartimento francese del Lemano, che si estende dal Giura al Monte Bianco. La vita certamente continua, ma la speranza di giorni migliori rimane viva nel profondo del cuore, l’idea di indipendenza e della Repubblica rimane, anche se i Blasoni di Ginevra sono proscritte e cancellate dai monumenti. Napoleone Bonaparte si proclama imperatore. Il suo centralismo limita ulteriormente le libertà dei ginevrini. Le giovani classi della città di Calvino vengono mobilitate. Napoleone li manda a combattere in Germania, Spagna e Russia.

Il 1° giugno del 1814, riemerse la vecchia Repubblica

Gli eserciti napoleonici pesantemente sconfitti a Lipsia, in Germania, i ginevrini si aggrapparono ad una nuova speranza di libertà. Il territorio di Ginevra contava, allora, 31.500 abitanti, 22.300 per la città, 9.200 per i comuni. Dopo l’incontro dei comuni cattolici, il cantone conta 48’500 abitanti. La mattina del 30 dicembre 1813, i 10.000 soldati dell’esercito di liberazione austriaco entrarono a Ginevra. I 1500 soldati della guarnigione francese uscirono dalla “Porte Neuve” solo un’ora prima! Sotto il titolo di “consiglieri e consigli provvisori”, il Governo costituito adotta i termini di una proclamazione di indipendenza che sarà letta, il 1 ° gennaio 1814, in luoghi pubblici. Gli austriaci, celebrati come liberatori della patria, si ritirano il 16 maggio 1814. Il gioco è ora svolto in campo diplomatico ai congressi di Vienna, Parigi e Torino. Davanti ai ministri alleati, l’inviato del governo provvisorio di Ginevra, Pictet de Rochemont, chiese che Ginevra tornasse ai suoi confini naturali di Salève e del Giura e che si unisca alla Svizzera per diventare un Cantone.

Il 1° giugno del 1814, arrivarono gli elvetici

I fiduciari avevano mantenuto uno stretto contatto con l’Assemblea svizzera. In segno di amicizia, quest’ultima ha inviato tramite il lago, una guarnigione di soldati di Friburgo e Soletta, Lucerna e qualche lucernese, accolti con entusiasmo dalla popolazione al Port Noir il 1° giugno 1814.

La loro presenza testimonia simbolicamente che ora Ginevra è Svizzera. Il passo decisivo verso la Confederazione svizzera è stato fatto, anche se il ministro francese Talleyrand si intrigherà a lungo contro i progetti di Ginevra. Dopo il voto in linea di principio dell’Assemblea, ammettendo Ginevra incondizionatamente all’interno della Confederazione, il 12 settembre 1814, l’atto d’ unione autentico sarà firmato 19 Maggio 1815, e il deputato Ginevra presta giuramento sul nuovo patto federale insieme agli altri 21 cantoni, il 9 agosto 1815. Ginevra non ha avuto difficoltà a classificarsi tra i cantoni confederati. Si conoscevano da tanto tempo: il primo contratto amichevole con Friburgo risale al XV secolo, quello con Berna e Friburgo nel 1526. Successivamente, Ginevra vivrà “anni felici”, come dicono i contemporanei. E questo, almeno fino alla rivoluzione radicale che culmina nella Costituzione del 24 marzo 1847.

61739182_2463363580380968_8496403909533761536_n 61740465_2463364000380926_7840417963684397056_o 61902070_2463364077047585_2319254448322379776_o 61333244_2463363987047594_3074822548119093248_o 61490704_2463364090380917_8992426925179797504_o 61728707_2463363997047593_2522519904523911168_o 61537625_2463365020380824_8333020441606094848_o 61636994_2463364923714167_3325482444445974528_o 61844405_2463366547047338_4556490229770354688_o 61608165_2463370520380274_2504506231863902208_o 62147766_2463370813713578_3795889222871678976_o 62052608_2463371133713546_6646745938222120960_o 61587533_2463372107046782_1250023323530690560_o 61642086_2463371130380213_6930637744569843712_o

La Regione Sicilia ritorna con arancini e cannoli al Corso di Cucina della SAIG

61651815_2459977617386231_107137744450355200_o

La SAIG annuncia l’estate con il suo Corso di Cucina dello scorso 30 maggio, proponendo la Regione Sicilia due dei suoi baluardi culinari quali l’Arancino e il Cannolo alla ricotta.

Per eseguire questo arduo compito, i dirigenti SAIG hanno fatto appello ad uno Chef d’eccezione: Davide Giordano. Riconosciuto a Ginevra, e non solo, lo Chef Giordano molto preciso nelle spiegazioni, si è dilettato ad insegnare alle nostre frequentatrici queste due ricette conosciute in tutto il mondo. Difatti, ha scritto la ricetta personale che ha poi ha fatto recapitare una copia ad ogn’uno di loro.

La presenza occasionale del Console Generale d’Italia a Ginevra, Antonino La Piana, non solo ha omaggiato le attività della SAIG, ma è stata molto gradita dal nostro folto pubblico di frequentatrici ed accompagnatori.

È ormai noto che, l’origine dell’arancino siciliano nasce nel periodo della dominazione saracena in Sicilia, quando durante i banchetti esisteva l’abitudine di disporre al centro della tavola un ricco vassoio di riso aromatizzato allo zafferano e condito con verdure e carne. La prima versione dell’arancino, quindi, è quella di un semplice timballo di riso, da gustare a piene mani e privo del pomodoro che, all’epoca, doveva ancora essere importato dalle Americhe.

Per avere un’opinione professionale, riguardo il nome esatto di questa prelibatezza sicula, “arancino” o “arancina”, abbiamo domandato al nostro Chef Davide Giordano.

Davide, cosa ci puoi dire sul nome esatto degli arancini: arancina o arancino?

– Di certo si sa che chi conosce ed ama la Sicilia, non può non apprezzare questa prelibatezza.
le Arancine, che ormai sono uno dei tipici esempi di cibo da strada della tradizione gastronomica della regione Sicilia, bandiera che sventola in tutto il mondo, nonché vendute ovunque, sulle bancarelle, nei forni, nei mercati, nelle friggitorie e persino in spiaggia, sono anche diventate uno snack di fama mondiale, è pertanto, col passar del tempo, questo prodotto ha assunto diverse varianti a secondo l’immaginazione e gli ingredienti a disposizione, assumendo un aria gourmet e d’autore. Paradossalmente, ad oggi, a fa parlare di sé anche nella terra di origine non è l’estrema bontà ma questa lontana diatriba tra la Sicilia occidentale e quella orientale su come chiamarle.

Per esempio, a Palermo e provincia, prendono una forma arrotondata e si chiamano “arancina ”. Questa definizione richiama un frutto simbolo della conca d’oro, un nome assolutamente al femminile derivante dalla forma rotonda dell’arancia.

Invece, a Catania e provincia, cambia la forma per diventare conica, è così di fatto, perdono tutta la loro femminilità prendendo il nome di “arancino”.
Voci di popolo sostengono che l’arancino ha la forma di un cono poiché vuole simboleggiare il vulcano Etna assolutamente dal nome maschile.

Sulla base di quanto suddetto una cosa è certa, a noi siciliani, il dubbio rimane! A me personalmente, originario di Palermo, mi piace pensare che il giornalista e scrittore Gaetano Basile, palermitano doc nonché esperto autorevole di tradizioni siciliane, abbia pienamente ragione quando afferma che il nome da intendersi è “arancina”, perché deriva dall’accostamento con le arance, simbolo siciliano per eccellenza.

La nascita del cannolo siciliano tra storia e leggenda

Per quando riguarda l’origine del “Cannolo”, da una ricerca sul web la storia narra che, di certo si sa che le sue radici risalgono alla dominazione araba in Sicilia (dal 827 al 1091).
-“Secondo una leggenda la nascita dei cannoli sarebbe avvenuta a Caltanissetta, “Kalt El Nissa” locuzione che in arabo significa “Castello delle donne”, a quei tempi sede di numerosi harem di emiri saraceni.

L’odierno cannolo siciliano avrebbe dunque antiche origini, anche se nei secoli ha subìto diverse trasformazioni, e il suo antenato potrebbe essere stato un dolce a forma di banana, ripieno di ricotta mandorle e miele.

L’ipotesi più accreditata sarebbe quella che le favorite dell’emiro, per passare il tempo, si dedicassero alla preparazione di prelibate pietanze, in particolare di dolci e in uno dei tanti esperimenti culinari avrebbero “inventato” il cannolo, allusione evidente alle “doti” del sultano.
Un’altra fonte, invece, tramanda che i cannoli siano stati preparati per la prima volta in un convento sempre nei pressi di Caltanissetta.

Si racconta che in occasione del Carnevale le monache “inventarono” un dolce formato da un involucro (“scorcia”) riempito da una crema di ricotta e zucchero ed arricchito con pezzetti di cioccolato e granella di mandorle (cucuzzata).

La SAIG persegue nella ricerca di nuove strade affinché possa trovare per dare prova di attaccamento alle tradizioni gastronomie italiane e regionali. Questo corso bimestrale, evidenzia la cucina con ospiti sempre diversi e sempre più affascinati dai sapori tipici.

Un percorso culinario quello proposto dalla SAIG, tende a valorizzare molte regioni dell’Italia gastronomica, un’altra serata all’insegna dell’amicizia e della buona armonia è stata vissuta dagli addetti ai lavori, caratterizzata dai molti partecipanti, considerando anche la particolarità delle due ricette proposte.

Elogi dalla Città e del Cantone di Ginevra agli atleti e ai club che si sono distinti nel primo semestre del 2019

image1

Nella magnifica cornice del Museo di Ariana, lo scorso 27 maggio, Thierry Apothéloz, Consigliere di Stato responsabile del Dipartimento della Coesione Sociale e Sami Kanaan, Sindaco della città di Ginevra, hanno presieduto la tradizionale “Serata in onore degli atleti ginevrini che si sono distinti sulla scena Internazionale durante il primo semestre del 2019”

Ad aprire le allocuzioni la padrona di casa, Isabelle Naef Galuba, direttrice del Museo di Ariana, la quale ha accolto 150 persone circa tra atleti, personalità istituzionali ed invitati. Dopo un po’ di storia del Museo, Sami Kanaan, Sindaco della città di Ginevra nonché incaricato al Dipartimento della Cultura e dello sport ha preso la parola per i saluti istituzionali a nome del Consiglio Amministrativo della Città di Ginevra.

Il Sindaco ha iniziato nel ringraziare i presenti: -“Grazie di essere qui! Abbiamo di fronte a noi sportivi di qualità in diverse discipline che, con i loro risultati, sono di esempio e motivano le nuove generazioni di ginevrini ad impegnarsi sportivamente. La Città di Ginevra s’impegna nel sostegno allo sport in generale a partire dai club, alle infrastrutture e nel sostegno agli eventi. Per arrivare al vertice, nelle vostre discipline, avete superato molte difficoltà che evidenzia la vostra capacità di motivarvi dopo i fallimenti che vi hanno scoraggiato, oggi avete raggiunto un livello eccezionale che vi ha innalzato al vertice delle vostre disciplina sportiva. Per questo vostro impegno, ricevete le facilitazione mie personali e della Città di Ginevra. Bravi!”-

È stato poi la volta di Thierry Apothéloz, Consigliere di Stato responsabile del Dipartimento della Coesione Sociale: -“Ci ritroviamo qui oggi in questo magnifico Museo per puro piacere! senza alcuna obbligazione, giusto una voglia di stare insieme. Questo incontro, voluto dalle autorità della Città e del Cantone di Ginevra, è solo per incontrarvi per dirvi bravi e grazie! Bravi e grazie perché ci fate sognare. Lavorate duro, vi allenate e non lasciate niente al caso. Ogni vostra vittoria è una riuscita personale sicuramente, collettiva avidamente ma soprattutto è il successo di tutta la città.
Qui, in questo quartiere Internazionale, dove ci piace parlare dello splendore di Ginevra, vi posso dire che fate brillare Ginevra, portate alti i colori svizzeri, ginevrini all’estero e li fate sventolare con fierezza.
Molti di voi vi conoscete già, le vostre discipline sportive sono diverse, le vostre origini ugualmente. Questa diversità, la vostra diversità e tipicamente di Ginevra ma, soprattutto, una collettività che vibra dalle vostre imprese sportive. Grazie a voi, Ginevra brilla in tanti sport ed è dovuto che le autorità della Citta e della Repubblica vi manifestino la loro riconoscenza. Vi auguro di vincere le medaglie, le coppe ed i titoli che vi mancano e per qui lavorate duro. Bravi a tutti!”-

Gli 80 atleti circa, sono poi passati in rassegna davanti ai due rappresentanti istituzionali, stringendogli la mano e ricevere un dono da essi. Per questo appuntamento sono stati congratulati e ringraziati i seguenti club e atleti:

• Servette FC, Campione della Swiss Challenge League e promosso in Super League
• Geneva Future Hockey, Campione svizzero junior d’elite
• Aigles de Meyrin, Vincitore della Coppa svizzera di Handibasket Cup
• Team De Cruz, Medaglia di bronzo ai campionati mondiali di Curling
• Julien Wanders, Record europeo della semi-maratona e record mondiale sui 5 km
• Déborah Chiarello, Medaglia di bronzo ai Mondiali di sci alpino
• Ornella Domini, campionessa europea di pugilato, categoria Welters
• Maiki Molinas, Campione del Mondo di Boccette

L’evento si è poi concluso con le foto ufficiali e un sontuoso aperitivo offerto dall’organizzazione.

Non possiamo che costatare la sensibilità delle istituzione del settore per l’impegno ed il risultato che gli sportivi ginevrini raggiungono con i modici mezzi finanziari a disposizione. Bravi a tutti questi ragazzi, ai loro allenatori e ai loro club che fanno conoscere la bella Ginevra sportiva.

61117673_2454844704566189_7485405884076523520_o 61761201_2454844711232855_2797764983927078912_o 61170015_2454844594566200_22660466497028096_o