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L’ente gestore CAE e l’Ufficio Scuola consegnano i diplomi di terza media

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L’ente gestore CAE e l’Ufficio Scuola consegnano i diplomi di terza media

Cerimonia di consegna dei dipolomi di terza media per gli alunni dei corsi di lingua e cultura italiana, organizzata dall’Ufficio Scuola del Consolato d’Italia a Ginevra, in collaborazione con il CAE – Comitato Assistenza Educativa.

Giovedì 13 giugno alle ore 19:30, presso la sala S160 dell’Università di Ginevra all’Unimail, messa a gentile disposizione, ha avuto luogo la consegna dei diplomi di terza media.
La cerimonia ha avuto inizio con il discorso di benvenuto della Console Dott.ssa Roberta Massari, la quale si è complimentata con gli studenti per il loro percorso scolastico. La Dott.ssa ha ribadito quanto sia importante l’apprendimento della lingua e cultura italiana per arricchire il loro bagaglio culturale.

Un ringraziamento particolare è stato espresso da parte del Dirigente Scolastico Dott. Damiano De Paola alle famiglie, agli allievi e ai docenti MAE e CAE per l’impegno profuso. Il Dott. De Paola ha, inoltre, colto l’occasione per salutare i presenti in vista del suo imminente rientro in Italia, essendosi concluso il Suo mandato.

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Un saluto è stato anche rivolto dalla Presidente del CAE Dott.ssa Virginia Cremonte, la quale ha manifestato la sua soddisfazione per i risultati conseguiti a fronte di un impegno costante e notevole anche da parte dell’Ente Gestore.

Apprezzatissimo l’intervento della Prof.ssa Letizia Pampana che, rivolgendosi agli alunni, ha sottolineato l’importanta delle arti umanistiche (poesia, letteratura, musica) da non sottovalutare in una società prettamente tecnologica. La docente, infine, ha raccomandato agli studenti di non soffermarsi mai alle apparenze e di coltivare l’interesse dello studio, della conoscenza e della scoperta.

Un incontro formale, ma al contempo molto emozionante per questi giovani che sono stati applauditi da una sala gremita di genitori, parenti ed amici. I ragazzi, frequentanti l’11° anno HARMOS della scolarità obbligatoria in Svizzera, chiamati uno ad uno, hanno ricevuto l’attestato che insieme al diploma della loro scuola, consente l’accesso al primo anno di un qualsiasi istituto di scuola media superiore italiano.

Ai ragazzi è stato anche offerto un piccolo dono da parte del CAE (Comitato Assistenza Educativa) e un libro di poesia scrtitto dal Sig. Carmelo Vaccaro offerto dalla SAIG (Società Associazioni italiane Ginevra).

Una serata che si è conclusa con un buffet organizzato dai membri della Giunta CAE in un clima disteso e rilassato che ha permesso agli alunni di salutare e ringraziare le loro insegnanti.

Angela Pelleriti

In Italia, a Milano e Cortina, le Olimpiadi invernali 2026

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Lunedì 24 giugno è stato annunciato da Losanna, sede Olimpica, l’esaltante notizia che i Giochi Olimpici invernali del 2026 saranno ospitati in Italia, che sconfigge la Svezia di misura. La decisione è stata presa dagli 82 membri del Comitato Olimpico Internazionale che hanno dato 47 voti a favore dell’Italia 8ne sarebbero bastati 42). L’annuncio è stato dato poco dopo le 18 dal presidente del CIO, Thomas Bach, ed è stato seguito dall’entusiasmo della folta delegazione italiana presente a Losanna, al grido di «Italia, Italia!» rimbombato in sala.

Dal tridente Torino-Milano-Cortina l’Italia è passata quindi al tandem Milano-Cortina, con il CONI capeggiato da Malagò e tutto il mondo della politica che ha espresso grande soddisfazione per la vittoria.
Grande soddisfazione ha espresso Giovanni Malagò per l’impegnativo gioco di squadra nella preparazione del progetto presentato a Losanna, progetto che, evidentemente, è stato giudicato sostenibile e concreto. Nel dossier presentato a gennaio al Comitato Olimpico Internazionale si legge: «Vogliamo valorizzare ulteriormente il nostro già forte impegno verso l’ambiente. Utilizzeremo i Giochi come veicolo per intensificare il nostro lavoro di avanguardia nel campo della sostenibilità e per contribuire a sviluppare soluzioni innovative e sostenibili, finalizzate a plasmare la vita del futuro». L’Italia offre gare, collegamenti e infrastrutture. Queste ultime, alla fine dei giochi, saranno riconvertite per un utilizzo ordinario.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla 134esima sessione del CIO per sostenere l’Italia

Il Presidente Conte ha partecipato, a Losanna, alla sessione del Comitato Olimpico Internazionale per l’assegnazione dei Giochi Olimpici invernali del 2026, con un intervento a sostegno della candidatura italiana.
Ad accogliere Conte all’aeroporto ginevrino, il Capo Missione presso le Organizzazioni Internazionali a Ginevra, S.E. l’ Amb. Gian Lorenzo Cornado e del suo Vice, Amb. Massimo Bellelli, S.E. Silvio Mignano, il nuovo Ambasciatore d’Italia a Berna ed il nostro Console Generale d’Italia a Ginevra, Antonino La Piana.

Il presidente del Consiglio ha poi appreso della vittoria italiana con l’assegnazione dei Giochi invernali 2026 a Milano- Cortina appena in volo, nel viaggio di ritorno per Roma.

Dalla Sua pagina Facebook, il Presidente Conte esprime tutta la sua soddisfazione: “-Il sogno diventa realtà. L’Italia ospiterà a Milano e a Cortina i Giochi Olimpici e Paralimpici invernali 2026. Un successo straordinario per il nostro Paese. Oggi l’Italia ha offerto una grande prova di progettualità, di unità, di credibilità. Un riconoscimento che ci inorgoglisce. Quella di oggi è la vittoria di tutti: del Coni, delle Regioni, delle Città e degli enti locali coinvolti, delle varie federazioni sportive, dei numerosissimi atleti, di tutto il sistema sportivo e imprenditoriale italiano, del Governo.

Le Olimpiadi rappresentano una grande occasione di crescita sportiva, sociale ed economica, attraverso la quale avremo la possibilità di offrire il volto migliore dell’Italia. È una grande responsabilità che siamo lieti di affrontare con determinazione ed entusiasmo. Avremo la possibilità di incrementare il turismo, di migliorare il nostro sistema infrastrutturale, insomma di crescere, di crescere meglio, in modo sostenibile. Lasceremo in eredità strutture e impianti moderni e permetteremo a tanti giovani di crescere con un sogno: vincere una medaglia olimpica nella propria terra.

Ringrazio il presidente del Coni Malagò, i sottosegretari Giorgetti e Valente, i presidenti di Regione Fontana e Zaia, i sindaci Sala e Ghedina. E ringrazio i nostri testimonial sportivi e tutti coloro che hanno lavorato, non risparmiandosi mai, perché questo sogno si realizzasse. Ringrazio ancora una volta il presidente Mattarella per il suo consueto, forte e decisivo sostegno.

Oggi a Losanna, in mezzo alle tantissime bandierine tricolore sventolanti, ai cori da stadio della nostra delegazione, all’entusiasmo che si respirava nell’aria, ho avuto il privilegio e l’onore di rappresentare un grande Paese qual è l’Italia. Oggi dobbiamo sentirci tutti orgogliosi di essere italiani.-”

Soddisfazione del Capo dello Stato Mattarella

Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso la sua soddisfazione per la vittoria della candidatura italiana da Milano, durante la cerimonia della settima edizione del Premio Giorgio Ambrosoli.

«Desidero, a nome dell’Italia, ribadire il sostegno più convinto alla candidatura di Milano-Cortina ad ospitare i Giochi olimpici invernali nel 2026. In un teatro alpino di straordinaria bellezza, l’Italia, con la sua antica tradizione di ospitalità, è pronta ad accogliervi. Un grande entusiasmo farà sentire a casa propria tutti gli atleti e gli spettatori che interverranno, confermando lo sport come veicolo di amicizia, di pace e di fratellanza tra i popoli». Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un video messaggio inviato a Losanna in occasione della presentazione della candidatura di Milano e Cortina per l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026. «I Giochi -ha proseguito il Capo dello Stato- saranno un grande evento, coinvolgeranno le genti delle nostre contrade e delle nostre regioni interessate e svilupperanno relazioni ancor più proficue tra i Paesi partecipanti. La passione e l’interesse per il movimento olimpico e per i suoi valori cresceranno e si diffonderanno ulteriormente in Italia e nel globo con i Giochi olimpici invernali di Milano e Cortina 2026».

Oltre al prestigio dell’organizzazione, per il nostro paese poter ospitare le Olimpiadi Invernali, questo importante evento rappresenta sicuramente anche un grosso investimento con notevole ritorno dal punto di vista economico: oltre ai circa 20.000 posti di lavoro che si dovrebbero venire a creare da qui al 2026, la stima del giro d’affari complessivo è di oltre 4 miliardi a fronte di costi che sono molto più contenuti rispetto al passato.

Complimenti all’Italia, dunque, e a tutti coloro che si sono impegnati per raggiungere questo traguardo, comunicando credibilità e concretezza a Losanna.

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Ginevra inaugura la spiaggia pubblica e gratuita di Eaux-Vives sul Lago Lemano

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Lo scorso 21 giugno, proprio il giorno dell’inizio dell’estate, il Presidente del Consiglio di Stato, Antonio Hodgers e, il Sindaco della Città di Ginevra, Sandrine Salerno, ha ospitato diverse personalità e la stampa ginevrina per l’inaugurazione della prima fase della spiaggia pubblica di Eaux-Vives.

Le allocuzioni, prima del Sindaco Sandrine Salerno e in seguito quella del Presidente, Antonio Hodgers, si sono uguagliati nel mettere in evidenza la necessità di un’opera come una spiaggia gratuita, sul Lago Lemano, per i cittadini del Cantone di Ginevra e per i numerosi turisti che popolano il Cantone nel periodo estivo.

“Prima di fare la prima immersione nel nostro bellissimo lago, dobbiamo rendere omaggio a tutte le persone che hanno lavorato affinché il progetto potesse vedere la luce del giorno, penso ai lavoratori e alle compagnie del cantiere, ai collaboratori dello Stato, le associazioni, i deputati e i vari magistrati che erano responsabili del progetto: Robert Cramer, la signora Michèle Künzler e il signor Luc Barthassat “, ha concluso il Presidente del Consiglio di Stato, Antonio Hodgers.

Benvenuti nella spiaggia pubblica di Eaux-Vives!

Con l’inaugurazione del 21 giugno, la spiaggia pubblica di Eaux-Vives passa la sua prima fase aprendo la sua piccola costa balneare, e gran parte del suo parco, da sabato 22 giugno a domenica 29 settembre 2019. Dopo meno di due anni di lavoro, questo nuovo luogo balneare, tanto atteso, accoglierà il pubblico ginevrino secondo le scadenze che i promotori hanno previsto. La spiaggia pubblica di Eaux-Vives costituisce un’opera storica per il cantone. Questo esempio di sviluppo del territorio e opere lacustri apre la strada ad altri progetti che, a loro volta, libereranno il porto e la costa rendendoli più accessibili alla popolazione.

Nuova area balneare pubblica e gratuita a Ginevra

Mentre il bel tempo annuncia l’arrivo dell’estate, questa nuova area balneare pubblica e gratuita sarà in grado di soddisfare i ginevrini che sempre più plebiscitano l’accesso all’acqua e alle coste del Lago Lemano. Viene proposto un menu di riposo, relax, ristoro, sole e contemplazione. Questa estate, la popolazione potrà approfittare dell’area balneare e gran parte del parco. Il sito sarà solo parzialmente aperto, poiché il retro dell’area erbosa deve consentire l’accesso al cantiere del porto e agli edifici per i quali il lavori continueranno. Questi non causeranno particolari fastidi agli utenti che apprezzeranno la tranquillità e l’ambiente unico della spiaggia. Questa pausa estiva durerà dal 22 giugno al 29 settembre, quando la spiaggia sarà chiusa per completare tutte le strutture, compresi gli ultimi edifici sanitari, il ristorante e il porto.

La popolazione è invitata a partire da sabato 22 giugno dalle 10:00 per l’apertura estiva della spiaggia pubblica di Eaux-Vives.

La nuova spiaggia comprende un sito balneare di circa 400 metri che si estende lungo il lago sulla scia di Baby Plage, già esistente, e che può ospitare da 6.000 a 8.000 persone durante le belle giornate estive.
Questo risultato è parte del desiderio del cantone di offrire luoghi balneari più accessibili, sicuri e adeguati per una popolazione che è sempre più affezionata alle attività acquatiche. L’opportunità anche di godere dell’eccellente qualità delle acque del Lago Lemano in seguito ai numerosi sforzi profusi per il loro igiene.

Una pausa estiva nella calma

La popolazione sarà accolta sul posto dagli “angeli della spiaggia”, personale disposto a fornire informazioni e buoni consigli sugli usi del sito e sulla protezione del lago, in partenariato con l’Associazione di salvaguardia del Lemano (ASL). Inoltre, durante l’estate, un servizio di piccola ristorazione, Les Vélos de la plage – composto da una flotta di otto scooter che servono cibo e bevande locali con piatti registrati – sarà messo a disposizione del pubblico.

Il parco erboso si aprirà il 13 luglio per offrire erba di qualità. Gli utenti saranno già in grado di godere di servizi di comfort questa estate: docce sulle spighe, fontanelle sul lungomare e servizi igienici temporanei. Un’estate che si preparerà per l’apertura completa e definitiva della spiaggia e del parco nella primavera del 2020.

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Ben tornato in Svizzera Ambasciatore Silvio Mignano

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Poeta, scrittore, illustratore e sceneggiatore autore di numerosi libri, molti dei quali sono stati tradotti in spagnolo, oltre ad essere uno stimato Diplomatico. Si tratta del nuovo inquilino dell’Ambasciata d’Italia a Berna, S.E. Silvio Mignano.

Nato a Fondi, in Provincia di Latina, il 23 ottobre 1965, S.E. l’Amb. Silvio Mignano, diplomatico di carriera, si è laureato nel maggio del 1988 in Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma.

La carriera diplomatica del giovane Mignano inizia nel marzo del1991 nell’Ufficio IV della Direzione Generale per il Personale e l’Amministrazione fino al 1994. Nello stesso anno inizia la sua esperienza internazionale quale Secondo e Primo Segretario presso l’Ambasciata d’Italia all’Avana fino al 1998, per poi proseguire a Nairobi fino al 2001. Il suo rientro in Patria lo vede impegnato come Capo della Segreteria della Direzione Generale per i Paesi delle Americhe fino al 2004.

La Svizzera lo accoglie a Basilea dal 2004 al 2007 al suo primo incarico di Console Generale d’Italia e, dopo aver concluso l’esperienza elvetica, ricoprirà la sua prima nomina di Ambasciatore d’Italia a La Paz, in Bolivia, fino al 2010. Al suo rientro in Italia siederà a capo dell’Ufficio I della Direzione Generale per le Risorse e l’Innovazione, fino al 2012 e, per un anno alle dirette dipendenze del Direttore Generale per le Risorse e l’Innovazione. Dal 2013 al 2015 è stato Direttore dell’Organismo Indipendente di Valutazione. È nel 2015 che riparte per la sua esperienza di Ambasciatore a Caracas, in Venezuela e, dal 14 giugno 2019 è Ambasciatore d’Italia a Berna, accreditato anche a Vaduz.

S. E. Silvio Mignano parla italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Padre di tre figli, oltre nella diplomazia si è distinto anche nella letteratura con la pubblicazione di cinque romanzi, tre libri di poesie, un libro di racconti di viaggio e uno di favole per bambini, che ha anche illustrato.

L’opera di Mignano varia del romanzo poliziesco destrutturato, con ambientazioni che spaziano dalla Roma di Villa Borghese ai parchi naturali africani, alla poesia, dai racconti alle favole. È anche critico letterario e di arte. Inoltre, ha scritto la sceneggiatura del film di Claudio del Punta “Haiti Chérie”, premio della giuria giovani proprio per la sceneggiatura al Festival di Locarno del 2007.

Al Suo arrivo a Berna, S.E. Silvio Mignano ha già tracciato la strada del suo mandato in Svizzera. Difatti, le prime parole espresse nella sua veste di nuovo ambasciatore d’Italia a Berna sono state al quanto emblematiche: -“Con pochi Paesi possiamo vantare tanti e profondi legami come con la Svizzera. Più di 600mila italiani residenti, una lingua comune, circa 30 miliardi di euro di scambi commerciali sono solo la cornice di una tela di relazioni che, come per i classici di Calvino, non ha ancora finito di dire quel che ha da dire”.-

Ben tornato in terra elvetica Ambasciatore e buon lavoro!

Carta d’identità Elettronica anche ai cittadini italiani residenti all’estero?

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Dopo anni di discussioni e fiumi d’inchiostro attorno alla Carta d’Identità Elettronica (CEI) per gli italiani all’estero, finalmente inizia con l’iter dalla mozione dell’On. Simone Billi, approvata all’unanimità lo scorso 18 giugno.

Lo stesso On. Billi lo comunica tramite un comunicato stampa del 18 giugno 2019: – “Ieri abbiamo approvato all’unanimità la mia risoluzione a Commissioni congiunte Esteri e Affari Costituzionali alla presenza del Sottosegretario Sen. Stefano Candiani”- afferma l’On.Simone Billi, unico eletto del Centro Destra per la Lega Salvini Premier nella Circoscrizione Europa. Ha poi concluso: – “questa risoluzione impegna il Governo a realizzare la Carta d’Identità Elettronica anche per gli Italiani all’estero.”

Senza nulla togliere al successo personale dell’On. Billi, per dovere di cronaca, si fa presente che la Carta d’Identità elettronica è il frutto delle riforme messe in atto dai precedenti Governi che hanno fortemente voluto la digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Fin dalle prime sperimentazioni della CEI è stato evidenziata l’urgenza di estenderla anche agli italiani all’estero. In questi anni non sono mancate atti parlamentari in questa direzione ma, purtroppo evidentemente non arrivati a buon fine.

Ci sono state sollecitazioni dei parlamentari del PD già nella scorsa legislatura e anche in questa che richiedevano l’emissione all’estero perché ad es. in Germania non aprono un conto bancario senza una Carta d’Identità Elettronica. La risposta fu che avrebbero gradualmente proceduto ad estenderla all’estero. Il processo dell’introduzione della Carta Elettronica è documentata e tutti i passaggi più rilevanti sono avvenuti con i recenti governi. L’estensione per l’estero era già stabilità, il vero problema è quello dei tempi. Peraltro in Italia la sperimentazione ed effettiva estensione a tutti ha richiesto anni.

Le origini del Progetto CEI

Il progetto “Carta d’Identità Elettronica” CEI era previsto in Italia già dalle leggi Bassanini nel 1997, rappresentando un’avanguardia rispetto agli altri Stati europei. La prima fase del progetto venne avviata nel 2001 con l’emissione in 83 Comuni di un primo modello sperimentale della CIE, al fine di individuare problemi di natura tecnica, legati al software e all’hardware, relativi all’emissione e all’utilizzo delle carte.

Nel 2015 è stato invece deciso di sfruttare un unico polo produttivo, quello della Zecca di Roma e, con il decreto interministeriale del 23 dicembre 2015 (G.U. – Serie generale n.302 del 30/12/2015), sono state specificate le caratteristiche della nuova CIE che per questo è stata chiamata anche CIE 3.0.

La CIE è stata definita come documento d’identità sostitutivo alla Carta d’Identità Elettronica con l’art. 10, comma 3 del D.L. 78/2015 recante “Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali”, convertito dalla legge 6 agosto 2015, n. 125.

Il 4 luglio 2016 cominciò il processo di sostituzione della carta d’identità cartacea con la CIE, inizialmente operativo in 199 Comuni. In conformità al piano di dispiegamento approvato dalla Commissione interministeriale della CIE (all.1), i restanti Comuni sono stati abilitati gradualmente all’emissione della nuova CIE. In particolare, un primo gruppo, composto da 350 Comuni, è stato abilitato a partire dal 26 aprile 2017, assicurando, con i precedenti 199, la copertura del 50% della popolazione. I restanti Comuni sono stati abilitati entro la metà del 2018.

Comunque sia, non possiamo che salutare l’impegno dei nostri parlamentari eletti all’estero, in questo caso, un bel traguardo personale raggiunto dal nostro Parlamentare eletto in Svizzera, l’On. Simone Billi, con l’auspicio che la mozione diventi “concreta” e che non rimanga un mero documento. L’occasione ci è gradita per augurare a lui e ai nostri rappresentanti eletti in Europa e nel mondo, un fervido buon lavoro nella salvaguardia degli interessi degli italiani nel mondo.

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Francesco Lassandro:i nostri ristoratori italiani a Ginevra difendono il Made in Italy culinario

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Malgrado la presenza di ristoranti italiani con mano d’opera e proprietari di altre nazioni, nella difesa del Made in Italy, gli italiani all’estero si uniscono come le dita di una mano. Dall’atmosfera gioiosa, negli addobbi e dai profumi inconfondibili che invade lo spazio circostante alla cucina, si riconosce subito di essere in un ristorante di casa nostra.

Questo è quello che vuole dimostrare, la squadra di Francesco Lassandro, neo proprietario del Ristorane “La Primavera”, Route de Meyrin 8 a Ginevra. Mettere a disposizione l’esperienza innovativa della Pizza e della cucina italiana è la sfida che Francesco si è prefissa per i suoi clienti. Accrescere i requisiti del savoir faire italiano con le nuove tecniche della nostra ristorazione è la dimostrazione dell’evoluzione di una nuova generazioni di imprenditori italiani pronti a mettersi in discussione per soddisfare le esigenze dei clienti sempre più esigenti. Per questo, non tutti possono improvvisarsi imprenditori italiani della ristorazione se non lo si è!

Il percorso professionale e di studi di Francesco Lassandro dimostrano proprio un attaccamento passionale alla professione. Il maestro pizzaiolo nato a Castellaneta in provincia di Taranto il 17 Luglio del 1978. Il mondo della pizza ha sempre affascinato Francesco che ha la sua occasione di farvi parte quando inizia a lavorare come bagnino presso un lido di Castellaneta Marina con annessa pizzeria. L’incontro con il Maestro Pietro Lacava, che gli trasmette i segreti del mestiere, diventa determinante per il giovane apprendista. Il desiderio di realizzarsi porta Francesco a Cardiff, Città del Galles, situata sulla baia di Bristol in Inghilterra. Dopo l’apertura della pizzeria “Vapiano”. a Londra, finisce l’esperienza inglese ma determinato a dissetarsi, ancor di più, di questa passione che è la Pizza.

Nel 2008 il ritorno in Italia, per accrescere maggiormente le sue conoscenze sulla materia, frequenta il corso professionale per pizzaioli tenuto dal maestro Paolo Priore presso la “Scuola Italiana Pizzaioli” a Bari. Dopo diverse mete per apprendere la professione, Ginevra accoglie Francesco per lavorare nelle più rinomate pizzerie del Cantone dove affronta nuovi ritmi lavorativi, vengono sfornate in media 500 pizze al giorno.

Sfrutta il periodo di pausa per aumentare il suo bagaglio culturale, frequenta infatti un corso da istruttore presso l’accademia “Pizza News School” con il maestro Luigi Ricchezza, diventando istruttore di riferimento della scuola per la zona di Ginevra. Oggi Francesco, dopo aver acquisito il titolo di Istruttore Pizzaiolo di Pizza News School, ottenuto presso la Sede dei Grandi Molini Italiani nel 2017, gestisce il ristorante-pizzeria “La Primavera” di Ginevra, che conta 100 coperti interni e 100 in terrazza. Dopo aver provato diversi metodi d’impasto, Francesco ha optato per la semplicità e ha una ricetta tutta sua dichiarata “squisita” da molti conoscitori.

Francesco, come tanti “veri” ristoratori italiani, porta sempre nel cuore l’Italia, cerca di portare questo amore per la patria anche sul suo menù come dimostrano le pizze “Regina” e “Italia, utilizzando prodotti rigorosamente italiani.

La storia professionale di Francesco Lassandro sarà pubblicata prossimamente nel libro ” Pizza in the world talent story”.

Ginevra, con Francesco Lassandro, si arricchisce di un altro professionista imprenditore del Made in Italy culinario, pronto a difendere il tricolore, le vecchie e nuove ricette del vasto ricettario italiano.

La Calabria e le sue antiche ricette culinarie al Corso di Cucina della SAIG

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L’Associazione Calabrese di Ginevra, si è preso l’impegno, ancora una volta, di portare a compimento il primo Corso di Cucina di giugno, una delle tante attività della SAIG più frequentata.

I calabresi ginevrini, esperti di ricette antiche della tradizione culinarie calabre, hanno proposto una pietanza antica, conosciuta in tutta l’Italia: Ditali e fagioli al sugo di pomodoro. Per addobbare meglio la serata calabrese, le nostre esperte cuoche hanno aggiunto una particolare ricetta antichissima che allietava le feste carnevalesche: polpette di pane con uova, parmigiano e soppressata rigorosamente calabra.

La Calabria è una regione italiana dalla tradizione enogastronomica davvero intensa e particolareggiata. Le pietanze tipiche di questa area del Sud Italia, vengono ancora tramandate da generazione in generazione anche all’estero. Tante di queste ricette, sono state una consuetudine per tante generazioni di calabresi, un rito che faceva trovare la nonna nella sua vecchia, ma linda, cucina, con le pentole sul fuoco, già alle otto di mattina. La pasta e fagioli è un primo piatto della tradizione di molti paesi, completo, energetico e gustoso ma nel dettaglio, nella ricetta calabrese ci sono ingredienti, come la soppressata, che fa la differenza nel gusto.

Le polpette di pane, ancora sulle tavole nei giorni che celebrano le festività di Carnevale, vengono considerate un secondo piatto divertente, particolare e davvero insolito. Nella ricetta che le nostre cuoche hanno proposto, hanno suggerito di cucinare le polpette al forno, al sugo o fritte dai gusti davvero irresistibili! Questa ricetta inoltre, è molto utile per utilizzare gli avanzi di pane, una preparazione di riciclo creativo per una riconosciuta antica arte culinaria.

Le due ricette eseguite all’alba di quest’estate, sono state eseguite da mani esperte, apprese dalle mamme che, a loro volta, la sapienza risale alla fine dell’800. Quindi, la maestria delle nostre cuoche della serata quali Maria Concetta Folino, Tommasina Mercuri Isabella e Maria Folino, risale alle antiche tradizioni secolare.

Storia e tradizioni della cucina calabrese

Il sito Internet www.taccuinigastrosofici.it, pubblica un testo, qui di seguito, che ripercorre un po’ di storia e curiosità di questa bella terra che è la Calabria. -“In età storica la Calabria fu centro di fiorente civiltà essendo terra di immigrazione ellenica, tanto da essere denominata Magna Grecia. Il cibo dei calabresi è sostanzialmente quello che era una volta, determinato dagli usi, dalle credenze e dalla storia. Non poche ricette risalgono agli albori della civiltà della tavola mediterranea, ispirata alle usanze di Greci e dei Latini, mentre altre sono state introdotte dagli Arabi, dai Normanni, dagli Spagnoli, dai Francesi. Nella colonia achea di “Sybaris” (Sibari) dove gli abitanti vivevano nel lusso più raffinato, fra i cibi prediletti si ricordano i “laganon”, ovvero larghe tagliatelle, di cui diede più tardi testimonianza Apicio.

Diceva una vecchia canzone popolare: “Amaru chi lu puorco non ammazza”, infelice chi non ha maiali da ammazzare, perché insaccati, sugna, formaggi, melanzane sott’olio e pomodori seccati erano per la gente del Sud la garanzia di sopravvivere nei periodi, non infrequenti, di carestia. C’è nel modo di alimentarsi dei calabresi qualcosa di sacro e d’antico, l’osservanza di regole di comportamento che vengono dai secoli. Nell’area trovarono un habitat ideale le melanzane (violette lunghe), preparate in molti modi, dall’agrodolce al funghetto. Anche la loro preparazione italiana più celebre, detta «alla parmigiana», nacque nel sud e non a Parma, che diede solamente il nome alla ricetta per l’abbondante dose di formaggio usato (in Calabria il pecorino).

Tutti i principali ingredienti che costituiscono la base della cucina dell’antico “Brutium” (nome latino della Calabria) verdure, pasta, derivati del maiale, pesce sulla costa, sono personalizzati dal contributo del peperoncino e dell’olio d’oliva, presenti praticamente in quasi tutti i piatti dell’area.”-

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Il Presidente Mattarella presente a Ginevra per i 100 anni dell’OIL

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Il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, era a Ginevra, lo scorso 10 giugno, in occasione dei 100 anni dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), presienziando alla 108ma “Conferenza Internazionale del Lavoro”, cui hanno partecipato piu’ di 5000 delegati da tutto il mondo, tra datori di lavoro, lavoratori e esponenti di governo. Egli è intervenuto alla sessione Plenaria della Conferenza Internazionale del Lavoro presso il Palazzo delle Nazioni di Ginevra.

Nel suo sentito discorso, il presidente Mattarella non ha mancato di ricordare che la felice intuizione che le diede vita – nell’anno immediatamente successivo al termine del primo conflitto mondiale – mosse da una consapevolezza che la guerra aveva reso drammaticamente evidente. Una pace duratura avrebbe potuto esser, difatti, raggiunta soltanto attraverso la realizzazione dei principi di base della giustizia sociale e dell’affermazione del diritto al lavoro e del lavoro.

Lo sviluppo divenne obiettivo principale dell’organizzazione, come espresso dalla promozione del Programma mondiale per l’occupazione, nel 1969, e dal Patto Globale per il lavoro lanciato nel 2009, e in altri documenti. Opportunamente, in occasione del centenario, è stato lanciato un dibattito sul “Futuro del Lavoro”. La rapidissima e frenetica riorganizzazione dei processi produttivi sulla base di catene di valore su scala globale, l’incisività delle innovazioni, la crescente frammentarietà delle carriere lavorative individuali, i movimenti migratori, l’invecchiamento della popolazione in alcune aree del mondo e la persistente disoccupazione giovanile, sono tutti processi dirompenti che, avverte Mattarella, se non verranno governati, potrebbero produrre conseguenze potenzialmente imprevedibili.

Molti diritti contemporanei traggono origine dall’impegno profuso dall’OIL per la piena tutela della dignità di ogni singolo essere umano, ovunque eserciti la propria attività lavorativa e qualunque essa sia.

Sulla base di questo impegno, si ribadisce ogni giorno: no al lavoro minorile e no al lavoro forzato. Sì alla parità di genere; alla protezione dell’infanzia e della maternità; alla sicurezza sul lavoro; alla protezione sociale; al lavoro strumento di libertà e mezzo di elevazione del tenore di vita; all’eguaglianza nel campo educativo e professionale; all’esercizio del diritto alla contrattazione collettiva.

Si è trattato di auguri accompagnati dall’apprezzamento del popolo italiano, di cui Mattarella si è fatto portatore, orgoglioso di avere potuto contribuire al progresso di una Organizzazione che – sulla base della sua esperienza centenaria – è impegnata quotidianamente a progettare il nostro futuro, a partire dai principi-cardine.

Principi che, proprio 50 anni fa, in occasione del conferimento del Nobel per la pace all’OIL, furono efficacemente richiamati quali “Magna Charta di tutti i lavoratori”.
Mezzo secolo dopo quella cerimonia, si può legittimamente affermare la perenne validità dell’intuizione che diede vita all’OIL: il lavoro è una delle più efficaci infrastrutture della pace mondiale”.

Il Presidente ha fatto anche visita alla sede dell’ONU ed al CERN.
L’OIL, fondata nel 1919 e di cui fanno parte 185 Stati, è stata la prima, nel 1946, delle agenzie specializzate ad entrare a far parte della famiglia delle Nazioni Unite.
Scopo principale era, oltre a celebrare il primo secolo di vita dalla fondazione (che ha come obiettivi principali quelli di promuovere i diritti dei lavoratori, incoraggiare l’occupazione in condizioni dignitose, migliorare la protezione sociale e rafforzare il dialogo sulle problematiche del lavoro), quello di ricercare soluzioni alle sfide del futuro del mondo del lavoro

Al CERN, il nostro Presidente è stato accolto dal Direttore Generale, Dott.ssa Fabiola GIANOTTI, la quale lo ha accompagnato alla sala di controllo dell’esperimento ATLAS e all’acceleratore di particelle Large Hadron Collider – LHC, al Globe of Science and Innovation, per poi visitare l’esposizione “L’Universo delle Particelle”.

Molti gli scienziati e i ricercatori italiani del CERN che Mattarella ha incontrato. Egli si è detto “davvero lietissimo di essere qui e di avere l’opportunità di incontrare una rappresentanza, vasta e qualificata, di scienziati e ricercatori italiani, a partire dal Senatore Professor Rubbia, al Professor Zichichi, al Professor Amaldi: rivolgo a tutti un saluto di grande cordialità”.

Nelle sue stesse parole, leggiamo tutta l’emozione di una tale visita, anche per chi, come lui, è perfettamente abituato a interagire con tutti gli ambienti possibile. “Ho visitato velocemente e parzialmente – dice Mattarella – e, pur con le mie ridotte competenze, ho ammirato alcuni impianti e macchinari. In realtà, come dicevo alla direttrice Gianotti, questi macchinari sono opere d’arte oltre che opere scientificamente di grande significato e valore”, ha osservato il Capo dello Stato.

Rivolgendosi a quanti ivi svolgono la loro professione scintifica, Mattarella ha detto: “in questo luogo affascinante svolgete, giorno per giorno, una funzione essenziale. Nel CERN, nel cuore dell’Europa, da oltre mezzo secolo si mettono alla prova intuizioni e prendono forma ricerche ed esperimenti destinati a incidere profondamente nel progresso scientifico e tecnologico mondiale. L’Italia vi ha svolto, tradizionalmente, un ruolo di primo piano, con dedizione, intelligenza e passione. Che voi rinnovate”.

Sono lietissimo – ha continuato Mattarella – di vedere molti giovani, segno di un impegno che si rinnova nel tempo e che continua a misurarsi con le intelligenze e i talenti che convergono al CERN da ogni parte del mondo. Questo spirito di apertura, questa passione, hanno un significato non solo scientifico, ma anche sociale e, vorrei aggiungere, anche politico. Il laboratorio ha, infatti, un motto: “Scienza per la Pace”, che, in maniera evidente, sottolinea il profilo morale del ruolo degli scienziati per il progresso dell’umanità”.

Alla fine del suo intervento ha ringraziato tutti coloro che lavorano al CERN per l’importante lavoro che ivi svolgono.

La Redazione
“La Notizia di Ginevra”

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Foto (courtesy: CERN)62652835_2481664435217549_3231438852690280448_n attarella7 mattarell3 mattarella1 mattarella4 mattarella5 mattarella6