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L’Associazione Calabrese di Ginevra in gita in Valle d’Aosta

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L’Associazione Calabrese di Ginevra in gita in Valle d’Aosta

Partenza puntuale alle ore 07.00 di domenica 30 settembre, il comitato, insieme ai membri dell’Associazione Calabrese G43065875_2099103900140273_1863040415096111104_o inevra, hanno rinnovato la visita nella Regione più piccola d’Italia: la Valle d’Aosta.

Una bella giornata soleggiata ha messo in risalto gli incantevoli paesaggi ricchi di bellezze e soprattutto ricca di bontà culinarie. Difatti, dopo il passaggio dell’imponente Tunnel del Monte Bianco, il gruppo calabrese si è fermato nella cittadina di Morgex, dove una bella colazione italiana li attendeva.

Dopo aver43229103_2099103970140266_4414068122097549312_n ritrovato i primi sapori tricolore, siamo ripartiti per il paesino di Introd, località valdostana di notorietà internazionale in quanto luogo di villeggiatura estiva dei sommi pontefici, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Inoltre, altri due siti conosciuti sono stati visitati e richiamato l’attenzione dei viaggianti calabresi: il Parc Animalier e la Maison Bruil.

Il Parc Animalier è l’unico parco faunistico della Valle. Un angolo di paradiso dove fauna e flora alpina vivono indisturbati sotto gli occhi di visitatori curiosi. Dal laghetto di trote, ai palchi del cervo fino ad ammirare l’aquila reale. Una lezione di natura per grandi e piccoli e un viaggio di emozioni.

La Maison Bruil, la casa rurale della Valle d’Aosta. E la casa in cui sono concentrati tutti gli spazi necessari alla sopravvivenza di persone e animali. Si visitano i vari ambienti tipici di questa casa tradizionale. La “crotta”, “lo boi”, il “crotteun”, lo “peillo”. Mentre la nostra guida raccontava la storia e le particolarità di questa casa, tanti di noi hanno trovato punti in comune con la Calabria, come le zone e i modi di essiccazione o gli alimenti che si mettevano in solaio per la conservazione.

Dopo le emozioni della prima parte del viaggio, dove ha visto il gruppo molto interessato al programma proposto, il Pullman è ripartito per il paesino di Rhêmes-Notre-Dame, comune a 1725m s.l.m.. Dalle carte geografiche italiane, si evince come il comune più al sud della regione. Una bellissima parte della Regione, conformata per consumare un sontuoso pranzo puramente Valdostano: dai salumi ai formaggi, dalla zuppa tipica alla polenta concia accompagnata da salsicce e carne di cervo.
Un momento durante il quale tutto il gruppo ha potuto gustare veramente le bontà di questa terra, ma anche un momento di conviviale condivisione.

Queste escursioni nella vicina Italia, ci permettono di respirare l’aria di casa nostra, innaffiando sempre e comunque i sentimenti per la nostra amata Italia.

Il comitato ringrazia tutti i partecipanti alla gita ed un grazie ad Irma Zurzolo che riesce sempre a stupirci con le bellezze ed i sapori della sua amata terra.

Tommasina Isabella Valenzi43169797_2099104350140228_1141169335918657536_o 43176128_2099104230140240_3842244950926295040_o43011544_2099104400140223_2546409573481185280_o

Rappresentanze italiane elette in Svizzera: L’insostenibile leggerezza dell’inutilità

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Ho sempre pensato che alle parole dovrebbe seguire un minimo di fatti. Purtroppo, non è sempre così, soprattutto quando le “solite” parole escono dalle solite bocche bugiarde e demagogiche. In questi casi, mi pare di sentire quella famosa canzoncina di qualche anno fa cantata da Tony Dallara: “Come prima, più di prima”.

L’utilità di queste rappresentanze italiane elette all’estero si rivela sempre meno adatta al ruolo previsto dalla norma che, già di per sé andrebbe rivista. Un rebus dal momento che sono poco conosciute dagli italiani ma, cosa ancor più grave, anche dalle realtà politico-istituzionali dei luoghi ove questi organismi vivono e dovrebbero svolgere le loro attività.

Escludendo Com.It.Es e membri del CGIE esistenti nel resto mondo perché non ho alcun titolo per poter dare una giusta critica, mi soffermerei soltanto sul ruolo rappresentativo di quelli eletti in Svizzera, realtà che, invece, ben conosco.

Come già evidenziato in altre occasioni, il modo di agire delle rappresentanze elette, Com.It.Es, CGIE e parlamentari, non corrisponde alle esigenze degli italiani che li votano (che, peraltro, sono sempre di meno). Rappresentanze sconosciute agli italiani della vecchia e nuova generazione ma soprattutto quasi inesistenti nelle liste degli invitati dalle autorità politiche-istituzionali locali.
Molti di questi che ambiscono a poltrone di questo tipo, spesso hanno poco interesse al ruolo di vero rappresentante della comunità italiana all’estero. La carica ottenuta, sovente tramite taciti accordi, serve, più spesso di quanto non si creda, solo a soddisfare le proprie vanità o, cosa ancor più grave, come trampolino per un’eventuale candidatura nelle liste politiche di un qualche partito. Quest’ultimo atteggiamento lo abbiamo constatato nelle ultime politiche ove alcune persone hanno ritenuto opportuno cambiare casacca giusto per il tempo necessario a scoprire di essere persone non gradite per poi ritornare a sventolare la vecchia bandiera come se niente fosse. Quest’ultimi si evidenziano solo a scrivere comunicati di sostegno oppure comunicati di commemorazione in occasione delle celebrazioni in ricordo delle passate tragedie italiane nel mondo.

Solo qualche parlamentare del PD nella passata legislatura si è battuto per alcuni temi come l’IMU, la tassa sulla TV ed il rientro di fondi destinati ai Corsi d’Italiano. Tutti gli altri nulla hanno fatto in proposito, neanche per debitamente informare i loro rappresentati su queste importanti tematiche.

Devo a malincuore ancora una volta sottolineare come i circa 600 mila italiani residenti in Svizzera, non siano stati informati affatto, o, comunque, in maniera non adeguata sull’importante tematica dell’amnistia fiscale che termina proprio a fine settembre del 2018 e va avanti dal 2010. Il CGIE e i Com.It.Es. non sono stati capaci di farsi carico di una coordinazione a tappeto per informare quanti più italiani possibile per risparmiargli ammende o problemi di tipo penale in caso di scoperta di beni da loro posseduti all’estero.

Li vediamo, però, spesso e volentieri, farsi “selfie” e fotografare con politici importanti nelle varie (vacanze) plenarie a Roma o durante le riunioni di commissione. Solo alcuni Com.It.Es hanno fatto qualche conferenza con l’ITAL-UIL. Nel Cantone di Ginevra la SAIG è stata lasciata sola (nessun aiuto è mai pervenuto da altri, né in termini di organizzazione, né in termini di diffusione delle informazioni o delle iniziative intraprese) ma ha comunque lavorato con tutti gli italiani che si sono voluti regolarizzare al fine di legittimare i propri averi con il fisco svizzero, grazie alle tante permanenze gratuite dei nostri consulenti legali, alle conferenze con l’ITAL-UIL e con i direttori degli uffici competenti del Cantone di Ginevra e con alcuni Consiglieri di Stato dei dipartimenti interessati.

La salvaguardia dell’italianità in Svizzera è seriamente danneggiata dalla mancanza di un cambio generazionale che non riesce ad adattarsi a causa di diversi fattori: da una parte l’invecchiamento dell’associazionismo e dell’altra il mancato interesse della nuova generazione sovente disinformata, ignorata o delusa. Altro tema è l’inesistente politica di una coordinata accoglienza della nuova generazione da parte della classe dirigenziale eletta. Non vi è nessuna discussione e non è mai nata nessuna iniziativa in questo campo assai delicato. A mio parere, i dormienti “poltronai” accentuano la loro inefficienza nel non riuscire a costruire una politica aggregativa per raggruppare il potenziale delle nuove generazioni d’immigrati, professionisti, gente preparata ed esigente che non trova nulla e nessuno ad accoglierla in terra straniera.

Come possiamo contrastare questa deriva alquanto demoralizzante? Ragionando sui problemi che producono la mancanza d’interesse e la sterilità d’azione che ne consegue? Particolare attenzione dovrebbe essere data, anche solamente in specifiche occasioni, a quelle realtà associative che stentano a promuovere la propria figura e la propria esistenza. Dovremmo sentirci tutti in dovere di stringere legami sempre più saldi e di aiutarci reciprocamente, dovremmo sentire la necessità di stare insieme allo scopo di mantenere integro il bagaglio culturale che abbiamo ereditato dai nostri predecessori per trasmetterlo alle generazioni future al fine di poter e saper rappresentare al meglio l’Italia all’estero.

Tutti i governi del passato fino ad oggi, hanno considerato gli italiani all’estero come potenziali galline dalle uova d’oro, utilizzandoli per fare cassa: gli italiani all’estero contribuiscono notevolmente alle entrate dell’erario (non hanno le stesse agevolazioni degli italiani in patria, ad esempio, tranne i pensionati, sono costretti a pagare le imposte sulla prima casa) e contribuiscono anche alla promozione e all’acquisto di prodotti che provengono dall’Italia, accreditandosi cosi come veri ambasciatori del Made in Italy.

Oggi gli italiani all’estero non vogliono investirsi nella decisione di eleggere queste rappresentanze perché non le conoscono affatto oppure, proprio perché le conoscono, nutrono una scarsa fiducia in esse. Ad appesantire la situazione, anche le nuove normative che obbligano l’iscrizione in consolato dell’utente per ricevere il plico elettorale. Non tutti ne sono informati e, quindi non tutti, una volta arrivati all’estero si recano presso gli uffici consolari ad annunciarsi.

Se andassimo ad analizzare i dati delle ultime elezioni per la nomina dei membri dei Com.It.Es., che si sono regolarmente tenute il 17 aprile 2015, ci accorgeremmo che con la nuova legge elettorale abbiamo avuto effetti totalmente controproducenti generando una catastrofe in termini di disimpegno da parte degli elettori iscritti all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero (AIRE).

Le operazioni di voto hanno interessato 101 COMITES in 38 Paesi. I dati conclusivi rivelano che su 3.747.341 elettori presenti negli elenchi del Ministero dell’Interno si sono registrati per il voto 243.162 cittadini (6,5% del totale). A questi, vanno aggiunti 15.382 elettori che si sono manifestati pur senza essere compresi negli elenchi del Ministero dell’Interno e che sono stati ammessi al voto dopo i controlli effettuati dagli uffici consolari presso i rispettivi comuni italiani di iscrizione.

Del totale di 258.544 elettori registratisi per il voto, 167.714 (pari al 64,9%), hanno fatto pervenire in tempo utile il plico elettorale al consolato di riferimento, portando la partecipazione effettiva al 4,46% della platea degli aventi diritto.

I voti validi sono risultati essere 141.284, corrispondenti al 3,75% dell’elettorato. (Dati Ministero degli Interni)

Per fare un esempio pratico, nel Cantone di Ginevra gli elettori iscritti al Ministero degli Interni erano 37.321. Sono stati inviati solo 2.009 plichi con la nuova normativa, le buste pervenute sono state 1.349. i voti validi sono stati solamente 1.159.

Inoltre, se andiamo ad analizzare i dati sulle politiche dello scorso 4 marzo, con la vecchia legge elettorale dove si inviavano i plichi elettorali agli italiani iscritti all’AIRE, i risultati non sono migliori in rapporto ai votanti. Difatti, su 4.230.854 elettori iscritti all’AIRE nel mondo chiamati al voto solo meno del 30% ha risposto alla chiamata al voto, per non parlare delle polemiche su brogli e quant’altro che ne hanno accompagnato i risultati.

La politica sterile o l’evidente disinteresse dei nostri rappresentanti eletti deve cambiare o altrimenti Com.It.Es, CGIE e parlamentari all’estero, non hanno più motivo di esistere. Per questo ci vuole umiltà a partire dai Com.It.Es. che in alcune Circoscrizioni boicottano (o hanno boicottato) perfino gli eventi di valenti realtà associative. E questo solo per divergenze d’opinione o eccessive manie di protagonismo. I Com.It.Es. devono stare all’ascolto delle associazioni e degli italiani e cercare sinergie volte a raggruppare quanti più possibili connazionali, sia per favorire una piacevole frequentazione, sia per passare una corretta informazione delle tematiche importanti ed imprescindibili che interessano coloro che vivono fuori dai confini italiani. E non può essere tutto giustificato dalla diminuzione dei fondi pubblici che va a limitare, a volte, la possibilità di agire come si vorrebbe. I Com.It.Es ben potrebbero avvicinarsi alle realtà associazionistiche locali per fare gruppo e lavorare meglio con e per gli italiani dando attuazione al famoso detto: l’unione fa la forza. Questo non succede dappertutto!

Non esistono ricette già pronte per il “cambiamento” ma rimanere inoperosi ed assistere alla perdita di importanti rappresentanti della comunità italiana, quali sono le Associazioni Regionali, provinciali o nazionali, è deprecabile!

In conclusione, io ritengo, alla luce dei fatti e della mia pluriennale esperienza nel settore dell’associazionismo, che Com.It.Es. e CGIE sono organismi pensati molto tempo fa e non sono più affatto d’attualità. In realtà non sono mai stati efficaci ma prima gli italiani, attraverso l’associazionismo, pensavano, almeno, di avere l’opportunità di mantenere un legame con la Madre Patria e con gli altri connazionali.

Bisognerebbe rivedere queste rappresentanze dal momento che non hanno avuto mai la capacità di evolversi e cercare aggregazione e sinergie con tutti gli attori del settore e, soprattutto, sinergie con le istituzioni politico-amministrative locali. Se non si procede ad un cambiamento radicale di questi organi, attualmente inutili, si rischia di mettere gli italiani all’estero al centro delle discussioni come un peso per la Nazione. A questo punto, se questo è il risultato, meglio sarebbe eliminarli del tutto.

Facciano tutto quello che vogliono ma siano coerenti e chiari. Si ricordino, però, che solo una cosa nessuno riuscirà mai a togliere a noi tutti venuti all’estero per diversi motivi: la dignità e l’onore di essere italiani, sia pure tanto male rappresentati, mal seguiti all’estero e quasi sconosciuti in Patria.

Carmelo Vaccaro

Ritorna il Corso di Cucina SAIG con la Trippa alla fiorentina

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Ritorna il Corso di Cucina SAIG con la Trippa alla fiorentina

Dopo la pausa estiva ad accendere i fornelli, per il Corso di Cucina della SAIG, ci ha pensato l’Associazione Lucchesi nel Mondo col suo Presidente, Menotti Bacci. La trippa alla fiorentina è stata la pietanza proposta dai toscani lo scorso 27 settembre ai già conosciuti commensali e ad altri che si sono aggiunti iscrivendosi al Corso di Cucina 2018 – 2019.

La trippa è un cibo considerato “povero” e poco raffinato, ma invece cucinato alla perfezione come in questa ricetta preparate dal nostro responsabile toscano del Corso di Cucina, Menotti Bacci, diventa saporito e nutriente, oltre che economico. La ricetta della trippa alla fiorentina è un piatto classico della cucina toscana; si tratta di una preparazione semplice, fatta senza aggiungere molti ingredienti, ma molto gustosa.

Oltre alla trippa ed il vino, rigorosamente italiano, il Corso-cena si è concluso con un dolce estivo: Gelato alla vaniglia.42705300_2091767130873950_1303022004487585792_o 42683070_2091767127540617_4495655488356089856_o

Questo tipo di ricette considerate “povere, corrisponde pienamente ai criteri del progetto culinario della SAIG, che volge a far riscoprire le antiche tradizioni culinarie delle regioni italiane. Un modo anche per tramandare le vecchie ricette delle nostre nonne, un progetto per mantenere viva la cultura culinaria della nostra Italia fuori dai suoi confini.

La trippa alla fiorentina è una ricetta tipica della cucina toscana, una pietanza a base di frattaglie ottima da preparare come secondo piatto o per una cena gustosa e nutriente. Gli ingredienti per la realizzazione di questa ricetta sono davvero semplici: trippa, sedano, carota, cipolla, pomodoro e alloro.

La trippa è sempre stata, fin dall’antichità, un alimento molto consumato in Toscana, e in particolar modo a Firenze dove ancora oggi è molto apprezzata. Quello che sappiamo della trippa alla fiorentina è che, anche se preparata con ingredienti “modesti”, il Maestro Martino, grande cuoco del XV secolo, autore de “Arte coquinaria”, la consegnò a Bartolomeo Sacchi che ne favorì la diffusione.
La trippa è una pietanza che fa parte della tradizione gastronomica italiana, esistono diverse varianti da nord a sud.

Ancora una volta l’equipe SAIG ha saziato a dovere il desiderio di sapere delle frequentatrici del Corso che diventa sempre di più una riunione famigliare, un momento per incontrarsi col piacere di condividere questo momento attorno ad una pietanza. Non è solo imparare e scoprire una ricetta ma anche condividere un’amicizia che si innaffia e rafforza col passare del tempo e di questo, la SAIG non può essere che orgogliosa e fiera.

Se volete iscrivervi, rimangono ancora qualche posto prima di chiudere le iscrizioni.
Per informazioni chiamare al 078 865 35 00

C. Vaccaro

Ginevra premiata “Comune amica dei bambini” dall’UNICEF Svizzera

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La città di Ginevra ha ricevuto oggi la menzione (Label) dall’UNICEF Svizzera “Comune amico dei bambini”. Alla vigilia delle celebrazioni che caratterizzeranno, l’anno prossimo, il 30° anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite relativo ai diritti dell’infanzia, Ginevra viene quindi presentata come una città che si impegna con risolutezza per i bambini e incoraggia la loro partecipazione a tutti i progetti che li riguardano nella comunità. Questo Label elogia inoltre il desiderio del Consiglio di amministrazione di inserire i diritti dei bambini nell’agenda politica, come priorità della legislatura 2015-2020.

Il “Label Commune amie des enfants” è stato rimesso al Sindaco della Città di Ginevra, Sami Kanaan e a Esther Alder, Consigliere Amministrativo responsabile del Dipartimento della Coesione Sociale e della Solidarietà, e anche ad un gruppo di bambini presenti giovedì 25 settembre al Palais Eynard, da Claudia Grassi, delegata dell’UNICEF Svizzera.42694061_2091615917555738_3403904132044554240_o

Una politica per l’infanzia trasversale e strutturata42649415_2091615900889073_4736253642108043264_o

Il riconoscimento Label premia gli sforzi del Comune per i diritti del bambino. Nel 2014, la città ha fatto un inventario e una valutazione dei servizi offerti ai bambini fino a 12 anni. Ha anche – e questo è un approccio originale elogiato dall’UNICEF – ha consultato più di mille bambini sulla loro percezione dei loro diritti.

Sulla base di questo lavoro, la città ha elaborato un piano d’azione trasversale con tre priorità:
– mantenere e migliorare la qualità della vita e la sicurezza nella città;
– promuovere l’uguaglianza e l’integrazione di tutti i bambini;
– promuovere l’accesso all’informazione e alla partecipazione per tutti i bambini.

Un focus molto chiaro sulla partecipazione42694342_2091615904222406_5038885550409383936_n

Nei loro messaggi, Sami Kanaan ed Esther Alder, hanno ricordatoche le azioni intraprese in tutti i servizi municipali hanno permesso ai bambini di essere ancora più coinvolti nella vita della città.

A titolo di esempio, si può menzionare, in particolare, la realizzazione di teloni per cantieri edili esposti nel contesto di importanti progetti di sviluppo, come quello del Grand Théâtre o della Scuola Pâquis-Center. O, ancora, la sistematizzazione di una pagina speciale per bambini nella rivista “Living in Geneva”.

Questa politica partecipativa vuole anche realizzare progetti proposti dai più giovani. A questo proposito, il bando per idee sviluppato nel 2016 nelle scuole del distretto di Eaux-Vives è notevole. Durante la cerimonia, è stato presentato dai bambini e tramite un breve video. Per la cronaca, quasi 500 bambini hanno dato la loro opinione e hanno dato suggerimenti per la loro città. Sono state selezionate 14 idee e alcune sono state implementate con il supporto dei servizi municipali.
Oltre alla sua componente partecipativa, l’approccio della città di Ginevra ai diritti del bambino sottolinea lo sviluppo della cittadinanza attiva, invitando i bambini a diventare cittadini impegnati e responsabili, soprattutto per quanto riguarda l’uso del diritto di petizione.

La consigliera di Stato Anne Emery-Torracinta ha elogiato questo riconoscimento per conto delle autorità cantonali che hanno recentemente incluso la partecipazione dei bambini al centro della loro legislazione.

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L’UNICEF Svizzera sottolinea oggi che l’impegno della città di Ginevra nei confronti dei bambini è importante ed esemplare nei vari servizi municipali. Si raccomanda di estendere l’approccio ai giovani fino a 18 anni e di includere nella riflessione i partner vicini all’amministrazione. Pensiamo in particolare alle ludoteche, alle case di quartiere e all’intero settore para ed dopo-scolastiche.

Questa cerimonia rappresenta un punto di ancoraggio alla politica della città per la promozione dei diritti del bambino e, nello stesso tempo, un punto di partenza importante verso il trentesimo anniversario della Convenzione, che si celebrerà a Ginevra nel 2019.

In questo senso, il progetto “Dream Library”, promosso dalla House of Creativity e presentato come parte di questa cerimonia per assegnare il marchio Label da parte dell’UNICEF, offre una buona prospettiva. I bambini della Villa YoYo hanno condiviso i loro primi sogni che serviranno da base per questa biblioteca.

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Foto : Patrick Gilliéron Lopreno

Ignazio Puglisi e la sua “Opera dei pupi” ritornano a Ginevra

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Continuano gli eventi culturali in occasione dei festeggiamenti del 10° Anniversario di Fondazione della SAIG ed il progetto culturale con la città di Vernier: “La culture italienne s’invite à Vernier, col Patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Ginevra e l’Istituto Italiano di Cultura a Zurigo (IIC).

Lo scorso 22 settembre, data unica in Svizzera, la SAIG ha scelto il ritorno dell’Opera dei Pupi, considerando, anche, che il Capoluogo siciliano, Palermo, è stato designato come “la capitale italiana della cultura nel 2018”.42564380_2087049208012409_5175514000602955776_n

Lo spettacolo dell’Opera dei Pupi Siciliani è, dunque, tornato a Ginevra, con “l’Orlando furioso”, tratto dall’opera di Ludovico Ariosto. La rappresentazione è stata presentata dalla famiglia Puglisi, pupari di tradizione da ormai cinque generazioni, che propone spettacoli in numerosi teatri italiani ed esteri al fine di diffondere e mantenere viva questa forma di arte espressiva che non può e non deve essere dimenticata. Ed è proprio grazie ad artisti come Ignazio Puglisi ed alla sua famiglia che oggi possiamo scoprire (o riscoprire) una delle tradizioni più antiche e nobili della Sicilia.

Prima della rappresentazione organizzat42435017_2087048988012431_6604406485625602048_oa dalla SAIG, i “Pupari siciliani” hanno improvvisato un piccolo spettacolo destinato ad alcuni alunni dei Corsi d’Italiano per la gioia di piccini ed adulti. La piccola rappresentazione si è svolta senza scene per permettere al piccolo pubblico di vedere come si manovrano i pupi e il particolare modo di raccontare la storia dando voce ai singoli personaggi in azione. Sono stati formulati i dovuti ringraziamenti all’Ente Gestore CAE e all’Ufficio Scuola per l’interesse didattico dimostrato in questa occasione.

I saluti del Coordinatore Carmelo Vaccaro, insi42408778_2087048868012443_287485310995005440_oeme ai Presidenti presenti ed al cassiere Gino Piroddi, hanno dato il via alla serata. Ad assistere allo spettacolo presenti il Console Generale d’Italia a Ginevra, Antonino La Piana, il Console Aggiunto, Roberta Massari, la Direttrice dell’IIC di Zurigo, Dott.ssa Licia Coffani. Inoltre, erano presente l’On. Simone Billi, neo parlamentare residente in Svizzera, eletto nella Circoscrizione Europa e Sofia Fazzino, Assessore alle attività Culturale del Comune di Sortino (SR).

In effetti, se il teatro delle marionette ha un’origine antichissima e diffusa in molti paesi del mondo, in Sicilia – quest’arte – nasce già nell’800 e assume una caratterizzazione unica che si distingue dal classico teatro delle marionette sia per i contenuti che per la tecnica, prendendo il nome di «OPRA DE’ PUPI » .

E così per oltre due secoli i Pupi Siciliani, abilmente animati da generazioni di “Pupari”, hanno costituito l’unica fonte di istruzione e una delle poche occasioni di svago e di divertimento per le classi più umili in un primo tempo, ma che in seguito è stata apprezzata anche dalla borghesia.42483006_2087049364679060_7925030975489179648_n

Nelle epoche passate il successo fu tale che vennero trasposte e arrangiate in versione marionettistica anche famose opere liriche, ma la “vera” Opra de’ Pupi è costituita essenzialmente da due filoni: le gesta di Rè Artù e i dei Paladini di Francia e alcuni personaggi popolari, come:”Virticchiu e suo compare”.

A noi sono state presentate le gesta di Orlando, di Angelica e degli altri attori-Pupi, magistralmente maneggiati dai componenti la storica compagnia di Sortino (SR).

Un’altra peculiarità dei pupi siciliani è data dal fatto che ciascuno di essi è un’opera d’arte unica, una scultura di legno, metallo e stoffa, mossa da due aste metalliche, una sulla testa e l’altra nella mano destra, e, da alcuni fili generalmente di spago, differenziandosi ancora di più dalle tradizionali marionette (molto più piccole e mosse solo da dei fili). In particolare i personaggi che sono stati portati in scena sono copie fedelissime degli originali, figure alte 1.30 cm e pesanti oltre 30 kg.

Purtroppo il teatro dei pupi è un’arte in via d’estinzione; “L’opera” è stata riconosciuta ed inserita dall’UNESCO tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità. Pertanto, il pubblico della Salle des Avanchets, messa a disposizione dalle autorità comunali di Vernier, ha potuto riscoprire ed apprezzare questa professione artistica. Straordinario è stato anche notare come, ancora oggi, adulti e bambini, seppur smaliziati da mirabolanti effetti speciali e videogames, restino incantati ed a bocca aperta dinanzi a questi ormai rari spettacoli d’arte.

Al termine dello spettacolo, il Coordinatore Carmelo Vaccaro, insieme ai presidenti presenti Antonio Scarlino presidente dell’Ass. Regionale Pugliese e Francesco Decicco, presidente dell’Ass. Calabrese ginevrina, hanno proceduto a premiare e ringraziare Ignazio Puglisi e l’Assessore Sofia Fazzino del Comune di Sortino con le penne commemorative, che la SAIG ha fatto clonare per l’occasione. Al neo Parlamentare eletto in Svizzera, l’On. Simone Billi, la SAIG ha fatto dono del Gagliardetto della Società dandogli appuntamento per i prossimi eventi organizzati dalla SAIG.

Ancora una volta la SAIG ha saputo interpretare l’indole della cultura italiana con un evento di questo tipo che raramente viene riprodotto all’estero. Grazie alla sinergia consolidata con le autorità consolari di Ginevra, della città di Vernier e dell’IIC di Zurigo, passi avanti vengono fatti per la realizzazione di eventi sempre più di spessore culturale. Questo evidenzia come l’impegno nell’unirsi fra persone e attori del settore, annientino, attraverso il linguaggio culturale, gli spazi e le barriere.

L’amore per la cultura è una medicina del “stare bene insieme!”

Programma di legislatura 2018-2023 dello Stato di Ginevra: una visione coerente per la legislatura

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Programma di legislatura 2018-2023, piano finanziario quadriennale 2019-2022 e progetto di bilancio 2019 dello Stato di Ginevra: una visione coerente per la legislatura

Lo scorso venerdì 14 settembre, il Consiglio di Stato di Ginevra, ha presentato il piano finanziario quadriennale 2019-2022 (PFQ) e il progetto di budget (PB) 2019. Per la terza volta nella sua storia, Ginevra si dota di un programma di legislatura. E il Consiglio di Stato del cantone lo fa in anticipo rispetto al termine previsto dalla Costituzione al fine di dare rapidamente i grandi orientamenti della politica per la prossima legislatura. Importante certamente per il Gran Consiglio di modo ch’esso possa conoscere le intenzioni a lungo termine prima di pronunciarsi sui budget a breve termine.
Il programma di legislatura è un documento molto importante ai fine della trasparenza nei confronti degli elettori che hanno delegato una parte del loro potere per poter gestire la “res publica”.41991892_2078792645504732_3259759244269846528_o

Erano presenti, oltre a Pierre Maudet, Presidente del Consiglio in carica, i Consiglieri Nathalie Fontanet, Antonio Hodgers, Serge dal Busco, Mauro Poggia, Anne-Emery Torracinta, Thierry Apotheloz che hanno evidenziato a turno, sia il PFQ che PB.
La filosofia di base da cui partire dal 2019, è stata riassunta in 3 concetti: Insertion, Interaction et Innovation.

L’Insertion si fonda si fonda sull’ambizione di un contesto societario ove ciascuno ha i mezzi per prosperare. Urbanizzazione, impiego, sicurezza, accessibilità e relazioni di lavoro, sono le parole ed i concetti chiave su cui la repubblica ed il Cantone di Ginevra andrà ad investire nei prossimi quattro anni.

L’Interaction significa dare risalto all’interdipendenza delle azioni, al PF17 (che riguarda la fiscalità delle imprese volta a favorire la permanenza ed a nuovi insediamenti di società nel Cantone), la mobilità, soprattutto riguardo ai transfrontalieri che ogni giorno vengono a lavorare a Ginevra, sfide generazionali, cultura ed ambiente. In particolar modo è stato sottolineato che la mobilità avrà un ruolo fondamentale per preparare la città per il futuro: meno autovetture, più trasporto pubblico, si pensi soltanto agli investimenti operati per il Leman Express che porteranno a meno traffico e, dunque, ad una migliore qualità di vita per i cittadini. Bisogna agire oggi, secondo Hodgers, per lasciare una Città bene organizzata alla generazioni future.
L’innovation è necessaria per pensare all’incremento futuro, prevedendo una rivoluzione numerica: dunque, formazione, transizione energetica per preparare la città alle nuove sfide di domani.

Tripla responsabil42044768_2078792638838066_5578169409396015104_oità per le attuali istituzioni che programmano per i prossimi quattro anni con un occhio sul domani più lontano. Ecco, allora, le iniziative per la Ginevra internazionale come polo di innovazione e sviluppo per la Svizzera e trait d’union a livello europeo e mondiale. Questo comporta, fin da ora, una rigorosa gestione degli introiti finanziari che ha come conseguenza una ripartizione più equilibrata dalle risorse dei comuni e del cantone, un equilibrio possibile tra investimenti e funzionamento, facendo i conti con la crescita annuale media delle uscite di meno del 2%.
Per quanto riguarda la mobilità, un forte accento è stato apposto sul Leman Express. Per la fiscalità molto si punterà sul progetto PF17, che segnerà la fine dei regimi di fiscalità speciali e darà impulso definitivo ad una fiscalità imparziale, al mantenimento dell’attrattiva ed alla limitazione del costo iniziale.
Altro argomento che ha tenuto banco è stato quello relativo alle assicurazioni malattia per dare sicurezza ai 70.000 assicurati ed allo Stato come datore di lavoro primario e responsabile.

La Consigliera Fontanet, ha tenuto a precisare che non hanno ancora tutti i par41895184_2078792748838055_2240261839311077376_oametri e che quindi non potevano ancora essere fatti conteggi definitivi anche a causa della mancanza di una decisione a livello federale.

La vista di insieme del PFQ 2019-2022, ci racconta che l’obbiettivo sarà quello di mantenere le prestazioni e lo sviluppo della mobilità e della formazione, in parallelo con il mantenimento delle infrastrutture necessarie al mantenimento del benessere della popolazione. Il tutto non puo’ prescindere dalla compensazione dell’aumento delle spese e da una ripartizione equa delle risorse tra cantone e città.

Il Consigliere Serge Dal Busco ha riferito circa l’evoluzione globale delle spese per la politica pubblica e relative spese di investimento. La gran parte di dette spese è andata per la coesione sociale e la formazione. A seguire la salute, la mobilità, gli Stati maggiori e sicurezza. Gli investimenti nei quattro anni riguarderanno soprattutto la mobilità, la formazione, la salute, la sicurezza, ambiente e alloggi.

L’evoluzione del debito e degli interessi ha una previsione purtroppo in rialzo. L’autofinanziamento delle risorse non è garantito al 100%.

Concludendo, il Consigliere Mauro Poggia ha confermato che gli obbiettivi sono quelli di mantenere le prestazioni ed un alto livello di investimento, nonché di controllare la crescita delle spese ad una quota inferiore al 2%. Il paino delle misure proporzionato veglia all’equilibrio degli impegni: entrate ed uscite, ripartizione delle spese sociodemografiche.

A.T.

La SAIG incontra gli anziani del quartiere al pranzo mensile

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41691740_2074667175917279_2572621337981878272_o (1) 41649736_2074667162583947_913138939374600192_oDopo la pausa estiva, lo scorso 13 settembre, la SAIG ha incontrato gli anziani del quartiere per il tradizionale pranzo che la Società delle Associazioni Italiane di Ginevra programma ogni mese.

E’ una festa che si rivela sempre gradita al momento dell’arrivo dei nostri anziani del quartiere, ancor di più dopo due mesi di assenza. Accolti festosamente dai nostri responsabili del progetto, i nostri pensionati non hanno mancato di esprimere la loro gratitudine che si esprimeva dai loro sguardi e la felicità di una considerazione a loro rivolta. Abbracci e contentezza, accompagnati dalla ferma convinzione di non essere stati dimenticati, ha reso il momento ancora più emozionante. Si, infatti si tratta proprio di emozioni poter servire coloro che sono stati i fautori del nostro presente.

Riccioli al sugo di salsiccia, vitello tonnato e panna cotta come dessert, questo è il menu proposto ai nostri ospiti che ha dato inizio alla seconda parte del 2018 di questo atteso appuntamento con i nostri commensali.

Grazie ai responsabili Menotti Bacci, sostituito da Gino Conte, Francesco Decicco, Roberto Corona e Gino Piroddi, questi incontri godono di un rilevante successo di qualità culinaria.

La SAIG (Società delle Associazioni Italiane di Ginevra) propone, in collaborazione con l’Unità d’Azione Comunitaria di Servette / Saint-Jean / Petit-Saconnex (Servizio Sociale della Città di Ginevra), teso a diversificare i punti di contatto con la popolazione e incrementare le possibilità delle persone anziane marginalizzate di ricrearsi nel proprio quartiere una rete di contatti sociali.

Uno degli obbiettivi che la SAIG intende raggiungere è l’aspetto conviviale, importante tanto quanto l’offerta del cibo e regala ai nostri affezionati “nonni” momenti di scambio e di confronto, fondamentali ad ogni età, ma ancora più preziosi nel momento della fragilità della vecchiaia, durante la quale la solitudine o l’amicizia e la compagnia possono fare veramente la differenza.

Questo progetto, uno dei tanti fiori all’occhiello delle numerose attività della SAIG, per le persone della terza età che vi partecipano, è divenuto un appuntamento ambito per la qualità dell’accoglienza, le numerose soddisfazioni morali che si ottengono e delle proposte culinarie che i nostri cuochi propongono.

Carmelo Vaccaro

Nasce “Associazione Cultura e Arte Siciliana” (ACAS) la nuova realtà associativa siciliana a Ginevra

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Un’Associazione per la promozione della cultura e dell’arte siciliana si è costituita a Ginevra lo scorso 5 settembre, nella sede della SAIG, con la denominazione “Associazione Cultura e Arte Siciliana” (ACAS).

Nei principali scopi statutari della nuova realtà associativa sicula, si evidenziano la determinazione di far conoscere quelli che sono i valori tradizionali, la cultura e l’arte che hanno distinto il popolo siciliano sia nella propria terra che all’estero.

Lo scopo dell’ACAS è quello di assolvere al meglio il mandato di rappresentante culturale e artistico delle tradizioni siciliane, in una realtà multiculturale come quella del Cantone di Ginevra, dove vi risiedono circa 6.500 siciliani.

Per i fondatori era doveroso creare una rappresentanza di questo tipo, pronta a soddisfare le esigenze delle nuove generazioni di emigrati, ad informare e mettere in evidenza la ultra millenaria storia siciliana, radicata sulla rinomata generosità e le particolari caratteristiche che distinguono i siciliani nel bene o nel male. Cultura, come noto che si è formata con l’interazione di molti popoli che nel tempo si sono insediati nell’isola; fra i primi i Siculi, dal nome del presunto re Siculo (Sikelòs), i Fenici, i Greci, i Romani e dopo la caduta dell’Impero, fu occupata dai Vandali, gli Ostrogoti, i Bizantini, gli Arabi, i Normanni, gli Angioini e gli Aragonesi. Un coacervo di civiltà che ne hanno determinato il carattere unico ed irripetibile, con influenze nell’architettura, nella cucina, nelle caratteristiche fisiche della popolazione, nei dialetti.

Questa nuova associazione si propone, dunque, come centro d’iniziative socio-culturale e artistico, di studio e di ricerca capace di generare la forza di un notevole rinnovamento culturale siciliano presente nel Cantone di Ginevra. Il percorso che inten41520565_2072255239491806_7542191751230914560_ode perseguire, inizialmente, si articolerà in tre differenti fasi:

1. Promuovere iniziative socio-culturali e artistiche prevalentemente rivolte alle giovani generazioni, includendo gli oriundi e la vecchia generazione di siciliani.

2. Organizzare seminari, convegni e tutto il necessario che farà conoscere la Sicilia, i siciliani e le loro radici.

3 Valorizzare rapporti di collaborazione fra vecchie e nuove generazioni di associazioni rimaste attive per meglio approfondire sulle sfide che ci attendono e soddisfare le esigenze dei siciliani e degli italiani all’estero.
A fondare l’Associazione Cultura e Arte Siciliana (ACAS) sono state persone esperte e con un lodevole passato nel campo associazionistico o aventi rapporti ravvicinati con diversi raggruppamenti professionali. Dopo la lettura dello Statuto e le necessarie modifiche, i soci fondatori hanno eletto, all’unanimità, Presedente, Vice-Presidente, Segretario e Cassiere.41626260_2072255062825157_4874249279176179712_n

Di seguito i fondatori dell’ACAS e le cariche distribuite nel corso della riunione: Presidente Vincenzo Bartolomeo; Vice-Presidente Francesco Artale; Segretario – Giuseppe De Gaetani e Domenico Andaloro – Cassiere. Membri Consiglieri: Roberto Corona, Gino Piroddi, Bruno Labriola e Carmelo Vaccaro.

Un punto specifico dello Statuto dell’ACAS, àa il diritto di far parte del Comitato anche non essendo siciliano o oriundo, basta non ricoprire una delle quattro cariche sopraelencate.

Chi è il Presidente?
Vincenzo Bartolomeo è stato designato Presidente per la sua rinomata esperienza e per le sue vaste conoscenze nel panorama associazionistico ginevrino. Egli è conosciuto da molti connazionali per aver ricoperto incarichi rappresentativi di rilievo durante la sua vita associativa. Membro delle diverse Associazioni siciliane esistenti nel Cantone, Membro di Com.It.Es per due legislature, Presidente dell’A.G.S.I. (Associazione Genitori Scuola Italiana), Presidente per 8 anni dell’Ente gestore C.A.E. (Comitato Assistenza Educativa), Coordinatore del C.O.N.I. Ginevra, Presidente del Comitato Attività Sportive (CAS) e diversi incarichi di rappresentanza.

Altri personaggi hanno desiderato investirsi in questo progetto come il Dott. Francesco Artale, angiologo e chirurgo vascolare, originario di Catania da molti anni presente sul territorio ginevrino come professionista affermato, a cui è stata assegnata la Vice-Presidenza, a Giuseppe De Gaetani, informatico di professione è andata la carica di Segretario e a Domenico Andaloro, imprenditore, gli è stata affidata la cassa dell’ACAS.

Un gruppo che ha da subito dimostrato affiatamento per la causa comune che li lega, quella di rappresentare i siciliani, una delle comunità regionali più numerose presente nel Cantone di Ginevra che aveva la necessità di ritrovarsi e confrontarsi attraverso una realtà associativa che li accomunasse e gli permettesse di potersi esprimere nella loro essenza.