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La sezione di Ginevra dell’Associazione Nazionale Carabinieri,chiude il 2016 con la celebrazione della “Virgo Fidelis”

15823528_1380910871959583_8090739066144392491_nLa sezione di Ginevra dell’Associazione Nazionale Carabinieri,chiude il 2016 con la celebrazione della “Virgo Fidelis”

Il 17 dicembre è’ stata celebrata, presso la Missione Cattolica Italiana in Ginevra la “Virgo Fidelis”, patrona dell’Arma dei Carabinieri. La Santa Messa è stata officiata da Padre Luciano Cocco alla presenza delle autorità del Cantone di Ginevra, militari, del personale dell’ufficio scuola di Ginevra con i loro allievi, dei presidenti / coordinatori e /o responsabili delle associazioni italiane presenti nel Cantone di Ginevra e la gradita presenza dell’ingegner Francesco H. Garibaldi, figlio di Anita Garibaldi e parente dell’Eroe dei due Mondi Giuseppe Garibaldi. Nell’occasione è stato celebrato anche il “75° Anniversario della Battaglia di Culquaber”, la “Giornata dell’Orfano” e sono stati commemorati i caduti di Nassirya. Al termine della cerimonia i componenti della Sezione hanno offerto, a tutte le persone presenti alla stessa, un rinfresco allietato dall’intervento, particolarmente gradito da tutti, di alcuni bambini / ragazzi delle scuole di lingua italiana che hanno dedicato dei versi e dei pensieri ai componenti dell’Arma dei Carabinieri.

Il titolo “Virgo Fidelis”,che esprime in tutto significato della vita di Maria e della sua missione di Madre e di Corredentrice del genere umano affidatale da Dio, non ha mai avuto una risonanza universale e un culto particolare nella chiesa. Nella liturgia infatti non esiste una speciale festa. Il merito maggiore della diffusione e dell’affermazione del culto alla “Vergine Fedele” è della “Benemerita e Fedelissima” Arma dei Carabinieri d’Italia, che il 21 novembre la festeggia come propria Patrona.

15873190_1380910868626250_5534924182345127095_nLa scelta della Madonna “Virgo Fidelis”,
come celeste Patrona dell’Arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto “Nei secoli fedele”.

Nell’Arma il culto alla “Virgo Fidelis” iniziò subito dopo l’ultimo conflitto mondiale per iniziativa di Monsignor Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare d’Italia, e di P. Apolloni S.J., Cappellano Militare Capo. Lo stesso Comandante Generale prese a cuore l’iniziativa e bandì un concorso artistico per un’opera che raffigurasse la Vergine, Patrona dei Carabinieri. Fu allora che lo scultore Giuliano Leonardi rappresentò la Vergine in atteggiamento raccolto mentre, alla luce di una lampada, legge in un libro le parole profetiche dell’Apocalisse: “Sii fedele sino alla morte”. L’8 dicembre 1949 Sua Santità Pio XII, accogliendo l’istanza di Monsignor Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, fissando la celebrazione della festa appunto il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber. A Lei è dedicata la preghiera del Carabiniere dell’Arcivescovo Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, che nel 1949 era Ordinario Militare.

L’Associazione Nazionale Carabinieri (ANC) fu costituita nel 1886. Nel 1956 fu redatto lo statuto organico e nel 1957 il suo regolamento d’esecuzione che, con qualche variante, regola ancora l’associazione. La sede è a Roma.

La Sezione ANC di Ginevra è nata nell’anno 2009, conta circa 50 iscritti residenti nei cantoni francofoni e non e da circa un anno si dedica, oltre ad essere presente nelle parate, commemorazioni o altro, anche ad una attività di anti bullismo / anti cyber bullismo andando nei corsi di lingua italiana a parlare di questo problema.

Le linee guida sono quelle della solidarietà, assistenza morale, culturale, creativa, ricreativa ed economica tra: carabinieri in congedo, in servizio, con le altre forze armate, le istituzioni e i cittadini. Negli ultimi anni, molte sezioni hanno costituito nuclei di volontariato che operano nell’ambito della protezione civile.

Il sodalizio è composto da 1700 sezioni , di cui 1.673 in Italia e 27 all’estero. Ha oltre 200.000 soci (di cui circa 1.200 all’estero) e comprende 350 organizzazioni di volontariato.

L’ANC ha un proprio giornale, Fiamme d’Argento, che invia trimestralmente agli iscritti. Organizza attualmente il Raduno nazionale ANC, di norma ogni due anni in una città diversa.
L’ANC fa parte del Consiglio nazionale permanente delle associazioni d’arma, denominato ASSOARMA.

Incontro e intervista all’Ambasciatore d’Italia a Berna, S. E. Marco Del Panta

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Gli incontri della delegazione SAIG si sono proseguiti a Berna, con l’intervista all’Ambasciatore di Italia a Berna, Marco Del Panta, il quale ha accolto la delegazione ginevrina con molto disponibilità e cortesia.
Sulla questione dell’apposizione di monumenti si è detto disponibile ed ha trovato l’iniziativa lodevole e, per la circoscrizione che compete all’Ambasciata (Berna e Neuchâtel), si farà portavoce per la realizzazione della proposta.
Sui tagli ai finanziamenti pubblici ha riferito che la situazione è meno grave di quel che pensava, essendo detti tagli notevoli solo per i corsi di lingua italiana. L’Ambasciatore ha risposto anche sui rapporti tra Italia e Svizzera relativamente alle tensioni in Canton Ticino che hanno portato alla vittoria del no al recente referendum che riguardava la questione dei frontalieri. Ha sottolineato il fatto che a livello di Confederazione i rapporti tra i due paesi sono ottimi ma che, nonostante questo, il Ministro Gentiloni è stato molto solerte e deciso, dopo il referendum, a prendere contatti con le istituzioni elvetiche in modo da chiarire che non erano ammesse questioni di discriminazione nei confronti degli stranieri ed il Consigliere federale gli ha dato rassicurazioni dicendo che assolutamente si tratta di un’iniziativa cantonale, di cui si dovrà tenere conto ma la legge sull’immigrazione invece è federale, quindi, ciò che decide il Cantone deve essere poi recepito a livello federale e la posizione del Consiglio federale è quella nota che si conosce. L’Italia, tra l’altro, si è fatta anche portatrice di certe esigenze svizzere nel negoziato con l’Unione Europea per il referendum del 2014 a livello nazionale. L’Ambasciatore si augura che non ci siano conseguenze negative rispetto a queste problematiche che, sia pur locali, testimoniano comunque un disagio nei confronti dei lavoratori italiani. Un referendum comunque c’è stato ed in una democrazia se ne deve comunque tener conto, ma non si può entrare assolutamente in una questione che attiene alla politica interna svizzera. Quel che è stato fatto presente è che discriminazioni sulla base della nazionalità sono incompatibili con gli accordi che la Svizzera ha sottoscritto con l’Unione Europea.
15972520_1390188514365152_2069482763860815132_oLe due regioni, Ticino e Lombardia, ha sottolineato, sono storicamente talmente interconnesse che la Lombardia ha dato nel tempo ed in tanti settori economici un bel contributo al Canton Ticino e, dunque, se si guarda la questione da un punto di vista più alto, si ha difficoltà a capire le ragioni di questo rigetto. Va anche considerato il fatto che il Ticino ha nel tempo attuato una politica di attrazione degli investimenti, alla quale gli investitori lombardi hanno dato seguito con grossi investimenti in Ticino, con la conseguenza che non trovando in Ticino professionisti e manodopera specializzata gli imprenditori hanno portato dall’Italia i lavoratori necessari a fare impresa, alimentando un movimento transfrontaliero, ma questa è stata una conseguenza della politica del Cantone. E’ una questione che va gestita nell’ambito delle buone relazioni che abbiamo con la confederazione e con il Consiglio di Stato ticinese, tenendo anche conto che per l’Italia, trattandosi dell’unico cantone in cui si parla la lingua italiana, è molto importante mantenere i migliori rapporti con questa realtà. Essendo di competenza federale il libero scambio e la libera circolazione dei lavoratori tra l’Italia e la Svizzera, l’Ambasciatore stesso si sta recando più frequentemente in Ticino per testimoniare la sua vicinanza ai nostri connazionali e la storica prossimità culturale, linguistica e commerciale con questo cantone, soprattutto per quanto riguarda, appunto, la regione Lombardia.

Per quanto riguarda, invece, l’iniziativa posta dalla SAIG circa una riforma della legge sui COMITES e CGIE, ha sottolineato come le rappresentanze diplomatiche non fanno parte né del potere legislativo, né di quello esecutivo e, quindi, potrà farsi carico, di convogliare a Roma le istanze della collettività e quindi se dovesse emergere nella collettività una posizione unitaria nel senso di rivedere la legge sulla rappresentanza degli italiani all’estero, le rappresentanze consolari se ne faranno certamente carico per trasmettere al Ministero le istanze in proposito raccolte, anche se secondo lui esistono delle organizzazioni a ciò deputate come i CGIE che sono le sedi dove discutere di queste cose. Esistono i senatori e deputati all’estero incaricati di questo. L’Ambasciata, d’altra parte intrattiene rapporti con le istituzioni elette presenti sul territorio, come i COMITES, e ogni circoscrizione ha i suoi COMITES cui riferirsi, e poi esiste una riunione annuale tra i COMITES che si chiama INTERCOMITES in seno alla quale si potrà discutere anche di queste cose.

La SAIG intervista al Console Generale di Zurigo, Min. Plen. Giulio Alaimo

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15823618_1379129328804404_604597424355381878_nDopo gli incontri con il Console di Lugano e quello di Basilea nell’ambito del previsto tour nelle sedi delle rappresentanze consolari italiene in Svizzera, una delegazione della SAIG, è stata ricevuta dal Console Generale di Zurigo, Min. Plenipotenziario Giulio Alaimo, il quale ha risposto ad alcune domande.

La prima cosa che è stata chiesta, riguardava la possibilità che il Consolato di Zurigo

potesse interfacciarsi e collaborare con la SAIG con lo scopo di collocare dei monumenti, anche nella sua circoscrizione consolare, in riconoscenza alle emigrazioni degli italiani in Svizzera.
Nel Cantone di Ginevra, difatti, da alcuni anni sono stati apposti, su iniziativa della SAIG e su specifica autorizzazione delle istituzioni locali, alcuni monumenti in ricordo dei sacrifici degli italiani in Svizzera.

Il Console Alaimo che è stato nominato Console Generale a Zurigo soltanto dallo scorso agosto, dopo aver dato il benvenuto e ringraziato la SAIG per la visita, ha riferito di essere ancora in fase di conoscenza di una realtà che comunque è molto ampia, complessa e molto vitale con spiccato spirito di iniziativa. Riconoscere il contributo dei nostri connazionali in questo Paese, continua Alaimo, è quasi un obbligo da parte del Consolato. Contributo alla sviluppo di questo paese che non è solo un contributo economico ma anche culturale, di costume, di enogastronomia, di qualità della vita. Ogni sforzo che vada, dunque, nella direzione di un riconoscimento svizzero di questo nostro ruolo storico, è un’iniziativa che deve essere sostenuta e promossa.

Molte le comunità di connazionali presenti nella sua circoscrizione consolare, come a San Gallo, Wintertour, Lucerna, città dove la presenza dei nostri connazionali è stata, ed è importante, e ciascuna ha titolo e diritto per avere un monumento che la celebri. E’ una cosa che si dovrà fare, come di prassi, di concerto con le istituzioni cittadine dei paesi ove questi monumenti potrebbero essere ospitati e insieme agli organi rappresentativi della comunità, quindi i COMITES (a Zurigo e a San Gallo). Insieme ai COMITES potrebbero venire avviate le operazioni di comunicazione con le istituzioni locali per far si’ che questi monumenti trovino una loro collocazione.

Successivamente è stato chiesto al Console, qual è la sua strategia organizzativa, atteso che è da poco arrivato a ricoprire questo ruolo a Zurigo e che da poco è stato soppresso il Consolato di San Gallo con un aumento di competenze a carico di Zurigo. Il Console ha risposto che molti e complessi sono i problemi dal momento che, facendo riferimento anche ai numeri, Zurigo copre buona parte della Svizzera tedesca, con circa 210.000 connazionali iscritti, una grande città italiana che vive fuori dai confini nazionali, e questo dà la misura dei servizi che devono essere gestiti. Peraltro il carico di lavoro, dopo la chiusura del Consolato di San Gallo, è aumentato moltissimo perché tutta la popolazione italiana che faceva capo là, è stata trasferita ora a Zurigo, senza che questo abbia, pero’ comportato un aumento degli organici.

 

Secondo poi, vanno promossi nuovi metodi di lavoro. Ad esempio utilizzando i canali telematici, informatici. Quindi il corrispondente consolare deve essere in condizione di interloquire con il Consolato con mezzi telematici per permettere uno scambio di documentazione e di informazioni. Altro aspetto è quello di razionalizzare le presenze consolari in queste realtà periferiche, quindi permettere al personale di muoversi, secondo un programma strutturato, andare a visitare le comunità di connazionali esistenti ed offrire dei servizi sul posto, per offrire un servizio in situazioni particolari.

Aumentare le comunicazioni attraverso mezzi telematici è un altro sistema. C’è un account twitter, un profilo Facebook, il sito del Consolato è molto ricco di informazioni. Sanno che c’è un problema non solo a Zurigo ma in tutte le realtà consolari. L’utente che chiama al telefono ha oggettive difficoltà di parlare con un operatore, momento che, secondo i dati statistici, in particolari momenti della giornata ci sono 400 telefonate in entrata ma una sola persona che può rispondere. Si deve necessariamente procedere per priorità, dunque. Rafforzare l’informazione telefonica, prevedendo piu’ persone al centralino, oppure assicurare i servizi allo sportello? La scelta è stata nella direzione di rafforzare i servizi allo sportello, dal momento che le informazioni possono essere raccolte anche attraverso altri canali.

15780807_1379129335471070_1614219735878215354_nAl Console è stato poi chiesto se le molte associazioni presenti a Zurigo possano concretamente rappresentare un mezzo di comunicazione con il Consolato e trasmettere la vicinanza delle istituzioni italiane ai concittadini lontani. Il Console ritiene che certamente tali comunità possano rappresentare un trait d’union. Esistono, continua, diversi tipi di comunità. Alcune piu’ attive, altre meno, ma ciascuna rappresenta il mantenimento delle nostre tradizioni, che molto spesso sono tradizioni regionali, localistiche e già questo è un ruolo di mantenimento di un’identità. Le comunità molto attive con il Consolato rappresentano anche degli ottimi canali di informazione. Il COMITES, come rappresentanza eletta, anche istituzionalmente è chiamata a farsi interprete delle esigenze della comunità. Lui stesso partecipa molto agli eventi delle associazioni, proprio per capire dalla voce dei connazionali che riesce a capire i problemi e le esigenze.

E, a proposito di questo, Carmelo Vaccaro ha affrontato il tema dell’emigrazione vecchia e nuova, delle diverse esigenze, delle diverse età e dei diversi contesti, sociali e storici, in cui si muovono gli emigrati, chiedendo come il Console pensa di organizzarsi per andare incontro a tutte queste diversificate ma egualmente importanti esigenze.

Il Console ha fatto, preliminarmente una differenza tra l’emigrazione storica, con la quale ci si misura in maniera tradizionale perchè la si conosce meglio e perchè si tratta di una comunità che è piu’ abituata a rivolgersi al Consolato. Poi esiste tutto un mondo di nuovi arrivi che invece sfugge completamente, semplicemente perchè i nuovi emigrati non si recano al Consolato, forse per mancanza di interesse o forse perché ritengono che il Consolato non sia di reale aiuto. Non ci sono dati ufficiali ma solo stime secondo le quali arriverebbero nella sola città di Zurigo almeno 100 persone al mese, che quasi mai si iscrivono all’AIRE. Si trattta di dati che arrivano dalla municipalità di Zurigo alla quale i nuovi arrivati si rivolgono piuttosto che annunciarsi al Consolato. A questa comunità loocale vengono richiesti corsi di lingua, orientamento professionale o assistenza, nel senso tradizionale se le cose non vanno bene.

La municipalità di Zurigo organizza un evento molto importante, nella metà del mese di dicembre, dedicata ai nuovi arrivati italiani, dando indicazioni di carattere informativo mirate proprio ai nostri connazionali.

L’ultima domanda, come anche per gli altri Consoli intervistati, ha riguardato la questione relativa alla possibile futura apertura di un tavolo di discussione tesa al miglioramento dell’attuale normativa sulle rappresentanze elette all’estero (CO.MI.TES e CGIE) per meglio adattarla alle moderne esigenze degli italiani residenti all’estero e per fare in modo che tale rappresentanza sia presente in maniera più uniforme e meglio distribuita. La problematica sarebbe capire se le rappresentanze in Svizzera potrebbero, secondo il suo parere, collaborare ad una tale riforma dando l’impulso affinché le parti interessate e competenti possano arrivare una normativa più adeguata.

Il Console ha innanzitutto ricordato che la normativa sulla rappresentanza ha visto tre momenti, tre leggi che si sono succedute negli anni e che indubbiamente hanno creato un impianto che potrebbe in effetti presentare degli aspetti non coerenti.

Quindi abbiamo i Parlamentari nazionali eletti da tutta una circoscrizione europea, abbiamo i rappresentanti di ciascuna circoscrizione consolare e poi c’è un organismo intermedio che è il CGIE. Questo è già un argomento di discussione la quale la rete consolare puo’ dare un suo contributo di riflessione laddove si organizzasse un tavolo di discussione si Consolati sarebbe di certo ben lieti di dare il loro contributo.

CAL.TEVA

Nella prima candelina del Gruppo Genitori Ginevra, Assemblea Generale e festa di Natale per grandi e piccini.

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Lo sguardo stupito e la faccia di chi proprio non se lo aspettava. Babbo Natale ha regalato momenti d’incredulità ai tanti bambini presenti sabato, 10 dicembre, all’Assemblea Generale e festa di Natale organizzata dal Gruppo Genitori Ginevra, per festeggiare il suo primo anno di vita.

Dalla mattina fino al tardo pomeriggio, i locali della Missione Cattolica Italiana hanno ospitato tanti bambini e i loro genitori. Tra atelier per realizzare disegni con la pasta e alberi di Natale verde cartoncino, tavoli colmi di disegni da colorare e truccabimbi, non sono mancati momenti dance con il maestro di zumba che, per oltre un’ora ha fatto ballare tutti, grandi e piccoli.

Nel corso della giornata, mentre i piccoli si dilettavano tra danze e atelier, i grandi si sono ritagliati un momento di relax, grazie all’incontro “Genitori senza stress”, della psicoterapeuta Barbara De Angelis.

La festa di Natale è stato il modo di festeggiare un anno dell’associazione Gruppo Genitori Ginevra, che vuole promuovere la lingua e cultura italiana, riunendo e unendo le famiglie italiane che vivono sul territorio cantonale. Associazione nata, o meglio, rinata, per creare un collegamento diretto con il Consolato Italiano e promuovere la bellezza della nostra lingua e la vastità della nostra cultura che, soprattutto i bambini, rischiano di non scoprire, vivendo in un Paese straniero.

15284181_1366853676698636_2139838815201306182_nL’associazione, creata da quattro giovani famiglie italiane, pone le basi della sua attività su tre grandi temi: ImpariAMO, sezione di laboratori didattici per bambini e corsi di lingua e cultura italiana; leggiAMO, dove sono realizzati incontri di lettura di favole e storie, ovviamente in lingua italiana e incontriAMO, sezione dedicata ai grandi con eventi per conoscersi e conoscere meglio la cultura italiana. Già in questo primo anno di attività, sono stati numerosi gli appuntamenti realizzati, soprattutto per i più piccoli, come i corsi del “Piccolo pizzaiolo” e il Piccolo Casaro”, gli incontri di letture e lo spazio dedicato alla poesia. Per non parlare delle feste, tra cui quella organizzata per la Festa della Repubblica e il Carnevale. Per il 2017 l’agenda è giù piena zeppa di nuovi e interessanti appuntamenti: per i più piccoli, la conferma degli atelier già realizzati con l’aggiunta di quello dedicato alla fotografia. Non mancheranno le storie raccontate in lingua italiana e nuovi eventi dedicati alla genitorialità.
L’associazione “Gruppo Genitori Ginevra” (GGG) può contare sull’appoggio di numerosi partner, tra cui il Liceo bilingue Pareto di Losanna, il Com.It.es, l’associazione culturale “A riveder le stelle” e la SAIG. Quest’ultima tra l’altro è stata ospite durante l’assemblea del GGG, nella persona del suo Coordinatore, Carmelo Vaccaro. La festa di Natale dello scorso sabato 10 dicembre, ha visto il suo culmine proprio con l’arrivo di Babbo Natale, che ha distribuito doni e sorrisi a tutti i bambini presenti.

Un bellissimo evento, per augurare un sereno Natale a tutte le famiglie italiane di Ginevra e darsi appuntamento per un 2017 ricco di tante nuove esperienze da fare insieme.

Paola Proietti
Socia Gruppo Genitori Ginevra

Entusiasmi e tradizioni alla festa natalizia del Corso di cucina della SAIG

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15420954_1361648600552477_3172312997434766903_nNumerose le emozioni che si sono succedute, lo scorso 15 dicembre, in occasione della festa natalizia del Corso di cucina della SAIG. L’arrivo festoso e festante delle assistenti cuoche, ha dato inizio ad un corso di cucina particolare, guidato con maestria dai cuochi della serata, Giuseppe Mirabella e Pietro Toro, catanesi doc, inviati dal Ristorante “I Siciliani”, per un’esibizione magistrale della realizzazione dei famosi arancini.

A seguire, è stato proposto un festival di dolci nel quale erano rappresentate alcune regioni italiane. Il tutto accompagnato da vini e prosecco rigorosamente italiani.

Per questo evento di fine anno, sono stati invitati alcuni amici della SAIG e i famigliari dei frequentatori del Corso. Dopo i meritati complimenti per la riuscita della cena, con il contributo culinario di tutti le allieve del corso di cucina, sia pur con qualche giorno di ritardo, i dirigenti SAIG hanno voluto, inoltre, approfittare dell’occasione per ricordare l’evento storico ginevrino dell’Escalade. La spaccatura della marmitta, come vuole la tradizione, è stata eseguita, dal responsabile dei Corsi d’informatica, Bruno Labriola e dal Presidente dell’Ass. Lucchese, Menotti Bacci, responsabile del Corso di Cucina.

15590851_1361649620552375_1452465893018307596_oUna serata pienamente riuscita e trascorsa in allegria, all’insegna delle diverse culture regionali, espresse attraverso la degustazione dei nostri piatti tipici, e del desiderio di stare insieme e ricordare sempre alcuni dettagli delle nostre città di provenienza, piccoli e insignificanti in apparenza ma profondamente significativi nella loro essenza.

Il primo appuntamento al Corso di Cucina della SAIG 2017 è stato fissato giovedì 26 gennaio per iniziare un nuovo anno pieno di allegria, di amicizia ed emozioni.

 

 

La SAIG accoglie un folto pubblico di connazionali alla Conferenza sulle amnistie fiscale e sociale

La sera dello scorso venerdì 2 dicembre, la SAIG ha organizzato, nella Salle des Fêtes de Lignon, una conferenza dedicata all’amnistia fiscale ed alla nuova normativa penale riguardante la truffa agli enti assistenziali entrata in vigore dal 1 ottobre 2016 (cosiddetta amnistia sociale).

A fare da relatori, Marinella De Nardin Lugand, Direttrice del Servizio delle prestazioni complementari, e l’Avv. Alessandra Testaguzza, consulente legale della SAIG, da tempo impegnata proprio su questi temi.

Molte le persone che hanno presenziato alla conferenza e che hanno posto diverse domande ad entrambi i relatori.
La Dott.ssa De Nardin ha spiegato come il sistema di assistenza sociale sia stato uno dei migliori strumenti introdotti nello stato di diritto nella storia recente europea, in quanto dà la possibilità a tutti i contribuenti più bisognosi, di essere assistiti dallo Stato, qualora ve ne fosse la necessità. Naturalmente, però, perché questo sistema funzioni è necessario che venga utilizzato come strumento di bilanciamento delle differenze sociali e, soprattutto, che venga utilizzato in modo corretto e rigoroso soltanto da e per coloro che ne abbiano un effettivo bisogno.

In questo senso va la riforma del codice penale svizzero che ha introdotto il reato di truffa agli enti assistenziali per punire coloro che approfittino delle casse sociali pubbliche senza averne il diritto. E, dunque, chi abbia richiesto ed ottenuto aiuti sociali omettendo di dichiarare tutto il proprio patrimonio, esistente in Svizzera o in altri paesi, oggi sarà perseguito penalmente e subirà anche l’espulsione per un periodo di tempo che va dai 5 ai 15 anni.

Il cantone di Ginevra, come anche ribadito dalla Dott.ssa De Nardin, è l’unico in Svizzera ad aver debitamente informato tramite lettera tutti coloro che beneficiano di aiuti sociali e ad aver predisposto una sorta di “paracadute” prevedendo un breve periodo di tempo (fino al 31 dicembre 2016) per poter inviare una domanda di regolarizzazione agli enti assistenziali ed evitare, in questo modo, il procedimento penale e l’espulsione. Il Consigliere di Stato Mauro Poggia, difatti, ha stilato un accordo con il Procuratore generale, in modo che non apra alcuna indagine fino al 1 gennaio del 2017. Attenzione, però, la domanda di regolarizzazione non eviterà la possibile restituzione del denaro incassato.

Alcune persone presenti hanno chiesto alla Dott.ssa De Nardin cosa accade nel caso in cui gli immobili dei beneficiari di aiuti sociali siano stati donati ai discendenti e la Direttrice ha risposto che la normativa prevede che in caso di donazione il bene continua ad essere considerato come facente parte del patrimonio del donante e, quindi, può rappresentare una garanzia per gli eventuali crediti maturati nei confronti degli enti assistenziali da parte della persona che ha deciso di spogliarsi volontariamente e a titolo gratuito dei propri beni. Non è prevista alcuna prescrizione e, quindi, il bene verrà sempre considerato ancora di proprietà del donante. Soltanto la vendita mette al riparo da questa ipotesi.

Altre domande sono state poste al fine di meglio comprendere in che modo il servizio di prestazioni complementari procede al calcolo dell’ammontare degli aiuti da erogare. La De Nardin ha fatto presente che esiste una franchigia che viene utilizzata per calcolare la base da cui partire. Tale franchigia si sostanzia in una somma predefinita che varia a seconda che gli aiuti debbano essere erogati ad una persona che vive da sola oppure in coppia oppure in presenza di figli. Per una persona sola la franchigia ammonta a 37.500 franchi; per una coppia 60.000 e per ogni figlio si aggiungono 15.000 franchi. Ecco, allora, che se si ha un patrimonio stimato in 100.000 franchi, per una coppia si sottrarranno 60.000 e rimarrà la somma di 40.000 dalla quale partire per il calcolo degli aiuti.

L’Avv. Testaguzza, dal canto suo, ha risposto alle domande sull’amnistia fiscale, precisando che ancora per tutto il 2017 si potrà approfittare di questa opportunità offerta dalle autorità fiscali svizzere per regolarizzare la propria situazione fiscale.

Prendendo spunto proprio da questo argomento, la SAIG (unica entità associativa italiana a diffondere nel cantone di Ginevra ed oltre, da più di un anno, senza scopo di lucro, in maniera costante e capillare un’informazione completa e, soprattutto, di provenienza istituzionale) fa presente di non condividere affatto le posizioni che alcuni stanno prendendo a proposito delle molteplici attività di informazione messe in campo per permettere di rendere consapevoli il maggior numero di contribuenti possibile circa i benefici ed i rischi dell’amnistia stessa. La SAIG e l’Avv. Testaguzza, difatti, restano convinti che un’adeguata informazione sia l’unica strada percorribile giudicando irresponsabili coloro che diffondono notizie destituite di fondamento che tendono a dissuadere i contribuenti dall’autodenunciarsi. La trasparenza fiscale è un obbligo ben preciso che i contribuenti tutti dovrebbero rispettare, indipendentemente dalle possibili sanzioni che le varie normative prevedono. I servizi che lo Stato predispone e di cui tutti godiamo, vengono finanziati con la giusta e doverosa contribuzione di tutti, nessuno escluso. Alcuna scusa può essere utilizzata per sottrarsi a quello che è un preciso dovere civico. Non si può assolutamente sostenere o consigliare di non avere fretta ad autodenunciarsi, contando sul fatto che forse il segreto bancario verrà mantenuto o che magari il Tribunale Federale fra qualche tempo interpreterà questa amnistia in modo tale da sollevare da oneri ulteriori i contribuenti. Pagare le imposte è un principio che va al di là delle sanzioni o dell’incertezza se denunciare tutti i propri beni o meno. Le tasse si devono pagare. Punto. Chi dice il contrario o instilla dubbi fa del male alla res publica e, quindi a tutti noi e non fa altro che fornire ulteriori scuse agli evasori. Perché sì. Di evasori si tratta.

Detto questo, per tornare alla conferenza, gli strumenti per evitare i problemi più grandi e aiutare, nonostante tutto, coloro che finora hanno ignorato o eluso il proprio dovere civico ci sono. Approfittiamone dunque, e regolarizziamo le situazioni a beneficio nostro, dei figli e della comunità tutta.

La Redazione de “La Notizia di Ginevra”

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L’Escalade: un evento patriottico ricorrente e molto sentito

L’Escalade deve il suo nome all’assalto, per mezzo di scale di legno smontabili, delle mura della città di Ginevra da parte delle truppe del Duca di Savoia durante la notte tra l’11 ed il 12 dicembre 1602. Ogni anno a dicembre, la Festa dell’Escalade commemora la vittoria di Ginevra tra umorismo e tradizioni.

La storia ci insegna che nel 1602 Ginevra, repubblica prospera e ricca, attira l’avidità dei savoiardi. Carlo Emanuele primo, infatti, progetta di rendere Ginevra la sua capitale al Nord delle Alpi e di lottare contro il calvinismo con l’appoggio del papa Clemente VIII, malgrado « una pace giurata e stragiurata ».
Così, la notte tra l’11 ed il 12 dicembre 1602, una delle più scure dell’anno, una truppa di 2000 soldati sbarca a sorpresa. Arrivati a Plainpalais, i mercenari scalano le mura che circondano la città. E’ per questa ragione che la commemorazione porta il nome di «Escalade».

I Ginevrini sentendosi accerchiati e in pericolo, si armano di coraggio ed escono vittoriosi da questa battaglia

L’allerta cominciò alle 4 :30 con un colpo di moschetto lanciato da una sentinella. La Clémence, campana della Cattedrale di Saint-Pierre, fece partire l’allarme, seguita da tutte le campane del monumento. I cittadini, armati di coraggio e di alabarde, uscirono a difendere la città affiancando la milizia borghese e la guardia dei soldati. Tutti i mezzi sono buoni per combattere il nemico.

La battaglia è fu dura, ma i Ginevrini coraggiosamente difesero la loro città e gli esempi del loro valore sono numerosi, in particolare si sottolinea, nella storia, il coraggio della Mère Royaume, madre di famiglia di una numerosa prole, che, salita sulle mura della città, ha versato sulla testa di un Savoiardo il contenuto della sua marmitta piena di zuppa.

I Savoiardi avrebbero probabilmente ottenuto la vittoria se avessero potuto far saltare la porte Neuve secondo i loro piani. Ma Isaac Mercier glielo impedì facendo cadere i cancelli e sbarrando così il passaggio alle truppe in massa.

I nemici ripartono a mani vuote e lasciarono indietro 54 soldati. Alle prime ore del giorno, i Ginevrini contarono 18 morti e si radunarono nei santuari, sotto la guida di Théodore de Bèze.
Nel 1603, il trattato di Saint-Julien segnerà la fine delle ostilità. Le corti europee appoggiarono questo processo di pace. Ginevra si vanterà, tra l’altro, del sostegno del re di Francia Enrico IV che aveva firmato l’Editto di Nantes, della corte d’Inghilterra, e del Duca di Wurtemberg.

Veniamo ai tempi nostri. La festa commemorativa storica ricorre la seconda domenica di dicembre di ogni anno.

La celebrazione annua di questa festa – sotto diverse forme – fa parte delle tradizioni viventi (Unesco) della Svizzera.
Altro evento festivo, la celebre corsa dell’Escalade, nella città vecchia, ha luogo a inizi dicembre e riunisce numerosissimi partecipanti di tutte le età.

Come già citato, nella notte tra l’11 ed il 12 dicembre 1602, la città di Ginevra è stata attaccata dai soldati savoiardi che hanno tentato di scalare le mura. Il Duca di Savoia, che aveva perso il suo antico possesso di Ginevra, tenta di riconquistare la città.

A partire dall’anno successivo, i Ginevrini onorano e celebrano la vittoria della Città sul nemico. Un grande corteo commemorativo composto da 600 ginevrini, che raffigurano personaggi in costumi d’epoca, assieme a cavalli e armi di quel periodo, sfila per le strade della città vecchia, le vie basse, e il quartiere di Saint-Gervais e sulle due rive del Rodano, alla luce di torce e fiaccole.

Non mancano personaggi storici o leggendari come la Mère Royaume con la sua marmitta. Di fatti,
in suo omaggio, dal 1881, delle marmitte di cioccolato, decorate con lo stemma ginevrino e riempite con piccoli petardi e verdure di marzapane, sono esposte, ogni anno in questo periodo, al pubblico che può acquistarle. Inoltre, la marmitta è rotta tradizionalmente, dopo aver formulato la frase rituale: «Ainsi périssent les ennemis de la République!», cosi periscono i nemici della Repubblica, dalle mani unite del più giovane e del più anziano dei presenti.

Durante le soste del corteo, ripetutamente, un araldo a cavallo legge il proclamo annunciando la vittoria sugli invasori. Arrivati alla Cattedrale di Saint Pierre, i partecipanti intonano qualche canto patriottico e la cerimonia si conclude con un grande falò.

Questa animazione molto particolare fa del Corteo dell’Escalade la più importante ricostruzione storica gratuita di tutta l’Europa.

Quest’anno alla tradizionale festa tenutasi domenica 11 dicembre, su invito delle autorità ginevrine, erano presenti il Presidente della Confederazione Johann Scheider-Ammann e le autorità di Stato del Cantone di Basilea in corporeo. Immancabile la Basler Verein Genf, (l’Associazione dei basilesi di Ginevra, che forma un gruppo di 35 pifferai e tamburai di Basilea e che partecipa ogni anno da 50 anni.

Un corteo di grande spessore storico culturale, di cui migliaia di ginevrini sono riuniti durante il percorso dove sfilano per la gioia dei grandi e dei piccoli. Un evento che viene piacevolmente sentito in maniera patriottica.

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Alla Festa sociale dell’Associazione Lucchesi nel Mondo arriva “Babbo Natale”

L’Associazione dei Lucchesi nel Mondo di Ginevra continua a mantenere alti i colori della Regione Toscana, programmando ed eseguire, con professionalità, le loro attività di sociali che volgono a rappresentare quelli che sono le tradizioni lucchesi e toscani.

Dopo il fitto programma annuale con due viaggi culturali, un pic-nic e due feste sociali, l’Associazione Lucchesi nel Mondo ginevrina, chiude il suo programma annuale con la piacevole esperienza ben organizzata “Festa di Natale”, tenutosi il 10 dicembre, nella sala della scuola di Vernier Place a Vernier, grazie alle capacità propositive ed organizzative del suo Presidente Bacci Menotti e del suo comitato. Il gruppo associativo toscano, nella realizzazione d’eventi e delle diverse iniziative, suscitando il continuo interessante, non solo quindi della comunità lucchese, ma anche di quella italiana nel Cantone ginevrino.

La solita folta presenza di soci e simpatizzanti ha partecipato con grande fermento, alla buonissima cena, durante la quale si è voluto stare vicino ai nostri connazionali del centro Italia, colpiti dal recente sisma, proponendo rigatoni all’amatriciana.

Il rappresentante consolare, Cinzia Mattoccia e alcuni presidenti e rappresentati di altre realtà associative italiane presenti sul territorio ginevrino, hanno desiderato partecipare per portare ai membri dell’Associazione Lucchese il saluto loro personale e dei propri associati e formulare gli auguri per le feste di fine anno.

Una serata danzante dove Franco Mazzola e Carmelo Capra, che formano “ Il Duo di Casa Nostra”, hanno incantato con la loro travolgente musica i lucchesi, toscani e simpatizzanti presenti in sala richiamando alle danze gran parte degli ospiti. Il momento più emozionante della serata è senz’altro stato l’arrivo di Babbo Natale, reclamato, sulle note del Duo, dal dolce richiamo cantato di tutti i bimbi presenti. Ad ognuno di loro, Babbo Natale ha regalato un dono, tirato fuori dal suo gran cesto in vimini.

Il Presidente Menotti Bacci ha fatto continuare la festa, fino al momento della lotteria, con in palio grandi premi, invitando tutti a partecipare, il prossimo 4 febbraio data in cui inizieranno le attività dell’Associazione per il 2017, al carnevale lucchese, in occasione del 43esimo anniversario dell’Associazione Lucchesi nel Mondo. Il Presidente Bacci ha infine ringraziato tutti coloro i quali, con la loro allegria e viva partecipazione, hanno fatto sentire più forte nell’aria, l’atmosfera del vicino Natale.

Un sodalizio, quello dei lucchesi del Cantone di Ginevra, che si rinnova da più di quarant’anni a dimostrazione della saldezza della più anziana comunità italiana presente nel Cantone di Ginevra.

Carmelo Vaccaro

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