La Notizia Marzo 2020
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Negli ultimi mesi tutto il mondo si è ritrovato a dover combattere contro un’epidemia senza precedenti ai giorni nostri. Il nuovo Coronavirus, SARS-Cov-2, che da la malattia denominata COVID-19 dall’OMS.
Dopo la Cina, che è stato il primo paese ad esserne attaccato, in Europa l’Italia ha il triste primato di essere stato il primo paese a doverlo combattere. Una guerra che sta tuttora impegnando soprattutto il nord Italia. Lombardia, Veneto ed Emila-Romagna in testa. Moltissime ed inaspettate le morti. Immagini rimbalzate in tutti i telegiornali del mondo che mai avremmo voluto vedere. File e file di automezzi militari che nottetempo portano le bare fuori dal cimitero di Bergamo (che non ha più’ disponibilità) verso altre regioni per essere cremate. Innumerevoli famiglie che piangono i loro morti che non hanno potuto confortare né salutare nel momento della dipartita da questo mondo, intubati ed alla presenza di esausti operatori sanitari che, pure, hanno fatto di tutto per salvarli.
Medici ed infermieri che recano sul volto i segni sanguinanti delle mascherine e degli occhiali che sono costretti ad indossare per molte, troppe ore al giorno per proteggersi dal contagio e ferite sulle mani provocate dai troppi e continui lavaggi e disinfezioni. Infermieri crollati sulle tastiere dei PC dopo turni massacranti in corsia.
L’iniziale incredulità a volte anche irridente, da parte degli altri paesi europei, Spagna, Francia, Germania e Gran Bretagna e degli Stati Uniti, che, nonostante avessero sotto gli occhi la cronaca quotidiana che proveniva dal nostro paese, con la conta dei nuovi contagiati e dei deceduti, non hanno preso contromisure atte a rallentare o a fermare i contagi. Oggi si trovano anche loro a combattere la stessa battaglia, con le medesime difficoltà e a dover fare la conta di chi non ce la fa. Ecco, allora, che anche i grandi colossi cominciano a vacillare, le grandi potenze del mondo si stanno rendendo conto che questa epidemia non rispetta le frontiere, i confini, i muri tra uno stato e l’altro. Arriva ovunque, senza chiedere permesso, senza doversi integrare o dimostrare di avere una capacità reddituale o una professione per poter essere accolto. E’ un virus democratico, attacca tutti, senza distinzioni, facendoci comprendere che no, non eravamo preparati a quello che ci sta offrendo. Anche i migliori sistemi sanitari al mondo tremano e sono portati all’estremo e fino elle estreme conseguenze.
E’ un virus aggressivo, estremamente infettante che sta costringendo tutti a dover rispettare un distanziamento sociale per poter frenare la progressione esponenziale dei contagi. E stiamo assistendo a scene che non avremmo mai pensato di dover vedere: assalti ai supermercati, con svuotamento degli scaffali e atteggiamenti aggressivi tra persone e persone per accaparrarsi i prodotti di prima necessità, come se si temesse un periodo di carestia.
Disobbedienza alle ordinanze stringenti messe in campo dai diversi Governi che obbligano la gente a rimanere in casa e a non diffondere il contagio. E siamo testimoni di quanta gente non capisce o fa finta di non capire oppure che non è interessata alla propria ed alla salute degli altri, che continua a recarsi, senza una giustificata necessità, in luoghi pubblici. Il motivo? Veramente sconfortante: “non posso stare tutto il giorno a casa, neanche fossi agli arresti…”. Questa gente forse non ha ben compreso che, in fondo, ci hanno detto che dobbiamo rimanere in casa, nella nostra casa, comodamente sprofondati nei nostri divani, a riposarci, a leggere dei bei libri e ad ascoltare della buona musica consapevoli di fare la nostra parte dall’altra parte della barricata rispetto a tutti coloro che, invece, la loro parte la fanno a stretto contatto con i malati, rischiando con abnegazione la loro vita pur di salvare quella dei moltissimi sconosciuti che ad ogni momento arrivano negli ospedali con gravissime difficoltà respiratorie e che avranno bisogno di essere attaccati ad un respiratore per sperare di sopravvivere.
Non tutti ce la fanno, purtroppo. La maggior parte dei decessi sono per gli over 70, ma ci sono anche molti casi sotto ai 30 anni. E che dire delle forze dell’ordine, impegnate in strada ad elevare multe a tutti quelli che escono, nonostante tutto e fregandosene di tutti, per prendere una boccata di aria o il sole in spiaggia, tutti ammassati. Corpi belli pronti per dare al virus altra vita, da un organismo all’altro, per permettergli la sua corsa verso la sua vita e la nostra morte.
E poi c’è la Protezione civile, in campo per il nostro bene, i volontari, compresi anche quelli che motu proprio, si offrono per fare la spesa o reperire i medicinali alla nonnina del palazzo che non può’ uscire. Ecco, se avete tanta voglia di uscire, almeno, rendetevi utili: andate a fare qualcosa per gli altri. Sarete in giro tutto il giorno, all’aria fresca e non a riposarvi nel vostro salotto, al sicuro. C’è tanta gente là fuori che ha bisogno di un servizio, di una parola, di un pasto caldo da consumare in una mensa perché una casa neanche ce l’ha.
Ognuno deve fare la propria parte. Conosciamo a fondo questo concetto? “Fare la propria parte”. Se non lo conosciamo forse sarebbe il caso di andarsi a leggere (o rileggere) la Favola del colibri’ che spiega con parole semplici il significato di quello che dovremmo fare in una situazione come quella che stiamo vivendo.
Quando tutto finirà, perché finirà, prima o poi, ci lascerà dei grossi problemi economici. Molti dovranno ricominciare senza risorse, molti si ritroveranno disoccupati. Ci sarà da ricostruire e da riconquistare, compreso il piacere di stare insieme. Il paragone con una vera guerra è molto calzante, ma ci sta facendo capire che si potrà vincere solo tutti insieme. Solo se collaboreremo, tutti quanti, potremo uscirne in breve tempo. La comunità scientifica, questo, lo ha capito molto bene. I ricercatori di tutto il mondo stanno collaborando per cercare una medicina che possa curare ed un vaccino che possa salvare. I cittadini comuni lo hanno capito meno, ma ci stiamo arrivando. Finalmente la consapevolezza che, in fondo, ci troviamo tutti sotto allo “stesso tetto”, la nostra Terra, il nostro Mondo, sta iniziando a fare breccia nel cuore e nell’anima di tutti coloro che finora si sono schierati solo da una parte, che hanno sfruttato tutto quello che potevano senza pensare agli altri, che hanno inquinato, rubato energia, riempito altri posti di ogni genere di materiali tossici, mortali, nella stupidità di pensare che allontanando da noi quello che sapevamo avrebbe fatto del male ad altri, non ci si sarebbe ritorto contro, un giorno. Ebbene, quel giorno è arrivato. Quel giorno è oggi. Il giorno in cui la Terra ci presenta il conto, salato, inaccettabile, doloroso, ma coerente e giustificato. Il giorno in cui tutti ci siamo dovuti fermare dalla nostra folle corsa verso la ricerca della ricchezza, del benessere a tutti i costi, ma in verità verso la distruzione della nostra Casa Comune.
Purtroppo ci voleva questa terribile epidemia per far capire all’uomo che niente gli appartiene ma che gli viene concesso in prestito perché ne faccia buon uso e miglioralo affinché le nuove generazioni possano goderne appieno in futuro, fiere di un’eredità intatta che gli permetta di vivere in armonia.
Tante le domande che ci sfiorano la mente. Una su tutte: noi cosa avremmo fatto di diverso e di migliore al posto di quanti ci hanno governato e deciso per noi?
Il Consiglio di Stato si è riunito in sessione straordinaria venerdì mattina. Ha preso nuove decisioni relative alla situazione eccezionale creata dalla lotta contro la diffusione del virus COVID-19.
Annullamento del voto popolare del 17 maggio 2020
Le misure necessarie per arginare la diffusione di COVID-19 hanno conseguenze concrete per l’esercizio dei diritti politici. In seguito alla decisione del Consiglio federale di rinunciare al voto popolare federale fissato per il 17 maggio 2020, il Consiglio di Stato ha deciso di rinunciare al voto cantonale fissato lo stesso giorno.
La possibilità per i cittadini di esprimere liberamente la propria opinione e determinare la propria scelta con la piena conoscenza dei fatti è una condizione sine qua non per un voto popolare per poter avere luogo correttamente. Ciò richiede in particolare che una campagna possa essere condotta dai vari attori coinvolti. Tuttavia, questo è attualmente impossibile a causa del divieto di sessioni informative e manifestazioni pubbliche a seguito dell’epidemia di COVID-19.
Pertanto, il voto popolare cantonale
• sull’iniziativa popolare 172 “Zero perdite: garantire risorse pubbliche, benefici e creazione di posti di lavoro”;
• sull’iniziativa 173 “23 frs, quello è un minimo”;
• sulla legge costituzionale che modifica la costituzione della Repubblica e del Cantone di Ginevra ( Aiuto domiciliare garantito per tutti) del 18 ottobre 2019;
• sulla legge costituzionale che modifica la costituzione della Repubblica e del Cantone di Ginevra ( Presidenza del Consiglio di Stato e dipartimento presidenziale ) del 21 novembre 2019;
• sulla legge che modifica la legge di attuazione della legislazione federale sulla circolazione stradale del 12 settembre 2019.
Avverrà in un momento successivo, ancora da stabilire.
Sospensione dei termini per i diritti politici
Quale proroga dell’ordinanza emanata oggi dal Consiglio federale, il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere temporaneamente i termini per la raccolta delle firme e l’elaborazione delle iniziative popolari e delle richieste di referendum in corso. Tiene quindi conto del fatto che le restrizioni ai movimenti imposte dalle misure per combattere il COVID-19 rendono impossibile la raccolta di firme nello spazio pubblico.
Continuazione del secondo turno delle elezioni comunali
Dopo aver effettuato un nuovo esame approfondito, tanto legale, politico quanto operativo, il Consiglio di Stato ha deciso di mantenere il secondo turno delle elezioni comunali, previsto per il prossimo 5 aprile. Tuttavia, la procedura sarà adattata. Gli elettori potranno votare per posta, gratuitamente, come sempre. Saranno inoltre in grado di depositare la loro busta elettorale sigillata al servizio elettorale venerdì 3 aprile e sabato 4 aprile dalle 9:00 alle 16:00 e domenica 5 aprile dalle 9:00 alle 12:00 Inoltre, il personale chiamato a contare le schede sarà soggetto a misure di protezione speciali.
Il Consiglio di Stato ritiene che sia necessaria la continuità tra due turni della stessa elezione. A seguito della campagna per il primo turno, la popolazione è già a conoscenza dei programmi del partito e delle proposte dei vari candidati. Ha avuto l’opportunità di interagire con loro in numerose occasioni. Contrariamente alla situazione prevalente per le elezioni del 17 maggio 2020, tutti hanno già potuto esprimere la propria opinione.
Il Consiglio di Stato è consapevole del fatto che le condizioni per un dibattito democratico e popolare sono speciali. Il rinvio di questo secondo turno porterebbe tuttavia problemi significativi dal punto di vista istituzionale. Implicherebbe un rinvio del mandato di alcuni dirigenti attualmente in carica, che non sarebbero stati costituiti alla fine del primo turno o per tacita elezione nel secondo. Inoltre, i magistrati eletti nel primo turno o tacitamente nel secondo appartenenti a un dirigente che non è completamente costituito non sarebbero in grado di sedere dal 1 °Giugno 2020. Dal punto di vista istituzionale, questa soluzione è difficile da prevedere, a rischio di provocare situazioni insolubili, che il Consiglio di Stato desidera evitare. Questa osservazione è tanto più necessaria in quanto i magistrati delle comuni hanno un ruolo preponderante da svolgere nella lotta contro COVID-19.
Misure di emergenza economica
Previa concessione della RHT da parte della Confederazione, il Cantone di Ginevra istituirà un prefinanziamento tramite la perdita di indennità di guadagno (APG). A tal fine, una “task force” composta dal Cantone e dai fondi di compensazione deciderà cosa dovrebbe essere pagato ai lavoratori autonomi.
Per alleviare il problema della liquidità delle società del Cantone, il Consiglio allargato ha rafforzato i servizi della Fondazione di assistenza alle imprese (FAE), autorizzando quest’ultima ad aumentare l’importo delle sue garanzie fino a 95 milioni di franchi . Inoltre, un accordo (“Memorandum of Understanding”) è stato firmato il 16 marzo 2020 dai principali istituti bancari locali, la FAE e il DDE. L’impegno assunto dalla Banca cantonale di Ginevra, Raiffeisen, UBS e Credit Suisse, mira a facilitare e accelerare le procedure per l’ottenimento di prestiti garantiti.
Un emendamento alla legge sugli aiuti alle imprese (LAE; I 1 37) ora consente alla FAE di utilizzare una linea di credito di 50 milioni di franchi e quindi di rispondere immediatamente alle esigenze di liquidità delle imprese, dei lavoratori autonomi, associazioni e qualsiasi altra forma legale che è temporaneamente a corto di liquidità per motivi eccezionali. Durante la riunione del 18 marzo 2020, il Consiglio di Stato ha deciso di liberare un primo importo di 10 milioni di franchi da questa linea di credito. Funzionalmente, sono stati elaborati regolamenti per definire le condizioni e i criteri di ammissibilità per la concessione di finanziamenti.
È stato creato un modulo interattivo per l’elaborazione delle richieste di finanziamento e il sito Web AWF è stato completamente riprogettato per soddisfare le esigenze. Anche il numero di documenti richiesti per la preparazione del fascicolo è stato ridotto e, per accelerare il trattamento dei fascicoli, l’obbligo di produrre un recente estratto dalla procura è stato sostituito dal consenso del richiedente. Oltre alle nuove risorse assegnate alla FAE in termini di garanzie e prestiti, quest’ultima ha deciso di sospendere immediatamente gli ammortamenti richiesti in circostanze normali affinché le società possano beneficiare del sostegno finanziario. Da venerdì 13 marzo 2020, l’AWF ha identificato 615 richieste da parte di società potenzialmente richiedenti un prestito. Tra queste richieste, Sono stati inviati 100 file e sono attualmente in fase di revisione. In questa fase, stanno per essere finalizzati 4 file, il pagamento dell’anticipo di liquidità deve intervenire il prima possibile.
Come l’accordo firmato con la comunità bancaria, un altro “Memorandum of Understanding” è stato firmato il 19 marzo 2020 dalla comunità immobiliare e dalla DDE. L’impegno assunto dall’Unione svizzera dei professionisti del settore immobiliare (USPI) e dalla Camera dei beni immobili di Ginevra (CGI) consiste nell’esaminare le richieste di differimento degli affitti commerciali, un onere fisso che può rivelarsi significativo a seconda del tipo di attività economica – imprese e liberi professionisti, e per riferire inquilini commerciali in difficoltà al sistema di supporto alle imprese e più specificamente all’AWF.
Al fine di garantire la continuità dei servizi di fornitura per la popolazione e sostenere le strutture pubbliche che non possono più accogliere i clienti, la Société des Cafetiers Restaurateurs Hôteliers de Genève (SCRHG) è stata incaricata di accelerare la digitalizzazione dell’offerta di ristoranti e sviluppare la propria capacità di consegna a domicilio. Questo mandato consiste nel supportare l’integrazione dei ristoranti (creazione di un account, messa in linea dei menu, fotografia di piatti, ecc.) Che lo desiderano su una o più piattaforme di consegna a domicilio di Ginevra, che si impegnano a offrire i costi. affiliazione a ristoranti e, per quanto possibile, ridurre i costi di consegna e / o le loro commissioni.
Un altro approccio per rafforzare le capacità di consegna a domicilio e digitalizzare il commercio al dettaglio di Ginevra, in stretta collaborazione con l’industria dei taxi, è in via di definizione.
Al fine di guidare le aziende di Ginevra e i lavoratori autonomi nel modo più efficiente possibile nelle loro richieste di sostegno legate alla crisi del coronavirus, lo Stato ha istituito un “chatbot”, in grado di rispondere in modo più rapido e preciso a query. Questo “agente conversazionale” viene a rafforzare la hotline (022 388 34 34) attiva per più di una settimana.
Applicazione dell’ordine 02
Il Consiglio di Stato ha inoltre adottato misure per armonizzare le norme federali e cantonali e per facilitarne l’entrata in vigore.
Il Consiglio di Stato ricorda, in conformità con le restrizioni federali del 17 marzo 2020, che sono vietate manifestazioni o incontri pubblici o privati che riuniscono più di 5 persone.
Le aziende autorizzate a continuare le proprie attività devono garantire la protezione dei propri dipendenti e il rigoroso rispetto delle norme di igiene e distanza sociale. I dipendenti non hanno bisogno di un certificato medico prima del decimo giorno di assenza. La conformità alle norme sarà verificata dalle autorità sanitarie che, se necessario, possono delegare questo compito di controllo alle forze di polizia.
Nel caso dei negozi, il medico cantonale può, in casi speciali, imporre misure aggiuntive come limitare il numero di clienti che acquistano contemporaneamente o riservare determinate fasce orarie a persone vulnerabili.
Le aziende la cui attività è vietata possono comunque eseguire riparazioni presso le case di persone in caso di ragioni convincenti o necessità essenziali (ad esempio riparazione di attrezzature mediche, frigorifero, lavatrice, ecc.).
Per quanto riguarda il settore pubblico, i contatori dell’amministrazione cantonale sono chiusi. I consigli comunali non si incontrano più e i dirigenti vengono portati a prendere le loro decisioni mediante diffusione (posta elettronica, teleconferenza).
Infine, le violazioni delle misure previste dal decreto del Consiglio di Stato saranno punite con un’ammenda penale che va da 100 a 10.000 franchi.
Sospensione dei siti di lavoro: chiarimenti relativi a criteri e potenziali deroghe
Il Consiglio di Stato ha annunciato mercoledì 18 marzo la chiusura temporanea dei cantieri in corso nel Cantone, per motivi urgenti di protezione della salute in relazione all’epidemia di COVID-19. Questa chiusura generale deve essere attuata entro e non oltre venerdì 20 marzo a mezzogiorno. Come indicato nel suo comunicato stampa, il Consiglio di Stato ha anche istituito una commissione tripartita (dipartimento infrastrutture, rappresentanti dei datori di lavoro e sindacati) responsabile di specificare i termini di questa misura di sospensione e di esaminare potenziali eccezioni e deroghe.
La commissione ha iniziato i suoi lavori senza indugio. È stato messo in atto un sistema in caso di emergenza per essere in grado di soddisfare le legittime esigenze di informazione delle aziende del settore.
Sono state preparate spiegazioni relative ai criteri per la sospensione dei cantieri, nonché un modulo per la richiesta di una deroga che deve essere accuratamente compilato per l’esame da parte del comitato tripartito. Questi documenti saranno presto disponibili sul sito web dello Stato.
È stata inoltre creata una cassetta postale dedicata per inviare richieste di eccezioni al comitato tripartito o per porre altre domande relative alle attività. Le aziende possono inviare le loro richieste all’indirizzo chantiers-ge@etat.ge.ch.
Infine, per quanto riguarda le misure del sito adottate dall’ufficio di trasporto cantonale (ordini locali di regolamentazione del traffico e direttive relative ai lavori in corso), il loro periodo di validità sarà prolungato fintanto che il Consiglio di Lo stato riguardante i siti dispiega i suoi effetti, vale a dire fino al 19 aprile.
Continua la corsa de “Les Verts” e vincono le elezioni per il rinnovo del Consiglio Municipale di Ginevra
Di Carmelo Vaccaro
10 dei 24 candidati di origine italiane sono stati eletti a Consiglio Comunale.
La SAIG presenta i candidati, al 2° turno, per il Consiglio Amministrativo di Ginevra Malgrado un clima inquieto a causa del COVID-19, si sono completate le elezioni per il rinnovo dei Consigli Amministrativi e dei Consigli Municipali del Cantone di Ginevra.
Nella Città di Ginevra, come in molti comuni del Cantone, “Les Verts” sono i vincitori di questa tornata elettorale conquistando 10 posizioni passando cosi da 8 a 18 seggi, secondo i risultati quasi definitivi. Con questo ineccepibile risultato il partito dei Verdi ginevrino diventerebbero così il secondo partito nei banchi del Consiglio Municipale della Città di Calvino, dopo il PS con 19 seggi che difende molto bene la sua prima posizione.
La ricetta attuata dal Partito Socialista (PS) e da “Les Verts”, ha dato i suoi frutti. Difatti, al primo turno i Verdi espugnano un secondo mandato nell’esecutivo ginevrino. Sami Kanaan, l’unico candidato uscente, com’era prevedibile è stato il candidato più votato.
Dietro a Kanaan i suoi tre compagni di lista, la collega socialista Christina Kitsos e i Verdi Frédérique Perler e Alfonso Gomez. Al quinto posto si posiziona il PLR Simon Brandt, tallonato da vicino dalla candidata PDC Marie Barbey (Chappuis).
I ginevrini hanno deciso inoltre, che la maggioranza del Consiglio Comunale della Città di Ginevra passerà a sinistra.
Vedremo tutto più chiaro dopo i ballottaggi del 5 aprile.
Tutte le formazioni politiche si sono affrontate lealmente in una corsa al cardiopalma. La notizia di Ginevra ha seguito con interesse la giornata politica dedicando, naturalmente, maggiore attenzione alla sorte dei candidati italiani. 10 dei 24 candidati di origine italiane sono stati eletti al Consiglio Municipale della Città di Ginevra per la legislatura 2020 – 2025.
Un risultato notevole che da orgoglio e lustro anche al lavoro minuzioso di questa redazione sempre “sul pezzo” quando si tratta di Italia o italianità.
Il Consiglio di Stato si è riunito in seduta straordinaria domenica sera e lunedì mattina del 16 marzo scorso. Dopo aver discusso con le autorità sanitarie cantonali e gli specialisti HUG, ha invocato lo stato di necessità e rafforzato le misure per combattere la diffusione del virus COVID-19.
Chiusura degli esercizi pubblici
Sarà chiuso al pubblico da lunedì 16 marzo alle 18.00:
– Locali per la ristorazione e/o per il consumo di bevande (ad es. bar, ristoranti, balli…);
– negozi, ad eccezione di quelli che offrono prodotti alimentari, prodotti per l’igiene, prodotti per la casa e per l’alimentazione animale, nonché farmacie e drogherie, chioschi e stazioni di servizio che offrono carburante;
– le funzioni religiose, ad eccezione di quelle per i funerali che devono essere tenute in forma strettamente privata;
– luoghi di intrattenimento, come cinema, teatri, musei, case di quartiere, centri giovanili, centri sportivi, piscine, centri fitness e centri benessere;
– attività economiche connesse ai servizi alla persona (ad es. parrucchiere, barbiere, estetista, ecc.), anche se svolte a domicilio dell’esercente o del cliente;
– attività sportive e competizioni, qualunque sia il loro tipo e la loro categoria;
– attività di prostituzione.
A condizione che il cibo non venga consumato sul posto, gli esercizi pubblici che offrono pasti da asporto o un servizio di consegna a domicilio possono continuare la loro attività.
Nel caso di aziende che offrono diversi tipi di beni, deve rimanere aperta solo la parte relativa ai prodotti alimentari.
Gli hotel devono limitare la loro attività solo all’alloggio. Non sono consentite altre attività dello stabilimento in questione, come ristorante, centro benessere o centro fitness.
Gli alloggi di emergenza rimangono aperti.
Rimangono aperte le attività postali, bancarie, assicurative, agricole e alimentari. Gli altri operatori economici, in particolare le imprese, sono invitati a limitare le loro attività al minimo necessario.
In ogni caso, tutte le attività ancora autorizzate possono essere svolte a condizione esplicita che siano rigorosamente rispettate tutte le raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica in materia di igiene e distanze da rispettare.
Queste misure si applicano fino al 29 marzo 2020 compreso. Se necessario, possono essere estesi.
Sarà elaborato un piano di emergenza economica a sostegno dei settori colpiti. Nel pomeriggio il Consiglio di Stato riunirà le parti sociali e gli attori economici.
Inoltre, la Direzione generale della sanità, o per essa il medico cantonale, può ordinare la chiusura di altri luoghi o ordinare la cessazione di un’attività sociale, economica o di svago se le raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica relative all’igiene e alle distanze da rispettare non sono o non possono essere rispettate. Può anche limitare l’accesso a centri sanitari come ospedali, cliniche, istituti medico-sociali se la situazione lo richiede.
Sono vietati riunioni o incontri con più di cinque persone
Le riunioni con più di cinque persone all’interno o all’esterno sono ora proibiti. Gli incontri professionali sono ancora consentiti se possono essere rispettate le raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica in materia di distanze sociali e igiene.
In queste circostanze straordinarie, il Consiglio di Stato ricorda a tutti di dar prova di responsabilità, senso civico e solidarietà.
Servizio minimo di accoglienza nelle scuole e negli asili
Come annunciato venerdì 13 marzo, continuerà ad essere organizzato un servizio minimo di assistenza all’infanzia nelle scuole e negli asili nido.
Le valutazioni e gli esami necessari saranno mantenuti secondo le raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica in materia di distanze sociali e igiene.
Misure riguardanti il personale dello Stato
Il Consiglio di Stato ha attuato il Piano di continuità operativa dello Stato in cui ha definito i servizi prioritari.
Di conseguenza, i collaboratori dell’amministrazione cantonale che non forniscono un servizio considerato prioritario non si recano più sul posto di lavoro. Quando possibile, svolgono le loro attività da casa. Se non è possibile continuare a lavorare a casa, il personale è obbligato a rimanere a disposizione del datore di lavoro.
D’altra parte, i membri del personale impegnati in un servizio considerato prioritario, così come i membri dello schema ORCA-GE, continuano a svolgere la loro attività.
Il trattamento dei collaboratori rimane invariato indipendentemente dalla loro situazione.
Secondo turno delle elezioni comunali
Il Consiglio di Stato ha deciso di tenere il secondo turno delle elezioni comunali il 5 aprile 2020.
Nonostante l’impossibilità per i partiti politici e i candidati che rimangono al secondo turno di continuare la campagna elettorale in modo normale fino al 5 aprile, in virtù dei divieti previsti dall’odierno decreto del Consiglio di Stato, in particolare dall’articolo 8, i dibattiti, l’informazione e le altre azioni di campagna finora prevalenti permettono comunque di garantire la libera formazione dell’opinione dei cittadini chiamati a votare e la fedele e sicura espressione della loro volontà.
Inoltre, la popolazione potrà sempre essere informata attraverso i canali di informazione e i media che continueranno ad essere diffusi o trasmessi (media, tutte le famiglie, Internet, ecc.).
Piano di solidarietà comunitaria
Allo stesso tempo, il Consiglio di Stato fa appello alle autorità comunali affinché uniscano le forze e le competenze per aiutare la popolazione a superare questa straordinaria situazione.
In questo modo, gli agenti di polizia municipale avranno il potere di far rispettare le restrizioni adottate oggi dal Consiglio di Stato.
Una lettera viene inviata ai 45 Comuni del cantone, presentando un “piano di solidarietà” a livello comunale, volto a fornire un’assistenza efficace e sicura alle persone isolate. Questo piano elenca le prestazioni minime per preservare la salute dei più vulnerabili ed è destinato a completare le azioni svolte dal Cantone, dal punto di vista della vicinanza, di cui i Comuni sono i garanti.
Questo priimo grafico mostra i tassi di contagio in vari paesi fino a due giorni fa:
La crescita è esponenziale con coefficiente comune (eccetto che per il Giappone) con tutti gli altri paesi che seguono l’Italia a distanza di diversi giorni.
Per mettere la crescita esponenziale in una prospettiva migliore, questo altro grafico (https://www.huffingtonpost.it/…/lepidemia-rallentera-certam…) mostra che il numero di morti direttamente legate alla malattia (molto più facile da stimare che il numero di contagi) cresce in Italia esattamente come è cresciuto nella fase iniziale dell’epidemia nella provincia cinese dello Hubei (avente una popolazione comparabile).
Tale provincia ha poi implementato drastiche misure di contenimento, che hanno portato a una riduzione del tasso di crescita delle morti: https://www.who.int/…/novel-coronavirus-…/situation-reports/
L’età media dei morti in Italia è di circa 80 anni (con attualmente nessuno defunto al di sotto dei 50 anni) e tutti avevano altre malattie pregresse. Tuttavia, tenendo in conto che le morti sono attualmente stimate a circa il 3.5% degli infetti e che circa il 13% di questi ultimi finiscono in terapia intensiva negli ospedali italiani (https://www.agi.it/…/coronavirus-posti-letto-ospedali-7343…/), si tratta di circa 3 o 4 malati gravi per ciascun morto.
Tutti i paesi precedentemente citati finiranno tra la curva blu e quella rossa (a seconda delle misure di contenimento che implementeranno e di quando lo faranno) e applicando la medesima regola di 3 o 4 ricoveri in terapia intensiva per ciascuna morte, NON CI SARANNO più posti a disposizione piuttosto rapidamente (in Italia c’erano circa 5000 posti di terapia intensiva nel 2017: https://www.agi.it/…/coronavirus-posti-letto-ospedali-7343…/ e il governo ne sta aggiungendo più o meno altri 100 a settimana con grandi difficoltà), questo a meno che vengano implementate misure simili a quelle prese dalle autorità cinesi.
In conclusione, ci sono pochi rischi che la malattia COVID-19 possa uccidere una persona in età da lavoro (a meno che non abbia malattie pregresse), ma c’è invece un RISCHIO SERIO che un qualsiasi incidente della vita quotidiana, che richieda un ricovero in terapia intensiva, possa farlo appena tutti i posti saranno saturati dalle persone anziane ammalate.
Tutti possono fare la propria parte seguendo pedissequamente le linee guida fornite dalle autorità competenti ed in particolare quelle raccomandate dal WHO: https://www.who.int/…/novel-coronavirus-2…/advice-for-public
E’ questo il tempo di comportarsi responsabilmente.
Dott. Vittorio Palmieri
Facciamo seguito all’articolo già pubblicato nello scorso mese di febbraio al fine di dare conto delle risposte alle domande inviate ad alcuni parlamentari che ci rappresentano all’estero. Cerchiamo in questo modo di meglio comprendere le decisioni prese dal Governo italiano nella legge di bilancio 2020, riguardanti le modifiche apportate al pagamento dell’IMU per i pensionati, proprietari di immobili in Italia, iscritti all’AIRE.
Le domande che abbiamo ritenuto opportuno porre sono le seguenti:
1. Non vi sembra che l’abolizione della norma che agevolava i pensionati AIRE non elimini affatto le discriminazioni tra proprietari e proprietari? L’IMU sulla prima casa o la pagano tutti (residenti in Italia o all’estero e che siano pensionati o meno) o non la paga nessuno.
2. Un commento sulla relazione intercorrente tra il divieto di cui all’art. 18 TFUE e la sovranità nazionale in materia di imposizione fiscale sugli immobili.
3. Se si parla di discriminazione per aver introdotto condizioni più favorevoli agli iscritti all’AIRE, l’aver previsto l’esenzione solo per i pensionati all’estero, e non anche per i cittadini italiani iscritti all’AIRE non pensionati ed europei di altra nazionalità proprietari di immobili in Italia, la legge di Bilancio 2020 non elimina affatto le discriminazioni. Quali sono le Vs proposte per ovviare a questo grave problema?
Le risposte dei nostri parlamentari che ci sono pervenute le pubblichiamo in maniera integrale
On. Angela Schiro’:
Risposta alla prima domanda: “La prima domanda si basa su un presupposto controverso dal punto di vista giuridico. E cioè quello di credere che la casa posseduta in Italia dagli italiani residenti all’estero debba essere considerata “prima casa” nell’accezione giuridica statuita dalla legge.
In realtà la normativa sull’IMU (modificata ora dalle nuove disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio per il 2020) definisce “prima casa” o meglio abitazione principale (cfr. comma 2, art. 13 della legge 22 dicembre 2011) l’immobile nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente. Condizioni, queste ultime due, che non possono essere soddisfatte da chi risiede all’estero, ma non solo: anche gli italiani residenti in Italia proprietari di immobili se cambiano la residenza per andare a lavorare altrove in Italia sono tenuti a pagare l’IMU sulla casa di proprietà in cui non sono più residenti.
L’esortazione espressa nella Vostra domanda ha senz’altro giustificazioni morali, ma purtroppo non ha basi giuridiche. Comunque, ciò che il Parlamento ha introdotto nel 2014, con una legge targata PD, e con molte difficoltà, è stata l’equiparazione ad abitazione principale della casa posseduta in Italia dai pensionati italiani residenti all’estero. Si è trattato quindi di un risultato politico basato su un fondamento storico, etico e sociale consolidato, oltre che una convenienza per l’Italia a conservare i legami con i nostri connazionali che proprio attraverso la casa hanno sempre mantenuto e consolidato i loro rapporti affettivi ed economici con la terra di origine. Per questa ragione, auspico che il Governo percepisca l’importanza di trovare al più presto una soluzione adeguata per venire incontro alle pressanti e giuste richieste delle nostre collettività che ritengono che lo Stato italiano sia ora venuto meno ad un impegno di riconoscenza e solidarietà nei loro confronti”.
Risposta alla seconda domanda: “L’articolo 18 del TFUE non ha a che fare specificamente con questioni di natura fiscale. Infatti tale articolo si limita a stabilire che nel campo di applicazione dei trattati europei è vietata ogni discriminazione effettuata sulla base della nazionalità. Con l’adesione ai Trattati, gli Stati membri hanno volontariamente consentito al trasferimento a livello europeo di competenze nazionali. Il diritto dell’Unione europea è parte integrante dell’ordinamento giuridico dello Stato e prevale anche sulle disposizioni di diritto interno con esso contrastanti. Per questo, nella formazione e applicazione degli atti normativi di ciascuno Stato membro non è possibile prescindere dalla dimensione europea”.
Risposta alla terza domanda: “Nel gennaio del 2019 la Commissione Europea aveva iniziato una procedura di infrazione contro l’Italia inviando al nostro Paese una lettera di costituzione in mora per aver applicato un trattamento preferenziale in materia di imposta sulle tasse comunali “avendo mantenuto condizioni più favorevoli riguardanti alcune imposte comunali (Imu, Tasi, Tari) sulle abitazioni ubicate in Italia appartenenti a pensionati italiani residenti nella UE o in Paesi membri dello Spazio Economico Europeo” e per non avere esteso tale trattamento a tutti pensionati residenti nelle UE di altra nazionalità e proprietari di immobili in Italia. Siccome il trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) non ammette un tale trattamento discriminatorio, direttamente basato sulla cittadinanza, l’Italia ha deciso di conformarsi ai rilievi della Commissione europea, evitando cioè di fare ricorso e aprire un contenzioso con le istituzioni europee, e abrogare la norma agevolativa oggetto del contendere, e cioè l’esenzione dall’Imu, Tasi e Tari per i cittadini italiani iscritti all’Aire e proprietari di case in Italia.
Cosa può e deve fare a questo punto il Governo italiano se vuole venire incontro alle giuste e pressanti richieste fatte dalle nostre collettività all’estero in materia di imposte immobiliari? Io ritengo che il Governo debba perlomeno ripristinare le norme agevolative a favore dei nostri pensionati residenti all’estero e proprietari di case in Italia, anche se il nostro obiettivo principale dovrebbe essere quello di introdurre l’esenzione per tutti e non solo per i pensionati. Non ho dubbi che se effettivamente esiste la volontà politica di reintrodurre le agevolazioni, il Governo sia in grado di formulare una normativa che rispetti il diritto europeo e che non si presti a possibili censure della Commissione europea per non aver rispettato gli obblighi derivanti da tale diritto.
Da parte mia non mancherò di continuare a sollecitare il Governo a livello politico e parlamentare, come peraltro ho già fatto in diverse occasioni con interrogazioni ed altri interventi, e suggerire le misure da adottare. A questo proposito voglio evidenziare che il Partito Democratico in questa congiuntura si è già attivato per trovare una soluzione a questo problema così sentito dalle nostre collettività all’estero”.
On. Massimo Ungaro:
Risposta alla prima domanda: “Sicuramente quanto rilevato dalla Commissione Europea sull’esenzione IMU per i pensionati italiani residenti all’estero – titolari di pensione estera – lascia un fronte aperto che andrà risolto di comune accordo con le Istituzioni europee. Come è noto il Governo è stato costretto a ripristinare questa tassa con la “nuova Imu”, per chiudere i rilievi comunitari in vista di un’imminente procedura d’infrazione. La Commissione Europea ha infatti individuato il vecchio regime di esenzione come discriminante nei confronti dei cittadini degli altri Stati membri dell’Unione Europea e quindi in contrasto con l’articolo 18 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Per cui, a causa di questa infrazione e del perdurante silenzio dell’Italia ai rilievi che le erano stati mossi, la Commissione Europea – nel gennaio 2019 – ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia. La Commissione europea ha così lamentato una condizione di disparità tra i pensionati italiani e quelli di altra cittadinanza, possessori di immobili in Italia. Anche se tutto il Gruppo di Italia Viva si adoperato perciò a superare l’impasse proponendo di estendere l’esenzione anche ai pensionati di origine europea per evitare questo aggravio fiscale ai danni degli italiani pensionati all’estero. Un impegno che il Governo Conte ha detto voler onorare accogliendo un mio ODG che va proprio in tale direzione lo scorso 5 febbraio 2020”.
Risposta alla seconda domanda: “L’articolo 18 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea così recita: “Nel campo di applicazione dei trattati, e senza pregiudizio delle disposizioni particolari dagli stessi previste, è vietata ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità. Il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria, possono stabilire regole volte a vietare tali discriminazioni”. Da ciò si deduce che come la Commissione abbia ritenuto superiore il principio costituzionale della parità di trattamento fiscale tra categorie sociali rispetto alla sovranità nazionale in materia di imposizione fiscale. Da qui anche la mia proposta al Governo Italiano di estendere l’esenzione IMU a tutti i pensionati europea che però abbisogna di un’ampia capienza di bilancio”.
Risposta alla terza domanda: “Quale discriminazione? Se un lavoratore siciliano vive e lavora a Torino in affitto ma possiede una casa a Palermo deve comunque pagare l’IMU su quella casa, esattamente come un cittadino italiano che vive in Svizzera deve pagare l’IMU sulla casa che possiede in Italia. Quindi discriminazioni tra italiani in Italia e all’estero su questo punto non ce ne sono: per non pagare l’IMU in una casa occorre avere il domicilio e la residenza nell’abitazione. Io sono dell’idea che andrebbe comunque abolita l’IMU per tutti gli italiani all’estero, per incentivarli a investire nel loro paese senza spingerli a vendere l’immobile.
La buona notizia è che con questo Governo abbiamo ricominciato a dedicare risorse per gli italiani all’estero: nella legge di Bilancio 2020 si è fatto quello che si è potuto e ci sono alcune misure per gli italiani all’estero che desidero elencare. Per l’appunto al fine di rafforzare gli interessi italiani all’estero sono state autorizzate le seguenti spese a favore degli italiani nel mondo: 500.000 euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 per la promozione della lingua e cultura italiana all’estero, con particolare riferimento al sostegno degli enti gestori di corsi di lingua e cultura italiana all’estero;500.000 euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 a favore del Consiglio generale degli italiani all’estero e 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 a favore dei Comitati degli italiani all’estero, nonché 500.000 € per i teatri di proprietà dello Stato all’estero.
Per quanto riguarda la nuova IMU il miglior risultato sarebbe stato ovviamente quello dell’abolizione totale per tutti gli iscritti all’AIRE della tassa sugli immobili di proprietà. Eventualità che si scontra con capitoli di bilancio sempre più stretti. In tutti i casi, nei prossimi provvedimenti utili, lavorerò con il Ministro Gualtieri e tutta la maggioranza per raggiungere questo obiettivo, forte dell’impegno del Governo dato sancito dall’ODG da me presentato di cui ho accennato prima.”
On. Simone Billi:
“Conosco bene le ragioni del dissenso in merito alla questione IMU per noi italiani all’estero. Quando la Lega era al Governo ci stavo lavorando con buone prospettive. Adesso, anche dall’opposizione, mi impegnerò per l’esenzione IMU sulla prima casa di noi italiani all’estero, come già previsto per gli italiani in Italia.
Invece questa nuova maggioranza formata dal PD, Italia Viva e M5S ha addirittura deciso di far pagare l’IMU anche ai pensionati italiani esteri!
Questo governo di sinistra è tutto tasse e manette, non farà ripartire l’economia nel nostro Paese, anzi colpisce direttamente noi italiani all’estero, perché offre uno scenario inqualificabile del nostro Paese oltre confine.”
Sen. Laura Garavini:
“Anche gli italiani all’estero devono poter usufruire dell’esenzione dal pagamento dell’Imu sull’immobile posseduto in Italia. A partire dalle fasce più deboli, come i pensionati. Per questo, con il Governo Renzi, avevamo abolito questa tassa a partire dal 2015, per i pensionati residenti all‘estero.
C’è un dato, però, che ha causato il ripristino della tassa a partire dal 2020. Questa misura, seppure legittima, così come era stata scritta, avrebbe provocato una sanzione all’Italia da parte dell‘Europa. Così che il Governo la ha abolita. Il nodo della questione adesso è, quindi: individuare una formulazione tecnica della legge che permetta di abolire nuovamente l’Imu a partire dai pensionati, senza esporre l’Italia alla multa europea.
Al fine di raggiungere questo scopo sto seguendo la via istituzionale e ministeriale. Ho avviato, infatti, un confronto con i vertici del Ministero dell’Economia e delle Finanze, competenti per i rapporti europei, proponendo loro un’ipotesi di intervento. Il dipartimento internazionale del Mef si è impegnato a confrontarsi con le competenti autorità europee.
Nel caso in cui, come credo, la formulazione da me prospettata passi il vaglio dell‘Unione Europea, a quel punto serve la volontà politica delle altre forze di Governo a ripristinare l‘esenzione Imu nel primo provvedimento utile.
Mi auguro di potere finalmente contare sull’appoggio degli altri gruppi di maggioranza: Pd, Leu, 5 stelle e Maie. Solo poche settimane fa, in occasione del varo della Legge di Bilancio, a parte singoli eletti all‘estero, come Italia Viva siamo stati l‘unica forza politica che si è battuta per togliere l‘Imu ai pensionati all‘estero, evitando l‘abolizione dell’esenzione.
Se ci fosse la volontà politica degli altri partiti di Governo si potrebbe intervenire in fretta, già nella legge di Delegazione Europea, attualmente all‘ordine del giorno delle Commissioni al Senato.
Nel frattempo, sto sensibilizzando singoli amministratori locali di comuni con concittadini all’estero, affinché introducano l’esonero Imu per i propri concittadini espatriati, proprietari di un immobile in paese, attraverso una delibera di giunta comunale. Questa possibilità è stata introdotta infatti con l‘ultima legge di bilancio.
E alcuni comuni, con Sindaci lungimiranti, consapevoli di quanto sia utile mantenere un legame stretto con i loro connazionali, proprietari di immobili, stanno già dando un riscontro positivo. Ad esempio in Sicilia, a Cattolica Eraclea, dove la giunta ha già deliberato in merito. O come a Mirabella Imbaccari, dove il consiglio comunale ha approvato una mozione in questo senso all‘unanimità. Anche in Calabria ed in Campania diversi Sindaci stanno mobilitandosi per fare altrettanto, consapevoli che la reintroduzione dell‘esonero dall‘imu sia qualcosa di molto positivo per lo stesso territorio, prima ancora che per i diretti interessati.”
Indipendentemente da tutto ciò, il risultato, attualmente è che le conseguenze di questa decisione gravano sui cittadini italiani residenti all’estero che hanno sempre di più la sensazione di essere considerati dal proprio Paese solo per “far cassa”, per così dire da parte di istituzioni miopi e spesso mal organizzate.
Esporre l’Italia ad una procedura di infrazione da parte dell’Europa, significa ogni volta un esborso di denaro pubblico che poi si pretende di recuperare dai soliti noti. Ci sembra un sistema iniquo e malsano. Uno spreco annunciato (ricordiamo che nel 2013, dunque l’anno precedente al varo della legge di esenzione dal pagamento dell’IMU da parte dei pensionati iscritti all’AIRE, la Commissione Europea si era già espressa esattamente sul punto parlando di potenziale infrazione dell’Italia), anche questa volta, la cui soluzione è quella di far pagare di nuovo le imposte anche ai pensionati all’estero.
Le imposte vanno pagate, su questo non c’è alcun dubbio, ma quando queste diventano troppo pesanti, ingiustificate, inique ed anche mal gestite, ecco allora che ai cittadini, che siano in Italia o all’estero, diventa gravoso pagare il dovuto e si allontanano dalla politica non ritenendo di potersi fidare né affidare a chi espone il Paese a spese sicure che potrebbero essere evitate con il buonsenso, che continua ad aumentare le imposte e gli oneri e che non dà tutti i servizi necessari ad una società civile. Una gestione del denaro pubblico che francamente non ci piace.