Ritorna l’Associazione Calabrese al Corso di cucina della SAIG
Nel Corso di cucina del 28 novembre scorso, l’Associazione Calabrese di Ginevra ha proposto un sontuoso pranzo dalle antiche pietanze gastronomiche calabrese: Fileja all’nduja, Fiori di zucca e Zippole dolci.
Dall’annosa scuola legata al mondo contadino e tramandata alle nuove generazioni, Concetta Folino e Tommasina Isabella Valenzi, hanno utilizzato gli ingredienti poveri ma sapientemente rielaborati con cura e fantasia, per la quale hanno saputo valorizzare le essenze di queste pietanze.
La Fileja è una pasta fatta in casa, di origine antica e tipica della tradizione calabrese, in particolare della provincia di Vibo Valentia. Si tratta di un piatto povero i cui ingredienti sono: farina, sale, acqua. Di colore giallo chiaro, la cui forma caratteristica è a “vite allungata“, la Fileja viene tradizionalmente consumata asciutta, condita con la ‘nduja e la ricotta salata, infiammata poi da buon peperoncino locale.
La ‘nduja è un insaccato di consistenza pastosa e dal sapore decisamente piccante, da mangiare con il pane o da usare come ingrediente in diversi piatti. E’ un salame morbido, spalmabile, piccantissimo, tipico del Monte Poro, con Spilinga come comune d’elezione, ma l’area di produzione è estesa a molti comuni del vibonese. La ‘nduja e’ fatta con carne di maiale, un po’ di grasso, e molto peperoncino piccante che gli dà un gusto inconfondibile, un colore tendente al rosso e una morbidezza che rimane anche dopo la stagionatura. La presenza del peperoncino le conferisce, secondo antica e consolidata tradizione, una funzione afrodisiaca (almeno secondo una certa teoria); mentre certo è il suo effetto benefico sul sistema cardiocircolatorio. Grazie a questo prodotto tipico locale, conosciuto in Italia e all’estero, il paese di Spilinga ha conquistato una certa notorietà in varie parti del mondo. Gli spilingesi la preparano artigianalmente nei mesi invernali quando è di consuetudine macellare il maiale; qui l’ espressione “fari u porcu” significa assicurarsi provviste per tutto l’anno, come conferma un detto popolare: “Cu si marita è cuntentu nu jornu, cu ammazza u porcu è cuntentu tuttu l’annu”. (Chi si sposa è contento un giorno, chi ammazza il maiale è contento tutto l’anno).
Un ringraziamento della SAIG va alle cuoche, ai presidenti M. Bacci e S. Isabella per la riuscita di questa serata all’insegna della Calabria. Appuntamento al 12 dicembre per la cena di Natale, con diverse pietanze delle varie regioni italiane.