CULTURA

Al Carnevale Pugliese, l’ARPGE si propone vivace

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Se il Carnevale più antico d’Italia si festeggia nel borgo aretino di Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo, dove 4 contrade si sfidano per costruire il carro allegorico più bello, quelli che si svolgono in Puglia non sono di meno come quello di Putignano che è uno dei migliori 5 eventi carnevaleschi d’Italia. Con questo spirito tradizionale che lo scorso 3 marzo, l’Associazione Regionale Pugliese ha archiviato un altro successo di partecipazione, rafforzando la propria presenza e si proponendosi come una delle realtà italiane portanti nell’esprimere le tradizioni regionali e la cultura italiana in genere.

Erano più di 250 i pugliesi e italiani che sono stati accolti da Antonio Scarlino, Presidente dell’Associazione Regionale Pugliese di Ginevra, e dal suo Comitato nella grande sala d’Onex.
Numerosa anche la rappresentanza associativa, venuti a testimoniare con la loro presenza l’attaccamento a iniziative volte a dare visibilità alla comunità italiana ginevrina, per rendere più stringenti i legami tra le varie anime della cultura italiana, ricca perché composita e somma di molteplici culture locali. Presenti anche le istituzioni locali con consigliera Amministrativa della Città d’Onex, Ruth Bänziger, il Deputato Daniel Sormanni e, per il Consolato Generale d’Italia a Ginevra, Anna Cocciolone.

Il Presidente Antonio Scarlino, nel suo discorso, dopo aver salutato i suoi ospiti, ha spiegato i cambiamenti addottati nell’ARPGE, oggi ospite di Casa Puglia, ma con un’Associazione sempre viva e vegeta, pronta a svolgere il suo ruolo all’interno del panorama associazionistico nel Cantone di Ginevra. Scarlino ha colto l’occasione per invitare i giovani a farsi avanti ed impegnarsi socialmente per l’Associazione. Per finire, il Presidente non dimenticato di ringraziare gli sponsor che sono una parte determinante per la riuscita di questi eventi volti a promuovere le nostre regioni.

Grazie al successo musicale riscontrato nelle precedenti edizioni del “Carnevale Pugliese”, i dirigenti dell’ARPG hanno deciso di riproporre una serata dove il ballo fosse al centro del divertimento, per questo, hanno scritturato “Orchestra Ornella’s Group” la quale ha dato alla serata il brio necessario ed il tocco tradizionale della terra pugliese. Lo spettacolo non ha tradito le aspettative e tanti hanno sentito la necessità di scatenarsi in pista al ritmo incalzante delle note e dei canti proposti dal gruppo. Grande il divertimento sia per chi ha partecipato alle danze, sia per chi ha deciso soltanto di assistervi, condividendo il momento a forza di battiti di mani.

Ancora una volta occorre rendere merito all’associazionismo italiano all’estero che, anche tramite questi festeggiamenti, fortifica e trasmette le tradizioni locali e regionali assieme ai valori della nostra Italia all’estero.

“Carnevale in Puglia

È una delle celebrazioni più antiche: il Carnevale di Putignano ha inizio nel 1394, e da allora il piccolo borgo della Murgia barese ha saputo mantenere intatti vigore e folclore della festa. Tutto ha origine oltre sei secoli fa, quando, secondo la leggenda, l’Ordine dei Cavalieri di Malta decise di trasferire le reliquie di Santo Stefano a Putignano: con l’arrivo delle spoglie, i contadini abbandonarono il lavoro nei campi e cominciarono a decantare in dialetto versi popolari, dando così vita al primo Carnevale del luogo.

Caratteristica principale della festa è la sua lunga durata: si comincia, infatti, il giorno di Santo Stefano, il 26 dicembre, con l’accensione del cero tradizionale in segno di perdono dei peccati, e la festa delle Propaggini, incentrata sulla recita satirica in dialetto locale, messa in scena dai cosiddetti propagginanti. Si prosegue poi con le parate di maschere e carri allegorici, nelle domeniche che precedono il Mercoledì delle Ceneri, un’usanza relativamente recente, cominciata a seguito del regime fascista. Prima però, durante il giorno di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, è la volta degli scioglimenti gerarchici, dello scherno, la burla e dei ribaltamenti sociali, da sempre elementi centrali di questo periodo dell’anno. È il giorno dedicato alla beffa, nei confronti dei monsignori in primis, ma anche dei preti, delle monache, gli scapoli e i cornuti.”

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Accordo di partenariato tra la SAIG e l’Organizzazione Romanda per la Formazione e l’Integrazione Professionale (ORIF)

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Lo scorso 28 Gennaio il Coordinatore della SAIG Carmelo Vaccaro ha incontrato Luigi Crispoldi,
Responsabile Equipe Professionale e Davide Giordano, Maitre Socio-Professionale Responsabile del sito di Pont Rouge e Responsabile della MSST à l’ORIF di Vernier. in questo incontro, la presenza del Console Generale d’Italia a Ginevra, Antonino La Piana, ha messo le basi su una collaborazione duratura tra la SAIG e l’ORIF.

Questo partenariato riempie quelle che sono le prerogative della SAIG che arricchisce le sue collaborazioni sociali, di fatti, dal 1948, Orif, un’associazione senza scopo di lucro,ha la missione di promuovere l’integrazione professionale sostenibile delle persone con problemi di salute. In tal senso, Orif fornisce servizi di osservazione, orientamento, formazione professionale e integrazione in un contesto in cui vengono difesi valori come l’etica, il rispetto e la fiducia.

Nel 1948, ORIF è nato nel Cantone Vodese.

All’epoca, la creazione di una struttura la cui missione era quella di fornire accesso al mondo del lavoro alle persone con disabilità era una novità. Quella che sarebbe diventata una grande organizzazione di servizi di riabilitazione professionale nella Svizzera romanda era presieduta dal Dr. Placide Nicod. Questo medico di Losanna ha dato gli impulsi originali che hanno fondato l’identità dell’Orif. I suoi servizi sono offerti a persone provenienti da tutti i cantoni francofoni, ma anche dai cantoni di lingua tedesca. Contando le attività svolte e l’importante sviluppo dell’Orif, si può dire senza ulteriori indugi che i fondatori erano visionari.

Da 70 anni Orif si dedica all’osservazione, alla formazione e all’integrazione socio-professionale di persone con problemi di salute o in difficoltà. Inaugurato più di 10 anni fa, nell’agosto 2007, con il sostegno della FMB (Fédération genevoises des métiers du bâtiments), il sito di Vernier è dedicato principalmente alla formazione professionale dei giovani con difficoltà di apprendimento. L’Orif di Vernier offre circa 100 posti di formazione iniziale per i giovani, 15 posti di orientamento/valutazione per adulti, 3 posti di reinserimento per adulti e gestisce il ristorante “Sur le pont” situato al settimo piano del palazzo di pont rouge 4 – 1213 Petit-Lancy , nonché la caffetteria IFAGE nel cuore di Ginevra.

Orif crea e gestisce le strutture adeguate e sviluppa ogni misura di integrazione socioprofessionale per l’esecuzione dei mandati affidatigli dai partner socioeconomici.

A tal fine, i suoi compiti principali sono: creare e gestire strutture adeguate alla realizzazione della sua missione; sviluppare qualsiasi misura a favore dell’integrazione socioprofessionale; svolgere i mandati affidatigli dalle parti socioeconomiche; partecipare alla politica sociale; collaborare con la comunità imprenditoriale.

La SAIG è sicura che con questo partenariato potrà valorizzare i valori culinari italiani attraverso due eventi in programma: la cena di premiazione delle eccellenze italiane nella Svizzera Romanda e la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo.

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Eccellenze italiane della Svizzera romanda

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Nel 2019 la SAIG darà inizio ad un’attività già programmata nel 2017 quando i dirigenti presero la decisione di modificare alcuni aspetti rappresentativi della SAIG stessa, allargando la sua prospettiva del tessuto socio-culturale italiano verso quello ginevrino nel Cantone.

Si tratta di individuare connazionali di alto profilo professionale e rappresentativo che si sono distinti nella loro professione e che allo stesso tempo hanno messo in evidenza l’intraprendenza ed il savoir faire del made in Italy che ci contraddistinguono nel mondo. Naturalmente si tratta di persone dalle quali viene richiesta una particolare competenza e professionalità che ci dà lustro ed orgoglio all’estero.

Questa prima edizione vede protagoniste 7 eccellenze che si sono distinte nel Cantone di Ginevra sotto diverse sfaccettature. Professionisti di cui sente poco parlare ma che occupano posti di rilievo in diversi settori chiave che fanno la differenza nel quotidiano, come Enrico Tessitore, neurochirurgo all’HUG, Vittorio Palmieri, fisico ed inventore, Antonio Gambardella direttore della Fongit, Francesco Artale angiologo e chirurgo vascolare e direttore della Vein clinic, Saverio Sbaragli chef con una stella Michelin al ristorante Tosca di Ginevra ed altri professionisti che arricchiscono l’Italia all’estero.

La data prevista per la soirée e la premiazione di queste che la SAIG ha ribattezzato “le eccellenze” è prevista il 10 Maggio 2019 con la collaborazione dell’ORIF di Ginevra e possibilmente con una scuola alberghiera italiana.

Con questo evento la SAIG desidera mostrare che gli italiani non sono solo i lavoratori stagionali di un tempo, costretti ad emigrare alla ricerca di un futuro per sé e per i propri figli che, comunque, rimangono i veri ambasciatori italiani all’estero, ma anche e soprattutto dei veri professionisti, preparati e con un curriculum di tutto rispetto, che, oggi, testimoniano la grandezza dell’Italia anche fuori dai suoi confini. Delle reali “eccellenze” che la SAIG ha deciso di individuare e premiare per il lavoro che svolgono in particolare nella Svizzera romanda in favore sia dei connazionali, sia degli svizzeri.

Un orgoglio per noi italiani che riusciamo a formare al meglio persone che, per necessità o scelta, si trovano a vivere ed a lavorare all’estero e che con la loro alta professionalità contribuiscono anche alla crescita del paese che li ospita e testimoniano ancora la grandezza di un popolo, il nostro. Proprio questo impegno la SAIG ha deciso di segnalare e premiare in una serata tutta dedicata a questi professionisti che ci rappresentano al meglio e la cui professionalità viene riconosciuta a tutti i livelli.

Natale 2018: al Corso di cucina della SAIG, l’Italia a tavola”

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Natale 2018: al Corso di cucina della SAIG, l’Italia a tavola”, una festa molto intima quella svoltasi lo scorso 13 dicembre, in occasione delle feste di fine anno

L’atmosfera delle festività dedicata a Santa Lucia, ha fatto da cornice alla serata dedicata per gli auguri di fine anno del Corso di cucina della SAIG. sempre fedele alle tradizioni culinarie italiane e regionali com’è alta fedeltà dell’affluenza per questo appuntamento bimestrale con la cucina, sempre con ospiti diversi e sempre più attratti dai sapori nostrani. Tra i responsabili e le frequentatrici, non si risparmiano complimenti e la curiosità per i piatti della tradizione italiana sono in crescente aumento. Come quelli preparati da tutte le allieve per l’incontro in occasione degli auguri per le feste di fine anno.

Dopo aver percorso e riproposto, molte regioni dell’Italia culinaria, un’altra serata all’insegna dell’amicizia e della buona armonia è stata vissuta dagli addetti ai lavori, caratterizzata dai molti partecipanti, con le diverse pietanze realizzate dagli stessi abituali iscritti.

Questo incontro bimensile, divenuto tradizionale per la sua durevolezza, per adesso rimane il secondo e l’ultimo giovedì del mese e volge a stringere i legami tra le culture culinarie regionali italiana e, nello stesso tempo, a promuovere i nostri prodotti per il piacere di deliziare i palati dei cultori. L’equipe di quest’anno è stata molto interessata a questi corsi di cui si è palesata l’assidua partecipazione, nonché il numero sempre crescente dei partecipanti.

Un altro anno ricordato in una serata pienamente riuscita e trascorsa in allegria, all’insegna delle diverse culture regionali, espresse attraverso la degustazione dei nostri piatti tipici, e del desiderio di stare insieme e ricordare sempre alcuni dettagli delle nostre città di provenienza, piccoli e insignificanti in apparenza ma profondamente significativi nella loro essenza.

Il primo appuntamento al Corso di Cucina della SAIG 2019 è stato fissato giovedì 31 gennaio per iniziare un nuovo anno pieno di allegria, di amicizia, di emozioni intorno alle ricchezze culinarie della nostra bella Italia.

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10° Anniversario con cena di gala

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La SAIG chiude i festeggiamenti del 10° Anniversario con una cena di gala in occasione della III edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo.

Lo scorso 24 novembre, a conclusione dei festeggiamenti del suo10° Anniversario, della Società delle Associazioni Italiane di Ginevra, SAIG, ha scelto uno scenario all’altezza della sua storia e delle sue aspettative future quale “l’École Hôtelière de Genève” (Scuola Alberghiera di Ginevra). La scelta della EHG è stata pensata per attrarre l’attenzione alla formazione nel settore alberghiero e per sviluppare eventuali collaborazioni di lungo periodo tra cuochi italiani e locali nella prestigiosa scuola famosa in tutto il mondo. Cornice ideale per celebrare degnamente anche la serata conclusiva della “Settimana della Cucina italiana nel mondo” arrivata alla sua terza edizione.

Una scenografia che ha visto una rara rappresentanza politico-istituzionale e associativa italiana e ginevrina impegnata a festeggiare le molte iniziative di successo della SAIG e, nel contempo, la III edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo.

A fare gli onori di casa, il Coordinatore della SAIG, Carmelo Vaccaro ed il Console Generale d’Italia a Ginevra, Antonino La Piana che, con le rispettive consorti, hanno accolto i 98 invitati alla cena di Gala della SAIG. Oltre ai presidenti delle Associazioni aderenti alla Società delle Associazioni Italiane di Ginevra quali Francesco Decicco (ass. Calabresi), Oliviero Bisacchi (Club forza Cesena), Menotti Bacci (Ass. Lucchesi nel Mondo) e Antonio Scarlino (Ass. Regionale Pugliese). Presente anche il resto del Comitato SAIG con Jean-Charles Lathion, l’Avv. Alessandra Testaguzza, Marjorie de Chastoney, la Segretaria Federica Di Stefano ed il Tesoriere, Gino Piroddi.

Molti ospiti eccellenti hanno presenziato all’evento quali S.E. l’Amb. Gian Lorenzo Cornado, Rappresentante Permanente presso le Organizzazioni Internazionali ed il Vice Rappresentante Permanente, Amb. Massimo Bellelli, gli On.li Angela Schirò, Massimo Ungaro e Gianni Farina, il Consigliere di Stato di Ginevra, Serge Dal Busco, il Presidente del Consiglio Municipale della Città di Ginevra, Eric Bertinat, il Console italiano aggiunto, Roberta Massari, il Sindaco e l’Assessore della Città di Palagonia, Salvo Astuti e Francesca Ventimiglia, il Deputato nazionale svizzero, Manuel Tornare, il Sindaco e le Consigliere Amministrative della Città di Carouge, Nicolas Walder, Stéphanie Lammar e Anne Hiltpold, il Sindaco e la Consigliera Amministrativa della Città d’Onex, François Mumenthaler e Carole-Anne Kast e Beatriz de Candolle, Consigliera Amministrativa del Comune di Chêne-Bourg, il rappresentante della Nunziatura presso l’ONU, Mons. Massimo De Gregori.
Presenti anche alcuni membri d’Onore della SAIG quali Carlo Lamprecht, il Deputato cantonale, Daniel Sormanni, il Fisico Dr. Vittorio Palmieri, il Dr. Francesco Artale, la cantante soprano, Varduhi Khachatryan. Inoltre, una considerevole rappresentanza dell’associazionismo italiano nel Cantone.

Il Coordinatore SAIG, Carmelo Vaccaro, ha salutato, come da rito, tutti i presenti alla cena.
Cena che è stata preparata dallo chef Davide Cianetti, arrivato appositamente da Roma con due suoi collaboratori, coadiuvato dallo Chef locale, Stephane Muller, che ha offerto un menu tutto italiano molto apprezzato dagli invitati, con un tocco siciliano offerto dal Sindaco di Palagonia, Salvo Astuti che ha regalato i famosi cannoli siciliani.

Una piccola introduzione sul ruolo associazionistico svolto nel mondo dalle molte associazioni attive in questo settore, fra cui anche la SAIG a Ginevra. L’associazionismo svolge un ruolo fondamentale all’interno di ogni società civile, in quanto permette la realizzazione di quella “sussidiarietà” necessaria, volta a colmare gli inevitabili vuoti istituzionali ed amministrativi. Le Associazioni infatti volgono un attivissimo ruolo a favore della collettività, in sinergia con le istituzioni, spesso con il supporto delle Autorità locali al fine di soddisfare le crescenti esigenze socioculturali dei connazionali. La cooperazione di dette istituzioni permette infatti di fornire concreta risposta all’universalità delle situazioni per meglio raggiungere gli obiettivi di comune interesse. Pertanto, la SAIG, nella persona del Console Generale La Piana, trova un interlocutore attento e ricettivo nel promuovere l’Italia nel Cantone di Ginevra.

Oggi le Comunità italiane sparse per il Mondo, e non fa eccezione neppure quella di Ginevra, hanno una diversa concezione “dell’emigrato”. Siamo ormai cosi integrati nella società locale al punto di pensare nella lingua del paese d’accoglienza, questo grazie all’ospitalità ricevuta che ci ha permesso una rapida integrazione e la possibilità di garantire un futuro ai nostri figli. Da parte nostra, abbiamo importato le nostre radici, il nostro modo di essere, con pregi e difetti. Abbiamo fatto scoprire l’Italia nel Mondo con tutti i suoi innumerevoli pregi e plasmando in modo indelebile alcune delle realtà che ci hanno accolto. Questo è il messaggio che il Coordinatore Vaccaro ha voluto trasmettere.

Il Console Antonino La Piana, nel suo discorso, ha ringraziato gli invitati, italiani e ginevrini per l’entusiastica partecipazione all’evento con il quale si è conclusa la terza edizione della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” a Ginevra.

Come ogni anno, dalla sua Fondazione, la SAIG premia il personaggio dell’anno che, per il suo 10° Anniversario, sono stati nominati le attuali quattro associazioni, aderenti, con i loro presidenti, per premiare il costante attaccamento a quelli che sono gli scopi statutari della SAIG.

Per rilevare l’importanza del ruolo, la SAIG ha offerto loro un orologio in peltro coi loro nomi e qualifiche, accompagnati da una pergamena.
A sorpresa, i quattro presidenti, hanno poi premiato, con lo stesso orologio murale, il Coordinatore per la sua incessante temperanza nel gestire, durante questi dieci anni, i compiti statutari della SAIG.

Alla fine della serata, i parlamentari e il Console Generale La Piana hanno offerto 6 medaglie commemorative della Camera dei Deputati, ai quattro presidenti delle Associazioni aderenti alla SAIG, al Coordinatore e all’ospite d’Onore, il Sindaco della Città di Palagonia, Salvo Astuti.
Un cofanetto commemorativo con due penne in legno è stato offerto a tutti i presenti, raffigurante il logo della SAIG.

Che cos’è la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo

La “Settimana della cucina italiana nel mondo” si sostanzia in una serie di manifestazioni, nate con l’obiettivo di promuovere, a livello internazionale, le tradizioni culinarie ed enogastronomiche, quali segni distintivi dell’identità e della cultura italiana.

L’evento della “Settimana della Cucina Italiana”, realizzata per la prima volta nel 2016 e rilanciata quest’anno dal Governo italiano con la III edizione, che si è svolta dal 19 al 25 novembre 2018 è un’iniziativa attuata dai Ministeri degli Esteri, delle Politiche Agricole, dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e dello Sviluppo Economico.

L’opera di valorizzazione, anche a fini turistici, dei territori, degli itinerari dell’arte culinaria italiana, nonché della dieta mediterranea, è uno degli elementi che rende l’Italia il Paese più sano del mondo.

Forte è anche l’attività di presentazione e internazionalizzazione dell’offerta formativa italiana del settore, per attrarre talenti dall’estero e fidelizzarli all’uso dei prodotti italiani di qualità. Moltissimi gli chef ed i cuochi italiani impeganti ovunque nel mondo per portare alta la bandiera della nostra tradizione culinaria, preparando e presentando menu ad hoc per questa edizione per far conoscere al mondo il meglio dell’enogastronomia tricolore.

Le oltre 1000 attività realizzate dalle quasi 300 sedi diplomatico-consolari e degli Istituti italiani di cultura, in associazione con vari partner e sponsor per ottimizzare l’uso delle risorse, in alcune sedi, sono state organizzate anche grazie all’impegno delle realtà associazionistiche degli italiani all’estero come a Ginevra.

Una iniziativa, quella della Settimana della cucina italiana nel mondo dunque, di grande rilevanza per la nostra Italia, che ogni anno vede l’organizzazione di una serie di eventi, tra i quali: conferenze, degustazioni, cene di gala, corsi di cucina, concerti e mostre legate alla promozione dell’enogastronomia italiana.

Si ringraziano, quindi, ancora una volta, le Istituzioni italiane e quelle ginevrine per questa bella ed importante iniziativa che la SAIG ha potuto finalizzare nel suo programma annuale, la ditta Bertani per aver messo a disposizione i vini, l’IIC Zurigo e Riccardo Galardi.
Inoltre, la SAIG ringrazia la dirigenza de “l’École Hôtelière de Genève”, il Direttore Generale, Alain Brunier, il Professor Thierry Schlatter, Direttore della Restaurazione e tutti collaboratori per l’eccellente riuscita dell’evento.

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Il Consolato di Ginevra presente agli eventi del centenario della fine della Grande Guerra

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Il Consolato di Ginevra presente agli eventi del centenario della fine della Grande Guerra

L’anniversario del 4 novembre che si è celebrato quest’anno ha rivestito un particolare significato poiché ricorreva il centenario della conclusione vittoriosa della prima guerra mondiale “1918 – 2018”. Tante quindi le iniziative organizzate per celebrare la giornata che segnò la fine di quella che allora venne definita la “Grande Guerra” e per ricordare la data in cui andò a compimento il processo di unificazione nazionale che, iniziato in epoca risorgimentale, aveva portato alla proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861.

Fu proprio durante la Prima Guerra Mondiale che gli Italiani si trovarono per la prima volta fianco a fianco, legati indissolubilmente l’un l’altro sotto la stessa bandiera nella prima drammatica esperienza collettiva che si verificava dopo la proclamazione del Regno. Con il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922, il 4 Novembre fu infatti dichiarato Festa nazionale.

Le commemorazioni in Italia sono state particolarmente sentite e solenni: a Roma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dal Ministro Elisabetta Trenta, dalle più alte cariche dello Stato e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha deposto la corona d’alloro al Milite Ignoto sull’Altare della Patria, mentre le nostre Frecce Tricolori sfrecciavano sui Fori Imperiali colorando il cielo di verde bianco e rosso. La città di Trieste, alla presenza del Presidente della Repubblica, ha rievocato momenti significativi della fine della prima guerra mondiale, quali l’ingresso delle truppe italiane a Trieste.

Anche all’estero, ed in parti46420090_2158319304218732_9198797264779214848_n 46436382_2158319297552066_185228741041979392_ncolare nella circoscrizione consolare di Ginevra si sono svolte numerose iniziative per commemorare il “Giorno dell’Unità Nazionale” e “Giornata delle Forze Armate”, evento tradizionalmente molto sentito dai connazionali, che quest’anno ha assunto un tono più solenne e ha visto un afflusso particolarmente significativo di pubblico, data la ricorrenza del centenario.

Domenica 4 novembre a Ginevra il Console Generale Antonino La Piana ha presieduto la tradizionale cerimonia ufficiale di deposito di corone presso il monumento dedicato ai nostri Caduti presso il locale cimitero di Saint Georges. Dopo la messa, celebrata dal Nunzio Apostolico alla presenza di numerose Autorità locali, tra le quali il Consigliere di Stato Mauro Poggia, il Procuratore Generale, svariati sindaci e colleghi del corpo consolare e diplomatico, oltre che dei Senatori Garavini e Fantetti, il corteo, preceduto dalla Banda Municipale della città di Ginevra, ha reso omaggio ai Caduti deponendo numerose corone presso il monumento, alla presenza di una gremita folla, tra la quale erano presenti anche dei bambini dei corsi di lingua e cultura italiana, che hanno letto pensieri e lettere dal fronte.

Analoghe Commemorazioni si sono svolte in date ravvicinate anche a Montreux, Losanna e Sion: il 4 novembre, presso il cimitero di Clarens – di concerto con “l’Association de Cadres de Réserve en Suisse “e con le Autorità francesi – si è svolta una solenne cerimonia, alla presenza delle Autorità locali e dei rappresentanti delle Associazioni, celebrata con corteo militare e sentita partecipazione. Il 10 novembre, presso il cimitero di Montoie di Losanna, alla presenza dei rappresentanti del Comites, dell’Associazione Nazionale Combattenti e della Missione cattolica si è riunita la comunità italiana per ricordare il sacrificio dei nostri e di tutti i caduti della Grande Guerra, accompagnando la commorazione con il coro della Missione.

A seguire, nella stessa mattinata, nell’adiacente cimitero di Bois de Vaux si è svolta in forma solenne, la commemorazione organizzata dalle Autorità francesi e svizzere per onorare i caduti Francesi ed Alleati, accompagnata da corteo militare e banda, alla presenza degli studenti del liceo francese, di un folto pubblico e della stampa; il Console Aggiunto ha presenziato entrambe le cerimonie deponendo le corone italiane.

Oltre all’attaccamento alla Patria e al sacrificio dei milioni di morti coinvolti, è stato a più voci ricordato il valore del perseguimento della pace quale conquista dell’Europa e patrimonio delle giovani generazioni, come espresso a chiara voce dal Presidente della Repubblica “Bisogna ribadire con forza tutti insieme che alla strada della guerra si preferisce coltivare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nella Unione europea. ”

Si ringraziano vivamente tutti i rappresentanti delle Associazioni e della comunità italiana che hanno contribuito alla realizzazione di tutte le celebrazioni.

La “Carmen” di Silvia Priori a Ginevra per la XVIII Edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo.

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Arriva la “Carmen” di Silvia Priori a Ginevra per la XVIII Edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo.

Si è rivelato vincente il progetto “La culture italienne s’invite à Vernier” (La cultura italiana s’invita a Vernier), organizzato dalla Società delle Associazioni Italiane di Ginevra -SAIG- per il 2018. Per la realizzazione di questo progetto, che si chiude con la Carmen di Silvia Priori, determinanti sono stati la partecipazione della Città di Vernier, del Consolato Generale d’Italia a Ginevra e dell’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo (IIC).

Dopo il Concerto de “I Violinisti in Jeans” il 14 aprile, “La Compagnia Primo Sole” con la pièce “Filumena Marturano” il 19 maggio, “L’Opera dei Pupi Siciliani” della Famiglia Puglisi il 22 settembre, la performance del trio femminile del “Teatro Blu”, che ha infiammato e deliziato, il modico pubblico sia pur competente accorso per assistere all’esilarante spettacolo, ha chiuso la maratona culturale nella Città di Vernier.

A presentare gli eventi sopraccitati, tutti svoltisi alla Salle des Fêtes des Avanchets, il Coordinatore della SAIG, Carmelo Vaccaro con la presenza del Console Generale d’Italia a Ginevra, Antonino La Piana.

Un monologo eseguito magistralmente dall’attrice Silvia Priori, accompagnato dalle note della “Carmen” di Georges Bizet cantate dalla mezzosoprano, Tania Pacilio ed interpretate attraverso la danza dalla ballerina di flamenco, Maria Rosaria Mottola. Un trio coordinato ed espressivo che ha letteralmente brillato sul palco, scarsamente addobbato ma riempito dalla passione e professionalità degli elementi in scena.

Dopo un emozionante tour europeo in Italia, Svizzera, Germania, Francia, Austria, Slovenia è arrivata a Ginevra la Carmen di e con Silvia Priori che vede la regia di Kuniaki Ida e la partecipazione della ballerina Maria Rosaria Mottola e la mezzosoprano Tania Pacilio.

44646671_2124396097611053_2215440050781421568_o 44678927_2124395534277776_681377792503316480_o 44737023_2124395744277755_4770534451862044672_oUna travolgente versione in chiave teatrale dell’ opera lirica di Bizet ispirata a “Carmen” di Prosper Mérimée in cui il teatro si mischia col canto lirico e il flamenco.

Carmen è un personaggio possibile, non è uno stereotipo di donna, ma una persona conscia della propria sensualità traboccante, della propria personalità. Sarà la prima donna protagonista che dirà al pubblico “Carmen libera è nata, e libera morrà”.

“ Diserta, vieni via con me, la vita errabonda, all’ aria aperta, come tetto l’ universo, come legge la propria volontà ma soprattutto la cosa più inebriante: la Libertà, la Libertà!”
Lo spettacolo racconta la storia di un amore gitano che nasce, cresce e muore in cuori ardenti ed impetuosi e che tocca i vertici più alti della drammaticità. In un mondo fatto di zingari, di osti e di contrabbandieri, Carmen è un personaggio rivoluzionario, fuori da ogni schema sociale, un cavallo sciolto, un’ anima inedita, vera e aderente fino alla morte a sé stessa e al suo anelito verso la libertà, conscia della propria sensualità traboccante e della propria personalità. Una donna moderna, dunque, che si impone e non subisce, che si propone, forte e decisa al pubblico.

La Carmen di Bizet, fin dalla sua prima rappresentazione, suscitò subito forti perplessità; anzi, ancor prima, durante la preparazione, fu duramente ostacolata per i temi forti, l’immoralità della protagonista e la fine tragica. Ma ciò non fermò Bizet: convinto della bontà di ciò che stava facendo, portò a termine la sua Carmen così come lui l’aveva in mente. Ed ebbe ragione, perché, anche se non subito, ma di li a poco, Carmen fu molto apprezzata proprio per il maggior realismo della storia: questa è l’opera che apre le porte alla corrente Verista, che mirerà a rappresentare storie più attinenti alla vita ‘vera’, riferimenti a fatti di cronaca, personaggi più realistici e dotati di complessità psicologica.

La stessa ambientazione della storia immaginata dall’autore, la Spagna della Carmen non è solo un semplice sfondo su cui ambientare la vicenda o un elemento di colore locale, ma il terreno ideale in cui far muovere personaggi tanto forti; niente meglio delle sonorità latine può trasmettere l’energia degli istinti e delle passioni, con tutta la loro carica, bellezza e verità.

Carmen è una donna come poche: zingara (e perciò un’outsider, una persona che vive ai margini della società e della legalità), bellissima, passionale, incantevole. Ma il suo fascino, più che da una sensualità sfacciata ed esibita, viene da quello slancio vitale fortissimo, dall’amore smisurato per la libertà e l’indipendenza personale; non bada alle regole e ai ruoli sociali, non ha alcuna soggezione verso l’autorità, anzi, spesso se ne fa apertamente beffe. La musica di Bizet enfatizza il suo esprit moqueur, il suo modo di fare irridente, il suo vivere nell’attimo, come se la vita fosse leggera, leggerissima, tanto da poterla passare così… di slancio, come in una corsa a perdifiato, senza esitazioni, senza compromessi… e con tutti i rischi che ciò comporta.

Carmen è, dunque, uno spettacolo, innovativo, che insieme a “Butterfly” e “Traviata” compone la trilogia di Teatro Opera, appositamente creata da Silvia Priori per avvicinare il pubblico alla grandiosità e alla bellezza dell’opera lirica. Lo spettacolo, che ha una durata di circa un’ora ed è attualmente in tournée nei più bei teatri europei, è un emozionante connubio tra recitazione, danza, musica e canto lirico. In scena tre talenti che insieme alle più belle arie di Bizet, creano situazioni di grandissimo impatto emotivo, estremamente coinvolgenti.

La serata a Ginevra non ha deluso il pubblico che ha potuto assistere ad una performance che convince anche i puristi dell’Opera. La commistione di diverse tipologie di interpretazione crea nuove emozioni ed un innovativo punto di vista sull’Opera classica che tutti conosciamo. Una reinterpretazione convincente ed emozionante che arriva al cuore di chi assiste, in una maniera più diretta, in chiave moderna, come moderna è la Carmen immaginata da Bizet.

Marcello Fonte: dalla Calabria a Cinecittà fino al Festival di Cannes come migliore attore del Film “Dogman”

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Marcello Fonte: dalla Calabria a Cinecittà fino al Festival di Cannes come migliore attore del Film “Dogman”

Marcello Fonte, classe 1978, è nato e cresciuto con una famiglia numerosa a Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, prima di trasferirsi a Roma negli anni ’90.
Negli ultimi anni ha scritto, co-diretto e interpretato “Asino vola”, ha recitato nella serie tv “La mafia uccide solo d’estate” e nei film “L’intrusa” e “Io sono Tempesta”.
È a Ginevra per la prima di Dogman, il film diretto da Matteo Garrone che si è ispirato al cosiddetto ‘delitto del Canaro’, l’omicidio del criminale e pugile dilettante Giancarlo Ricci. Fonte, nel ruolo del protagonista Marcello, ha ricevuto il Prix d’interprétation masculine (Palma d’oro) al Festival di Cannes e il premio per il Migliore attore protagonista al Nastro d’argento

Dalla Calabria al grande schermo al fianco di prestigiosi personaggi del mondo cinematografico. Puoi raccontarci chi eri e quello che sei diventato oggi?

Sono cambiato un po’, ero quell’attore che pensava che andare in televisione era l’arrivo e invece ora sono l’attore che capisce che è tutto il contrario, che invece fare l’attore è una responsabilità, è un mestiere vero e proprio come tutti gli altri lavori.
La vittoria a Cannes è un grande messaggio ai giovani, perché è stato premiato ‘uno di noi’, un cittadino comune, che ha studiato autodidatta, quindi senza raccomandazioni, uno che però è stato determinato in quello che credeva.

Con quale tipo di cinema sei cresciuto?

Sono cresciuto con i film antichi, con quelli di Marcello Mastroianni, con Totò, con i film di De Sica, Alberto Sordi, quelli che si vedevano una volta, il cinema italiano, ma non solo. Mi piacevano anche i film stranieri, il cinema è tutto bello quando è fatto bene.

Ricordi il tuo debutto come attore?

Mi ricordo che sono entrato a pennellare scenografie e poi mi sono ritrovato a fare la lunga strada della gavetta, ho iniziato dal niente. Ogni volta che vedevo i camion del cinema mi incuriosivo e guardavo che film si stava girando. La prima volta, mi ricordo, ero a Piazza Vittorio, abitavo lì vicino, e c’erano i camion del cinema, ho visto Nino Manfredi e mi dicevo “Ammazza, Nino Manfredi dal vivo!”, mi sono avvicinato piano piano e alla fine sono rimasto lì fino alle 4 del mattino a vedere, parlargli, chiedendogli delle cose, ho sempre seguito persone più grandi di me. C’è da dire che già da piccolo, quando volevo una cosa, la seguivo, non ascltavo mia mamma, altrimenti ora non ero qua, ero a zappare terra.

E non avresti girato nemmeno un film con Leonardo Di Caprio…

Eh, quella è un’altra storia… E chi lo conosceva? Chi era andato mai al cinema? A casa mia era un lusso andare al cinema, eravamo in tanti e se tutti dovevano andare al cinema ci voleva una banca di soldi: sono cresciuto nella povertà, ma in allegria. Mio padre era un attore nato, ma non lo sapeva. Dico ai giovani che devi credere in quello che fai e devi essere ostinato pure, ma non ti devi prendere troppo sul serio.
Sono capitato per caso nel film girato con Leonardo Di Caprio, non sapevo neanche chi fosse, sono arrivato lì dalla pittura, pitturavo le scenografie e cantavo mentre lavoravo. Un certo Cristiano Spoletini mi ha visto e ha voluto il mio numero, dopo alcuni giorni mi chiamano per andare a Cinecittà che stavano preparando un film “l’americani”, e sono andato lì a fare la prova costume. Arrivo lì e trovo tutto allestito in stile 800, persone con i baffi, i vestiti etc., e io pensavo “mamma mia, che bello!”. E non capivo, mi dicevano che girava un certo “scozzese”. Ad un certo punto iniziamo a girare questo film con Martin Scorsese, ma io non sapevo chi fosse, non sapevo niente e non conoscevo nessuno, la fotografia che ho insieme a Di Caprio, l’ha scattata Daniel Day Lewis e non sapevo chi fosse, me l’hanno detto dopo. La cosa più bella di questa esperienza era che guardavo e rubavo con gli occhi.

Qual è stato, a tuo parere, il film o l’inte44235377_2117785194938810_9017704955200405504_o rpretazione che ha rappresentato la svolta per la tua carriera?

Credo che sia stato per “Asino vola”, che è autobiografico, parla della mia vita. Quel bambino musicista che vedete sono io. Poi Garrone mi ha dato sicuramente la crescita. Mi ha migliorato, sia come attore sia come persona.

Con Dogman ti sei trovato di fronte ad una storia di cronaca nera accaduta realmente 30 anni fa. Come è stato vestire i panni del protagonista Marcello (Pietro De Negri nella realtà), il criminale conosciuto come ‘il canaro della Magliana’?

Io non so niente di lui, il film è ispirato liberamente a quella storia, ma è un’altra cosa. Quel che raccontiamo è la storia di un padre di famiglia che difende la propria dignità di essere umano, che viene calpestato davanti alla figlia, davanti al quartiere, davanti a tutti.

44249881_2117785388272124_7169998114516893696_oQuali sono state le maggiori difficoltà a cui hai dovuto far fronte in questo ruolo?

Ho scavalcato le cose, mi sono portato tanti chili sulle spalle, la cosa più difficile è stata la botta in testa, non riuscivo a darla, ad un certo punto tutta la troupe mi diceva “tira, tira”, ma non ce la facevo a dare una botta in testa ad un altro. Alla fine gliel’ho data, anche se male…

Dogman ti ha portato premi importanti per la tua interpretazione. Cosa vogliono dire per te questi riconoscimenti?

Per me un premio dice che quello che hai fatto l’hai fatto bene, quello che pensavi, la strada e il percorso che hai seguito quando eri solo e nessuno ti diceva che fosse la strada giusta. Quando una cosa la sai è facile, ma quando non la sai è difficile, il premio significa che la strada che hai scelto è stata quella giusta, dà un valore a quello che hai fatto! Poi, però, bisogna mantenerlo il premio, è una responsabilità.

Cosa ti piacerebbe fare dopo questa esperienza?
Il principe! (ride)