DELEGAZIONE

Incontro all’Ambasciata a Berna per discutere delle sorti della Casa d’Italia di Lucerna

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Il destino della Casa d’Italia di Lucerna è stato all’ordine del giorno di un incontro in Ambasciata a Berna il 14 marzo a cui erano presenti, oltre all’Ambasciatore Marco Del Panta, al Console Generale di Zurigo Giulio Alaimo e al Consigliere Matteo Romitelli, i parlamentari Alessio Tacconi e Gianni Farina, il presidente del Comites di Zurigo, Luciano Alban, i due membri del Comites eletti nella Svizzera Interna, Ippazio Calabrese e Nicola Colatrella e l’ingegnere Marino Svalduz.

Era stato proprio l’On. Tacconi, ancor prima che si ventilasse l’ipotesi di vendita, ad attivarsi presso i vertici politici ed amministrativi del Ministero per salvaguardare il destino della Casa d’Italia. Quando poi, nell’estate del 2016, era venuto a conoscenza di un piano di dismissioni di beni demaniali all’estero che comprendeva anche la Casa d’Italia di Lucerna, aveva immediatamente presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo che si preservasse la proprietà dell’immobile e se ne assicurasse la piena fruibilità da parte dell’intera collettività.

Nella risposta all’interrogazione dell’On. Tacconi, il Governo assicurava che nessuna decisione definitiva sulla vendita era stata fino ad allora adottata e che nell’assumere qualsiasi decisione “si sarebbe tenuto conto degli interessi della comunità italiana”.

L’iniziativa dell’Ambasciatore Del Panta sembra proprio dare una risposta a questa esigenza di confronto e di dialogo per ascoltare dalla viva voce dei diretti interessati quali potrebbero essere le proposte per un effettivo rilancio del nostro immobile demaniale.

Sul tavolo sono state poste due opzioni, la prima per l’acquisto della Casa da parte della collettività, la seconda per la stipula di una nuova concessione a favore di un’Associazione appositamente costituita. La prima ipotesi è sembrata difficilmente percorribile non solo per l’elevato valore stimato dell’immobile, ma soprattutto in considerazione che non si potrà non contemplare una procedura di vendita pubblica. Rimane la seconda ipotesi, la cui fattibilità è legata ad un progetto serio che tenga conto di diversi parametri, dai costi di manutenzione ordinaria e straordinaria al reperimento delle relative risorse, dall’utilizzo finalizzato degli spazi alle attività che vi si intende svolgere, dal coinvolgimento dell’associazionismo locale ai rapporti con le istituzioni nazionali e locali, ecc.

L’Ambasciatore Del Panta si è detto disponibile a valutare e sostenere una concreta proposta, ispirata a tali criteri, da far pervenire entro le prossime settimane: la comunità di Lucerna ha quindi la possibilità di elaborare un piano di rilancio per far rivivere la sua Casa d’Italia.

L’iniziativa promossa dall’Ambasciatore Del Panta anticipa, a nostro avviso, quel metodo di concertazione che dovrebbe essere criterio imprescindibile di valutazione soprattutto quando si tratta di decisioni che interessano da vicino la storia delle nostre collettività all’estero, i sentimenti ivi radicati, l’identità che tale storia ha plasmato. Non può essere infatti la semplice esigenza di “fare cassa” a decidere sul destino di questi immobili, perché anche il “fare cassa” si potrebbe rivelare ben presto una goccia nel mare a fronte della perdita di una presenza culturale che sia in grado di promuovere e garantire gli interessi delle collettività italiane all’estero e, con essi, l’immagine stessa dell’Italia.

La SAIG termina a Ginevra il Tour in Svizzera per incontrare la rappresentanza istituzionale, con l’intervista al Console Generale, Antonino La Piana

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16115078_1398850553498948_193604583468272803_nIl 17 novembre, la SAIG ha incontrato l’ultimo Console in ordine di tempo, ma primo come importanza, visto che è il Console Generale d’Italia a Ginevra ove la SAIG ha la sede, Antonino La Piana.

Dopo la doverosa introduzione da parte del coordinatore Vaccaro, è stato fatto presente al Console, che la SAIG ha realizzato un bel progetto da esportare in tutta la Svizzera affinché si trovino delle collaborazioni nei comuni limitrofi a Ginevra (nel Vallese e nel Canton Vaud) per l’apposizione di monumenti dedicati all’immigrazione italiana. Su tale iniziativa il Console ha espresso entusiasmo e disponibilità e, ritenendola un’iniziativa interessante, si adopererà per la realizzazione di questo progetto, prendendo contatti con le autorità locali degli altri cantoni.

La seconda domanda posta al Console ha riguardato in particolare la sua importante esperienza come diplomatico ma anche la sua ecletticità in vari settori (che comprendono anche la scrittura di libri). In quale modo, dunque, gli è stato chiesto, queste sue prerogative possono favorire il dialogo tra le differenti realtà associative presenti a Ginevra. Il Console ha riferito che, stante la presenza di molte problematiche, fare previsioni è qualcosa di molto complesso. Quando si arriva in un paese bisogna conoscere le realtà, le persone, la collettività, le autorità locali, capire quali siano le problematiche ma anche i punti di forza da valorizzare. Metterà dunque, la sua esperienza per metterla a favore della collettività per installare con le autorità locali dei rapporti proficui affinché possano aiutare la collettività italiana sia a Ginevra, sia negli altri tre cantoni di cui è responsabile.

Riguardo al fatto che Ginevra è una città ad ampio respiro internazionale, fatto che potrebbe comportare una differenza rispetto alle altre sue esperienze consolari, il Console ha risposto affermativamente, sottolineando che, comunque, ogni paese ha le sue caratteristiche che vanno conosciute e rispettate e, anche in questo caso, farà il possibile per meglio conoscere questa città e migliorare il suo lavoro in questo cantone.

16114810_1398850556832281_7713829258140886812_nQuanto all’immigrazione vecchia e nuova ed alle differenze di esigenze che presentano, La Piana riferisce che ritiene essere importante che la vecchia immigrazione che ormai ha esperienza che ha vissuto in un altro paese, aiuti i nuovi immigrati ad adattarsi, ad integrarsi. In fondo si tratta anche degli stessi problemi che magari si affrontano in un modo diverso, date anche le condizioni diverse, però alcuni punti fermi restano, come ad esempio la ricerca di un lavoro. Sarebbe, dunque, importante fare un fronte comune, utilizzare le belle realtà associative che esistono a Ginevra per veramente far lavorare tutti insieme eliminando i problemi. Il Consolato, naturalmente, fa la sua parte per tutti.

Per quanto riguarda, quindi, la sua organizzazione in seno al Consolato di Ginevra, forte delle sue precedenti esperienze in molti altri paesi, auspica una fattiva collaborazione di tutte le parti in campo (COMITES, CGIE, realtà associative) in modo da favorire un lavoro proficuo in favore dei residenti nella sua circoscrizione consolare. Secondo La Piana l’unione fa la forza ed in questo senso intende lavorare.

Quanto al tavolo di confronto e di dialogo relativamente ad una eventuale riforma di legge per i COMITES ed i CGIE, La Piana ha fatto presente che qualora si aprisse un tavolo di discussione di tal genere, il Consolato di Ginevra potrebbe fare la sua parte, ascoltando tutte le esigenze ed essendo sempre e comunque aperti al dialogo.

Il video dell’intervista è disponibile su www.ciaoitalia.tv

CAL.TEVA

Incontro e intervista all’Ambasciatore d’Italia a Berna, S. E. Marco Del Panta

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Gli incontri della delegazione SAIG si sono proseguiti a Berna, con l’intervista all’Ambasciatore di Italia a Berna, Marco Del Panta, il quale ha accolto la delegazione ginevrina con molto disponibilità e cortesia.
Sulla questione dell’apposizione di monumenti si è detto disponibile ed ha trovato l’iniziativa lodevole e, per la circoscrizione che compete all’Ambasciata (Berna e Neuchâtel), si farà portavoce per la realizzazione della proposta.
Sui tagli ai finanziamenti pubblici ha riferito che la situazione è meno grave di quel che pensava, essendo detti tagli notevoli solo per i corsi di lingua italiana. L’Ambasciatore ha risposto anche sui rapporti tra Italia e Svizzera relativamente alle tensioni in Canton Ticino che hanno portato alla vittoria del no al recente referendum che riguardava la questione dei frontalieri. Ha sottolineato il fatto che a livello di Confederazione i rapporti tra i due paesi sono ottimi ma che, nonostante questo, il Ministro Gentiloni è stato molto solerte e deciso, dopo il referendum, a prendere contatti con le istituzioni elvetiche in modo da chiarire che non erano ammesse questioni di discriminazione nei confronti degli stranieri ed il Consigliere federale gli ha dato rassicurazioni dicendo che assolutamente si tratta di un’iniziativa cantonale, di cui si dovrà tenere conto ma la legge sull’immigrazione invece è federale, quindi, ciò che decide il Cantone deve essere poi recepito a livello federale e la posizione del Consiglio federale è quella nota che si conosce. L’Italia, tra l’altro, si è fatta anche portatrice di certe esigenze svizzere nel negoziato con l’Unione Europea per il referendum del 2014 a livello nazionale. L’Ambasciatore si augura che non ci siano conseguenze negative rispetto a queste problematiche che, sia pur locali, testimoniano comunque un disagio nei confronti dei lavoratori italiani. Un referendum comunque c’è stato ed in una democrazia se ne deve comunque tener conto, ma non si può entrare assolutamente in una questione che attiene alla politica interna svizzera. Quel che è stato fatto presente è che discriminazioni sulla base della nazionalità sono incompatibili con gli accordi che la Svizzera ha sottoscritto con l’Unione Europea.
15972520_1390188514365152_2069482763860815132_oLe due regioni, Ticino e Lombardia, ha sottolineato, sono storicamente talmente interconnesse che la Lombardia ha dato nel tempo ed in tanti settori economici un bel contributo al Canton Ticino e, dunque, se si guarda la questione da un punto di vista più alto, si ha difficoltà a capire le ragioni di questo rigetto. Va anche considerato il fatto che il Ticino ha nel tempo attuato una politica di attrazione degli investimenti, alla quale gli investitori lombardi hanno dato seguito con grossi investimenti in Ticino, con la conseguenza che non trovando in Ticino professionisti e manodopera specializzata gli imprenditori hanno portato dall’Italia i lavoratori necessari a fare impresa, alimentando un movimento transfrontaliero, ma questa è stata una conseguenza della politica del Cantone. E’ una questione che va gestita nell’ambito delle buone relazioni che abbiamo con la confederazione e con il Consiglio di Stato ticinese, tenendo anche conto che per l’Italia, trattandosi dell’unico cantone in cui si parla la lingua italiana, è molto importante mantenere i migliori rapporti con questa realtà. Essendo di competenza federale il libero scambio e la libera circolazione dei lavoratori tra l’Italia e la Svizzera, l’Ambasciatore stesso si sta recando più frequentemente in Ticino per testimoniare la sua vicinanza ai nostri connazionali e la storica prossimità culturale, linguistica e commerciale con questo cantone, soprattutto per quanto riguarda, appunto, la regione Lombardia.

Per quanto riguarda, invece, l’iniziativa posta dalla SAIG circa una riforma della legge sui COMITES e CGIE, ha sottolineato come le rappresentanze diplomatiche non fanno parte né del potere legislativo, né di quello esecutivo e, quindi, potrà farsi carico, di convogliare a Roma le istanze della collettività e quindi se dovesse emergere nella collettività una posizione unitaria nel senso di rivedere la legge sulla rappresentanza degli italiani all’estero, le rappresentanze consolari se ne faranno certamente carico per trasmettere al Ministero le istanze in proposito raccolte, anche se secondo lui esistono delle organizzazioni a ciò deputate come i CGIE che sono le sedi dove discutere di queste cose. Esistono i senatori e deputati all’estero incaricati di questo. L’Ambasciata, d’altra parte intrattiene rapporti con le istituzioni elette presenti sul territorio, come i COMITES, e ogni circoscrizione ha i suoi COMITES cui riferirsi, e poi esiste una riunione annuale tra i COMITES che si chiama INTERCOMITES in seno alla quale si potrà discutere anche di queste cose.

La SAIG intervista al Console Generale di Zurigo, Min. Plen. Giulio Alaimo

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15823618_1379129328804404_604597424355381878_nDopo gli incontri con il Console di Lugano e quello di Basilea nell’ambito del previsto tour nelle sedi delle rappresentanze consolari italiene in Svizzera, una delegazione della SAIG, è stata ricevuta dal Console Generale di Zurigo, Min. Plenipotenziario Giulio Alaimo, il quale ha risposto ad alcune domande.

La prima cosa che è stata chiesta, riguardava la possibilità che il Consolato di Zurigo

potesse interfacciarsi e collaborare con la SAIG con lo scopo di collocare dei monumenti, anche nella sua circoscrizione consolare, in riconoscenza alle emigrazioni degli italiani in Svizzera.
Nel Cantone di Ginevra, difatti, da alcuni anni sono stati apposti, su iniziativa della SAIG e su specifica autorizzazione delle istituzioni locali, alcuni monumenti in ricordo dei sacrifici degli italiani in Svizzera.

Il Console Alaimo che è stato nominato Console Generale a Zurigo soltanto dallo scorso agosto, dopo aver dato il benvenuto e ringraziato la SAIG per la visita, ha riferito di essere ancora in fase di conoscenza di una realtà che comunque è molto ampia, complessa e molto vitale con spiccato spirito di iniziativa. Riconoscere il contributo dei nostri connazionali in questo Paese, continua Alaimo, è quasi un obbligo da parte del Consolato. Contributo alla sviluppo di questo paese che non è solo un contributo economico ma anche culturale, di costume, di enogastronomia, di qualità della vita. Ogni sforzo che vada, dunque, nella direzione di un riconoscimento svizzero di questo nostro ruolo storico, è un’iniziativa che deve essere sostenuta e promossa.

Molte le comunità di connazionali presenti nella sua circoscrizione consolare, come a San Gallo, Wintertour, Lucerna, città dove la presenza dei nostri connazionali è stata, ed è importante, e ciascuna ha titolo e diritto per avere un monumento che la celebri. E’ una cosa che si dovrà fare, come di prassi, di concerto con le istituzioni cittadine dei paesi ove questi monumenti potrebbero essere ospitati e insieme agli organi rappresentativi della comunità, quindi i COMITES (a Zurigo e a San Gallo). Insieme ai COMITES potrebbero venire avviate le operazioni di comunicazione con le istituzioni locali per far si’ che questi monumenti trovino una loro collocazione.

Successivamente è stato chiesto al Console, qual è la sua strategia organizzativa, atteso che è da poco arrivato a ricoprire questo ruolo a Zurigo e che da poco è stato soppresso il Consolato di San Gallo con un aumento di competenze a carico di Zurigo. Il Console ha risposto che molti e complessi sono i problemi dal momento che, facendo riferimento anche ai numeri, Zurigo copre buona parte della Svizzera tedesca, con circa 210.000 connazionali iscritti, una grande città italiana che vive fuori dai confini nazionali, e questo dà la misura dei servizi che devono essere gestiti. Peraltro il carico di lavoro, dopo la chiusura del Consolato di San Gallo, è aumentato moltissimo perché tutta la popolazione italiana che faceva capo là, è stata trasferita ora a Zurigo, senza che questo abbia, pero’ comportato un aumento degli organici.

 

Secondo poi, vanno promossi nuovi metodi di lavoro. Ad esempio utilizzando i canali telematici, informatici. Quindi il corrispondente consolare deve essere in condizione di interloquire con il Consolato con mezzi telematici per permettere uno scambio di documentazione e di informazioni. Altro aspetto è quello di razionalizzare le presenze consolari in queste realtà periferiche, quindi permettere al personale di muoversi, secondo un programma strutturato, andare a visitare le comunità di connazionali esistenti ed offrire dei servizi sul posto, per offrire un servizio in situazioni particolari.

Aumentare le comunicazioni attraverso mezzi telematici è un altro sistema. C’è un account twitter, un profilo Facebook, il sito del Consolato è molto ricco di informazioni. Sanno che c’è un problema non solo a Zurigo ma in tutte le realtà consolari. L’utente che chiama al telefono ha oggettive difficoltà di parlare con un operatore, momento che, secondo i dati statistici, in particolari momenti della giornata ci sono 400 telefonate in entrata ma una sola persona che può rispondere. Si deve necessariamente procedere per priorità, dunque. Rafforzare l’informazione telefonica, prevedendo piu’ persone al centralino, oppure assicurare i servizi allo sportello? La scelta è stata nella direzione di rafforzare i servizi allo sportello, dal momento che le informazioni possono essere raccolte anche attraverso altri canali.

15780807_1379129335471070_1614219735878215354_nAl Console è stato poi chiesto se le molte associazioni presenti a Zurigo possano concretamente rappresentare un mezzo di comunicazione con il Consolato e trasmettere la vicinanza delle istituzioni italiane ai concittadini lontani. Il Console ritiene che certamente tali comunità possano rappresentare un trait d’union. Esistono, continua, diversi tipi di comunità. Alcune piu’ attive, altre meno, ma ciascuna rappresenta il mantenimento delle nostre tradizioni, che molto spesso sono tradizioni regionali, localistiche e già questo è un ruolo di mantenimento di un’identità. Le comunità molto attive con il Consolato rappresentano anche degli ottimi canali di informazione. Il COMITES, come rappresentanza eletta, anche istituzionalmente è chiamata a farsi interprete delle esigenze della comunità. Lui stesso partecipa molto agli eventi delle associazioni, proprio per capire dalla voce dei connazionali che riesce a capire i problemi e le esigenze.

E, a proposito di questo, Carmelo Vaccaro ha affrontato il tema dell’emigrazione vecchia e nuova, delle diverse esigenze, delle diverse età e dei diversi contesti, sociali e storici, in cui si muovono gli emigrati, chiedendo come il Console pensa di organizzarsi per andare incontro a tutte queste diversificate ma egualmente importanti esigenze.

Il Console ha fatto, preliminarmente una differenza tra l’emigrazione storica, con la quale ci si misura in maniera tradizionale perchè la si conosce meglio e perchè si tratta di una comunità che è piu’ abituata a rivolgersi al Consolato. Poi esiste tutto un mondo di nuovi arrivi che invece sfugge completamente, semplicemente perchè i nuovi emigrati non si recano al Consolato, forse per mancanza di interesse o forse perché ritengono che il Consolato non sia di reale aiuto. Non ci sono dati ufficiali ma solo stime secondo le quali arriverebbero nella sola città di Zurigo almeno 100 persone al mese, che quasi mai si iscrivono all’AIRE. Si trattta di dati che arrivano dalla municipalità di Zurigo alla quale i nuovi arrivati si rivolgono piuttosto che annunciarsi al Consolato. A questa comunità loocale vengono richiesti corsi di lingua, orientamento professionale o assistenza, nel senso tradizionale se le cose non vanno bene.

La municipalità di Zurigo organizza un evento molto importante, nella metà del mese di dicembre, dedicata ai nuovi arrivati italiani, dando indicazioni di carattere informativo mirate proprio ai nostri connazionali.

L’ultima domanda, come anche per gli altri Consoli intervistati, ha riguardato la questione relativa alla possibile futura apertura di un tavolo di discussione tesa al miglioramento dell’attuale normativa sulle rappresentanze elette all’estero (CO.MI.TES e CGIE) per meglio adattarla alle moderne esigenze degli italiani residenti all’estero e per fare in modo che tale rappresentanza sia presente in maniera più uniforme e meglio distribuita. La problematica sarebbe capire se le rappresentanze in Svizzera potrebbero, secondo il suo parere, collaborare ad una tale riforma dando l’impulso affinché le parti interessate e competenti possano arrivare una normativa più adeguata.

Il Console ha innanzitutto ricordato che la normativa sulla rappresentanza ha visto tre momenti, tre leggi che si sono succedute negli anni e che indubbiamente hanno creato un impianto che potrebbe in effetti presentare degli aspetti non coerenti.

Quindi abbiamo i Parlamentari nazionali eletti da tutta una circoscrizione europea, abbiamo i rappresentanti di ciascuna circoscrizione consolare e poi c’è un organismo intermedio che è il CGIE. Questo è già un argomento di discussione la quale la rete consolare puo’ dare un suo contributo di riflessione laddove si organizzasse un tavolo di discussione si Consolati sarebbe di certo ben lieti di dare il loro contributo.

CAL.TEVA

Incontro col Console di Basilea, Michele Camerota

L'immagine può contenere: 1 persona, con sorriso, vestito elegante e spazio all'apertoIl 14 novembre 2016, una delegazione della SAIG è stata ricevuta dal Console di Basilea, il quale ha risposto ad alcune domande.

La prima riguardava la possibilità che il Consolato di Basilea potesse interfacciarsi e collaborare con la SAIG con lo scopo di collocare dei monumenti, anche nella sua circoscrizione consolare, in riconoscenza alle emigrazioni degli italiani in Svizzera.

Nel Cantone di Ginevra, difatti, da alcuni anni sono stati apposti, su iniziativa della SAIG e su specifica autorizzazione delle istituzioni locali, alcuni monumenti in ricordo dei sacrifici degli italiani in Svizzera.

Il Console Camerota, dopo aver dato il benvenuto e ringraziato la SAIG per l’iniziativa, si è detto lieto di incontrare persone che si spostano dai loro recinti per andare a trovare situazioni e realtà diverse, soprattutto in un paese come la Svizzera dove la dimensione cantonale e linguistica hanno una rilevanza e queste, dunque, sono buone occasioni di contaminazione e di confronto reciproco.

Per quanto riguarda la proposta per i monumenti, il Console Camerota, ha risposto sul punto dicendosi assolutamente d’accordo con l’iniziativa proposta, avendo già avuto occasione di confermare il suo apprezzamento per via informali, in quanto tutto ciò che va nel senso di conservazione della memoria è positivo, soprattutto in un paese come la Svizzera dove grande è la presenza di connazionali. “Questo è appunto”, – ha dichiarato Camerota – un paese dove il lavoro ed il sacrificio degli italiani è stato fondamentale per costruire quella che oggi è risaputa essere l’efficienza svizzera. Questa potrebbe, quindi, essere una collaborazione fruttuosa da presentare alle autorità locali, coinvolgendo certamente anche le realtà elettive territoriali, come i COMITES ed eventualmente il CGIE in una road map da stabilire”.

Successivamente è stato chiesto al Console, che ricordiamo, è il più giovane dei consoli in Svizzera e persona dotata di entusiasmo e spirito di iniziativa, come intende rendere un servizio reale e concreto ai concittadini, attuando quello che egli stesso ha definito “sportello amico”, migliorando i servizi consolari e la comunicazione con l’utenza. Dopo aver premesso che il fattore “giovane età” in effetti suscita ancora una certa sorpresa in ambienti in cui i cittadini sono abituati da sempre ad avere a che fare con persone ben più “adulte”, sottolinea come proprio l’entusiasmo e la voglia di fare sopperiscono mancanza di esperienza. Ha colto l’occasione, a quel punto, di esprimere due ringraziamenti: uno alla Farnesina per avergli dato questa opportunità, per aver creduto nella sua persona assegnandogli un compito non facile e poi all’Ambasciatore Del Panta e a tutti gli altri colleghi, Consoli Generali in Svizzera che sono per lui il primo “sportello amico” in quanto può relazionarsi molto confidenzialmente con loro per avere consigli in caso di necessità.

Per quanto riguarda, invece, il rapporto Consolato, cittadini, “sportello amico”, etc, ci ha riferito essere proprio questo il settore su cui si stanno impegnando molto perché in Italia, in particolare, c’è un’assoluta necessità di lavorare sulla costruzione di un rapporto virtuso tra istituzioni e cittadini. Le Istituzioni esistono per aiutare i cittadini non per creare problemi o ostacoli e si tratta di una rapporto di diritti e doveri reciproci. Molti risultati si stanno ottenendo, soprattutto grazie alla comunicazione, ad esempio grazie alla nuova pagina Facebook per informare. Il sito Internet è stato rifatto e lui stesso si reca direttamente presso le diverse comunità, assieme alla presidente del COMITES, perché ogni momento di incontro è anche un’opportunità di comunicare e la comunicazione è il primo passo per costruire quel rapporto virtuoso di cui ci ha parlato.

L'immagine può contenere: 5 persone, persone che sorridonoAl Console è stato poi chiesto come il “suo” consolato può aiutare concretamente quanti si trasferiscono oggi per semplificare le operazioni di adattamento, data la differenza di esigenze tra la emigrazione tradizionale e quella di nuova generazione, formata da professionisti che portano all’estero quanto di meglio l’Italia possa offrire in termini di cultura, professionalità e preparazione. Il Console si è detto compiaciuto del fatto che si trasferiscono personalità di alto profilo all’estero, che portanto prestigio al nostro Paese. Come il Consolato puo aiutare concretamente? Di fatto prova già a farlo. Intanto sta creando un network di social, ad esempio per i ricercatori, dell’Università di Basilea, che è la prima università della Svizzera, per raggiungere il maggior numero di persone attraverso gli strumenti informatici che permettono, in fondo, una nuova forma di associazionismo contemporaneo, senza statuti ma come associazioni di fatto. Non da ultimo va detto che il COMITES di Basilea ha presentato un progetto al Ministero degli Esteri che nelle prossime settimane sarà declinato in concreto con il sostegno del suo Consolato nel cercare di offrire dei punti di riferimento per i connazionali di nuova emigrazione qualunque tipo di lavoro vengano a svolgere. Insomma si pensa alla creazione di sportelli dedicati sulla falsa riga di quello che si fa in altri paese, tipo “Primo approdo” che esiste a Londra.

Passando poi a parlare proprio dell’emigrazione tradizionale, per la quale il Console Camerota ha sempre espresso molto rispetto, si è chiesto come pensa di poter riconoscere i tanti sacrifici e le difficoltà di coloro che hanno poi, di fatto, reso la strada più facile agli emigrati dei nostri giorni, in modo da non essere dimenticati. Camerota ha espresso il suo grande amore ed interesse in qualità di diplomatico, per la storia ed il passato. Il Console fa notare che l’Italia ha sempre avuto un grande rispetto per chi è andato a lavorare all’estero. L’italiano medio è ben consapevole del sacrificio che hanno fatto le persone che si sono recate a lavorare all’estero, creando di fatto anche delle opportunità economiche per l’Italia stessa.

Come ultima domanda è stata posta la questione relativa alla possibile futura apertura di un tavolo di discussione tesa al miglioramento dell’attuale normativa sulle rappresentanze elette all’estero (CO.MI.TES e CGIE) per meglio adattarla alle moderne esigenze degli italiani residenti all’estero e per fare in modo che tale rappresentanza sia presente in maniera più uniforme e meglio distribuita. La problematica sarebbe capire se le rappresentanze in Svizzera potrebbero, secondo il suo parere, collaborare ad una tale riforma dando l’impulso affinché le parti interessate e competenti possano arrivare una normativa più adeguata.

Il Console Camerota, ci ha risposto sul punto, dicendo che non si dovrebbe utilizzare il condizionale. Le rappresentanze elette e consolari possono e devono collaborare per questo. Il dibattito è attuale e molto ampio a livello parlamentare e siamo in una fase in cui si raccolgono tutti i contributi a cominciare proprio dai COMITES e del CGIE fino alla rappresentanza consolare ed ai parlamentari eletti all’estero. Tutti sono legittimati ad offrire il loro contributo ed il proprio punto di vista su un argomento che senza dubbio sta a cuore a tutti perché ci si rende conto che è necessario pensare a delle rinnovate forme di rappresentanza. La SAIG, secondo lui puo’ offrire uno spunto interessante ed anche un modello da seguire: il creare delle federazioni secondo il principio “dell’unione fa la forza” può essere una delle risposte.

La redazione “La Notizia di Ginevra”

Intervista al Console Generale di Lugano, Min. Plen. Marcello Fondi

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Il 14 novembre 2016, una delegazione della SAIG ha iniziato un viaggio in Svizzera per incontrare la rappresentanza diplomatica italiana in Svizzera partendo da Lugano, in Ticino, per proseguire poi per Basilea, Zurigo, Berna ed infine Ginevra. Le interviste sono state realizzate per “La Notizia di Ginevra e i video per ciaoitalia.tv.
Nei prossimi mesi, la SAIG proporrà tutte le interviste dei nostri rappresentanti istituzionali, allo scopo di conoscerli e capire meglio gli obiettivi che intenderanno raggiungere.

Come prima tappa, a Lugano, la SAIG è stata ricevuta dal Console Generale d’Italia a Lugano, Min. Plen. Marcello Fondi, il quale ha iniziato la serie delle interviste programmate.

Come prima tappa, a Lugano, la SAIG è stata ricevuta dal Console Generale d’Italia a Lugano, Min. Plen. Marcello Fondi, il quale ha risposto ad alcune domande.

La prima riguardava la possibilità che il Consolato di Lugano potesse interfacciarsi e collaborare con la SAIG con lo scopo di collocare dei monumenti, anche in Canton Ticino, in riconoscenza alle emigrazioni degli italiani in Svizzera.

Nel Cantone di Ginevra, difatti, da alcuni anni sono stati apposti, su iniziativa della SAIG e su specifica autorizzazione delle istituzioni locali, alcuni monumenti in ricordo dei sacrifici degli italiani in Svizzera.

Il Console Fondi, dopo aver ringraziato la SAIG per l’iniziativa, ha risposto sul punto dicendosi assolutamente d’accordo con l’iniziativa proposta, e che il Consolato di Lugano si farà parte attiva con le istituzioni locali affinché queste ultime concordino a mettere a disposizione uno spazio adeguato in città. A Lugano od anche a Bellinzona o a Locarno si potrebbero in effetti, secondo lui, collocare dei simboli che riordino a tutti l’epopea italiana in Svizzera. Tanto più, ha sottolineato il Console, che nella realtà a Lugano non esiste qualcosa di simile da poter utilizzare anche durante le cerimonie commemorative (come, ad esempio, il 4 novembre) e ove deporre una corona nelle occasioni ufficiali. Attualmente si utilizza l’ospedale italiano per questo tipo di iniziative e, dunque, che ben venga l’apposizione di un simbolo di tale genere.

Successivamente al Console è stato chiesto quali differenze rileva tra le esigenze dei connazionali residenti in Eritrea, ove il Ministro è stato Console in precedenza, e quelle dei residenti in Svizzera, data l’enorme diversità ambientale. In Eritrea il Console Fondi ha conosciuto una collettività italiana davvero molto specifica e peculiare rispetto alle comunità italiane esistenti nel resto del mondo. In Eritrea, infatti, risiede ancora un migliaio di connazionali molto coraggiosi ancorati a dei valori ancora molto importanti e che rimangono in eritrea perché lì hanno investito tutto il loro progetto di vita. Sono coloro i quali attraverso la storia tra l’Italia e l’Eritrea, ma anche attraverso le dinamiche della storia africana, hanno deciso comunque di rimanere ad Asmara a testimoniare un’emigrazione che ormai data 1878. Una comunità molto solida che vive in difficoltà crescenti data la crisi che attraversa da tempo il continente africano. Ci ha riferito di aver ritrovato famiglie eritree che vivono in Svizzera o che vi transitano per raggiungere altri paesi europei, trovando tutto questo molto significativo.
Al Console Generale è stato poi chiesto se, data la prossimità di cultura e l’identità di linguaggio in Canton Ticino, gli italiani che risiedono in questo Cantone si trovano ad affrontare meno difficoltà di inserimento sociale e nel mondo del lavoro rispetto ad altri Cantoni. Secondo il Console certamente la lingua italiana come fattore comune agevola tutti i processi di inserimento e di integrazione dei connazionali che continuano ad emigrare in Svizzera ed in particolare in Canton Ticino e, quindi, dal punto di vista dell’integrazione esistono minori difficoltà. Tuttavia, per paradosso, poiché il Ticino è una terra di frontiera con l’Italia, questo comporta una serie di problematiche che richiedono delle soluzioni ed una costante azione di mediazione tra la comunità italiana e quella svizzera. Inoltre il Canton Ticino deve tutelare il suo mercato del lavoro, il welfare e in questo senso ci sono delle difficoltà di inserimento dei lavoratori italiani perché se questo afflusso di lavoratoti provenienti dall’Italia fosse indiscriminato, il sistema del welfare cantonale, ma anche l’andamento del mercato del lavoro ne soffrirebbero creando problemi sia per i ticinesi che per gli italiani, quindi, da una parte abbiamo una maggiore facilità di integrazione dal punto di vista culturale e linguistico ma sul piano dei rapporti di lavoro, forse in Ticino la situazione è, al contrario più complessa che in altri cantoni della Svizzera.

Passando a parlare della sua formazione professionale, gli è stato chiesto se il fatto di essersi laureato alla LUISS Guido Carli di Roma abbia positivamente o meno influito sulla sua successiva brillante carriera. Il Console ci ha riferito che essendosi laureato in questa Università all’inizio degli anni 80, ha avuto l’opportunità di usufruire dei programmi messi a disposizione in termine di approfondimento degli studi, ma anche di agevolazione dei processi di apprendimento. Essendo un piccola università c’erano ottimi rapporti fra studenti e corpo docenti e un’importante vita sociale dentro l’ateneo che aiutava. Quindi in effetti, il Console ci ha confermato di essere convinto di dovere molto agli studi compiuti presso la Guido Carli di Roma anche se questo non significa che in Italia non esistano altri centri universitari di eccellenza nei quali si può studiare con attimo profitto.

Come ultima domanda è stata posta la questione relativa alla possibile futura apertura di un tavolo di discussione tesa al miglioramento dell’attuale normativa sulle rappresentanze elette all’estero (CO.MI.TES e CGIE) per meglio adattarla alle moderne esigenze degli italiani residenti all’estero e per fare in modo che tale rappresentanza sia presente in maniera più uniforme e meglio distribuita. La problematica sarebbe capire se le rappresentanze in Svizzera potrebbero, secondo il suo parere, collaborare ad una tale riforma dando l’impulso affinché le parti interessate e competenti possano arrivare una normativa più adeguata.

Il Min. Plen. Fondi, dopo aver premesso che anche recentemente vi sono state alcune riforme in questo campo e che spetta al Parlamento italiano provvedere a questo con il contributo dei parlamentari eletti all’estero, crede che sia dovere degli uffici consolari illustrare alla classe politica italiana se determinati meccanismi normativi e regolamentari hanno prodotto gli aspetti sperati. La collaborazione in questo senso è fondamentale tenendo anche presente che in Svizzera la rete consolare è diffusa e importante che raccoglie informazioni che provengono da una collettività che ormai spera il mezzo milione di connazionali, e, quindi può fare molto da questo punto di vista. Tutto è perfettibile ed anzi dovremmo fare una riflessione su questa istanza in modo che gli uffici consolari, sotto il coordinamento dell’Ambasciata d’Italia a Berna, si facciano promotori, perché no, di questa riflessione assieme agli altri operatori degli attuali organismi rappresentativi della collettività.

La delegazione SAIG si è congedata dal Console Generale d’Italia a Lugano, Min. Plen. Marcello Fondi, ringraziandolo fervidamente per l’ospitalità.

CVAT

Il Console Generale, Antonino La Piana, in visita nella sede dell’ARPG

L'immagine può contenere: 13 persone, persone in piediReduce da una sfavillante festa a San Martino, lo scorso 26 novembre, il Presidente dell’Associazione Regionale Pugliese, Antonio Scarlino, ha presieduto un altro appuntamento importante presso la sede della sua associazione, all’Av. De Luserna, accogliendo il Console Generale d’Italia a Ginevra, Antonino La Piana. Invitata anche la SAIG. Il Console Generale ha colto l’occasione per esprimere la conferma dell’importante ruolo dell’associazionismo tradizionalmente radicato nel Cantone.

Dopo la visita della sede e le presentazioni, le cuoche dell’ARPG hanno servito un pranzo in onore dell’ospite. Il menu, che ha previsto delle sfogliatelle al salmone, un sorbetto al limone e orecchiette con polpettine alla pugliese, hanno dato uno spunto per parlare di come migliorare, con la collaborazione di tutti, i servizi rivolti alla nostra comunità italiana nel Cantone e nella Circoscrizione consolare di Ginevra, tema cui il Console, come ribadito in altre occasioni, tiene molto. Per questo motivo Antonino La Piana, compatibilmente con i suoi molti ed importanti impegni istituzionali, non si sottrae agli incontri con la comunità italiana per conoscere ed interpretare meglio le differenti esigenze che, proprio in queste occasioni, emergono.

L'immagine può contenere: 1 persona, spazio al chiusoIl Console Generale, difatti, è convinto sostenitore dell’unità e della concordanza delle attività associazionistiche, sia private che istituzionali, svolte in favore dei nostri connazionali all’estero. Fra i suoi compi
ti istituzionali annovera anche e soprattutto i momenti di incontro e di ascolto delle differenti problematiche testimoniate da chi si fa portatore delle stesse, a diretto contatto con le persone, dimostrando una disponibilità ed una empatia non comuni.

L’occasione dell’incontro conviviale all’ARPG, dunque, è stata colta e sfruttata in pieno da La Piana che, ricordiamo, ha da poco iniziato il suo mandato a Ginevra, per realizzare, nei fatti, il suo obbiettivo.

Ringraziamo, dunque, il “nostro” Console Generale per l’incontro con le nostre comunità che, si auspica, sia solo uno dei primissimi passi di una frequentazione continuativa e proficua.

 

Un monumento per gli italiani, riforma della legge sui COMITES e CGIE, Amnistia fiscale e sociale. La SAIG in missione in Svizzera per incontrare la rappresentanza diplomatica italiana

Una delegazione della SAIG condotta dal coordinatore Carmelo Vaccaro e composta da Antonio Scarlino, Presidente dell’Associazione Regionale Pugliese, Riccardo Galardi, Presidente dell’Associazione ciaoitalia.tv e Alessandra Testaguzza, consulente giuridico della Società, si è recata per incontrare ed intervistare i Consoli della Svizzera nei giorni del 14 e 15 novembre, per concludere il 16 all’Ambasciata di Berna ed il 17 al Consolato Generale d’Italia a Ginevra.

Si è trattato di un’iniziativa volta, sì, ad intervistare i Consoli italiani presenti in terra elvetica, al fine di presentarli (sono tutti di recente nomina) e di permettergli di raccontarci come si sono organizzati per meglio svolgere il loro mandato e quali siano gli obbiettivi da raggiungere nel breve e nel lungo periodo, ma anche per coinvolgerli in un paio di iniziative importanti: per la possibile apposizione di monumenti dedicati all’emigrazione italiana come simboli per i sacrifici fatti dai nostri connazionali negli anni passati in terra straniera e della collaborazione che nel tempo hanno prodotto in favore dei luoghi che li hanno accolti; e per verificare la disponibilità delle rappresentanze consolari a partecipare o sollecitare un tavolo di discussione come spunto di riflessione per ipotizzare in futuro una riforma della legge sulle rappresentanze elette (COMITES e CGIE) in modo da renderla più adeguata ed efficiente alle moderne esigenze dei connazionale all’estero così da permettere a queste entità di operare in maniera più proficua per tutti.

Altro obbiettivo di questo viaggio per circoscrizioni consolari era quello di informare i Consoli degli altri cantoni, nonché l’Ambasciatore, della nuova normativa federale, entrata in vigore lo scorso 1 ottobre 2016, che ha inserito nel codice penale svizzero il reato di truffa agli enti assistenziali che punirà penalmente e con l’espulsione dalla Svizzera, coloro che abbiano usufruito di aiuti sociali omettendo di dichiarare la totalità del proprio patrimonio posseduto in Svizzera e/o all’estero.

Questa nuova legge andrà ad incidere pesantemente anche sui nostri connazionali e, tenuto conto del fatto che Ginevra è l’unico cantone che ha previsto un’informativa capillare a tutti gli assistiti e gli ha dato la possibilità di un periodo entro e non oltre il quale inviare una domanda di regolarizzazione che possa evitare, almeno, problemi penali ed espulsioni, la SAIG ha ritenuto importante informare le rappresentanze consolari tutte e l’Ambasciata.

L'immagine può contenere: 20 persone, persone che sorridonoLunedì 14 la delegazione ha dato inizio a questo viaggio itinerante attraverso la Svizzera con il Console Generale di Lugano, il Min. Plenipotenziario Marcello Fondi, per poi proseguire nel pomeriggio con l’incontro con il giovanissimo Console di Basilea, Michele Camerota. Entrambi hanno aderito con molta partecipazione alla proposta dell’apposizione dei monumenti all’emigrazione italiana nella propria circoscrizione consolare (ed anzi, il Console Fondi ha anche segnalato che nella propria circoscrizione non esiste nulla di tal genere che possa anche fungere da simbolo per le cerimonie ufficiali, in modo da apporre una corona) ed anche alla proposta riguardante la possibile discussione di riforma della legge sulle rappresentanze elette, previa premessa che, naturalmente, non spetta di certo alle rappresentanze consolari provvedere ad una tale incombenza, essendo la stessa di esclusiva competenza del legislatore. Ma, comunque, stante il fatto che tutto è perfettibile, i Consoli, di concerto con la SAIG, i COMITES, i CGIE, le associazioni, i Parlamentari eletti all’estero, possono (e devono, secondo Camerota) farsi carico per uno spunto di riflessione sulle problematiche dell’attuale legge e per farsi portatori di individuare tali problematiche e segnalarle, se del caso, al legislatore.

Sulla stessa linea anche il Console Generale di Zurigo, il Min. Plenipotenziario Giulio Alaimo, altro giovane console di fresca nomina, il quale si è detto anch’egli disponibile per farsi parte diligente presso le istituzioni svizzere locali della sua circoscrizione consolare per ottenere il permesso di posizionare dei monumenti e, per quanto riguarda la discussione di riforma per la legge sulle rappresentanze elette, e previa la stessa premessa già fatta anche dagli altri suoi colleghi, ha concordato sul fatto che se ne possa discutere nel seno di una tavola rotonda volta ad individuare una strada che possa portare nel tempo ad una riforma possibile.

Proseguendo gli incontri, il 16 è stata la volta dell’Ambasciatore di Italia a Berna, Marco Del Panta, il quale ha accolto la delegazione SAIG con molto disponibilità e cortesia.

Sulla questione dell’apposizione di monumenti si è detto disponibile ed ha trovato l’iniziativa lodevole e per la circoscrizione che compete all’Ambasciata (Berna e Neuchatel) si farà portavoce per la realizzazione della proposta.

Sui tagli ai finaziamenti pubblici ha riferito che la situazione è meno grave di quel che pensava, essendo detti tagli notevoli solo per i corsi di lingua italiana. L’Ambasciatore ha risposto anche sui rapporti tra Italia e Svizzera relativamente alle tensioni in Canton Ticino che hanno portato alla vittoria del no al recente referendum che riguardava la questione dei frontalieri. Ha sottolineato il fatto che a livello di Confederazione i rapporti tra i due paesi sono ottimi ma che, nonostante questo, il Ministro Gentiloni è stato molto solerte e deciso, dopo il referendum, a prendere contatti con le istituzioni elvetiche in modo da chiarire la posizione della Svizzera rispetto a queste problematiche che, sia pur locali, testimoniano comunque un disagio nei confronti dei lavoratori italiani. Essendo di competenza federale il libero scambio e la libera circolazione dei lavoratori tra l’Italia e la Svizzera, l’Ambasciatore stesso si sta recando piu’ frequentemente in Ticino per testimoniare la sua vicinanza ai nostri connazionali e la storica prossimità culturale, linguistica e commerciale con questo cantone, soprattutto per quanto riguarda la regione Lombardia.

Per quanto riguarda, invece, l’iniziativa posta dalla SAIG circa una riforma della legge sui COMITES e CGIE, ha sottolineato come le rapresentanze diplomatiche non fanno parte né del potere legislativo, né di quello esecutivo e, quindi, potrà farsi carico, di convogliare a Roma le istanze della collettività e quindi se emergesse nella collettività una posizione unitaria nel senso di rivedere la legge sulla rappresentanza degli italiani all’estero, noi ce ne faremo certamente carico per trasmettere al ministero le istanze in proposito raccolte, anche se secondo lui esistono delle orgamizzazioni a cio’ deputate come i CGIE che sono le sedi dove discutere di queste cose. Esistono i senatori e deputati all’estero incaricati di questo. L’Ambasciata, d’altra parte intrattiene rapporti con le istituzioni elette presenti sul territorio, come i COMITES, e ogni circoscrizione ha i suoi cui riferirsi, e poi esiste una riunione annuale tra i COMITES che si chiama INTERCOMITES in seno alla quale si potrà discutere anche di queste cose.

Il 17 novembre, la SAIG ha incontrato l’ultimo in ordine di tempo, ma primo come importanza, visto che è il Console Generale d’Italia a Ginevra ove la SAIG ha la sede, Antonino La Piana, il quale, al di là dei cinque monumenti già apposti dalla SAIG a Ginevra e nelle città partner, è stato coinvolto nell’iniziativa di posizionare dei monumenti negli altri due cantoni della circoscrizione di Ginevra, vodese (VD) e vallese (VS). Su tale iniziativa il Console ha espresso entusiasmi e disponibilità e si adopererà per la realizzazione di questo progetto.

Per quanto riguarda, invece, la sua organizzazione in seno al Consolato di Ginevra, forte delle sue precedemti esperienze in molti altri paesi, auspica una fattiva collaborazione di tutte le parti in campo (COMITES, CGIE, realtà associative) in modo da favorire un lavoro proficuo in favore dei residenti nella sua circoscrizione consolare. Secondo La Piana l’unione fa la forza ed in questo senso intende lavorare.

La SAIG rende noto che ha avuto modo di constatare una rappresentanza diplomatica in Svizzera giovane e di grande competenza che ha la consapevolezza di dover svolgere il proprio mandato in un periodo storico caratterizzato dai molti e nuovi flussi migratori (secondo la Fondazione Migrantes, nel 2015 sono stati 107.000 gli emigrati italiani in tutto il mondo e la Svizzera è al terzo posto). Si tratta di diplomatici entusiasti con molta voglia di fare che utilizzano anche i molti canali messi a disposizione dalla tecnologia moderna, come i social, per raggiungere il più grande numero di connazionali e rendere il più possibile efficienti ed efficaci i servizi consolari, adatti anche alle diverse esigenze di coloro che si rivolgono al Consolato, sia che si tratti di emigrati di tipo tradizionale, sia che si tratti dei nuovi emigrati, i professionisti, per intenderci. Tutti stanno, o hanno già, predisposto un’organizzazione adatta a tutti i tipi di esigenze, ben consapevoli che il servizio da rendere all’utenza va proposto come servizio che venga percepito come non solo utile, ma anche costruito sulle esigenze particolari che l’utenza possa avere. Michele Camerota ha parlato, in questo senso di “sportello amico” e di consolato come “vera casa degli italiani”. E tutti si muovono in prima persona rendendosi disponibili all’incontro anche presso le associazioni che raccolgono i molti connazionali residenti nelle varie circoscrizioni, in modo da avvicinare le istituzioni alla cittadinanza.

La SAIG si propone di pubblicare nei prossimi mesi le interviste integrali ai nostri Consoli e quella dell’Ambasciatore. Si ringraziano fin da ora tutti i diplomatici incontrati per la loro disponibilità all’incontro ed alle iniziative proposte, e per la calda accoglienza alla delegazione SAIG, augurandogli, al contempo, un buon e proficuo lavoro.

La Redazione
“La Notizia di Ginevra”