EVENTI SOLIDALI

L’Associazione Calabrese di Ginevra festeggia l’arrivo della Primavera

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La primavera risveglia, come ogni anno, natura e spirito di rinnovamento. A Ginevra, oltre al tanto agognato cambio di stagione, i nostri connazionali delle varie associazioni regionali si organizzano per passare dei bei momenti conviviali tra loro e festeggiare l’arrivo della bella stagione.

Sabato 30 marzo è stato la volta dell’Associazione Calabrese, che, attraverso un rinnovato Comitato, ha accolto numerosi ospiti nella Salle d’Aire a Vernier allestita per la festa di Primavera Calabrese 2019.

Il Presidente Francesco Decicco, ha esordito presentando il nuovo gruppo dirigente, scaturito dall’ultima assemblea del 9 marzo scorso, rafforzato da tanti giovani. Tommasina Isabella Valenzi Irma Zurzolo Gian Piero Isabella Valenzi Maria Kressibucher Giuseppe Folino Giovanni Zurzolo Giuseppe Rocca Antonio Folino Immacolata Pungitore Giuseppe Mastroianni, con l’aggiunta delle due new entry: Guido Olivadoti e Aurora Pungitore. Rimangono così invariate le cariche dirigenziali.Circostanza, questa, che fa sperare in una ancora lunga carriera della rappresentanza calabrese nel Cantone.

Nel suo discorso il presidente ha poi evidenziato qualche punto di cambiamento non tralasciando la strada tracciata dai suoi predecessori nella rappresentanza della Regione Calabria nel nostro Cantone. L’occasione è stata favorevole per ringraziare il Deputato cantonale Daniel Sormanni e i presidenti e rappresentanti delle associazioni giunti a portare agli amici Calabresi la testimonianza di una condivisione di sentimenti che travalica le diversità regionali, da tutti percepite come patrimonio nazionale comune e indivisibile, il saluto del Console Aggiunto a Ginevra, Roberta Massari, ha chiuso la prima parte protocollare.

Dopo di che è stato dato l’inizio ai festeggiamenti per dar vita ad una serata all’insegna della tradizione calabrese, nella quale non potevano mancare, come di consueto, i prodotti tipici della Regione e la degustazione di dolci artigianali. Il tutto condito con il brio e con il piacere di stare insieme ben noti a quanti sono soliti raccogliersi attorno all’Associazione.

Una serata che testimonia il ruolo sempre importante dell’associazionismo nel nostro Cantone, come elemento di aggregazione che utilizza una festa per riunire quanti hanno voglia di rivedersi, o di conoscersi tra corregionali attorno ad una tavola che celebra la tradizione culinaria della regione Calabria, con preparazioni sempre molto apprezzate dai commensali.

L’animazione ben riuscita della serata è stata assicurata dall’Orchestra “Pensieri e Nuvole” che si è esibito in un variegato repertorio che ha spaziato dai classici della musica regionale italiana ai brani di successo contemporanei percorrendo le più recenti epoche musicali. Il Cantante a trascinato in pista i commensali e fatto divertire coinvolgendoli nei vari brani. Le loro note hanno accompagnato le evoluzioni dei tanti ballerini che con sempre rinnovato entusiasmo animano le feste di questo genere.

L’Associazione Calabrese, ancora una volta, ha dato prova di grande capacità di raccogliere attorno ai colori sociali un vasto numero di corregionali e simpatizzanti di tutte le età, a dimostrazione dei forti vincoli e degli spiccati sentimenti di appartenenza di quanti hanno le proprie origini in quella meravigliosa Regione italiana.

Circa 200 le presenze a questo appuntamento, richiamati dal desiderio di rincontrarsi in una serata tutta italiana, attraverso la briosa atmosfera di cui, l’indole calabrese riesce a trasmettere. Certo, rimanendo nel fascino delle tradizioni calabre, non potevano mancare, e come di consueto non sono mancati, prodotti tipici della regione e la degustazione di dolci artigianali, fuoriusciti dalle maniere antiche dalle donne esperte del Comitato. Il tutto ornato con la verve e con il piacere di passare insieme ben noti a quanti sono soliti raccogliersi attorno ai Calabresi di Ginevra.

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Due cuochi per esprimere Cultura e tradizione siciliana al corso di cucina della SAIG

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La SAIG prosegue il suo viaggio culinario con la Regione Sicilia, alla scoperta della prelibata cucina di questa Regione, conosciuta, apprezzata e amata in ogni angolo di mondo.

Sono stati due le pietanze realizzate per questo corso, affinché si potesse esprimere, nella giusta maniera, quelli che sono i sapori antichi e gustosi della Trinacria, con un occhio gettato al passato e uno proteso al futuro. Ad olezzare la sede SAIG lo scorso 14 marzo, in occasione del primo corso mensile, sono stati i profumi della “pasta con le sarde” e “la salsiccia fatta a mano ai broccoli affogati”. La pasta con le sarde, (pasta chî sardi in siciliano) è un piatto tipico della cucina siciliana, inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mpaaf) In origine è un piatto stagionale: si può preparare da marzo a settembre periodo in cui si trovano al mercato le sarde fresche ed è possibile raccogliere nei campi il finocchio selvatico.

Per meglio seguire questo corso, la SAIG ha fatto appello a due cuoche. Per la “pasta con le sarde difatti è stata chiamata una delle più assidue frequentatrici del corso, Ninfa Tognazza, siciliana DOC, che si è espressa con eleganza e sapiente nella ricetta, realizzando la pietanza alla perfezione, trovando anche il finocchietto selvatico, ingrediente importante per dare il sapore selvaggio al gusto. Antonio Singarella, macellaio di formazione, ci ha mostrato le antiche regole per realizzare la famosa salsiccia siciliana per poi realizzare la pietanza coi broccoli affogati.

La coppia di cuochi della serata, hanno portato l’atmosfera siciliana con i profumi ed i sapori, realizzando cosi, dei piatti tipici indiscussi della tradizione siciliana. Momenti geniali dove si sentivano riecheggiare le note e le parole di alcune più famosa canzone popolare siciliana di sempre. Le parole di Çiuri Çiuri parlano di profumi, colori e di un amore ricevuto ma anche restituito alla nostra bellissima terra. Ebbene la SAIG in questa occasione ha fatto proprio questo, ci ha regalato colori e sapori lontani nel tempo, l’amore per le nostre origini e l’impegno giornaliero nel dare indietro questo amore a tutti i nostri cari.

La storia e le tradizioni dei piatti tipici siciliani

Tra le gastronomie regionali italiane, la siciliana è quella che più, nel corso dei secoli, si è evoluta, pur restando profondamente ancorata alle origini e ai prodotti tipici del territorio.

Tramandata oralmente, di cortile in cortile – come gli abitanti dell’isola amano rilevare – della cucina siciliana si hanno tracce sin dall’antichità perché essa, da sempre, è stata a stretto contatto con la storia, la religione e le culture che si sono avvicendate in Sicilia.

Considerata, già di per sé, una delle tante attrazioni da scoprire sull’isola, sarebbe improprio parlare di cucina siciliana al singolare. A ben vedere, infatti, dovremmo utilizzare il termine al plurale, giacché, spostandosi dalla parte orientale a quella occidentale, vagando di provincia in provincia, troviamo tanti tipi di pietanze pressoché introvabili in altri luoghi dell’isola.

Un esempio? Sarà difficile trovare le classiche panelle – frittelle di farina di ceci – in un luogo diverso da Palermo, né sarà facile trovare i muccunetti di Mazara del Vallo – palline di pasta di mandorle ripiene di conserva di zucca – al di fuori della provincia trapanese.

Siamo nella terra del gusto, in un angolo di paradiso in cui limoni, arance, cannoli, cassate, caponate, cous cous – solo per citare alcuni dei più famosi piatti tipici siciliani – la fanno da padrone.

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L’Associazione Lucchesi nel Mondo di Ginevra archivia il suo Carnevale del 2019

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Lo scorso 9 marzo, la sala di Verinier Place è stata teatro di una bella serata all’insegna delle migliori tradizioni festive che l’Associazione Lucchesi nel Mondo ci ha abituati. Una serata dove si sono riuniti più di 200 italiani, di regioni diverse, per festeggiare e salutare il Carnevale 2019 in un taglio decisamente famigliare, come negli intendimenti degli organizzatori.

Anche stante l’atmosfera carnascialesca, soddisfacente l’affluenza, a testimonianza della persistente voglia di ritrovarsi tra connazionali e di riunirsi anche sotto un Campanile, un tempo segno identitario ma discriminante, oggi testimone della condivisione di ideali non solo dagli appartenenti alla stessa comunità locale ma anche dagli amici di altre Regioni italiane.

Tra gli invitati si notava la presenza di molti rappresentanti istituzionali e associativi che, uniti ai commensali, hanno iniziato la serata con l’aperitivo offerto dall’associazione. Un rinomato buffet di prelibatezze toscane quali i crostini di salsiccia toscana, crostini di crema di peperoni, cubetti di parmigiano succo d’arancia e una bevanda a base di Prosecco misteriosa scaturita da una ricetta del Presidente Bacci. Al termine gli ospiti si sono accomodati a tavola per gustare i piatti tipici della Toscana, preparati con cura dal presidente, Menotti Bacci, e dall’esperta squadra di cucina: Tordelli al sugo, arrosto di vitello con spinaci e tondini di patate e un dolce con gelato e non potevano mancare i famosi cenci lucchesi, tipici della tradizione gastronomica dei padroni di casa ma affini ad analoghe ricette culinarie di altre parti d’Italia.

Coinvolti dalle ammalianti note diffuse di Franco Mazzola dell’Orchestra di Casa Nostra (oramai presenza stabile e indispensabile delle feste di tanti associazioni italiane di Ginevra), anche essi si sono esibiti fino a tarda notte in danze, a volte sfrenate a volte languide, dimostrando che quando c’è lo spirito giusto l’età non conta.

Il presidente Bacci, dopo aver rinnovato i ringraziamenti all’instancabile squadra di cucina e agli aiutanti, il cui operato ha reso la serata un successo, nonché a tutti i presenti. ha proposto agli ospiti una lotteria con in palio una ventina di premi, tra cui molti prodotti tipici della Toscana, e, in particolare, alcuni vini pregiati. Ancora una volta la sezione ginevrina dell’associazione Lucchesi nel Mondo è riuscita nel suo intento. Offrire una serata gradevole e spensierata a tutti i presenti esaltando le peculiarità italiane locali che caratterizzano la splendida regione Toscana.

Un ringraziamento, dunque, al presidente Menotti Bacci e al suo Comitato, per aver realizzato ancora una volta un incontro riuscito e molto gradito dai presenti.

Da più di 60 anni le feste organizzate dalle singole associazioni regionali o provinciali non sono state occasione per rinchiudersi in sé stessi ma per includere nella gioia dello stare insieme anche connazionali di origini diverse.

La storia, la cultura e il folklore italiani sono la sommatoria di tante storie, culture e folklore locali. Tutti meritevoli di essere trasmessi alle giovani generazioni perché componenti inscindibili dell’identità nazionale. Sta a noi riuscire nel difficile compito di esaltare le peculiarità locali senza perdere di vista il quadro complessivo nel quale si inseriscono. Come già altre Associazioni in precedenza, anche la sezione ginevrina dell’Associazione Lucchesi nel Mondo è riuscita pienamente a conseguire l’obiettivo.

Le origine dell’emigrazione Lucchese nel Mondo in breve

Secondo il Prof. Guglielmo Lera, L’aspirazione a lasciare la terra di origine per cercare lontano nuove risorse è almeno da mille anni la caratteristica prima del lucchese. Fino dalla metà del Cinquecento l’emigrazione risultò una logica conseguenza dello sviluppo economico raggiunto dalla città grazie alla produzione di sete raffinatissime e alla crescita delle capacità finanziarie acquisite dai cambisti e prestatori di valuta. L’attività di questi ultimi, sviluppatasi vertiginosamente dall’undicesimo al quattordicesimo secolo con il passaggio da Lucca di pellegrini, mercanti e soldati, sfociò in prestiti a Papi e regnanti e nell’istituzione di uffici cambiari in molte città (nel sec. XII solo a Genova se ne contava più di cinquanta). L’esportazione di manufatti di seta trovò una forma di associazione nelle compagnie, che lucchesi di origine nobile o borghese costituirono con regolari contratti, impegni, ripartizioni di lavoro e di rischi. Numerose famiglie svolsero la loro attività nelle più attive città italiane.

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Al Carnevale Pugliese, l’ARPGE si propone vivace

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Se il Carnevale più antico d’Italia si festeggia nel borgo aretino di Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo, dove 4 contrade si sfidano per costruire il carro allegorico più bello, quelli che si svolgono in Puglia non sono di meno come quello di Putignano che è uno dei migliori 5 eventi carnevaleschi d’Italia. Con questo spirito tradizionale che lo scorso 3 marzo, l’Associazione Regionale Pugliese ha archiviato un altro successo di partecipazione, rafforzando la propria presenza e si proponendosi come una delle realtà italiane portanti nell’esprimere le tradizioni regionali e la cultura italiana in genere.

Erano più di 250 i pugliesi e italiani che sono stati accolti da Antonio Scarlino, Presidente dell’Associazione Regionale Pugliese di Ginevra, e dal suo Comitato nella grande sala d’Onex.
Numerosa anche la rappresentanza associativa, venuti a testimoniare con la loro presenza l’attaccamento a iniziative volte a dare visibilità alla comunità italiana ginevrina, per rendere più stringenti i legami tra le varie anime della cultura italiana, ricca perché composita e somma di molteplici culture locali. Presenti anche le istituzioni locali con consigliera Amministrativa della Città d’Onex, Ruth Bänziger, il Deputato Daniel Sormanni e, per il Consolato Generale d’Italia a Ginevra, Anna Cocciolone.

Il Presidente Antonio Scarlino, nel suo discorso, dopo aver salutato i suoi ospiti, ha spiegato i cambiamenti addottati nell’ARPGE, oggi ospite di Casa Puglia, ma con un’Associazione sempre viva e vegeta, pronta a svolgere il suo ruolo all’interno del panorama associazionistico nel Cantone di Ginevra. Scarlino ha colto l’occasione per invitare i giovani a farsi avanti ed impegnarsi socialmente per l’Associazione. Per finire, il Presidente non dimenticato di ringraziare gli sponsor che sono una parte determinante per la riuscita di questi eventi volti a promuovere le nostre regioni.

Grazie al successo musicale riscontrato nelle precedenti edizioni del “Carnevale Pugliese”, i dirigenti dell’ARPG hanno deciso di riproporre una serata dove il ballo fosse al centro del divertimento, per questo, hanno scritturato “Orchestra Ornella’s Group” la quale ha dato alla serata il brio necessario ed il tocco tradizionale della terra pugliese. Lo spettacolo non ha tradito le aspettative e tanti hanno sentito la necessità di scatenarsi in pista al ritmo incalzante delle note e dei canti proposti dal gruppo. Grande il divertimento sia per chi ha partecipato alle danze, sia per chi ha deciso soltanto di assistervi, condividendo il momento a forza di battiti di mani.

Ancora una volta occorre rendere merito all’associazionismo italiano all’estero che, anche tramite questi festeggiamenti, fortifica e trasmette le tradizioni locali e regionali assieme ai valori della nostra Italia all’estero.

“Carnevale in Puglia

È una delle celebrazioni più antiche: il Carnevale di Putignano ha inizio nel 1394, e da allora il piccolo borgo della Murgia barese ha saputo mantenere intatti vigore e folclore della festa. Tutto ha origine oltre sei secoli fa, quando, secondo la leggenda, l’Ordine dei Cavalieri di Malta decise di trasferire le reliquie di Santo Stefano a Putignano: con l’arrivo delle spoglie, i contadini abbandonarono il lavoro nei campi e cominciarono a decantare in dialetto versi popolari, dando così vita al primo Carnevale del luogo.

Caratteristica principale della festa è la sua lunga durata: si comincia, infatti, il giorno di Santo Stefano, il 26 dicembre, con l’accensione del cero tradizionale in segno di perdono dei peccati, e la festa delle Propaggini, incentrata sulla recita satirica in dialetto locale, messa in scena dai cosiddetti propagginanti. Si prosegue poi con le parate di maschere e carri allegorici, nelle domeniche che precedono il Mercoledì delle Ceneri, un’usanza relativamente recente, cominciata a seguito del regime fascista. Prima però, durante il giorno di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, è la volta degli scioglimenti gerarchici, dello scherno, la burla e dei ribaltamenti sociali, da sempre elementi centrali di questo periodo dell’anno. È il giorno dedicato alla beffa, nei confronti dei monsignori in primis, ma anche dei preti, delle monache, gli scapoli e i cornuti.”

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Accordo di partenariato tra la SAIG e l’Organizzazione Romanda per la Formazione e l’Integrazione Professionale (ORIF)

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Lo scorso 28 Gennaio il Coordinatore della SAIG Carmelo Vaccaro ha incontrato Luigi Crispoldi,
Responsabile Equipe Professionale e Davide Giordano, Maitre Socio-Professionale Responsabile del sito di Pont Rouge e Responsabile della MSST à l’ORIF di Vernier. in questo incontro, la presenza del Console Generale d’Italia a Ginevra, Antonino La Piana, ha messo le basi su una collaborazione duratura tra la SAIG e l’ORIF.

Questo partenariato riempie quelle che sono le prerogative della SAIG che arricchisce le sue collaborazioni sociali, di fatti, dal 1948, Orif, un’associazione senza scopo di lucro,ha la missione di promuovere l’integrazione professionale sostenibile delle persone con problemi di salute. In tal senso, Orif fornisce servizi di osservazione, orientamento, formazione professionale e integrazione in un contesto in cui vengono difesi valori come l’etica, il rispetto e la fiducia.

Nel 1948, ORIF è nato nel Cantone Vodese.

All’epoca, la creazione di una struttura la cui missione era quella di fornire accesso al mondo del lavoro alle persone con disabilità era una novità. Quella che sarebbe diventata una grande organizzazione di servizi di riabilitazione professionale nella Svizzera romanda era presieduta dal Dr. Placide Nicod. Questo medico di Losanna ha dato gli impulsi originali che hanno fondato l’identità dell’Orif. I suoi servizi sono offerti a persone provenienti da tutti i cantoni francofoni, ma anche dai cantoni di lingua tedesca. Contando le attività svolte e l’importante sviluppo dell’Orif, si può dire senza ulteriori indugi che i fondatori erano visionari.

Da 70 anni Orif si dedica all’osservazione, alla formazione e all’integrazione socio-professionale di persone con problemi di salute o in difficoltà. Inaugurato più di 10 anni fa, nell’agosto 2007, con il sostegno della FMB (Fédération genevoises des métiers du bâtiments), il sito di Vernier è dedicato principalmente alla formazione professionale dei giovani con difficoltà di apprendimento. L’Orif di Vernier offre circa 100 posti di formazione iniziale per i giovani, 15 posti di orientamento/valutazione per adulti, 3 posti di reinserimento per adulti e gestisce il ristorante “Sur le pont” situato al settimo piano del palazzo di pont rouge 4 – 1213 Petit-Lancy , nonché la caffetteria IFAGE nel cuore di Ginevra.

Orif crea e gestisce le strutture adeguate e sviluppa ogni misura di integrazione socioprofessionale per l’esecuzione dei mandati affidatigli dai partner socioeconomici.

A tal fine, i suoi compiti principali sono: creare e gestire strutture adeguate alla realizzazione della sua missione; sviluppare qualsiasi misura a favore dell’integrazione socioprofessionale; svolgere i mandati affidatigli dalle parti socioeconomiche; partecipare alla politica sociale; collaborare con la comunità imprenditoriale.

La SAIG è sicura che con questo partenariato potrà valorizzare i valori culinari italiani attraverso due eventi in programma: la cena di premiazione delle eccellenze italiane nella Svizzera Romanda e la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo.

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Provincia di Lucca, la Regione Toscana al Corso di Cucina SAIG

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Stasera alla SAIG serata dedicata alla cucina toscana, famosa per essere espressioni di una sana e naturale dieta mediterranea conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo.

Si tratta di una cucina piena di tradizioni, composta di sapori semplici ma intensi che sfruttano i sapori dell’orto con carni possibilmente allevate in proprio. Il tutto condito dal rinomato olio extra-vergine di oliva che, assieme al pane, re della tavola e caratterizzato dalla totale assenza di sale, forma un connubio eccellente. Se, poi, aggiungiamo il vino tipico di questa regione, famosissimo sia in Italia sia all’estero, allora si riesce a raggiungere la perfezione culinaria gradita e riconosciuta da tutti i buongustai del mondo.

Il pane sciapo, punto di forza di questa cucina, viene utilizzato sia fresco, sia raffermo per la preparazione di zuppe, oppure tostato per crostini o bruschette che sposano perfettamente i salumi ed altri sapori forti. L’aglio è un altro degli ingredienti chiave delle ricette toscane. Viene utilizzato perfino sul pane tostato per esaltare i sapori che si accompagnano ad esso.

Ogni provincia e comune della Toscana ha le sue caratteristiche che spaziano dalle carni, al pescato, ai legumi, alle minestre.

Nella serata di San Valentino, il responsabile dei corsi di cucina, Menotti Bacci, si è cimentato con successo nella preparazione di un menu tipico della zona di Lucca, che si distingue per la quasi totale assenza di grassi di origine animale. La base del condimento, difatti, è principalmente l’olio crudo.

Per la serata, è stato previsto come antipasto salumi misti accompagnati dai famosi crostini spalmati di aglio e, come piatto principale, delle costine di maiale accompagnate con patate arrosto al rosmarino. Due torte al cioccolato sono state il dessert per festeggiare il santo protettore degli innamorati.

Oltre al Presidente Bacci, presenti anche il Vincenzo Bartolomeo, Presidente dell’ACAS, Francesco Decicco, Presidente dell’ACG ed il Cassiere Gino Piroddi.

25 i festosi partecipanti alla serata che si è svolta all’insegna del buonumore e della convivialità tipici delle cene italiane secondo la nostra migliore tradizione e come voluto da sempre dalla SAIG.

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Gnocchi di patate al ragù per iniziare il 2019

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Dopo aver percorso e riproposto il 2018 molte regioni dell’Italia culinaria, un’altra serata all’insegna dell’amicizia e della buona armonia è stata vissuta dagli addetti ai lavori. Non poteva iniziare meglio, dopo le feste di fine anno, il corso di cucina della SAIG.

Piera e Gino Conte, rinomati ristoratori italiani a Ginevra, con i Gnocchi di patate al ragù, pietanza povera di elementi ma ricca di sapori della terra, hanno interpretato in maniera eccellente quelli che sono le espressioni culinari che la SAIG, con questo incontro mensile, desidera promuovere a Ginevra. Sempre presente il responsabile del corso, Menotti Bacci, presidente dell’Associazione Lucchesi nel Mondo, Francesco Decicco, presidente dell’Associazione Calabrese Ginevra e il nostro Cassiere, Gino Piroddi.

Anche in questa occasione la SAIG ha dato prova di fedeltà alle tradizioni culinarie italiane e regionali. Altissima e fedele l’affluenza per questo appuntamento bimestrale con la cucina con ospiti sempre diversi e sempre più attratti dai sapori nostrani. Non si risparmiano complimenti e la curiosità per i piatti della tradizione italiana sono in crescente aumento. Come quelli preparati dalle allieve abituali.

L’apprezzamento generale dopo la degustazione della ricetta, ha confermato ancora una volta il successo del Corso di cucina regionale promosso dalla SAIG, che offre la possibilità ai frequentatori di scoprire, o riscoprire, la ricchezza e la varietà delle specialità gastronomiche italiane.

Questo incontro bimensile, per adesso rimane il secondo e l’ultimo giovedì del mese, volge a stringere i legami tra le culture culinarie regionali italiana e, nello stesso tempo, a promuovere i nostri prodotti per il piacere di deliziare i palati dei cultori. L’equipe di quest’anno è stata molto interessata a questi corsi di cui si è palesata l’assidua partecipazione, nonché il numero sempre crescente dei partecipanti.

“Gnocchi di patate: la loro origine è veneta.

Gli gnocchi di patate sono una preparazione gastronomica semplice (anche se non è così scontato saperli realizzare a regola d’arte) diventata ormai di diffusione nazionale.

Il manufatto di “gnocco” in cucina è antichissimo e risale alla notte dei tempi, basti pensare che il concetto di impasto era già presente circa 9.000 anni prima della nascita di Cristo.

Originariamente, infatti, gli gnocchi erano semplicemente degli impasti di acqua fredda e farina, con forma più o meno tondeggiante, che venivano successivamente cotti in acqua bollente. Si potevano considerare quindi dei veri e propri sinonimi di “maccheroni” nel loro significato ancestrale, cioè impasti “ammaccati”, ovvero pestati.

Il termine gnocco, tuttavia, significa “nodo” e rimanda più a qualcosa di duro, proprio come le “nocche” delle dita. Si doveva trattare quindi di impasti duri e difficoltosi da deglutire, dei veri e propri “strangola preti”.

Il “bacanal del gnoco” di Verona vanta oltre 400 anni di esperienza nell’esecuzione dei tradizionali gnocchi ma bisogna aspettare l‘800 per poter parlare di “gnocchi di patate“. L’introduzione in cucina di quest’ultime come ingrediente, dopo la scoperta dell’America del 12 Ottobre 1492, fu infatti lenta e graduale.

Il baccanale del gnocco, o Carnevale di Verona, affonda le sue origini proprio nel tardo medioevo e identifica in Tommaso da Vico il suo padre fondatore. Egli fu un medico che nel 1530 riuscì a sedare l’assalto ai forni da parte della popolazione in rivolta nel quartiere di San Zeno e, nel suo testamento, lasciò scritto l’obbligo di distribuire loro annualmente alimenti e viveri.

La principale maschera carnevalesca di Verona è proprio il “Papà del Gnoco“, essa si muove a cavallo di una mula stringendo in mano una grande forchetta dorata su cui è infilzato non a caso un gnocco.”

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“L’Italie à portée de bouche” 2019

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Terminate le feste che hanno salutato il 2018, la SAIG riprende tutte le sue attività con entusiasmo, in particolare il progetto “L’Italie à portée de bouche – L’Italia a portata di bocca”.

Dopo l’incontro di dicembre con 160 over 65 nella sala di Vernier Place per il pranzo di Natale, il primo appuntamento del 2019 di questo progetto, frequentato da anni dagli anziani del quartiere, la SAIG in collaborazione con l’Antenne Sociale de Proximité (ASP) Servette Petit-Saconnex / Saint-Jean del Dipartimento della Coesione Sociale e della Solidarietà, si è svolto lo scorso 17 gennaio, ritornando alle origini nella sede SAIG.

Inizia così un altro anno che permetterà alla SAIG di dimostrare il proprio desiderio di partecipare attivamente alla vita sociale della città di Ginevra, in ringraziamento per questa terra d’accoglienza che ha dato un futuro certo agli emigrati italiani ed alle loro famiglie.

Questo progetto, uno dei tanti fiori all’occhiello delle numerose attività della SAIG, è divenuto nel tempo un appuntamento ambito per la qualità dell’accoglienza, la compagnia e le proposte culinarie che i nostri cuochi propongono secondo la migliore tradizione italiana.

Il consueto pranzo mensile a loro dedicato è stato un pasto tutto italiano preparato appositamente per i graditi ospiti. Una bella occasione per passare una giornata in compagnia con i nostri anziani, sempre affettuosi.
Il Presidente dell’Ass. Lucchesi nel Mondo, Menotti Bacci, il Presidente dell’Ass. Calabrese, Francesco Decicco, Gino Piroddi, Claude Romanato e Gino Conte, hanno accolto i Senior in una bella atmosfera famigliare. Lo staff della SAIG ha proposto “Tortellini in brodo”, arrosto di vitello e, per dolce, Panettone e mandarini. Un ringraziamento va anche alla signora Maritza Villegas per l’ottimo servizio che rende nel corso di questi incontri.

L’evento costituisce ormai un appuntamento importante nel calendario delle attività della SAIG e permette, oltre al sempre piacevole incontro con gli anziani, di far conoscere o gustare di nuovo pietanze rigorosamente italiane. Questi pranzi, inoltre, creano collegamenti all’interno del territorio e permettono di scoprire la cultura italiana che è anche calore e buon cibo e la popolazione di lingua italiana ha la possibilità di riconnettersi con le sue radici. I nostri ospiti, non hanno mancato di manifestare la loro grande soddisfazione.

Che cos’è il progetto “L’Italie à portée de bouche” e di cosa si tratta?

Questo progetto vuole essere un incontro dalle diverse sfaccettature , un appuntamento culinario dove i pasti, completamente gratuiti, propongono un piatto principale e un dessert italiano e costituiscono un’ottima occasione per gli anziani del quartiere di scoprire il cibo italiano in un’’atmosfera calda e festosa che permette loro di trascorrere del tempo immersi nella dolcezza e nei sorrisi.

La Società delle Associazioni Italiane di Ginevra, appoggiandosi al Servizio Sociale della Città di Ginevra, si è ampiamente documentata sulla situazione degli anziani cercando di comprendere le loro molteplici esigenze e di aiutarli a svolgere un ruolo attivo affiancandoli con parole, affetto e compagnia attraverso una serie d’incontri sistematici. La SAIG studia altri progetti per rimanere molto vicino agli anziani che vivono in uno stato di solitudine, oppure anziani ospiti di case di riposo.

Molti anziani, infatti, raramente hanno l’opportunità di condividere la loro vita quotidiana e il loro pasto con i propri cari, molti abitano soli, e questa occasione offre, dunque, una possibilità importante soprattutto per questi ultimi.

Noi, alla SAIG, ribadiamo e riteniamo di avere il dovere di tutelare il benessere dei nostri anziani a dimostrazione che rispettare il passato ci aiuta a vivere un presente che illumina la strada del futuro. Tendere la mano a chi vive una temporanea difficoltà o attraversa un periodo complicato della vita dà la grande occasione di osservare il mondo sotto un’altra prospettiva ma anche di guardarsi dentro e crescere. Il gruppo di 20 persone “grandi di età” che vengono a far visita alla SAIG, viene accolto per regalare loro un sorriso e dare qualche momento di spensieratezza.