LA NOTIZIA DI GINEVRA

Il mondo s’arresta dinanzi al devastante virus del secolo

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Negli ultimi mesi tutto il mondo si è ritrovato a dover combattere contro un’epidemia senza precedenti ai giorni nostri. Il nuovo Coronavirus, SARS-Cov-2, che da la malattia denominata COVID-19 dall’OMS.

Dopo la Cina, che è stato il primo paese ad esserne attaccato, in Europa l’Italia ha il triste primato di essere stato il primo paese a doverlo combattere. Una guerra che sta tuttora impegnando soprattutto il nord Italia. Lombardia, Veneto ed Emila-Romagna in testa. Moltissime ed inaspettate le morti. Immagini rimbalzate in tutti i telegiornali del mondo che mai avremmo voluto vedere. File e file di automezzi militari che nottetempo portano le bare fuori dal cimitero di Bergamo (che non ha più’ disponibilità) verso altre regioni per essere cremate. Innumerevoli famiglie che piangono i loro morti che non hanno potuto confortare né salutare nel momento della dipartita da questo mondo, intubati ed alla presenza di esausti operatori sanitari che, pure, hanno fatto di tutto per salvarli.

Medici ed infermieri che recano sul volto i segni sanguinanti delle mascherine e degli occhiali che sono costretti ad indossare per molte, troppe ore al giorno per proteggersi dal contagio e ferite sulle mani provocate dai troppi e continui lavaggi e disinfezioni. Infermieri crollati sulle tastiere dei PC dopo turni massacranti in corsia.

L’iniziale incredulità a volte anche irridente, da parte degli altri paesi europei, Spagna, Francia, Germania e Gran Bretagna e degli Stati Uniti, che, nonostante avessero sotto gli occhi la cronaca quotidiana che proveniva dal nostro paese, con la conta dei nuovi contagiati e dei deceduti, non hanno preso contromisure atte a rallentare o a fermare i contagi. Oggi si trovano anche loro a combattere la stessa battaglia, con le medesime difficoltà e a dover fare la conta di chi non ce la fa. Ecco, allora, che anche i grandi colossi cominciano a vacillare, le grandi potenze del mondo si stanno rendendo conto che questa epidemia non rispetta le frontiere, i confini, i muri tra uno stato e l’altro. Arriva ovunque, senza chiedere permesso, senza doversi integrare o dimostrare di avere una capacità reddituale o una professione per poter essere accolto. E’ un virus democratico, attacca tutti, senza distinzioni, facendoci comprendere che no, non eravamo preparati a quello che ci sta offrendo. Anche i migliori sistemi sanitari al mondo tremano e sono portati all’estremo e fino elle estreme conseguenze.

E’ un virus aggressivo, estremamente infettante che sta costringendo tutti a dover rispettare un distanziamento sociale per poter frenare la progressione esponenziale dei contagi. E stiamo assistendo a scene che non avremmo mai pensato di dover vedere: assalti ai supermercati, con svuotamento degli scaffali e atteggiamenti aggressivi tra persone e persone per accaparrarsi i prodotti di prima necessità, come se si temesse un periodo di carestia.

Disobbedienza alle ordinanze stringenti messe in campo dai diversi Governi che obbligano la gente a rimanere in casa e a non diffondere il contagio. E siamo testimoni di quanta gente non capisce o fa finta di non capire oppure che non è interessata alla propria ed alla salute degli altri, che continua a recarsi, senza una giustificata necessità, in luoghi pubblici. Il motivo? Veramente sconfortante: “non posso stare tutto il giorno a casa, neanche fossi agli arresti…”. Questa gente forse non ha ben compreso che, in fondo, ci hanno detto che dobbiamo rimanere in casa, nella nostra casa, comodamente sprofondati nei nostri divani, a riposarci, a leggere dei bei libri e ad ascoltare della buona musica consapevoli di fare la nostra parte dall’altra parte della barricata rispetto a tutti coloro che, invece, la loro parte la fanno a stretto contatto con i malati, rischiando con abnegazione la loro vita pur di salvare quella dei moltissimi sconosciuti che ad ogni momento arrivano negli ospedali con gravissime difficoltà respiratorie e che avranno bisogno di essere attaccati ad un respiratore per sperare di sopravvivere.

Non tutti ce la fanno, purtroppo. La maggior parte dei decessi sono per gli over 70, ma ci sono anche molti casi sotto ai 30 anni. E che dire delle forze dell’ordine, impegnate in strada ad elevare multe a tutti quelli che escono, nonostante tutto e fregandosene di tutti, per prendere una boccata di aria o il sole in spiaggia, tutti ammassati. Corpi belli pronti per dare al virus altra vita, da un organismo all’altro, per permettergli la sua corsa verso la sua vita e la nostra morte.

E poi c’è la Protezione civile, in campo per il nostro bene, i volontari, compresi anche quelli che motu proprio, si offrono per fare la spesa o reperire i medicinali alla nonnina del palazzo che non può’ uscire. Ecco, se avete tanta voglia di uscire, almeno, rendetevi utili: andate a fare qualcosa per gli altri. Sarete in giro tutto il giorno, all’aria fresca e non a riposarvi nel vostro salotto, al sicuro. C’è tanta gente là fuori che ha bisogno di un servizio, di una parola, di un pasto caldo da consumare in una mensa perché una casa neanche ce l’ha.

Ognuno deve fare la propria parte. Conosciamo a fondo questo concetto? “Fare la propria parte”. Se non lo conosciamo forse sarebbe il caso di andarsi a leggere (o rileggere) la Favola del colibri’ che spiega con parole semplici il significato di quello che dovremmo fare in una situazione come quella che stiamo vivendo.

Quando tutto finirà, perché finirà, prima o poi, ci lascerà dei grossi problemi economici. Molti dovranno ricominciare senza risorse, molti si ritroveranno disoccupati. Ci sarà da ricostruire e da riconquistare, compreso il piacere di stare insieme. Il paragone con una vera guerra è molto calzante, ma ci sta facendo capire che si potrà vincere solo tutti insieme. Solo se collaboreremo, tutti quanti, potremo uscirne in breve tempo. La comunità scientifica, questo, lo ha capito molto bene. I ricercatori di tutto il mondo stanno collaborando per cercare una medicina che possa curare ed un vaccino che possa salvare. I cittadini comuni lo hanno capito meno, ma ci stiamo arrivando. Finalmente la consapevolezza che, in fondo, ci troviamo tutti sotto allo “stesso tetto”, la nostra Terra, il nostro Mondo, sta iniziando a fare breccia nel cuore e nell’anima di tutti coloro che finora si sono schierati solo da una parte, che hanno sfruttato tutto quello che potevano senza pensare agli altri, che hanno inquinato, rubato energia, riempito altri posti di ogni genere di materiali tossici, mortali, nella stupidità di pensare che allontanando da noi quello che sapevamo avrebbe fatto del male ad altri, non ci si sarebbe ritorto contro, un giorno. Ebbene, quel giorno è arrivato. Quel giorno è oggi. Il giorno in cui la Terra ci presenta il conto, salato, inaccettabile, doloroso, ma coerente e giustificato. Il giorno in cui tutti ci siamo dovuti fermare dalla nostra folle corsa verso la ricerca della ricchezza, del benessere a tutti i costi, ma in verità verso la distruzione della nostra Casa Comune.

Purtroppo ci voleva questa terribile epidemia per far capire all’uomo che niente gli appartiene ma che gli viene concesso in prestito perché ne faccia buon uso e miglioralo affinché le nuove generazioni possano goderne appieno in futuro, fiere di un’eredità intatta che gli permetta di vivere in armonia.

Tante le domande che ci sfiorano la mente. Una su tutte: noi cosa avremmo fatto di diverso e di migliore al posto di quanti ci hanno governato e deciso per noi?

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Elezioni Municipali nella Città di Ginevra:

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Continua la corsa de “Les Verts” e vincono le elezioni per il rinnovo del Consiglio Municipale di Ginevra

Di Carmelo Vaccaro

10 dei 24 candidati di origine italiane sono stati eletti a Consiglio Comunale.

La SAIG presenta i candidati, al 2° turno, per il Consiglio Amministrativo di Ginevra Malgrado un clima inquieto a causa del COVID-19, si sono completate le elezioni per il rinnovo dei Consigli Amministrativi e dei Consigli Municipali del Cantone di Ginevra.

Nella Città di Ginevra, come in molti comuni del Cantone, “Les Verts” sono i vincitori di questa tornata elettorale conquistando 10 posizioni passando cosi da 8 a 18 seggi, secondo i risultati quasi definitivi. Con questo ineccepibile risultato il partito dei Verdi ginevrino diventerebbero così il secondo partito nei banchi del Consiglio Municipale della Città di Calvino, dopo il PS con 19 seggi che difende molto bene la sua prima posizione.

La ricetta attuata dal Partito Socialista (PS) e da “Les Verts”, ha dato i suoi frutti. Difatti, al primo turno i Verdi espugnano un secondo mandato nell’esecutivo ginevrino. Sami Kanaan, l’unico candidato uscente, com’era prevedibile è stato il candidato più votato.

Dietro a Kanaan i suoi tre compagni di lista, la collega socialista Christina Kitsos e i Verdi Frédérique Perler e Alfonso Gomez. Al quinto posto si posiziona il PLR Simon Brandt, tallonato da vicino dalla candidata PDC Marie Barbey (Chappuis).

I ginevrini hanno deciso inoltre, che la maggioranza del Consiglio Comunale della Città di Ginevra passerà a sinistra.

Vedremo tutto più chiaro dopo i ballottaggi del 5 aprile.

Tutte le formazioni politiche si sono affrontate lealmente in una corsa al cardiopalma. La notizia di Ginevra ha seguito con interesse la giornata politica dedicando, naturalmente, maggiore attenzione alla sorte dei candidati italiani. 10 dei 24 candidati di origine italiane sono stati eletti al Consiglio Municipale della Città di Ginevra per la legislatura 2020 – 2025.

Un risultato notevole che da orgoglio e lustro anche al lavoro minuzioso di questa redazione sempre “sul pezzo” quando si tratta di Italia o italianità.

Ginevra, COVID-19: il Consiglio di Stato invoca lo stato di necessità e rafforza le misure contro la diffusione del virus

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Il Consiglio di Stato si è riunito in seduta straordinaria domenica sera e lunedì mattina del 16 marzo scorso. Dopo aver discusso con le autorità sanitarie cantonali e gli specialisti HUG, ha invocato lo stato di necessità e rafforzato le misure per combattere la diffusione del virus COVID-19.

Chiusura degli esercizi pubblici

Sarà chiuso al pubblico da lunedì 16 marzo alle 18.00:
– Locali per la ristorazione e/o per il consumo di bevande (ad es. bar, ristoranti, balli…);
– negozi, ad eccezione di quelli che offrono prodotti alimentari, prodotti per l’igiene, prodotti per la casa e per l’alimentazione animale, nonché farmacie e drogherie, chioschi e stazioni di servizio che offrono carburante;
– le funzioni religiose, ad eccezione di quelle per i funerali che devono essere tenute in forma strettamente privata;
– luoghi di intrattenimento, come cinema, teatri, musei, case di quartiere, centri giovanili, centri sportivi, piscine, centri fitness e centri benessere;
– attività economiche connesse ai servizi alla persona (ad es. parrucchiere, barbiere, estetista, ecc.), anche se svolte a domicilio dell’esercente o del cliente;
– attività sportive e competizioni, qualunque sia il loro tipo e la loro categoria;
– attività di prostituzione.

A condizione che il cibo non venga consumato sul posto, gli esercizi pubblici che offrono pasti da asporto o un servizio di consegna a domicilio possono continuare la loro attività.

Nel caso di aziende che offrono diversi tipi di beni, deve rimanere aperta solo la parte relativa ai prodotti alimentari.

Gli hotel devono limitare la loro attività solo all’alloggio. Non sono consentite altre attività dello stabilimento in questione, come ristorante, centro benessere o centro fitness.

Gli alloggi di emergenza rimangono aperti.

Rimangono aperte le attività postali, bancarie, assicurative, agricole e alimentari. Gli altri operatori economici, in particolare le imprese, sono invitati a limitare le loro attività al minimo necessario.

In ogni caso, tutte le attività ancora autorizzate possono essere svolte a condizione esplicita che siano rigorosamente rispettate tutte le raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica in materia di igiene e distanze da rispettare.

Queste misure si applicano fino al 29 marzo 2020 compreso. Se necessario, possono essere estesi.

Sarà elaborato un piano di emergenza economica a sostegno dei settori colpiti. Nel pomeriggio il Consiglio di Stato riunirà le parti sociali e gli attori economici.

Inoltre, la Direzione generale della sanità, o per essa il medico cantonale, può ordinare la chiusura di altri luoghi o ordinare la cessazione di un’attività sociale, economica o di svago se le raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica relative all’igiene e alle distanze da rispettare non sono o non possono essere rispettate. Può anche limitare l’accesso a centri sanitari come ospedali, cliniche, istituti medico-sociali se la situazione lo richiede.

Sono vietati riunioni o incontri con più di cinque persone

Le riunioni con più di cinque persone all’interno o all’esterno sono ora proibiti. Gli incontri professionali sono ancora consentiti se possono essere rispettate le raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica in materia di distanze sociali e igiene.

In queste circostanze straordinarie, il Consiglio di Stato ricorda a tutti di dar prova di responsabilità, senso civico e solidarietà.

Servizio minimo di accoglienza nelle scuole e negli asili

Come annunciato venerdì 13 marzo, continuerà ad essere organizzato un servizio minimo di assistenza all’infanzia nelle scuole e negli asili nido.

Le valutazioni e gli esami necessari saranno mantenuti secondo le raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica in materia di distanze sociali e igiene.

Misure riguardanti il personale dello Stato

Il Consiglio di Stato ha attuato il Piano di continuità operativa dello Stato in cui ha definito i servizi prioritari.

Di conseguenza, i collaboratori dell’amministrazione cantonale che non forniscono un servizio considerato prioritario non si recano più sul posto di lavoro. Quando possibile, svolgono le loro attività da casa. Se non è possibile continuare a lavorare a casa, il personale è obbligato a rimanere a disposizione del datore di lavoro.

D’altra parte, i membri del personale impegnati in un servizio considerato prioritario, così come i membri dello schema ORCA-GE, continuano a svolgere la loro attività.
Il trattamento dei collaboratori rimane invariato indipendentemente dalla loro situazione.

Secondo turno delle elezioni comunali

Il Consiglio di Stato ha deciso di tenere il secondo turno delle elezioni comunali il 5 aprile 2020.

Nonostante l’impossibilità per i partiti politici e i candidati che rimangono al secondo turno di continuare la campagna elettorale in modo normale fino al 5 aprile, in virtù dei divieti previsti dall’odierno decreto del Consiglio di Stato, in particolare dall’articolo 8, i dibattiti, l’informazione e le altre azioni di campagna finora prevalenti permettono comunque di garantire la libera formazione dell’opinione dei cittadini chiamati a votare e la fedele e sicura espressione della loro volontà.

Inoltre, la popolazione potrà sempre essere informata attraverso i canali di informazione e i media che continueranno ad essere diffusi o trasmessi (media, tutte le famiglie, Internet, ecc.).

Piano di solidarietà comunitaria

Allo stesso tempo, il Consiglio di Stato fa appello alle autorità comunali affinché uniscano le forze e le competenze per aiutare la popolazione a superare questa straordinaria situazione.

In questo modo, gli agenti di polizia municipale avranno il potere di far rispettare le restrizioni adottate oggi dal Consiglio di Stato.

Una lettera viene inviata ai 45 Comuni del cantone, presentando un “piano di solidarietà” a livello comunale, volto a fornire un’assistenza efficace e sicura alle persone isolate. Questo piano elenca le prestazioni minime per preservare la salute dei più vulnerabili ed è destinato a completare le azioni svolte dal Cantone, dal punto di vista della vicinanza, di cui i Comuni sono i garanti.

45mo Anniversario dell’Associazione Lucchesi nel Mondo di Ginevra

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Sono iniziate lo scorso 29 febbraio i festeggiamenti del 45mo anniversario di fondazione dell’Associazione Lucchesi nel Mondo di Ginevra all’École de Vernier Place situata nella Città di Vernier. Una serata che non ha tradito le aspettative del “savoir faire” del Presidente Menotti Bacci e del suo Comitato.

Tordelli, filetto e torta, un menu stellato proposto ai commensali che si sono deliziati a degustare queste prelibatezze culinarie toscane, accompagnate dalle note musicali eseguite dal “Duo di Casa Nostra”.

Il presidente della Lucchesi nel Mondo, Menotti Bacci, dopo aver ringraziato l’instancabile squadra di cucina e i rappresentanti delle Associazioni invitate, ha chiamato sul palco il Console Aggiunto, Dott.ssa Roberta Massari, i fondatori dell’Associazione Lucchesi nel Mondo di Ginevra, il Coordinatore ed i membri della SAIG presenti.

La Dott.ssa Massari, avendo rivolto un saluto al pubblico ed espresso soddisfazione per l’andamento del galà, ha rammentato l’importanza storica della colonia lucchese a Ginevra, le cui origini risalgono al Cinquecento. In effetti, a quell’epoca, alcuni nobili lucchesi lasciarono l’Italia per motivi di religione, diretti alla città del Calvino, dove poterono professare liberamente la fede riformata.

C. Vaccaro, dopo aver formulato gli auguri al Presidente per il notevole traguardo personale e associativo, ha ricordato la recente scomparsa del compianto Antonio Scarlino, Presidente dell’Associazione Regionale Pugliese di Ginevra e quella del Presidente dell’Associazione Emiliano-Romagnoli, Roberto Marchi.

La parola poi è stata data all’ex Presidente del Consilio Municipale della Città di Ginevra nonché, membro della SAI, Jean-Charles Lahion, che ha evidenziato alcuni meriti DEL Presidente Bacci all’interno della Sua realtà associativa e nella SAIG.

Buona e soddisfacente l’affluenza, a testimonianza della persistente voglia di ritrovarsi tra connazionali e di riunirsi anche sotto un Campanile, un tempo segno identitario ma discriminante, oggi testimone della condivisione di ideali non solo dagli appartenenti alla stessa comunità locale ma anche dagli amici di altre Regioni italiane. La soddisfazione espressa dagli ospiti si è manifestata dalla numerosa partecipazione e, l’andamento della festa ha testimoniato ulteriormente la bravura dell’associazione Lucchesi nel Mondo, conosciuta ed apprezzata per la qualità delle sue iniziative.

L’Associazione Lucchesi nel Mondo, si costituì l’11 settembre 1968, alla presenza dell’allora Presidente della Provincia di Lucca, Ildo Barsanti,e del Sindaco di Lucca, Giovanni Martinelli. I primi dati sull’emigrazione lucchese in Svizzera, risalgono alla fine del XVI secolo, quando l’Università di Ginevra, accolse tre grandi personalità di origine lucchese: Gian Luigi Calandrini, matematico e filosofo, Giovanni Alfonso Turettini e Gian Giacomo Burlamacchi, maestro del diritto naturale e membro del Consiglio dei Duecento.

La Sezione ginevrina dei Lucchesi nel Mondo, fu Costituita nel 1975 da Quinto Lucchesi, che fu eletto primo presidente, Alvaro Sichi, Jean Lucchesi, Vittorio Vitali, Vittorio Bacci, Siro Bartolini, Luigi Bonaldi, Fulvio Bartolini, Francesco Luti, Franco Romei. Dopo il Presidente Lucchesi, si sono succeduti Manrico Vaselli, Arnaldo Innocenti, Loriana Dei Rossi, oggi Presidente Onoraria, e Menoti Bacci alla presidenza dal 2004.

Quindi, 45 anni di esistenza, una longevità non comune nelle nuove associazioni e difficile raggiungere nelle anziane. Dal 1975 i Lucchesi ginevrini, si sono distinti per la loro appartenenza alla Città di Lucca, rappresentane le tradizioni ed i valori rinascimentali toscane. Colonna portante dell’associazionismo italiano a Ginevra, ha dimostrato, negli anni, di saper interpretare il suo ruolo, quel compito di saper portare alti i colori della propria città, Regione ma, soprattutto, saper rappresentare la Patria comune: l’Italia.

I lucchesi di Ginevra, Co-fondatori della Società delle Associazioni Italiane di Ginevra, (SAIG), sono stati, e lo sono tutt’ora, un gruppo sempre disponibile alla collaborazione e attivamente partecipe alle varie attività socio-culturali che vengono realizzate nel Cantone di Ginevra.87861939_3031072466943407_7519782402881748992_o 87869182_3031072260276761_2756881005552861184_o 88196490_3031071753610145_5463056499087507456_o

Con gli arancini, cassatelle alla ricotta e cudduruna la Regione Siciliana ritorna al Corso di Cucina della SAIG

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La SAIG annuncia l’inizio della quaresima Corso di Cucina dello scorso 27 febbraio, proponendo la Regione Sicilia con alcuni dei suoi baluardi culinari quali l’Arancino, la tradizionale cassatella alla ricotta e, come aperitivo, cudduruna a volontà.

Per passare questi momenti di gioia culinaria, la SAIG ha fatto appello a dei professionisti delle pietanze sicule “fatti in casa”: Rosa Maria e Pippo Pelleriti, per gli arancini e cudduruna e, Giuseppe Rizzo per le cassatelle alla ricotta. Molto precisi nelle spiegazioni, si sono dilettati ad insegnare alle nostre frequentatrici queste ricette conosciute in tutto il mondo. Il corso è stato particolarmente frequentato anche da persone che ha chiesto, esplicitamente, la partecipazione occasionale.

“Arancina a Palermo, arancino a Catania, il derby dura da decenni. L’Accademia della Crusca si è espressa – ma alla fine sono sempre “palle di riso”

È stata l’Accademia della Crusca a mettere tutti d’accordo sul nome delle palle di riso. Sulla questione si è pronunciata ufficialmente: “Il gustoso timballo di riso siculo deve il suo nome all’analogia con il frutto rotondo e dorato dell’arancio, cioè l’arancia, quindi si potrebbe concludere che il genere corretto è quello femminile: arancina. Ma non è così semplice”. Seguiamo il ragionamento della Crusca: “Nel dialetto siciliano, come registrano tutti i dizionari dialettali, il frutto dell’arancio è aranciu e nell’italiano regionale diventa arancio”. Quindi “arancinu” nel dialetto siciliano era ed è declinato al maschile, come attestano entrambi i vocabolari ottocenteschi sopra citati.”

“Sua maestà la cassatella: storia e origini del dolce con la ricotta

Le cassatelle siciliane con la ricotta sono dolci che, in Sicilia, si trovano facilmente nei bar e nelle pasticcerie in tutti i periodi dell’anno, è un dolce che non ha stagione e non predilige una festività.

Si dice che la cassatella originale sia nata secoli e secoli fa e che fosse leggermente più grossa e grezza, almeno all’inizio. Si pensa che sia nata nei dintorni di Calatafimi Segesta.

Con il tempo la cassatella si modificò e pare che prese il suo attuale aspetto passando attraverso i secoli e prendendo elementi sia della cucina rurale che della cucina più ricca. Ricotta, cacao, mandorle e cannella si unirono in un unico squisito dolce, che veniva realizzato in prossimità della Pasqua.

Allo stesso tempo il tipo di fattura fa pensare ad alcune caratteristiche della dominazione araba, come l’uso delle spezie. Non esistendo una ricetta originale rintracciabile, comunque, queste sono solo supposizioni. L’unica cosa che resta certa è la storia lunghissima.”

Dall’affluenza in questa attività culinaria, ancora una volta la SAIG riesce ad interpretare le esigenze di molti connazionali che, non solo intendono mantenere l’appartenenza ma si evolvono nella ricerca di emozioni e la voglia di stare insieme attraverso questi corsi che evidenziano la ricchezza della nostra Italia.

DANSER INSIDE GENEVA evento all’ONU di Ginevra curato dall’Architetto Simone Ghera

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Il 26 febbraio, è stato inaugurata dal Rappresentante Permanente d’Italia, Amb. Gian Lorenzo Cornado, e la Direttrice Generale delle Nazioni Unite di Ginevra, Tatiana Valovaya, al Palais des Nations la mostra “Dancer Inside Geneva”. Progetto nato nel 2008, è diventato negli anni un evento internazionale che coinvolge di volta in volta istituzioni e partner di prestigio in tutto il mondo.
Si tratta di un’esposizione di scatti fotografici, in bianco e nero, effettuatati da Simone Ghera, Architetto romano, che ha scelto di fondere l’arte della danza e quella dell’architettura. Un progetto che accosta la danza a luoghi architettonicamente importanti o evocativi che ha permesso a Ghera di realizzare una serie di scatti prospettici con ballerine come protagoniste sullo sfondo di locations, presenti in tutto il mondo, effettivamente evocative ed artistiche.

Nella mostra molti i momenti immortalati nell’istante di una azione coreografica, come un arabesque, una piroetta, un plié, un relevé, viene eseguita da una ballerina nel contesto di un museo, come l’Hermitage di San Pietroburgo, a una scuola di danza, come l’Opera di Roma, o accanto a un monumento a Berlino o a New York. Ghera fa il giro del mondo in punta di piedi, letteralmente, e lascia il pubblico ammirato da tanta bellezza ed eleganza.

Per l’Arch. Ghera è fondamentale la ricerca della perfezione ed il senso della costruzione e riesce nel suo intento riuscendo a coniugare danza ed architettura, dimostrando, attraverso la fotografia, altra indubbia forma d’arte, che trattandosi di linguaggi universali possono parlare tra loro esaltandosi ed influenzandosi a vicenda.

Dopo le esposizioni in molte capitali quali Madrid, Roma, Baku, Praga, Berlino, Parigi, San Pietroburgo, Londra, New York, Ghera arriva a Ginevra al Palais des Nations, perché, come sottolineato dalla Direttrice Generale, Tatiana Valovaya “il vero spirito delle Nazioni Unite è trovare l’universalità nella diversità” .

Quello che colpisce è la leggerezza, quasi l’assenza di gravità, e l’eleganza delle protagoniste colte in diversi momenti ed atteggiamenti durante il loro lavoro.

L’evento è stato completato magistralmente anche con la rappresentazione di quattro pièce da parte di ballerine della scuola di danza di Berlino e dell’Opera di Roma che si sono esibite, accompagnate dalla musica della Violoncellista spagnola, Laura Peribañez. Gli spettatori si sono ritrovati accanto delle belle professioniste che hanno danzato in mezzo a loro. Una bella sorpresa e originale che ha dato vita ad uno spettacolo nello spettacolo.

L’evento è patrocinato da diversi Partner Istituzionali tra cui l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, l’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e Provincia, la Casa dell’Architettura, l’Associazione Italiana Danzatori, l’Accademia Nazionale di Danza, la Compagnia Nazionale brasiliana São Paulo Companhia de Dança, Mediascena Europa.

La Redazione:
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Il Carnevale dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana a Ginevra

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Il termine Carnevale, che deriva probabilmente dal latino carnem levare ovvero “togliere la carne”, indica il banchetto che si teneva il martedì grasso, ovvero l’ultimo giorno di Carnevale, e contemporaneamente l’inizio del periodo di Quaresima, tempo di digiuno e purificazione per i credenti in attesa della Pasqua.

Durante il periodo che noi comunemente chiamiamo Carnevale nell’antica Roma, si celebrava la fertilità della terra che, dopo il torpore invernale, tornava a rivivere e nutrire uomini e animali. Per il loro carattere, l’antica festa romana dei Saturnalia (dedicata al dio Saturno) e le Dionisie greche (in onore del dio Dionisio) ricordano da vicino il nostro Carnevale.
Gli antichi vedevano in Saturno il dio dell’età dell’oro, un’epoca felice in cui tutti vivevano in uno stato di eguaglianza, ove l’abbondanza dei frutti terreni era una certezza. La rievocazione di quel momento, durante i Saturnalia, si esplicava oltre che con banchetti e balli con un momentaneo sovvertimento, in chiave scherzosa e dissoluta, degli obblighi sociali e delle gerarchie costituite, in favore del “caos” e del disordine che tutto permetteva.

Così, gli schiavi potevano considerarsi uomini liberi e comportarsi di conseguenza, eleggendo ad esempio un Princeps (caricatura della classe dominante) al quale affidavano ogni potere. Vestito con capi sgargianti e una maschera, rappresentava la personificazione di una divinità degli inferi (Saturno o Plutone) preposta alla custodia delle anime dei defunti e protettrice dei raccolti.

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Questa tradizione la si festeggia anche a Ginevra da 9 anni, con i corsi di Lingua e Cultura Italiana. L’evento itinerante, quest’anno svoltosi nella Città di Vernier il 22 di febbraio, è stato organizzato in sinergia con la SAIG (Società delle Associazioni Italiane a Ginevra) il CAE (Comitato Assistenza Educativa) e l’Ufficio Scuola del Consolato Generale d’Italia a Ginevra.
I docenti carichi di decorazioni e addobbi vari, frutto di un sapiente lavoro manuale, hanno iniziato ad allestire la sala alle 13,00 con l’aiuto della Presidente e della segretaria del CAE.

Alle 14,30 ha preso corpo gradualmente la festa con l’arrivo delle prime mascherine accompagnate dai numerosi genitori. La festa è stata aperta dal Dirigente Scolastico Giorgio La Rocca e dalla Presidente del CAE Virginia Cremonte.

Dopo il grande successo del 2019, per il Carnevale 2020, è stato riproposto l’atelier circo animato dal circense Aliocha. Approfittando di una bellissima giornata di sole, il materiale di animazione è stato allestito nel cortile della scuola di Vernier-Place. Questo ha permesso, ai circa 200 bambini presenti e alle loro famiglie, di imparare alcune tecniche di acrobazia e giocolieria e di trascorrere un bellissimo pomeriggio all’aperto.

All’interno tutto è stato allestito e coordinato dai docenti ministeriali e dalle docenti CAE:
un angolo è stato dedicato alle truccatrici e i bambini non hanno esitato a sottoporsi come cavie pur di avere uno stupendo trucco sul viso, mentre l’atelier foto ha dato sfogo alla fantasia di grandi e piccini che hanno fatto delle foto e dei selfies simpaticissimi.
Nella stessa sala i bambini si soni esibiti sul palco cantando delle canzoncine e mostrando i loro costumi carnascialeschi. Commovente è stata l’esecuzione dell’Inno Nazionale Italiano cantato con trasporto da tutti i presenti

Gli sguardi soddisfatti dei partecipanti hanno ripagato ampiamente ogni sacrificio e i sorrisi dei bimbi che hanno ricevuto un personale ricordino voluto dalla Giunta del CAE, hanno illuminato l’ambiance tra canti e balli.

Il Coordinatore della SAIG Carmelo Vaccaro in chiusura della manifestazione ha espresso la sua stima e gratitudine nei confronti della Presidente CAE e del nuovo Dirigente Scolastico che lavorano con impegno e passione per promuovere lo sviluppo della lingua e cultura italiana.

Un grazie speciale è stato rivolto da parte sua anche a tutti i docenti, veri e silenziosi artefici della manifestazione che con garbo, professionalità e spirito di sacrificio hanno garantito la riuscita di un appuntamento culturale ormai da tempo radicato nel cantone di Ginevra.

Dopo due ore di spettacoli, i bambini ed i loro accompagnatori si sono impegnati con convinzione a rendere onore all’immenso buffet di dolci e salati, arricchito dai tante prelibatezze squisitamente italiane.

CAE/Ufficio Scuola/SAIG