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La Clinique de l’ Œil: tra l’evoluzione dell’oftalmologia e quella imprenditoriale

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La Clinique de l’ Œil: tra l’evoluzione dell’oftalmologia e quella imprenditoriale

Intervista al Fondatore, Dr. Jérôme Bovet e al direttore Jesus Perez

di Carmelo Vaccaro

Il Dr. Jérôme Bovet, fondatore 30 anni fa della Clinique de l’Œil à Onex, con il suo notevole savoir-faire ha, installato nel corso degli anni, altri 10 centri satelliti nel solo cantone di Ginevra. Nella clinica, certificata ISO, lavorano 50 medici specialisti, tra cui cinque oftalmologi italiani, ed un personale altamente qualificato, consentendo, grazie anche alla presenza delle più’ alte tecnologie nel campo dell’oftalmologia, di effettuare circa 40.000 trattamenti all’anno.
Dopo questa breve presentazione della Clinica de l’Œil, ringraziamo il Dr. Bovet e il direttore della struttura medica, Jesus Perez, per questo incontro dove metteremo in evidenza la parte medica, imprenditoriale e gestionale.

Iniziamo con il Dr. Bovet

Dr. Bovet ci parli dell’evoluzione della chirurgia oculare, esempio palese la cataratta 30 anni fa e oggi.

Cerchiamo di riassumere questo problema! Trent’anni anni fa, quando ero ancora capo clinica, i pazienti operati rimanevano in ospedale almeno cinque giorni in ospedale. Da quando, invece, nel 1989 ho aperto la Clinica con il Dr. Jean-Marc Baumgartner, abbiamo iniziato a praticare la chirurgia ambulatoria effettuando un grande salto in avanti nella gestione del paziente.

Non nascondo che avevamo una paura mostruosa, con le prime operazioni ambulatoriali, anche se avevamo esempi positivi che venivano dagli Stati Uniti. Passando dalla tecnica ‘extra-capsulare’ alla tecnica della ‘facoemulsificazione’ e facendo delle incisioni sempre più piccole, abbiamo ottenuto che i pazienti vedessero meglio e prima da lontano e da vicino.

Che futuro prevede per il campo dell’oftalmologia nel mondo, con i social e gli smartphone nei sempre più giovani, e negli adulti?

Effettivamente è un gran problema e una grande sfida. Abbiamo visto che in Asia, c’è un’epidemia di miopia nei bambini. Di ciò non siamo sicuri ma, il fatto che i bambini lavorino da vicino giocando con uno schermo, pensiamo possa essere uno dei fattori della miopia e se un bambino è affetto da miopia, diventerà sempre più miope.
Con tutti gli studi che sono stati fatti in Asia, disponiamo di protocolli che permettono un trattamento sui bambini con diminuzione della miopia e, in questi casi, più presto si interviene meno il bambino sarà miope. Infatti non è all’età scolastica che bisogna fare un controllo ma già all’età di otto mesi un anno, soprattutto se già i genitori sono miopi.
Se proprio si deve far giocare i bambini con questi dispositivi, meglio farlo con un tablet al posto dello smartphone, ma bisogna farli anche uscire all’aperto, a correre, a giocare come facevamo noi nel passato.

Nuove tecnologie: impianti di intraoculari idrofobici ed idrofili, EDOF, multifocali, torici nella cataratta. Di cosa si tratta esattamente?

Ci sono diversi tipi di impianti di lentine intraoculari per l’intervento di cataratta. Nel passato si impiantavano lentine monofocali, per cui si dovevano utilizzare nel post operatorio occhiali per leggere, o gli occhiali progressivi per lontano e vicino. Attualmente, invece, effettuiamo impianti multifocali o EDOF in cui abbiamo diverse distanze dove si vede bene e con una notevole profondità di campo, secondo il principio degli occhiali progressivi . Qui, alla Clinique de l’Œil, impiantiamo lentine intraoculari chiamate “Lucidis”, che sono fabbricate in Svizzera, e precisamente a Neuchâtel. La ‘Lucidis’ è una lentina a rifrazione avanzata progettata per correggere la vista nel post intervento di cataratta ed offre ai pazienti un eccellente equilibrio tra una vasta gamma di distanze per l’accomodazione e un’alta qualità di visione ed é diventata tecnica notevolmente richiesta .

Ancora nuove tecniche: femto-lasik, presbylasik ed altre non coperte dall’assicurazione sanitaria. Ci potrebbe spigare nei dettagli?

Quello che chiamiamo “femto-lasik”, é un tipo di laser che utilizziamo per la chirurgia refrattiva ma che viene utilizzo anche nei casi di cataratta. E’ un tipo di chirurgia refrattiva per correggere gli ametropie e tutto quello inerente alla miopia che noi utilizziamo da quindici anni e permette di non utilizzare più gli occhiali.
La Presbylasik é una tecnica che corregge la vista da vicino ai pazienti di più di 40 anni, permettendo di leggere senza occhiali.

Le tecnologie di chirurgia refrattiva, raramente sono prese in carico dalle assicurazioni.

Qual è l’impatto dell’esperienza degli oftalmologi della Clinique de l’Œil sul campo dell’oftalmologia nel cantone di Ginevra e in Svizzera?

Ci possiamo ritenere molto soddisfatti di quello che abbiamo realizzato in questi trent’anni. All’inizio eravamo dei rivoluzionari in tutta l’Europa e andavamo a parlare con gli amministratori per spiegare come funzionava “l’ambulatorio”. Quindi, la Clinique de l’Oeil è stata determinante nel dare al paziente la possibilità di riprendere da subito una vita normale dopo un’operazione alla cataratta. Prima invece, bisognava rimanere cinque giorni in ospedale, e solo tre mesi dopo si realizzavano un paio di occhiali.

Continuiamo con M. Perez

Jesus Perez direttore della Clinique de l’Œil di Onex

Nato a Saragozza, Spagna, arriva in Svizzera all’età di 6 anni, ha frequentato tutta la scuola in Svizzera.
Dopo essersi laureato all’Università di Losanna in gestione aziendale, ha iniziato una carriera professionale molto interessante che lo ha portato alla Clinique de l’Œil a Onex e si è ritirato in dicembre 2021 dopo 11 anni in cui ha ricoperto il ruolo di direttore.

Ci parli dell’evoluzione della Clinica Oculistica negli ultimi dieci anni?

Quando ho iniziato alla Clinique de l’Œil nel marzo 2011, c’erano circa poco più di 23.000 pazienti all’anno. Oggi, con i satelliti, abbiamo quasi raddoppiato questa cifra. A quel tempo, la clinica effettuava operazioni il martedì, il mercoledì e alcuni venerdì. Oggi la sala operatoria è aperta tutti i giorni della settimana dal lunedì al venerdì. L’attività della sala operatoria è aumentata dal marzo 2011 di circa il 70%.

Durante questo periodo la clinica e i satelliti hanno creato circa 15 posti di lavoro aggiuntivi, per lo più segretarie mediche e medici. Negli ultimi dieci anni, la clinica oculistica ha aperto 10 satelliti in tutta Ginevra, a cominciare da Chantepoulet, poi Carouge e Servette, poi Vésenaz, Plainpalais e Acacias, Jonction, Vernier, Malagnou e Le Lignon e l’obiettivo è stato sempre di essere vicini ai pazienti.

Abbiamo ottenuto il certificato ISO 9001-2008, poi il certificato ISO 9001-2015. Questi standard ci hanno permesso di mettere in atto nuove procedure di accoglienza e di fatturazione, da parte di un team multidisciplinare, competente, qualificato e umano nell’approccio con il paziente.

Abbiamo anche pubblicato in questi anni un giornale interno “OnO News” che è stato distribuito gratuitamente nelle sale d’attesa. Inoltre, abbiamo contribuito e partecipato a molti eventi della SAIG, per diventare il partner che siamo oggi.

Può spiegarci cosa fa oggi la Clinica Oculistica?

La Clinique de l’Oeil di Onex accoglie i pazienti, con o senza appuntamento, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19. Il sabato dalle 9 alle 17.

Come richiesto dalla legge, abbiamo un piano d’azione per proteggere i pazienti e il personale dal Coronavirus. Questo piano prevede di indossare una maschera, lavarsi le mani regolarmente e mantenere una distanza di sicurezza.

La clinica ha un team internazionale di medici competenti e qualificati specializzati in tutte le aree dell’oftalmologia. Infatti ci sono specialisti in uveiti, patologie delle vie lacrimali, glaucoma, patologie neuroftalmiche, disturbi della vista nei bambini, ecc.

Tutti gli esami soggetti alla LaMal sono fatturati secondo la tariffa Tarmed in vigore e sono quindi coperti dall’assicurazione sanitaria di base.

Le principali operazioni eseguite sono: cataratta, glaucoma, distacco di retina, chirurgia palpebrale, strabismo, trapianto di cornea, chirurgia refrattiva, ecc. e sono eseguite su base ambulatoriale.

Ogni anno effettuiamo campagne di screening per il glaucoma, AMD (degenerazione maculare legata all’età), per le patologie oculari pediatriche, ecc.

Cos’è il gruppo OnO?

Questo gruppo riunisce la Clinique de l’Œil a Onex con i suoi satelliti a Ginevra, così come le cliniche oculistiche di Sion, Losanna e Zurigo e tutti i loro satelliti permettendo, così’, di scambiare idee, migliorare i processi, condividere una buona gestione, gestire meglio il personale e i medici, raggruppare gli acquisti per ottenere prezzi migliori, standardizzare i programmi informatici, la contabilità, le cartelle cliniche, ecc.

Il gruppo OnO esiste anche in Francia con un centro operativo e diversi satelliti.

Quale futuro prevede per la Clinique de l’Œil?

Avevamo già preso la svolta verso la digitalizzazione ma con la pandemia di Coronavirus, dobbiamo accelerare i tempi per certi cambiamenti.

Sono emersi nuovi processi per la cura dei pazienti, per esempio dilatare gli occhi a casa e non in sala d’attesa (per avere meno contatto in sala d’attesa), mandare un medico a fare un controllo degli occhi nell’EMS o a casa, ecc.

Inoltre, c’é la possibilità di prendere un appuntamento via Internet, scegliendo il medico e il satellite più vicino dove si vuole andare ed il paziente riceve un promemoria via SMS 24 ore prima di effettuare la consultazione.

Presto la tariffa Tarmed scomparirà e fattureremo secondo i pacchetti ambulatoriali. Questo semplificherà la redazione e il controllo della fattura : infatti , attualmente, la fattura per una cataratta richiede una pagina e mezza di servizi, contro una sola riga che sarà necessaria con il pacchetto.

Tutti i nostri dipartimenti amministrativi fanno del telelavoro (contabilità, fatturazione, gestione) e stiamo usando sempre più la gestione elettronica dei documenti (fatture dei fornitori, tasse, documenti bancari, stipendi, ecc. ….), il che rende più facile trovare i documenti e archiviarli, e presto non ci sarà più l’utilizzo della carta.

Grazie al direttore Perez e al Dr. Bovet per queste interessanti risposte utili a capire meglio le nuove tecnologie e l’evoluzione dell’oftalmologia e nel come si gestisce un centro medicale.

Maggiori informazioni sulla Clinique de l’Oeil, si possono visionare  su www.cliniqueoeilgeneve.ch

Foto e video di Riccardo Galardi

 

Il mondo s’arresta dinanzi al devastante virus del secolo

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Negli ultimi mesi tutto il mondo si è ritrovato a dover combattere contro un’epidemia senza precedenti ai giorni nostri. Il nuovo Coronavirus, SARS-Cov-2, che da la malattia denominata COVID-19 dall’OMS.

Dopo la Cina, che è stato il primo paese ad esserne attaccato, in Europa l’Italia ha il triste primato di essere stato il primo paese a doverlo combattere. Una guerra che sta tuttora impegnando soprattutto il nord Italia. Lombardia, Veneto ed Emila-Romagna in testa. Moltissime ed inaspettate le morti. Immagini rimbalzate in tutti i telegiornali del mondo che mai avremmo voluto vedere. File e file di automezzi militari che nottetempo portano le bare fuori dal cimitero di Bergamo (che non ha più’ disponibilità) verso altre regioni per essere cremate. Innumerevoli famiglie che piangono i loro morti che non hanno potuto confortare né salutare nel momento della dipartita da questo mondo, intubati ed alla presenza di esausti operatori sanitari che, pure, hanno fatto di tutto per salvarli.

Medici ed infermieri che recano sul volto i segni sanguinanti delle mascherine e degli occhiali che sono costretti ad indossare per molte, troppe ore al giorno per proteggersi dal contagio e ferite sulle mani provocate dai troppi e continui lavaggi e disinfezioni. Infermieri crollati sulle tastiere dei PC dopo turni massacranti in corsia.

L’iniziale incredulità a volte anche irridente, da parte degli altri paesi europei, Spagna, Francia, Germania e Gran Bretagna e degli Stati Uniti, che, nonostante avessero sotto gli occhi la cronaca quotidiana che proveniva dal nostro paese, con la conta dei nuovi contagiati e dei deceduti, non hanno preso contromisure atte a rallentare o a fermare i contagi. Oggi si trovano anche loro a combattere la stessa battaglia, con le medesime difficoltà e a dover fare la conta di chi non ce la fa. Ecco, allora, che anche i grandi colossi cominciano a vacillare, le grandi potenze del mondo si stanno rendendo conto che questa epidemia non rispetta le frontiere, i confini, i muri tra uno stato e l’altro. Arriva ovunque, senza chiedere permesso, senza doversi integrare o dimostrare di avere una capacità reddituale o una professione per poter essere accolto. E’ un virus democratico, attacca tutti, senza distinzioni, facendoci comprendere che no, non eravamo preparati a quello che ci sta offrendo. Anche i migliori sistemi sanitari al mondo tremano e sono portati all’estremo e fino elle estreme conseguenze.

E’ un virus aggressivo, estremamente infettante che sta costringendo tutti a dover rispettare un distanziamento sociale per poter frenare la progressione esponenziale dei contagi. E stiamo assistendo a scene che non avremmo mai pensato di dover vedere: assalti ai supermercati, con svuotamento degli scaffali e atteggiamenti aggressivi tra persone e persone per accaparrarsi i prodotti di prima necessità, come se si temesse un periodo di carestia.

Disobbedienza alle ordinanze stringenti messe in campo dai diversi Governi che obbligano la gente a rimanere in casa e a non diffondere il contagio. E siamo testimoni di quanta gente non capisce o fa finta di non capire oppure che non è interessata alla propria ed alla salute degli altri, che continua a recarsi, senza una giustificata necessità, in luoghi pubblici. Il motivo? Veramente sconfortante: “non posso stare tutto il giorno a casa, neanche fossi agli arresti…”. Questa gente forse non ha ben compreso che, in fondo, ci hanno detto che dobbiamo rimanere in casa, nella nostra casa, comodamente sprofondati nei nostri divani, a riposarci, a leggere dei bei libri e ad ascoltare della buona musica consapevoli di fare la nostra parte dall’altra parte della barricata rispetto a tutti coloro che, invece, la loro parte la fanno a stretto contatto con i malati, rischiando con abnegazione la loro vita pur di salvare quella dei moltissimi sconosciuti che ad ogni momento arrivano negli ospedali con gravissime difficoltà respiratorie e che avranno bisogno di essere attaccati ad un respiratore per sperare di sopravvivere.

Non tutti ce la fanno, purtroppo. La maggior parte dei decessi sono per gli over 70, ma ci sono anche molti casi sotto ai 30 anni. E che dire delle forze dell’ordine, impegnate in strada ad elevare multe a tutti quelli che escono, nonostante tutto e fregandosene di tutti, per prendere una boccata di aria o il sole in spiaggia, tutti ammassati. Corpi belli pronti per dare al virus altra vita, da un organismo all’altro, per permettergli la sua corsa verso la sua vita e la nostra morte.

E poi c’è la Protezione civile, in campo per il nostro bene, i volontari, compresi anche quelli che motu proprio, si offrono per fare la spesa o reperire i medicinali alla nonnina del palazzo che non può’ uscire. Ecco, se avete tanta voglia di uscire, almeno, rendetevi utili: andate a fare qualcosa per gli altri. Sarete in giro tutto il giorno, all’aria fresca e non a riposarvi nel vostro salotto, al sicuro. C’è tanta gente là fuori che ha bisogno di un servizio, di una parola, di un pasto caldo da consumare in una mensa perché una casa neanche ce l’ha.

Ognuno deve fare la propria parte. Conosciamo a fondo questo concetto? “Fare la propria parte”. Se non lo conosciamo forse sarebbe il caso di andarsi a leggere (o rileggere) la Favola del colibri’ che spiega con parole semplici il significato di quello che dovremmo fare in una situazione come quella che stiamo vivendo.

Quando tutto finirà, perché finirà, prima o poi, ci lascerà dei grossi problemi economici. Molti dovranno ricominciare senza risorse, molti si ritroveranno disoccupati. Ci sarà da ricostruire e da riconquistare, compreso il piacere di stare insieme. Il paragone con una vera guerra è molto calzante, ma ci sta facendo capire che si potrà vincere solo tutti insieme. Solo se collaboreremo, tutti quanti, potremo uscirne in breve tempo. La comunità scientifica, questo, lo ha capito molto bene. I ricercatori di tutto il mondo stanno collaborando per cercare una medicina che possa curare ed un vaccino che possa salvare. I cittadini comuni lo hanno capito meno, ma ci stiamo arrivando. Finalmente la consapevolezza che, in fondo, ci troviamo tutti sotto allo “stesso tetto”, la nostra Terra, il nostro Mondo, sta iniziando a fare breccia nel cuore e nell’anima di tutti coloro che finora si sono schierati solo da una parte, che hanno sfruttato tutto quello che potevano senza pensare agli altri, che hanno inquinato, rubato energia, riempito altri posti di ogni genere di materiali tossici, mortali, nella stupidità di pensare che allontanando da noi quello che sapevamo avrebbe fatto del male ad altri, non ci si sarebbe ritorto contro, un giorno. Ebbene, quel giorno è arrivato. Quel giorno è oggi. Il giorno in cui la Terra ci presenta il conto, salato, inaccettabile, doloroso, ma coerente e giustificato. Il giorno in cui tutti ci siamo dovuti fermare dalla nostra folle corsa verso la ricerca della ricchezza, del benessere a tutti i costi, ma in verità verso la distruzione della nostra Casa Comune.

Purtroppo ci voleva questa terribile epidemia per far capire all’uomo che niente gli appartiene ma che gli viene concesso in prestito perché ne faccia buon uso e miglioralo affinché le nuove generazioni possano goderne appieno in futuro, fiere di un’eredità intatta che gli permetta di vivere in armonia.

Tante le domande che ci sfiorano la mente. Una su tutte: noi cosa avremmo fatto di diverso e di migliore al posto di quanti ci hanno governato e deciso per noi?

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COVID-19 – il Consiglio di Stato adotta una nuova serie di misure

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Il Consiglio di Stato si è riunito in sessione straordinaria venerdì mattina. Ha preso nuove decisioni relative alla situazione eccezionale creata dalla lotta contro la diffusione del virus COVID-19.

Annullamento del voto popolare del 17 maggio 2020

Le misure necessarie per arginare la diffusione di COVID-19 hanno conseguenze concrete per l’esercizio dei diritti politici. In seguito alla decisione del Consiglio federale di rinunciare al voto popolare federale fissato per il 17 maggio 2020, il Consiglio di Stato ha deciso di rinunciare al voto cantonale fissato lo stesso giorno.

La possibilità per i cittadini di esprimere liberamente la propria opinione e determinare la propria scelta con la piena conoscenza dei fatti è una condizione sine qua non per un voto popolare per poter avere luogo correttamente. Ciò richiede in particolare che una campagna possa essere condotta dai vari attori coinvolti. Tuttavia, questo è attualmente impossibile a causa del divieto di sessioni informative e manifestazioni pubbliche a seguito dell’epidemia di COVID-19.

Pertanto, il voto popolare cantonale

• sull’iniziativa popolare 172 “Zero perdite: garantire risorse pubbliche, benefici e creazione di posti di lavoro”;
• sull’iniziativa 173 “23 frs, quello è un minimo”;
• sulla legge costituzionale che modifica la costituzione della Repubblica e del Cantone di Ginevra ( Aiuto domiciliare garantito per tutti) del 18 ottobre 2019;
• sulla legge costituzionale che modifica la costituzione della Repubblica e del Cantone di Ginevra ( Presidenza del Consiglio di Stato e dipartimento presidenziale ) del 21 novembre 2019;
• sulla legge che modifica la legge di attuazione della legislazione federale sulla circolazione stradale del 12 settembre 2019.
Avverrà in un momento successivo, ancora da stabilire.

Sospensione dei termini per i diritti politici

Quale proroga dell’ordinanza emanata oggi dal Consiglio federale, il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere temporaneamente i termini per la raccolta delle firme e l’elaborazione delle iniziative popolari e delle richieste di referendum in corso. Tiene quindi conto del fatto che le restrizioni ai movimenti imposte dalle misure per combattere il COVID-19 rendono impossibile la raccolta di firme nello spazio pubblico.

Continuazione del secondo turno delle elezioni comunali

Dopo aver effettuato un nuovo esame approfondito, tanto legale, politico quanto operativo, il Consiglio di Stato ha deciso di mantenere il secondo turno delle elezioni comunali, previsto per il prossimo 5 aprile. Tuttavia, la procedura sarà adattata. Gli elettori potranno votare per posta, gratuitamente, come sempre. Saranno inoltre in grado di depositare la loro busta elettorale sigillata al servizio elettorale venerdì 3 aprile e sabato 4 aprile dalle 9:00 alle 16:00 e domenica 5 aprile dalle 9:00 alle 12:00 Inoltre, il personale chiamato a contare le schede sarà soggetto a misure di protezione speciali.

Il Consiglio di Stato ritiene che sia necessaria la continuità tra due turni della stessa elezione. A seguito della campagna per il primo turno, la popolazione è già a conoscenza dei programmi del partito e delle proposte dei vari candidati. Ha avuto l’opportunità di interagire con loro in numerose occasioni. Contrariamente alla situazione prevalente per le elezioni del 17 maggio 2020, tutti hanno già potuto esprimere la propria opinione.

Il Consiglio di Stato è consapevole del fatto che le condizioni per un dibattito democratico e popolare sono speciali. Il rinvio di questo secondo turno porterebbe tuttavia problemi significativi dal punto di vista istituzionale. Implicherebbe un rinvio del mandato di alcuni dirigenti attualmente in carica, che non sarebbero stati costituiti alla fine del primo turno o per tacita elezione nel secondo. Inoltre, i magistrati eletti nel primo turno o tacitamente nel secondo appartenenti a un dirigente che non è completamente costituito non sarebbero in grado di sedere dal 1 °Giugno 2020. Dal punto di vista istituzionale, questa soluzione è difficile da prevedere, a rischio di provocare situazioni insolubili, che il Consiglio di Stato desidera evitare. Questa osservazione è tanto più necessaria in quanto i magistrati delle comuni hanno un ruolo preponderante da svolgere nella lotta contro COVID-19.

Misure di emergenza economica

Previa concessione della RHT da parte della Confederazione, il Cantone di Ginevra istituirà un prefinanziamento tramite la perdita di indennità di guadagno (APG). A tal fine, una “task force” composta dal Cantone e dai fondi di compensazione deciderà cosa dovrebbe essere pagato ai lavoratori autonomi.

Per alleviare il problema della liquidità delle società del Cantone, il Consiglio allargato ha rafforzato i servizi della Fondazione di assistenza alle imprese (FAE), autorizzando quest’ultima ad aumentare l’importo delle sue garanzie fino a 95 milioni di franchi . Inoltre, un accordo (“Memorandum of Understanding”) è stato firmato il 16 marzo 2020 dai principali istituti bancari locali, la FAE e il DDE. L’impegno assunto dalla Banca cantonale di Ginevra, Raiffeisen, UBS e Credit Suisse, mira a facilitare e accelerare le procedure per l’ottenimento di prestiti garantiti.

Un emendamento alla legge sugli aiuti alle imprese (LAE; I 1 37) ora consente alla FAE di utilizzare una linea di credito di 50 milioni di franchi e quindi di rispondere immediatamente alle esigenze di liquidità delle imprese, dei lavoratori autonomi, associazioni e qualsiasi altra forma legale che è temporaneamente a corto di liquidità per motivi eccezionali. Durante la riunione del 18 marzo 2020, il Consiglio di Stato ha deciso di liberare un primo importo di 10 milioni di franchi da questa linea di credito. Funzionalmente, sono stati elaborati regolamenti per definire le condizioni e i criteri di ammissibilità per la concessione di finanziamenti.

È stato creato un modulo interattivo per l’elaborazione delle richieste di finanziamento e il sito Web AWF è stato completamente riprogettato per soddisfare le esigenze. Anche il numero di documenti richiesti per la preparazione del fascicolo è stato ridotto e, per accelerare il trattamento dei fascicoli, l’obbligo di produrre un recente estratto dalla procura è stato sostituito dal consenso del richiedente. Oltre alle nuove risorse assegnate alla FAE in termini di garanzie e prestiti, quest’ultima ha deciso di sospendere immediatamente gli ammortamenti richiesti in circostanze normali affinché le società possano beneficiare del sostegno finanziario. Da venerdì 13 marzo 2020, l’AWF ha identificato 615 richieste da parte di società potenzialmente richiedenti un prestito. Tra queste richieste, Sono stati inviati 100 file e sono attualmente in fase di revisione. In questa fase, stanno per essere finalizzati 4 file, il pagamento dell’anticipo di liquidità deve intervenire il prima possibile.

Come l’accordo firmato con la comunità bancaria, un altro “Memorandum of Understanding” è stato firmato il 19 marzo 2020 dalla comunità immobiliare e dalla DDE. L’impegno assunto dall’Unione svizzera dei professionisti del settore immobiliare (USPI) e dalla Camera dei beni immobili di Ginevra (CGI) consiste nell’esaminare le richieste di differimento degli affitti commerciali, un onere fisso che può rivelarsi significativo a seconda del tipo di attività economica – imprese e liberi professionisti, e per riferire inquilini commerciali in difficoltà al sistema di supporto alle imprese e più specificamente all’AWF.

Al fine di garantire la continuità dei servizi di fornitura per la popolazione e sostenere le strutture pubbliche che non possono più accogliere i clienti, la Société des Cafetiers Restaurateurs Hôteliers de Genève (SCRHG) è stata incaricata di accelerare la digitalizzazione dell’offerta di ristoranti e sviluppare la propria capacità di consegna a domicilio. Questo mandato consiste nel supportare l’integrazione dei ristoranti (creazione di un account, messa in linea dei menu, fotografia di piatti, ecc.) Che lo desiderano su una o più piattaforme di consegna a domicilio di Ginevra, che si impegnano a offrire i costi. affiliazione a ristoranti e, per quanto possibile, ridurre i costi di consegna e / o le loro commissioni.

Un altro approccio per rafforzare le capacità di consegna a domicilio e digitalizzare il commercio al dettaglio di Ginevra, in stretta collaborazione con l’industria dei taxi, è in via di definizione.

Al fine di guidare le aziende di Ginevra e i lavoratori autonomi nel modo più efficiente possibile nelle loro richieste di sostegno legate alla crisi del coronavirus, lo Stato ha istituito un “chatbot”, in grado di rispondere in modo più rapido e preciso a query. Questo “agente conversazionale” viene a rafforzare la hotline (022 388 34 34) attiva per più di una settimana.

Applicazione dell’ordine 02

Il Consiglio di Stato ha inoltre adottato misure per armonizzare le norme federali e cantonali e per facilitarne l’entrata in vigore.

Il Consiglio di Stato ricorda, in conformità con le restrizioni federali del 17 marzo 2020, che sono vietate manifestazioni o incontri pubblici o privati che riuniscono più di 5 persone.

Le aziende autorizzate a continuare le proprie attività devono garantire la protezione dei propri dipendenti e il rigoroso rispetto delle norme di igiene e distanza sociale. I dipendenti non hanno bisogno di un certificato medico prima del decimo giorno di assenza. La conformità alle norme sarà verificata dalle autorità sanitarie che, se necessario, possono delegare questo compito di controllo alle forze di polizia.

Nel caso dei negozi, il medico cantonale può, in casi speciali, imporre misure aggiuntive come limitare il numero di clienti che acquistano contemporaneamente o riservare determinate fasce orarie a persone vulnerabili.

Le aziende la cui attività è vietata possono comunque eseguire riparazioni presso le case di persone in caso di ragioni convincenti o necessità essenziali (ad esempio riparazione di attrezzature mediche, frigorifero, lavatrice, ecc.).

Per quanto riguarda il settore pubblico, i contatori dell’amministrazione cantonale sono chiusi. I consigli comunali non si incontrano più e i dirigenti vengono portati a prendere le loro decisioni mediante diffusione (posta elettronica, teleconferenza).

Infine, le violazioni delle misure previste dal decreto del Consiglio di Stato saranno punite con un’ammenda penale che va da 100 a 10.000 franchi.

Sospensione dei siti di lavoro: chiarimenti relativi a criteri e potenziali deroghe

Il Consiglio di Stato ha annunciato mercoledì 18 marzo la chiusura temporanea dei cantieri in corso nel Cantone, per motivi urgenti di protezione della salute in relazione all’epidemia di COVID-19. Questa chiusura generale deve essere attuata entro e non oltre venerdì 20 marzo a mezzogiorno. Come indicato nel suo comunicato stampa, il Consiglio di Stato ha anche istituito una commissione tripartita (dipartimento infrastrutture, rappresentanti dei datori di lavoro e sindacati) responsabile di specificare i termini di questa misura di sospensione e di esaminare potenziali eccezioni e deroghe.

La commissione ha iniziato i suoi lavori senza indugio. È stato messo in atto un sistema in caso di emergenza per essere in grado di soddisfare le legittime esigenze di informazione delle aziende del settore.

Sono state preparate spiegazioni relative ai criteri per la sospensione dei cantieri, nonché un modulo per la richiesta di una deroga che deve essere accuratamente compilato per l’esame da parte del comitato tripartito. Questi documenti saranno presto disponibili sul sito web dello Stato.

È stata inoltre creata una cassetta postale dedicata per inviare richieste di eccezioni al comitato tripartito o per porre altre domande relative alle attività. Le aziende possono inviare le loro richieste all’indirizzo chantiers-ge@etat.ge.ch.

Infine, per quanto riguarda le misure del sito adottate dall’ufficio di trasporto cantonale (ordini locali di regolamentazione del traffico e direttive relative ai lavori in corso), il loro periodo di validità sarà prolungato fintanto che il Consiglio di Lo stato riguardante i siti dispiega i suoi effetti, vale a dire fino al 19 aprile.

Elezioni Municipali nella Città di Ginevra:

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Continua la corsa de “Les Verts” e vincono le elezioni per il rinnovo del Consiglio Municipale di Ginevra

Di Carmelo Vaccaro

10 dei 24 candidati di origine italiane sono stati eletti a Consiglio Comunale.

La SAIG presenta i candidati, al 2° turno, per il Consiglio Amministrativo di Ginevra Malgrado un clima inquieto a causa del COVID-19, si sono completate le elezioni per il rinnovo dei Consigli Amministrativi e dei Consigli Municipali del Cantone di Ginevra.

Nella Città di Ginevra, come in molti comuni del Cantone, “Les Verts” sono i vincitori di questa tornata elettorale conquistando 10 posizioni passando cosi da 8 a 18 seggi, secondo i risultati quasi definitivi. Con questo ineccepibile risultato il partito dei Verdi ginevrino diventerebbero così il secondo partito nei banchi del Consiglio Municipale della Città di Calvino, dopo il PS con 19 seggi che difende molto bene la sua prima posizione.

La ricetta attuata dal Partito Socialista (PS) e da “Les Verts”, ha dato i suoi frutti. Difatti, al primo turno i Verdi espugnano un secondo mandato nell’esecutivo ginevrino. Sami Kanaan, l’unico candidato uscente, com’era prevedibile è stato il candidato più votato.

Dietro a Kanaan i suoi tre compagni di lista, la collega socialista Christina Kitsos e i Verdi Frédérique Perler e Alfonso Gomez. Al quinto posto si posiziona il PLR Simon Brandt, tallonato da vicino dalla candidata PDC Marie Barbey (Chappuis).

I ginevrini hanno deciso inoltre, che la maggioranza del Consiglio Comunale della Città di Ginevra passerà a sinistra.

Vedremo tutto più chiaro dopo i ballottaggi del 5 aprile.

Tutte le formazioni politiche si sono affrontate lealmente in una corsa al cardiopalma. La notizia di Ginevra ha seguito con interesse la giornata politica dedicando, naturalmente, maggiore attenzione alla sorte dei candidati italiani. 10 dei 24 candidati di origine italiane sono stati eletti al Consiglio Municipale della Città di Ginevra per la legislatura 2020 – 2025.

Un risultato notevole che da orgoglio e lustro anche al lavoro minuzioso di questa redazione sempre “sul pezzo” quando si tratta di Italia o italianità.

Ginevra, COVID-19: il Consiglio di Stato invoca lo stato di necessità e rafforza le misure contro la diffusione del virus

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Il Consiglio di Stato si è riunito in seduta straordinaria domenica sera e lunedì mattina del 16 marzo scorso. Dopo aver discusso con le autorità sanitarie cantonali e gli specialisti HUG, ha invocato lo stato di necessità e rafforzato le misure per combattere la diffusione del virus COVID-19.

Chiusura degli esercizi pubblici

Sarà chiuso al pubblico da lunedì 16 marzo alle 18.00:
– Locali per la ristorazione e/o per il consumo di bevande (ad es. bar, ristoranti, balli…);
– negozi, ad eccezione di quelli che offrono prodotti alimentari, prodotti per l’igiene, prodotti per la casa e per l’alimentazione animale, nonché farmacie e drogherie, chioschi e stazioni di servizio che offrono carburante;
– le funzioni religiose, ad eccezione di quelle per i funerali che devono essere tenute in forma strettamente privata;
– luoghi di intrattenimento, come cinema, teatri, musei, case di quartiere, centri giovanili, centri sportivi, piscine, centri fitness e centri benessere;
– attività economiche connesse ai servizi alla persona (ad es. parrucchiere, barbiere, estetista, ecc.), anche se svolte a domicilio dell’esercente o del cliente;
– attività sportive e competizioni, qualunque sia il loro tipo e la loro categoria;
– attività di prostituzione.

A condizione che il cibo non venga consumato sul posto, gli esercizi pubblici che offrono pasti da asporto o un servizio di consegna a domicilio possono continuare la loro attività.

Nel caso di aziende che offrono diversi tipi di beni, deve rimanere aperta solo la parte relativa ai prodotti alimentari.

Gli hotel devono limitare la loro attività solo all’alloggio. Non sono consentite altre attività dello stabilimento in questione, come ristorante, centro benessere o centro fitness.

Gli alloggi di emergenza rimangono aperti.

Rimangono aperte le attività postali, bancarie, assicurative, agricole e alimentari. Gli altri operatori economici, in particolare le imprese, sono invitati a limitare le loro attività al minimo necessario.

In ogni caso, tutte le attività ancora autorizzate possono essere svolte a condizione esplicita che siano rigorosamente rispettate tutte le raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica in materia di igiene e distanze da rispettare.

Queste misure si applicano fino al 29 marzo 2020 compreso. Se necessario, possono essere estesi.

Sarà elaborato un piano di emergenza economica a sostegno dei settori colpiti. Nel pomeriggio il Consiglio di Stato riunirà le parti sociali e gli attori economici.

Inoltre, la Direzione generale della sanità, o per essa il medico cantonale, può ordinare la chiusura di altri luoghi o ordinare la cessazione di un’attività sociale, economica o di svago se le raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica relative all’igiene e alle distanze da rispettare non sono o non possono essere rispettate. Può anche limitare l’accesso a centri sanitari come ospedali, cliniche, istituti medico-sociali se la situazione lo richiede.

Sono vietati riunioni o incontri con più di cinque persone

Le riunioni con più di cinque persone all’interno o all’esterno sono ora proibiti. Gli incontri professionali sono ancora consentiti se possono essere rispettate le raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica in materia di distanze sociali e igiene.

In queste circostanze straordinarie, il Consiglio di Stato ricorda a tutti di dar prova di responsabilità, senso civico e solidarietà.

Servizio minimo di accoglienza nelle scuole e negli asili

Come annunciato venerdì 13 marzo, continuerà ad essere organizzato un servizio minimo di assistenza all’infanzia nelle scuole e negli asili nido.

Le valutazioni e gli esami necessari saranno mantenuti secondo le raccomandazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica in materia di distanze sociali e igiene.

Misure riguardanti il personale dello Stato

Il Consiglio di Stato ha attuato il Piano di continuità operativa dello Stato in cui ha definito i servizi prioritari.

Di conseguenza, i collaboratori dell’amministrazione cantonale che non forniscono un servizio considerato prioritario non si recano più sul posto di lavoro. Quando possibile, svolgono le loro attività da casa. Se non è possibile continuare a lavorare a casa, il personale è obbligato a rimanere a disposizione del datore di lavoro.

D’altra parte, i membri del personale impegnati in un servizio considerato prioritario, così come i membri dello schema ORCA-GE, continuano a svolgere la loro attività.
Il trattamento dei collaboratori rimane invariato indipendentemente dalla loro situazione.

Secondo turno delle elezioni comunali

Il Consiglio di Stato ha deciso di tenere il secondo turno delle elezioni comunali il 5 aprile 2020.

Nonostante l’impossibilità per i partiti politici e i candidati che rimangono al secondo turno di continuare la campagna elettorale in modo normale fino al 5 aprile, in virtù dei divieti previsti dall’odierno decreto del Consiglio di Stato, in particolare dall’articolo 8, i dibattiti, l’informazione e le altre azioni di campagna finora prevalenti permettono comunque di garantire la libera formazione dell’opinione dei cittadini chiamati a votare e la fedele e sicura espressione della loro volontà.

Inoltre, la popolazione potrà sempre essere informata attraverso i canali di informazione e i media che continueranno ad essere diffusi o trasmessi (media, tutte le famiglie, Internet, ecc.).

Piano di solidarietà comunitaria

Allo stesso tempo, il Consiglio di Stato fa appello alle autorità comunali affinché uniscano le forze e le competenze per aiutare la popolazione a superare questa straordinaria situazione.

In questo modo, gli agenti di polizia municipale avranno il potere di far rispettare le restrizioni adottate oggi dal Consiglio di Stato.

Una lettera viene inviata ai 45 Comuni del cantone, presentando un “piano di solidarietà” a livello comunale, volto a fornire un’assistenza efficace e sicura alle persone isolate. Questo piano elenca le prestazioni minime per preservare la salute dei più vulnerabili ed è destinato a completare le azioni svolte dal Cantone, dal punto di vista della vicinanza, di cui i Comuni sono i garanti.