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Piemonte e Toscana all’ultimo Corso di Cucina della SAIG prima delle ferie estive

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L’ultimo corso di cucina della SAIG è stato caratterizzato da due regioni italiane: Piemonte e Toscana. Vitello tonnato per il Piemonte e per la Toscana, Spaghettoni al sugo toscano alla salsiccia hanno saziato l’appetito dei superstiti del Corso. Infatti, alcuni assenti si sono persi l’occasione della buona compagnia e della buona cucina eseguita dal responsabile del Corso, Menotti Bacci con la deliziosa consorte Lisette.

Alcuni decenni fa, correva voce con insistenza, che il Vitello tonnato sia stato inventato dai francesi. Altro che francese! Questa pietanza, è nata in Piemonte nel ‘700. Capperi e acciughe c’erano già, ma la maionese no e nemmeno il tonno.

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“Nominarlo richiama subito alla mente gli anni ’80. Con gli antipasti a base di prosciutto e melone, le penne alla vodka come primo e, ovunque, il dilagare della panna: un “edonismo culinario” tutto modernità ed esterofilia, con i cibi tradizionali decisamente in ribasso. Sarà per questo che il piatto di cui stiamo parlando, il vitello tonnato, qualcuno preferiva chiamarlo “vitel tonné”. L’italiano, insomma, non era di moda. E poco importava che vitello, in francese, si dicesse “veau”. Eppure il vitello tonnato è un piatto antico e italianissimo, valido sia come antipasto che come secondo, che oggi sta tornando di moda.

Monsieur Tonné da Cuneo

Si tratta infatti di una ricetta piemontese, nata probabilmente nel Cuneese all’inizio del XVIII secolo, anche se la paternità del piatto è rivendicata pure dalla gastronomia lombarda, veneta ed emiliana. E dire che, all’inizio, il tonno nella ricetta nemmeno compariva: “Tonné” derivava infatti dal francese “tanné”, che significava “conciato”. La lingua transalpina era uno dei tanti ingredienti di quel miscuglio linguistico che contraddistingueva il Ducato dei Savoia, in cui il francese e l’italiano erano le lingue ufficiali ma dove alla fine tutti, sovrani compresi, parlavano il dialetto piemontese, zeppo di francesismi. Quel “tonné” dal suono francese, chissà, era forse un modo per dare lustro (magari ironicamente) e nobiltà a un piatto invece tipicamente popolare, preparato con gli avanzi della carne di vitello, lessata a lungo per ottenere la tanto agognata morbidezza. Secondo Giovanni Ballarini, professore universitario e accademico nella delegazione di Parma dell’Accademia italiana della cucina, “si può pensare che tonnato volesse in un primo tempo significare cucinato come fosse tonno e che la ventresca sottolio sia stata aggiunta in un secondo tempo, probabilmente attratta dal nome del piatto”.

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La SAIG si propone di darsi forza e la determinazione per proseguire questo percorso formativo con grande vigore ed intensità, predisponendo il necessario per far fronte alle richieste presenti e future.

Sandrine Salerno: l’impegno della Città di Ginevra in favore dell’agricoltura locale

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Da alcuni anni, facendo seguito all’attuazione di una politica pubblica di sviluppo sostenibile, la Città di Ginevra conduce una riflessione sulla problematica agricola, in modo particolare riguardo i problemi di sovranità alimentare e di offerta di prodotti di qualità.

Un’azione legittima

Certamente, dal momento che le politiche agricole sono tradizionalmente di competenza cantonale, la pertinenza dell’azione della Città di Ginevra in favore di un’agricoltura locale è stata discussa prima a livello politico. Perché la Città si occuperebbe di agricoltura mentre le culture sono localizzate fuori dal suo perimetro? In realtà, le questioni sull’alimentazione (produzione, distribuzione, qualità, prezzo, ecc.) sono fortemente legate ai centri urbani. È essenziale, innanzitutto, per una municipalità, preoccuparsi del prodotto che arriva nel piatto dei suoi abitanti. Inoltre, difendere l’economia locale permetterebbe anche il mantenimento di impieghi nell’agricoltura e il consolidamento di un settore che contribuisce alla combinazione ed alla diversità del tessuto economico. In ogni caso è la posizione che difendo con convinzione.

Dei progetti ricchi, un vero potenziale

I progetti sostenuti si declinano intorno a tre priorità: il sostegno alla produzione ed alla diffusione di prodotti alimentari locali, l’incoraggiamento di iniziative di produzione urbana e la sensibilizzazione del pubblico alla consumazione responsabile. Tali progetti mettono in luce il ventaglio delle possibilità in questo campo.

In materia di agricoltura locale, il Comune, per esempio, ha sostenuto finanziariamente il Mulino dei Verpillères, una struttura che permette a dei produttori ginevrini di cereali bio di macinare localmente e di produrre del pane biologico. Il comune ha permesso anche la sistemazione in un deposito di stoccaggio in pieno centro città, permettendo una distribuzione di prodotti controllati dell’agricoltura contrattuale locale in città (ristoranti, istituzioni pubbliche, drogherie, ecc.). Ha, inoltre, introdotto l’obbligo per i ristoranti scolastici e gli asili sovvenzionati di utilizzare regolarmente prodotti con marchio della regione.

Parallelamente, incoraggia le iniziative di agricoltura urbana come l’installazione degli orti urbani, la costruzione di pollai al centro città o lo stabilimento di alveari nei parchi. L’idea è di reinstallare un po’ di campagna in mezzo alla città, di ricreare della socievolezza ed una vicinanza tra cittadino e natura.

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Delle vie d’azione per il futuro

Per il futuro, la Città intende proseguire naturalmente il suo lavoro e le sue riflessioni in un campo che giudica prioritario. Questo perché, di fronte alle derive dell’industria agro-alimentare, l’impegno in favore di un’agricoltura locale che assicura un massimo di trasparenza e di tracciabilità, appare più che mai in linea con le attese legittime dei consumatori.

Per mangiare bene ed alimentarsi in modo duraturo e locale appuntamento sul sito della Città di Ginevra!http://www.ville-geneve.ch/…/alimenter-maniere-durable-loc…/

I Coordinatori, cuore della Politica sociale di prossimità

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Durante questo primo semestre 2017, la Politica sociale di prossimità ha preso forma. questa newsletter ne è il riflesso : la messa a disposizione di locali ai residenti, gli Appelli a progettare negli Spazi di quartiere, la collaborazione di 3 servizi municipali nell’impianto d’ Eaux-Vives, o ancora il Forum des Maisons di quartiere sono alcuni degli elementi qui riferiti che mettono in evidenza i passi avanti della politica sociale municipale, e, soprattutto, la nostra volontà di rispondere ai bisogni specifici ed evolutivi degli abitanti nei differenti quartieri della città.

Per realizzare questa politica, la città conta sulla sua amministrazione municipale, sui partner cantonali ma anche sul tessuto associativo e sulla società civile al quale noi affidiamo numerosi compiti. Lavoriamo in una logica di sussidiarietà poiché la città non può, non vuole e non deve fare tutto e tutto da sola. Al contrario. Io credo molto nella mobilitazione cittadina ed associativa per rinforzare la coesione sociale.

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In ciascuno degli otto quartieri noi organizziamo, già da qualche mese, delle Coordinazioni tra i servizi municipali, incaricati di identificare i bisogni dell’infanzia, dei giovani, delle famiglie e degli anziani, di costruire un Piano d’azione e di avviare dei progetti comuni. Le Maisons di quartiere si sino associate in maniera attiva. Queste coordinazioni riflettono perfettamente la ricchezza dei nostri impegni sul terreno. Non c’è alcuna concorrenza tra i diversi partecipanti, anzi, al contrario, esiste una reale complementarità ed una forte volontà, da parte mia, per rinforzare la coesione sociale, l’inclusione e la solidarietà.

Ai servizi municipali la legittimazione istituzionalizzata e alle Maisons di quartiere la libertà che appartiene al settore associativo. Costruiremo insieme, a partire dalle forze concrete di ciascuno. E’ importante che la nostra azione comune guadagni efficacia. E dobbiamo, al contempo, migliorare la nostra visibilità, poiché l’azione sociale di prossimità deve essere meglio compresa dal Consiglio municipale.

In sostanza, se si dovesse riassumere la PSP, io direi che dobbiamo metterci meglio al servizio degli abitanti et che l’obbiettivo della nostra azione è quello di migliorare il vivere insieme.

Esther Alder
Conseillère administrative

Festa della Repubblica Italiana in Svizzera:sventola il tricolore a Berna e Ginevra

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La Festa della Repubblica all’Ambasciata d’Italia a Berna, alla Missione Permanente presso le Organizzazioni Internazionali e il Consolato Generale d’Italia a Ginevra
di Carmelo Vaccaro

L’importanza della ricorrenza è sempre legata al significato di un momento storico per la nostra Patria. I nostri rappresentanti istituzionali, hanno saputo creare il clima perfetto realizzando l’evento della Festa della Repubblica, dove l’italianità ha prevalso sebbene variegata, con la partecipazione dei numerosi invitati.

Berna e Ginevra, entrambe sedi di importanti comunità italiane e la seconda anche di numerose organizzazioni internazionali, sono state anch’esse testimoni dell’orgoglio e del senso di appartenenza che accomuna Autorità e cittadini, anche se distanti dalla madrepatria. Tale testimonianza è stata offerta alla comunità internazionale, alle Autorità ospiti e alla comunità italiana, a tutte le rappresentanze presenti.

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Il 31 maggio e il 1° giugno, le nostre Rappresentanze italiane in Svizzera hanno mostrato con orgoglio una prestigiosa vetrina che ha dimostrato come la nostra Italia sia, come sempre, all’altezza dei valori d’ospitalità che tutti le riconoscono. Le festività del 2 Giugno, che celebrano, come noto la nascita dell’Italia repubblicana, sono sempre stimolo di orgoglio per le comunità italiane all’Estero, che possono partecipare direttamente alle celebrazioni grazie all’imoegno della nostre Amabasciate e dei nostri Consolati sparsi in tutto il mondo.

Partecipare alla Festa del 2 Giugno, specialmente all’estero, si rivela sempre un momento rievocativo ed aggregativo importante ed i nostri rappresentanti diplomatici e consolari, anche in questa occasione, non sono venuti meno alla grande tradizione italiana della buona ospitalità, conservando integra l’immagine culturale e gastronomica della nostra Italia all’estero.

L’Ambasciatore d’Italia a Berna ha scelto la data del 31 maggio per celebrare la Festa della Repubblica. S.E. Marco Del Panta, ed i suoi collaboratori hanno ricevuto nei giardini dell’Ambasciata d’Italia nella Capitale elvetica, più di 500 ospiti fra i quali rappresentanti diplomatici di molti paesi amici, rappresentati militari, rappresentanze della comunità italiana, dell’imprenditoria, ecc.
Un sontuoso ricevimento ha visto festeggiare l’Italia deliziando il palato degli ospiti con le prelibatezze culinarie della Regione Sicilia, ospite quest’anno dell’Ambasciata, offrendo prodotti freschissimi giunti a Berna durante la notte precedente.
Tra gli ospiti, il Consigliere nazionale friburghese, Dominique de Buman, vicepresidente del PDC svizzero che ha rappresentato le autorità elvetiche. L’Ambasciatore, nel suo tradizionale discorso, ha tenuto a precisare che quest’anno, oltre all’anniversario del 71 anno dallo storico referendum del 1946 che ha decretato la nascita della nostra Repubblica, vi fossero altre due date da ricordare, l’una delle quali, direttamente collegata alla Regione Sicilia, il 25 anniversario della morte dei Giudici Falcone e Borsellino, uccisi per mano della mafia. L’altra data importante da celebrare riguarda il Trattato di Roma, che ha dato i natali, per così dire, alla nostra Europa unita.

Il 1° giugno è stata la volta delle rappresentanze ginevrine al Museo d’Arte e Storia di Ginevra. La struttura che ospita pezzi rari della storia ginevrina è stata teatro del ricevimento offerto dall’Ambasciatore Maurizio Serra, Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite e altre Organizzazioni Internazionali, l’Ambasciatore Vinicio Mati, Rappresentante Permanente presso la Conferenza del Disarmo e il Console Generale d’Italia a Ginevra, Antonino La Piana, in occasione della Festa della Repubblica.

Il vasto cortile, ubicato al piano terra del Museo era affollato da autorità politiche e amministrative, cantonali e municipali del territorio di giurisdizione del Consolato, da rappresentanti della collettività italiana e da autorità consolari di altri Paesi, tutti intenti a degustare i numerosi prodotti della gastronomia italiana serviti in abbondanza sui tavoli dei buffet. Tra gli invitati spiccavano anche diverse uniformi svizzere e italiane. Parterre costituito dai diversi addetti ai lavori, dai diplomatici e funzionari internazionali di diverse nazioni e parecchi Ambasciatori venuti a testimoniare l’amicizia dei rispettivi paesi per l’Italia e a manifestare la loro personale stima e considerazione per i rappresentanti italiani e per i diplomatici italiani con i quali quotidianamente condividono battaglie o si confrontano per la diversa posizione sulle varie tematiche sul tappeto. Presenti numerosi italiani rappresentanti delle varie professioni che si distinguono giornalmente, dell’associazionismo, del sociale ed altri connazionali che hanno inerenza a rappresentare l’Italia nel Cantone di Ginevra.

Ma in termini di accoglienza anche la Svizzera è seconda a pochi. Ne è stata dimostrazione l’accoglienza offerta negli anni ai nostri connazionali e che ha rafforzato la significativa presenza italiana a Ginevra: emigrati in Svizzera da lungo tempo e totalmente assimilati agli autoctoni, i loro discendenti, italiani di recente immigrazione, connazionali temporaneamente presenti sul suolo della Confederazione, tutti accumunati dall’orgoglio di rappresentare, nella diversità delle rispettive situazioni, le molteplici facce dell’italianità all’estero. Orgoglio esaltato dalla consapevolezza dell’elevata qualità del loro lavoro testimoniato in particolare da alcune presenze di eccellenza. I numerosi ospiti intervenuti in rappresentanza di tutte le componenti del mondo internazionale ginevrino, delle Autorità cittadine, cantonali, della comunità e del mondo scientifico italiano, hanno goduto di un’accoglienza gradevole e di un menu ricco e variegato, in perfetto “Italian style”, in un’atmosfera conviviale e distesa.

L’evento si è concluso con l’evidente e giustificata soddisfazione degli organizzatori per l’ottima riuscita della manifestazione, con il rinnovato orgoglio per l’unanime riconoscimento, da parte di tutti i partecipanti, del determinante contributo offerto dall’Italia al progresso scientifico, tecnologico, culturale e morale della comunità, con la serena consapevolezza che l’Italia e gli Italiani sapranno continuare ad affrontare, con ruolo di protagonisti, le sfide presenti e future ai valori fondamentali della civiltà.

Viva, dunque, l’Italia, viva la Repubblica, viva gli italiani.

La SAIG ringrazia per le foto il partner Riccardo Galardi – Galardi Media Network – www.galardi.ch

Cerimonia del Primo Giugno a Ginevra

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L’arrivo delle truppe svizzere a Ginevra nel 1814, al seguito della restaurazione dopo la caduta di Napoleone, determina l’entrata di Ginevra nella Confederazione Elvetica, firmata dopo l’accordo di tutti i cantoni, il 19 maggio 1815.

Il 1mo Giugno, 1814 alle 7:00 del mattino, due compagnie di Friburgo e una di Soletta, per un totale di 300 uomini, si imbarcano a Nyon alla volta di Ginevra. Via terra, infatti, la strada degli svizzeri è ancora in territorio francese, al momento. Ginevra, li accoglie con entusiasmo, gridando “Viva Ginevra, Viva la Repubblica, Viva il nuovo Cantone! ”

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Il 19 Maggio 1815 venne firmato, dopo l’accordo di tutti i Cantoni, il trattato definitivo dell’ammissione di Ginevra alla Confederazione Elvetica.
La storia della liberazione di Ginevra dalle truppe napoleoniche viene ben raccontata ogni anno, e tanti cittadini ginevrini partecipano ben volentieri a questa ricorrenza patriottica, non solo per cogliere l’occasione di incontrare le maggiori autorità cantonali e comunali, ma anche per salvaguardare i valori che si sono tramandati negli ultimi due secoli.

E un’importante e storica cerimonia, alla quale partecipa il Governo al gran completo ed i sindaci di tutti i comuni del cantone tradizionalmente nuovamente eletti proprio il 1 giugno. L’edizione di quest’anno, per l’Italia ha visto solo la partecipazione del Gruppo Alpini di Ginevra con il gagliardetto che svettava in sfilata tra le bandiere del corteo patriottico in costume storico delle truppe ginevrine e confederate ed è stato salutato dalle scariche di fucileria e degli spari del cannone dei vecchi artiglieri.

Quest’anno in occasione del 203esimo anniversario dello sbarco delle truppe confederate al Port Noir, tra gli invitati a presenziare la cerimonia anche la SAIG con il Coordinatore Carmelo Vaccaro, il presidente dell’associazione calabresi, Francesco DeCicco, Federica Lobino, segretaria della SAIG e l’Avv. Alessandra Testaguzza.

La suggestiva cerimonia, accompagnata dalle musiche della banda militare, ricostruita scrupolosamente in costume d’epoca, ha visto ancora una volta le truppe ginevrine nei costumi dei vecchi Granatieri salutare con un colpo di cannone a salve.
Le truppe confederate, rappresentati dal “Nobile contingente dei Granatieri di Friburgo sono sbarcate, come da tradizione, dal battello « Neptune » assieme al Governo ginevrino al gran completo, attesi dai sindaci dei comuni del Cantone in tenuta ufficiale e dalle Bandiere d’arma.

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Suggestiva la presenza dei ragazzi del coro scolastico “ Chanter” che ha allietato i presenti con i cori patriottici.

La cerimonia si è conclusa con il discorso toccante ed efficace del Presidente del Consiglio di Stato, François Longchamp. Al termine, dopo la sfilata delle bandiere e dei figuranti in costume, un aperitivo offerto dal Consiglio di Stato, ha dato modo al pubblico di poter anche salutare e scambiare qualche parola con i rappresentanti istituzionali presenti, fra i quali, i Consiglieri Mauro Poggia, Serge Dal Busco, Pierre Maudet, Antonio Hodgers, accompagnati da un bel sole che ha allietato i presenti durante tutta la manifestazione.

 

Di Carmelo Vaccaro

SAIG nelle Marche: un parco giochi per infanzia con il ricavato dei fondi

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Un’accoglienza calorosa è stata riservata alla SAIG da parte del Sindaco di Smerillo, in provincia di Fermo nelle Marche, Antonio Vallesi che con la sua eleganza e disponibilità ha reso più emozionante il viaggio organizzato per inaugurare alcune strutture e arredi scolastici, danneggiati dal terremoto dello scorso agosto ma soprattutto da quello di ottobre, e realizzati con il contributo dei fondi raccolti a Ginevra dalla società.

Durante il viaggio verso Smerillo, ci si è resi conto di quanto il terremoto dello scorso anno abbia sfigurato e ferito i panorami struggenti che appartengono da sempre all’Italia centrale. L’impressione è stata forte e ben più realistica, rispetto a quello che la televisione ed i giornali potranno mai rendere. La delegazione SAIG ha così potuto constatare direttamente il reale bisogno alla base dell’organizzazione delle raccolte fondi in favore di queste sfortunate popolazioni.

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Venerdì 26 maggio, il coordinatore della SAIG accompagnato dai presidenti di due delle associazioni che ne fanno parte, Francesco Decicco, per l’associazione dei calabresi e Antonio Scalino per l’associazione dei pugliesi, nonché anche dal tesoriere, Gino Piroddi e dalla consulente legale, Avv. Alessandra Testaguzza, e con la prestigiosa presenza dell’On. Gianni Farina, si è recato presso la scuola elementare e media di Monte Falcone Appennino che serve i due comuni di Montefalcone e Smerillo, per inaugurare le aule i cui arredi sono stati acquistati con parte dei fondi donati dalla SAIG, arredi indispensabili che hanno sostituito gli altri fatiscenti. In questo modo i ragazzi che frequentano questa scuola, potranno studiare in modo più semplice. I due sindaci, Antonio Smerillo e Adamo Rossi, presenti, naturalmente, alla cerimonia, hanno ringraziato la SAIG e tutti coloro che hanno donato i fondi, commossi soprattutto per il fatto che connazionali tanto lontani si sono dimostrati, con questo gesto, molto vicini. Entrambi si sono detti comunque fortunati a non aver subito perdite di vite a causa dei due sismi, ma certamente hanno riferito che circa il 30% delle popolazioni che abitano nei due comuni da loro amministrati, circa 400 ciascuno, patiscono ancora disagi per il fatto di non poter ancora rientrare nelle proprie abitazioni lesionate dalle scosse.

L’On. Farina, si è detto molto colpito dalla storia che si respira nei due comuni interessati, comuni antichi che risalgono al 1400. Si tratta di una grande ricchezza storica e culturale del nostro paese, ha continuato Farina, che merita di essere in ogni modo conservata e tutelata da parte delle istituzioni statali.

18738952_1538373069546695_3949425563444604205_oCarmelo Vaccaro, orgoglioso di rappresentare le tante persone che hanno partecipato materialmente a rendere possibile le donazioni da parte della SAIG, ha ringraziato i due sindaci per l’impegno quotidiano che spendono in favore dei comuni che amministrano. In effetti, trattandosi di comuni molto piccoli, di realtà meno conosciute, le donazioni da parte dei ginevrini sono state estremamente importanti per restituire speranza anche a chi non rientra in un circuito informativo di massa. Realtà minori ma non meno meritevoli di aiuto, cavalcando l’onda di ciò che il sindaco di Smerillo scrisse su Internet all’indomani del sisma: “Io sto con i più piccoli”. Ed ecco che anche Ginevra ha deciso, con il suo gesto di voler “stare con i più piccoli”. Una targa recante il logo della SAIG, apposta fuori le aule, testimonia questo dono e questa vicinanza.

18738988_1538373149546687_6090601755704991260_oSabato 27 maggio è stata la volta delle ultime due inaugurazioni a Smerillo, la prima svoltasi nella prima mattinata, ha riguardato un piccolo parco giochi realizzato con i fondi raccolti dalla SAIG, all’esterno della scuola di San Martino al Faggio, frazione del comune di Smerillo. L’inaugurazione si è svolta alla presenza del sindaco di Smerillo, Antonio Vallesi, del coordinatore della SAIG, Carmelo Vaccaro, dei due presidenti Francesco Decicco per l’associazione calabresi e Antonio Scarlino per l’associazione pugliesi, del consuloente legale della SAIG, Avv. Alessandra Testaguzza e del tesoriere Gino Piroddi. Ospite illustre, anche in questa giornata, l’On. Gianni Farina.

A seguire nella tarda mattinata, vi è stata l’inaugurazione del parco giochi posto al cemntre din Smerillo, parco giochi che ha previsto, oltre a giochi più tradizionali, anche un’altalena per disabili, pensata per ospitare una carrozzina, a rirpova della vicinanza del comune interessato per quanti soffrano per una qualche disabilità. Questa altalena è stata una gradita sopresa per la delegazione SAIG e per l’On. Farina che, alla presenza di alcuni rapppresentanti istituzionali, oltre al sindaco, ha ringraziato Smerillo per le belle iniziative messe in campo all’indomani del sisma che ha seminato morte e distruzioni in queste terre.

18766524_1538373022880033_3581029948016611007_oNel pomeriggio, la delegazione si è recata ad Arquata del Tronto e a Pescara del Tronto per prendere atto di persona della portata del terremoto che in agosto e in ottobre, ha lasciato molte ferite in questo territorio, ferite ancora oggi ben visibili che lasciano attoniti di fronte alla violenza della natura. Purtroppo le macerie sono ancora presenti soprattutto ad Arquata e danno un’impressione ben più forte e terrificante di quanto possano fare le immagini televisive e fotografiche. La SAIG è oggi ancora più vicina e solidale con le popolazioni locali che hanno subito perdite di ogni tipo, umane e materiali, ma che non si arrendono ed hanno voglia di ricominciare una nuova vita. Rinascita che, ci auguriamo tutti, sarà rapida ed efficace in modo da limitare danni di altro tipo, come la scomparsa di comunità da territori storici importanti.

Con il volgere di un meraviglioso tramonto che ha colorato di oro le superfici delle montagne, la SAIG si è congedata da questo luoghi affascinanti e pregni di storia e di panorami mozzafiato che hanno commosso e rapito quanti hanno partecipato a questa avventura in terra marchigiana. Inoltre, con la consapevolezza che gli sforzi da parte della SAIG e di tutti coloro che hanno aderito, sono stati utili per dimostrare vicinanza ad una piccola parte di connazionali colpiti da questa tragedia Nazionale.

Arrivederci, dunque, a Smerillo e a Montefalcone Appennino ai quali lasciamo l’augurio di poter ricominciare meglio e più forti di prima.

La SAIG, oltre alle associazioni aderenti quali Calabrese, pugliese, Club Forza Cesena e Lucchesi nel Mondo, ringrazia tutti coloro che hanno donato affinché si potessero realizzare queste piccole azioni. Inoltre, la Società delle Associazioni Italiane di Ginevra ringrazia il Circolo Italiano, di Orbe, il Circolo di Ginevra dell’Associazione Regionale Sarda, l’Associazione Gli Amici della Vespa, Galardi Media Network, l’Associazione Avetis e Ciaoitalia.tv.

La Sicilia al corso di cucina della SAIG: Cultura e tradizione. Di Carmelo Vaccaro

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Dopo la Calabria e la Puglia, il Corso di Cucina della Regione Sicilia chiude il ciclo dedicato al Sud della nostra bella Italia. Per la Sicilia, non poteva che realizzare il Corso, una delle giovane cuoche più promettente dell’Isola nel Cantone di Ginevra: Daniela Fantauzzo.

La cuoca della serata, ha deciso di realizzare dei piatti tipici indiscussi della tradizione siciliana quali la “Pasta con le Sarde e finocchietto selvatico”, Arancino/a e come dolce, Cassata siciliana alla ricotta al forno. A quest’ultima, si è aggiunta la Pastiera napoletana realizzata da Augusta Camarca, assidua frequentatrice del Corso.

Çiuri, çiuri, çiuri di tuttu l’annu, Mi votu e mi rivotu, Vitti na crozza.

Come si fa a parlare di un piatto siciliano senza che riecheggino le note e le parole di alcune più famosa canzone popolare siciliana di sempre. Le parole di Çiuri Çiuri parlano di profumi, colori e di un amore ricevuto ma anche restituito alla nostra bellissima terra. Ebbene la SAIG in questa occasione ha fatto proprio questo, ci ha regalato colori e sapori lontani nel tempo, l’amore per le nostre origini e l’impegno giornaliero nel dare indietro questo amore a tutti i nostri cari.

Serata indimenticabile al corso di cucina della SAIG. Lo scorso 26 aprile è stata la serata della pasta con le sarde (pasta chî sardi in siciliano) è un piatto tipico della cucina siciliana, inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mpaaf) In origine è un piatto stagionale: si può preparare da marzo a settembre periodo in cui si trovano al mercato le sarde fresche ed è possibile raccogliere nei campi il finocchio selvatico.

Esistono molte varianti. Una tra le più importanti è la pasta con le sarde alla trappitara, ricetta gelosamente custodita da famiglie marinare di Trappeto (PA).

Origini del piatto
Secondo la tradizione la pasta con le sarde fu inventata da un cuoco arabo del generale Eufemio da Messina, durante la campagna militare degli arabi nella zona di Siracusa (secondo un’altra versione, poco presente nelle fonti, il fatto sarebbe accaduto a Mazara del Vallo). Il cuoco doveva sfamare le numerose truppe, trovandosi però in condizioni disagiate dovette fare appello alla sua inventiva ed elaborare un piatto con quel che la natura di quel luogo gli offriva; fu così che unì il pesce, rappresentato dalle sarde (o alici in altre versioni della tradizione), e i sapori della terra: finocchietto selvatico, principalmente, e pinoli.

Il piatto di Eufemio viene odiernamente considerato come il primo “mare-monti” della storia, poiché seppe mettere insieme i prodotti naturali del mare e quelli montani. In passato i nobili siciliani li consumavano, dopo averli cacciati, farciti delle loro stesse viscere e interiora. Il piatto era gustoso ma inavvicinabile al popolo in quanto bene di lusso. I popolani palermitani ripiegarono quindi sulle materie prime che potevano permettersi ovvero le sarde. Per imitare il ripieno d’interiora si pensò di utilizzare la mollica di pane, i pinoli e poco altro. Ed ecco le origini di questa rivisitazione delle sarde.

La preparazione, come accennato in precedenza, è elaborata ma le mani d’oro di chef Cannone non si sono tirate indietro di fronte alle difficoltà ed il risultato finale è stato a dir poco superlativo.
La degustazione ci ha riportato indietro nel tempo e nello spazio immergendoci nei profumi e nei colori di una Sicilia di altri tempi. Una vera magia.

L’origine dell’arancino siciliano

“L’arancino, infatti, nasce nel periodo della dominazione saracena in Sicilia, quando durante i banchetti esisteva l’abitudine di disporre al centro della tavola un ricco vassoio di riso aromatizzato allo zafferano e condito con verdure e carne.

La prima versione dell’arancino, quindi, è quella di un semplice timballo di riso, da gustare a piene mani e privo del pomodoro che, all’epoca, doveva ancora essere importato dalle Americhe.

L’idea di dare a questa deliziosa ricetta una nota di croccantezza e la classica forma tondeggiante, deriva invece da un’esigenza pratica: pare infatti che il sovrano Federico II amasse a tal punto questo piatto, da volerselo portare dietro durante le battute di caccia. E’ a questo punto che nacque la fragrante panatura dell’arancino, ideale per rendere trasportabile quel delizioso timballo di riso!” “Dal web”

AVIS Ginevra: 8° giornata del dono del sangue.

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Sabato 6 maggio 2017, si è svolta la giornata italiana del dono del sangue, al Centro trasfusionale dell’ospedale Cantonale di Ginevra (HUG), che ha dato un buon risultato, forse ci si aspettava un maggior numero di donazioni; il risultato, comunque è positivo e stimolerà avisine e avisini a continuare la campagna di reclutamento.

Tutto si è svolto bene, bella giornata, anzi sublime per il suo significato, perchè tutte le persone giunte al Centro Trasfusionale hanno capito l’importanza di questo gesto.

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L’AVIS Ginevra, con l’appoggio del Centro trasfusionale dell’ospedale cantonale di Ginevra ha contribuito alla riuscita di questa azione di solidarietà, promossa al fine di rendere la collettività italiana di Ginevra, cosciente della necessità d’invogliare tutti a compiere questo dono.

Risultato : 19 persone si sono presentate e con piacere abbiamo notato diversi giovani che hanno sfidato la paura dell’ago.

Per coloro che non avessero potuto essere presenti il 6 maggio scorso, ricordiamo che è sempre possibile contattare i membri del Direttivo AVIS, per ulteriori informazioni e naturalmente, saremo lieti di accompagnarvi al Centro trasfusionale al momento per voi più opportuno.

Vogliamo ringraziare tutti gli artefici di questa giornata del dono del sangue. Un incoraggiamento speciale va alle persone che, per vari motivi, non hanno potuto fare la loro prima donazione e che speriamo rivedere in una prossima giornata.

L’AVIS Ginevra ringrazia, il centro, ed i donatori e si propone di rinnovare quest’esperienza, come previsto sabato 7 ottobre 2017.

Il Direttivo AVIS Ginevra