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IMU: il ragionevole dubbio in una amara realtà continua e persistente

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Facciamo seguito all’articolo già pubblicato nello scorso mese di febbraio al fine di dare conto delle risposte alle domande inviate ad alcuni parlamentari che ci rappresentano all’estero. Cerchiamo in questo modo di meglio comprendere le decisioni prese dal Governo italiano nella legge di bilancio 2020, riguardanti le modifiche apportate al pagamento dell’IMU per i pensionati, proprietari di immobili in Italia, iscritti all’AIRE.

Le domande che abbiamo ritenuto opportuno porre sono le seguenti:

1. Non vi sembra che l’abolizione della norma che agevolava i pensionati AIRE non elimini affatto le discriminazioni tra proprietari e proprietari? L’IMU sulla prima casa o la pagano tutti (residenti in Italia o all’estero e che siano pensionati o meno) o non la paga nessuno.

2. Un commento sulla relazione intercorrente tra il divieto di cui all’art. 18 TFUE e la sovranità nazionale in materia di imposizione fiscale sugli immobili.

3. Se si parla di discriminazione per aver introdotto condizioni più favorevoli agli iscritti all’AIRE, l’aver previsto l’esenzione solo per i pensionati all’estero, e non anche per i cittadini italiani iscritti all’AIRE non pensionati ed europei di altra nazionalità proprietari di immobili in Italia, la legge di Bilancio 2020 non elimina affatto le discriminazioni. Quali sono le Vs proposte per ovviare a questo grave problema?

Le risposte dei nostri parlamentari che ci sono pervenute le pubblichiamo in maniera integrale

On. Angela Schiro’:
Risposta alla prima domanda: “La prima domanda si basa su un presupposto controverso dal punto di vista giuridico. E cioè quello di credere che la casa posseduta in Italia dagli italiani residenti all’estero debba essere considerata “prima casa” nell’accezione giuridica statuita dalla legge.

In realtà la normativa sull’IMU (modificata ora dalle nuove disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio per il 2020) definisce “prima casa” o meglio abitazione principale (cfr. comma 2, art. 13 della legge 22 dicembre 2011) l’immobile nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente. Condizioni, queste ultime due, che non possono essere soddisfatte da chi risiede all’estero, ma non solo: anche gli italiani residenti in Italia proprietari di immobili se cambiano la residenza per andare a lavorare altrove in Italia sono tenuti a pagare l’IMU sulla casa di proprietà in cui non sono più residenti.

L’esortazione espressa nella Vostra domanda ha senz’altro giustificazioni morali, ma purtroppo non ha basi giuridiche. Comunque, ciò che il Parlamento ha introdotto nel 2014, con una legge targata PD, e con molte difficoltà, è stata l’equiparazione ad abitazione principale della casa posseduta in Italia dai pensionati italiani residenti all’estero. Si è trattato quindi di un risultato politico basato su un fondamento storico, etico e sociale consolidato, oltre che una convenienza per l’Italia a conservare i legami con i nostri connazionali che proprio attraverso la casa hanno sempre mantenuto e consolidato i loro rapporti affettivi ed economici con la terra di origine. Per questa ragione, auspico che il Governo percepisca l’importanza di trovare al più presto una soluzione adeguata per venire incontro alle pressanti e giuste richieste delle nostre collettività che ritengono che lo Stato italiano sia ora venuto meno ad un impegno di riconoscenza e solidarietà nei loro confronti”.

Risposta alla seconda domanda: “L’articolo 18 del TFUE non ha a che fare specificamente con questioni di natura fiscale. Infatti tale articolo si limita a stabilire che nel campo di applicazione dei trattati europei è vietata ogni discriminazione effettuata sulla base della nazionalità. Con l’adesione ai Trattati, gli Stati membri hanno volontariamente consentito al trasferimento a livello europeo di competenze nazionali. Il diritto dell’Unione europea è parte integrante dell’ordinamento giuridico dello Stato e prevale anche sulle disposizioni di diritto interno con esso contrastanti. Per questo, nella formazione e applicazione degli atti normativi di ciascuno Stato membro non è possibile prescindere dalla dimensione europea”.

Risposta alla terza domanda: “Nel gennaio del 2019 la Commissione Europea aveva iniziato una procedura di infrazione contro l’Italia inviando al nostro Paese una lettera di costituzione in mora per aver applicato un trattamento preferenziale in materia di imposta sulle tasse comunali “avendo mantenuto condizioni più favorevoli riguardanti alcune imposte comunali (Imu, Tasi, Tari) sulle abitazioni ubicate in Italia appartenenti a pensionati italiani residenti nella UE o in Paesi membri dello Spazio Economico Europeo” e per non avere esteso tale trattamento a tutti pensionati residenti nelle UE di altra nazionalità e proprietari di immobili in Italia. Siccome il trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) non ammette un tale trattamento discriminatorio, direttamente basato sulla cittadinanza, l’Italia ha deciso di conformarsi ai rilievi della Commissione europea, evitando cioè di fare ricorso e aprire un contenzioso con le istituzioni europee, e abrogare la norma agevolativa oggetto del contendere, e cioè l’esenzione dall’Imu, Tasi e Tari per i cittadini italiani iscritti all’Aire e proprietari di case in Italia.

Cosa può e deve fare a questo punto il Governo italiano se vuole venire incontro alle giuste e pressanti richieste fatte dalle nostre collettività all’estero in materia di imposte immobiliari? Io ritengo che il Governo debba perlomeno ripristinare le norme agevolative a favore dei nostri pensionati residenti all’estero e proprietari di case in Italia, anche se il nostro obiettivo principale dovrebbe essere quello di introdurre l’esenzione per tutti e non solo per i pensionati. Non ho dubbi che se effettivamente esiste la volontà politica di reintrodurre le agevolazioni, il Governo sia in grado di formulare una normativa che rispetti il diritto europeo e che non si presti a possibili censure della Commissione europea per non aver rispettato gli obblighi derivanti da tale diritto.

Da parte mia non mancherò di continuare a sollecitare il Governo a livello politico e parlamentare, come peraltro ho già fatto in diverse occasioni con interrogazioni ed altri interventi, e suggerire le misure da adottare. A questo proposito voglio evidenziare che il Partito Democratico in questa congiuntura si è già attivato per trovare una soluzione a questo problema così sentito dalle nostre collettività all’estero”.

On. Massimo Ungaro:
Risposta alla prima domanda: “Sicuramente quanto rilevato dalla Commissione Europea sull’esenzione IMU per i pensionati italiani residenti all’estero – titolari di pensione estera – lascia un fronte aperto che andrà risolto di comune accordo con le Istituzioni europee. Come è noto il Governo è stato costretto a ripristinare questa tassa con la “nuova Imu”, per chiudere i rilievi comunitari in vista di un’imminente procedura d’infrazione. La Commissione Europea ha infatti individuato il vecchio regime di esenzione come discriminante nei confronti dei cittadini degli altri Stati membri dell’Unione Europea e quindi in contrasto con l’articolo 18 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Per cui, a causa di questa infrazione e del perdurante silenzio dell’Italia ai rilievi che le erano stati mossi, la Commissione Europea – nel gennaio 2019 – ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia. La Commissione europea ha così lamentato una condizione di disparità tra i pensionati italiani e quelli di altra cittadinanza, possessori di immobili in Italia. Anche se tutto il Gruppo di Italia Viva si adoperato perciò a superare l’impasse proponendo di estendere l’esenzione anche ai pensionati di origine europea per evitare questo aggravio fiscale ai danni degli italiani pensionati all’estero. Un impegno che il Governo Conte ha detto voler onorare accogliendo un mio ODG che va proprio in tale direzione lo scorso 5 febbraio 2020”.

Risposta alla seconda domanda: “L’articolo 18 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea così recita: “Nel campo di applicazione dei trattati, e senza pregiudizio delle disposizioni particolari dagli stessi previste, è vietata ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità. Il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria, possono stabilire regole volte a vietare tali discriminazioni”. Da ciò si deduce che come la Commissione abbia ritenuto superiore il principio costituzionale della parità di trattamento fiscale tra categorie sociali rispetto alla sovranità nazionale in materia di imposizione fiscale. Da qui anche la mia proposta al Governo Italiano di estendere l’esenzione IMU a tutti i pensionati europea che però abbisogna di un’ampia capienza di bilancio”.

Risposta alla terza domanda: “Quale discriminazione? Se un lavoratore siciliano vive e lavora a Torino in affitto ma possiede una casa a Palermo deve comunque pagare l’IMU su quella casa, esattamente come un cittadino italiano che vive in Svizzera deve pagare l’IMU sulla casa che possiede in Italia. Quindi discriminazioni tra italiani in Italia e all’estero su questo punto non ce ne sono: per non pagare l’IMU in una casa occorre avere il domicilio e la residenza nell’abitazione. Io sono dell’idea che andrebbe comunque abolita l’IMU per tutti gli italiani all’estero, per incentivarli a investire nel loro paese senza spingerli a vendere l’immobile.

La buona notizia è che con questo Governo abbiamo ricominciato a dedicare risorse per gli italiani all’estero: nella legge di Bilancio 2020 si è fatto quello che si è potuto e ci sono alcune misure per gli italiani all’estero che desidero elencare. Per l’appunto al fine di rafforzare gli interessi italiani all’estero sono state autorizzate le seguenti spese a favore degli italiani nel mondo: 500.000 euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 per la promozione della lingua e cultura italiana all’estero, con particolare riferimento al sostegno degli enti gestori di corsi di lingua e cultura italiana all’estero;500.000 euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 a favore del Consiglio generale degli italiani all’estero e 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 a favore dei Comitati degli italiani all’estero, nonché 500.000 € per i teatri di proprietà dello Stato all’estero.

Per quanto riguarda la nuova IMU il miglior risultato sarebbe stato ovviamente quello dell’abolizione totale per tutti gli iscritti all’AIRE della tassa sugli immobili di proprietà. Eventualità che si scontra con capitoli di bilancio sempre più stretti. In tutti i casi, nei prossimi provvedimenti utili, lavorerò con il Ministro Gualtieri e tutta la maggioranza per raggiungere questo obiettivo, forte dell’impegno del Governo dato sancito dall’ODG da me presentato di cui ho accennato prima.”

On. Simone Billi:
“Conosco bene le ragioni del dissenso in merito alla questione IMU per noi italiani all’estero. Quando la Lega era al Governo ci stavo lavorando con buone prospettive. Adesso, anche dall’opposizione, mi impegnerò per l’esenzione IMU sulla prima casa di noi italiani all’estero, come già previsto per gli italiani in Italia.

Invece questa nuova maggioranza formata dal PD, Italia Viva e M5S ha addirittura deciso di far pagare l’IMU anche ai pensionati italiani esteri!

Questo governo di sinistra è tutto tasse e manette, non farà ripartire l’economia nel nostro Paese, anzi colpisce direttamente noi italiani all’estero, perché offre uno scenario inqualificabile del nostro Paese oltre confine.”

 

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Sen. Laura Garavini:
“Anche gli italiani all’estero devono poter usufruire dell’esenzione dal pagamento dell’Imu sull’immobile posseduto in Italia. A partire dalle fasce più deboli, come i pensionati. Per questo, con il Governo Renzi, avevamo abolito questa tassa a partire dal 2015, per i pensionati residenti all‘estero.

C’è un dato, però, che ha causato il ripristino della tassa a partire dal 2020. Questa misura, seppure legittima, così come era stata scritta, avrebbe provocato una sanzione all’Italia da parte dell‘Europa. Così che il Governo la ha abolita. Il nodo della questione adesso è, quindi: individuare una formulazione tecnica della legge che permetta di abolire nuovamente l’Imu a partire dai pensionati, senza esporre l’Italia alla multa europea.

Al fine di raggiungere questo scopo sto seguendo la via istituzionale e ministeriale. Ho avviato, infatti, un confronto con i vertici del Ministero dell’Economia e delle Finanze, competenti per i rapporti europei, proponendo loro un’ipotesi di intervento. Il dipartimento internazionale del Mef si è impegnato a confrontarsi con le competenti autorità europee.

Nel caso in cui, come credo, la formulazione da me prospettata passi il vaglio dell‘Unione Europea, a quel punto serve la volontà politica delle altre forze di Governo a ripristinare l‘esenzione Imu nel primo provvedimento utile.

Mi auguro di potere finalmente contare sull’appoggio degli altri gruppi di maggioranza: Pd, Leu, 5 stelle e Maie. Solo poche settimane fa, in occasione del varo della Legge di Bilancio, a parte singoli eletti all‘estero, come Italia Viva siamo stati l‘unica forza politica che si è battuta per togliere l‘Imu ai pensionati all‘estero, evitando l‘abolizione dell’esenzione.

Se ci fosse la volontà politica degli altri partiti di Governo si potrebbe intervenire in fretta, già nella legge di Delegazione Europea, attualmente all‘ordine del giorno delle Commissioni al Senato.

Nel frattempo, sto sensibilizzando singoli amministratori locali di comuni con concittadini all’estero, affinché introducano l’esonero Imu per i propri concittadini espatriati, proprietari di un immobile in paese, attraverso una delibera di giunta comunale. Questa possibilità è stata introdotta infatti con l‘ultima legge di bilancio.

E alcuni comuni, con Sindaci lungimiranti, consapevoli di quanto sia utile mantenere un legame stretto con i loro connazionali, proprietari di immobili, stanno già dando un riscontro positivo. Ad esempio in Sicilia, a Cattolica Eraclea, dove la giunta ha già deliberato in merito. O come a Mirabella Imbaccari, dove il consiglio comunale ha approvato una mozione in questo senso all‘unanimità. Anche in Calabria ed in Campania diversi Sindaci stanno mobilitandosi per fare altrettanto, consapevoli che la reintroduzione dell‘esonero dall‘imu sia qualcosa di molto positivo per lo stesso territorio, prima ancora che per i diretti interessati.”

Indipendentemente da tutto ciò, il risultato, attualmente è che le conseguenze di questa decisione gravano sui cittadini italiani residenti all’estero che hanno sempre di più la sensazione di essere considerati dal proprio Paese solo per “far cassa”, per così dire da parte di istituzioni miopi e spesso mal organizzate.

Esporre l’Italia ad una procedura di infrazione da parte dell’Europa, significa ogni volta un esborso di denaro pubblico che poi si pretende di recuperare dai soliti noti. Ci sembra un sistema iniquo e malsano. Uno spreco annunciato (ricordiamo che nel 2013, dunque l’anno precedente al varo della legge di esenzione dal pagamento dell’IMU da parte dei pensionati iscritti all’AIRE, la Commissione Europea si era già espressa esattamente sul punto parlando di potenziale infrazione dell’Italia), anche questa volta, la cui soluzione è quella di far pagare di nuovo le imposte anche ai pensionati all’estero.

Le imposte vanno pagate, su questo non c’è alcun dubbio, ma quando queste diventano troppo pesanti, ingiustificate, inique ed anche mal gestite, ecco allora che ai cittadini, che siano in Italia o all’estero, diventa gravoso pagare il dovuto e si allontanano dalla politica non ritenendo di potersi fidare né affidare a chi espone il Paese a spese sicure che potrebbero essere evitate con il buonsenso, che continua ad aumentare le imposte e gli oneri e che non dà tutti i servizi necessari ad una società civile. Una gestione del denaro pubblico che francamente non ci piace.

COVID-19 – informazioni generali e promemoria di buona condotta

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Proteggere se stessi è anche proteggere gli altri.

Linea verde COVID-19: nuovi orari

Il Dipartimento per la sicurezza, l’occupazione e la salute (DSES) adatta i programmi della linea verde COVID-19 alle esigenze della popolazione. D’ora in poi, questa linea telefonica gratuita, 0800 909 400, risponderà alle chiamate della popolazione dalle 9.00 alle 21.00, a partire da sabato 7 marzo. È raggiungibile sette giorni su sette. Aperto venerdì 28 febbraio, i suoi operatori hanno già informato gli abitanti del cantone in media più di 300 volte al giorno.

Persone vulnerabili, dare priorità agli strumenti informatici per la comunicazione

Le persone più a rischio di sviluppare gravi sintomi della malattia sono principalmente:

– persone di 65 anni e oltre;

– persone con pressione alta o con una malattia cronica (cancro, diabete, malattie cardiovascolari o respiratorie) così come quelli sottoposti a terapia che possono indebolire il loro sistema immunitario.

Le autorità cantonali invitano tutti ad assumersi la responsabilità di preservare questa popolazione, più sensibile agli effetti del COVID-19. D’altra parte, per la stragrande maggioranza della popolazione, questo virus è simile ad una lieve influenza e non presenta alcun rischio per la salute.

Oltre alla rigorosa osservanza dei seguenti buoni comportamenti per combattere la trasmissione e la diffusione del COVID-19:

– lavaggio regolare delle mani con acqua e sapone o disinfettante per le mani;

– tossire e starnutire in un fazzoletto o nell’incavo del gomito e smaltire i fazzoletti usati in un bidone della spazzatura chiuso;

– evitare strette di mano e abbracci;

– rimanete a casa in caso di difficoltà respiratorie, tosse e febbre; se avete bisogno di assistenza medica, contattate – per telefono – un medico o un istituto sanitario per stabilire se è necessario un consulto prima di recarvi dal medico o al pronto soccorso.

Le autorità cantonali raccomandano inoltre di rispettare il principio della distanza sociale. Se si hanno sintomi respiratori, si consiglia di utilizzare videochiamate come Face Time, WhatsApp o Skype per corrispondere con questa popolazione sensibile ed evitare così qualsiasi rischio di trasmissione del virus.

I bambini e il COVID-19

I bambini con febbre e difficoltà respiratorie devono ricevere un’attenzione particolare e rimanere agli arresti domiciliari. Il test di screening non è richiesto in nessun caso, ma può essere prescritto dal medico. È possibile un consulto telefonico con un medico o un istituto sanitario. Gli studi lo dimostrano:

– le popolazioni più giovani sono particolarmente resistenti agli effetti del COVID-19. Tuttavia, le misure di protezione di base sono ancora applicabili in tutti i casi.

Eventi con meno di 1000 persone

Le autorità cantonali ricordano agli organizzatori di eventi che le manifestazioni che coinvolgono meno di 1000 persone non sono vietate e non necessitano di un’autorizzazione da parte delle autorità sanitarie (dipartimento medico cantonale, all’interno della Direzione generale della sanità). La decisione di mantenere un evento pubblico è di esclusiva responsabilità della sua organizzatore, che deve valutare la possibilità di un suo rinvio. Le autorità sanitarie sono a disposizione degli organizzatori per qualsiasi domanda relativa a COVID-19 (manifestations-ASU@etat.ge.ch). Le Raccomandazioni per gli organizzatori che mantenere il loro evento sono disponibili sul sito www.ge.ch/lc/covid19.

Materiale informativo disponibile

Al fine di diffondere ampiamente le informazioni suscettibili di evitare o addirittura di fermare un ampia diffusione del virus, vi ricordiamo che un video, https://www.ge.ch/…/covid-19-se-proteger-proteger-personnes… e le immagini, https://www.ge.ch/…/covid-19-coronavirus-recommandations-pr… sono a disposizione dei media per la pubblicazione sui loro siti web.

https://www.ge.ch

Conferenza informativa dell’ITAL-UIL alla SAIG

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Lo scorso 28 febbraio si è tenuta presso la sede della SAIG la conferenza da parte del Presidente della Ital-Uil Svizzera, Mariano Franzin congiuntamente ad Angelo Di Lucci, coordinatore in carica e all’Avv. Alessandra Testaguzza.

L’argomento principale che è stato trattato, e che ha suscitato molto interesse e sconcerto per i presenti alla riunione, ha riguardato le recente abolizione dell’esenzione dal pagamento dell’IMU e della TASI da parte del Governo nella Legge di Bilancio 2020. Franzin ha spiegato come, a seguito del deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea per infrazione, il Governo abbia scelto di abolire l’esenzione per i pensionati AIRE, esenzione che, secondo la Commissione europea, violava il principio di eguaglianza tra i cittadini europei ai sensi dell’art. 18 del Testo sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).

Questa decisione, ha spiegato Franzin ai molti presenti alla conferenza, comporta che da quest’anno tutti, compresi i pensionati iscritti all’AIRE, pagheranno l’IMU. Anzi, IMU e TASI sono state incorporate in una tassa unica che è stata denominata Legal Tax.

In questo modo l’Italia ha accontentato l’Unione Europea ma ha scontentato i moltissimi pensionati italiani residenti all’estero.

Resta comunque l’amarezza di constatare che fin dal 2014, anno di approvazione della legge che ha stabilito l’esenzione, entrata poi in vigore nel 2015, il Governo italiano che fece quella scelta era ben consapevole che non sarebbe stata in linea con uno dei principi fondamentali dell’Europa dal momento che la Commissione Europea aveva già precedentemente (ad esempio nel 2013) scritto un parere specifico sull’argomento.

In ogni caso, Franzin ha consigliato di controllare sui siti istituzionali dei Comuni in cui si trovano gli immobili in Italia, onde verificare se sia stata prevista una qualche facilitazione per i proprietari residenti all’estero, ma anche per verificare che non venga applicata la normativa retroattivamente.

Oltre a questo Franzin ha fornito informazioni importanti per quanto riguarda la compilazione delle imposte 2020. Informazioni rivolte a tutti coloro i quali hanno dichiarato al fisco svizzero con autodenuncia beni immobiliari posseduti in Italia. Nella decisione di tassazione per i beni dichiarati (rappel d’impôt) il fisco elvetico ha calcolato la differenza di imposte dovute per gli ultimi 10 anni e gli interessi di mora per lo stesso periodo. Gli interessi maturati e regolarmente pagati assieme alle imposte arretrate, possono essere dedotti nella dichiarazione delle imposte sotto “interessi passivi” codice 55.10.

Inoltre, per gli stessi contribuenti, riferisce Franzin che a Berna, il valore ufficiale degli immobili è stato calcolato dal fisco sul tasso medio di cambio per il periodo di recupero dell’imposta. Nel 2020, atteso che il tasso di cambio Euro /franco svizzero, è sceso negli ultimi 10 anni, è possibile inserire nella dichiarazione dei redditi del 2019, una valutazione diversa del valore degli immobili all’estero applicando il tasso corrente, calcolato nel cantone Berna sulla base del cambio al 31.12.2019 che era di CHF 1.11 per 1 €, con una differenza rispetto al cambio medio precedente che era di CHF 1.25 per 1 €. Questo adeguamento può avere una incidenza al ribasso, anche importante, di detto valore sia per quanto riguarda il calcolo sulla fortuna, sia per il valore locativo. La correzione va apportata sul “valore ufficiale” e “valore locativo”. Bisognerà verificare se anche a Ginevra daranno questa possibilità.

Dopo un intervento dell’Avv. Testaguzza volto, ancora una volta, a chiarire l’abolizione del pagamento dell’IMU, e a ribadire l’importanza di pagare le imposte, necessarie per garantire i servizi per la comunità, purché si tratti di imposte giuste e ben utilizzate, ha preso la parola Angelo Di Lucci, il quale ha dato informazioni riguardanti l’INPS.

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In caso di rientro in Italia, difatti, se si è titolari di una pensione erogata dall’INPS, esiste una facilitazione per quanto riguarda la copertura sanitaria. Si può scegliere se mantenere quella svizzera oppure cambiarla con quella italiana. I pensionati dovranno solo annunciarsi alla ASL di competenza del Comune nel quale si trasferiranno e si torna a carico del Servizio Sanitario Nazionale e, per quanto riguarda la tassazione del premio cassa malattia, pari al 7,5%, Di Lucci ha fatto un esempio su una somma di 2000 franchi sulla quale in Italia si pagano 150, mentre in Svizzera 400.

Di Lucci ha anche parlato del CUD, il documento che può essere richiesto all’Ital-Uil a partire dalla metà del mese di marzo di ogni anno, documento necessario anche in Svizzera per la dichiarazione dei redditi.

Efficace come sempre, Franzin, congiuntamente a Di Lucci, ha aggiornato i nostri connazionali su imposte e tasse e fornito molti consigli.

45mo Anniversario dell’Associazione Lucchesi nel Mondo di Ginevra

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Sono iniziate lo scorso 29 febbraio i festeggiamenti del 45mo anniversario di fondazione dell’Associazione Lucchesi nel Mondo di Ginevra all’École de Vernier Place situata nella Città di Vernier. Una serata che non ha tradito le aspettative del “savoir faire” del Presidente Menotti Bacci e del suo Comitato.

Tordelli, filetto e torta, un menu stellato proposto ai commensali che si sono deliziati a degustare queste prelibatezze culinarie toscane, accompagnate dalle note musicali eseguite dal “Duo di Casa Nostra”.

Il presidente della Lucchesi nel Mondo, Menotti Bacci, dopo aver ringraziato l’instancabile squadra di cucina e i rappresentanti delle Associazioni invitate, ha chiamato sul palco il Console Aggiunto, Dott.ssa Roberta Massari, i fondatori dell’Associazione Lucchesi nel Mondo di Ginevra, il Coordinatore ed i membri della SAIG presenti.

La Dott.ssa Massari, avendo rivolto un saluto al pubblico ed espresso soddisfazione per l’andamento del galà, ha rammentato l’importanza storica della colonia lucchese a Ginevra, le cui origini risalgono al Cinquecento. In effetti, a quell’epoca, alcuni nobili lucchesi lasciarono l’Italia per motivi di religione, diretti alla città del Calvino, dove poterono professare liberamente la fede riformata.

C. Vaccaro, dopo aver formulato gli auguri al Presidente per il notevole traguardo personale e associativo, ha ricordato la recente scomparsa del compianto Antonio Scarlino, Presidente dell’Associazione Regionale Pugliese di Ginevra e quella del Presidente dell’Associazione Emiliano-Romagnoli, Roberto Marchi.

La parola poi è stata data all’ex Presidente del Consilio Municipale della Città di Ginevra nonché, membro della SAI, Jean-Charles Lahion, che ha evidenziato alcuni meriti DEL Presidente Bacci all’interno della Sua realtà associativa e nella SAIG.

Buona e soddisfacente l’affluenza, a testimonianza della persistente voglia di ritrovarsi tra connazionali e di riunirsi anche sotto un Campanile, un tempo segno identitario ma discriminante, oggi testimone della condivisione di ideali non solo dagli appartenenti alla stessa comunità locale ma anche dagli amici di altre Regioni italiane. La soddisfazione espressa dagli ospiti si è manifestata dalla numerosa partecipazione e, l’andamento della festa ha testimoniato ulteriormente la bravura dell’associazione Lucchesi nel Mondo, conosciuta ed apprezzata per la qualità delle sue iniziative.

L’Associazione Lucchesi nel Mondo, si costituì l’11 settembre 1968, alla presenza dell’allora Presidente della Provincia di Lucca, Ildo Barsanti,e del Sindaco di Lucca, Giovanni Martinelli. I primi dati sull’emigrazione lucchese in Svizzera, risalgono alla fine del XVI secolo, quando l’Università di Ginevra, accolse tre grandi personalità di origine lucchese: Gian Luigi Calandrini, matematico e filosofo, Giovanni Alfonso Turettini e Gian Giacomo Burlamacchi, maestro del diritto naturale e membro del Consiglio dei Duecento.

La Sezione ginevrina dei Lucchesi nel Mondo, fu Costituita nel 1975 da Quinto Lucchesi, che fu eletto primo presidente, Alvaro Sichi, Jean Lucchesi, Vittorio Vitali, Vittorio Bacci, Siro Bartolini, Luigi Bonaldi, Fulvio Bartolini, Francesco Luti, Franco Romei. Dopo il Presidente Lucchesi, si sono succeduti Manrico Vaselli, Arnaldo Innocenti, Loriana Dei Rossi, oggi Presidente Onoraria, e Menoti Bacci alla presidenza dal 2004.

Quindi, 45 anni di esistenza, una longevità non comune nelle nuove associazioni e difficile raggiungere nelle anziane. Dal 1975 i Lucchesi ginevrini, si sono distinti per la loro appartenenza alla Città di Lucca, rappresentane le tradizioni ed i valori rinascimentali toscane. Colonna portante dell’associazionismo italiano a Ginevra, ha dimostrato, negli anni, di saper interpretare il suo ruolo, quel compito di saper portare alti i colori della propria città, Regione ma, soprattutto, saper rappresentare la Patria comune: l’Italia.

I lucchesi di Ginevra, Co-fondatori della Società delle Associazioni Italiane di Ginevra, (SAIG), sono stati, e lo sono tutt’ora, un gruppo sempre disponibile alla collaborazione e attivamente partecipe alle varie attività socio-culturali che vengono realizzate nel Cantone di Ginevra.87861939_3031072466943407_7519782402881748992_o 87869182_3031072260276761_2756881005552861184_o 88196490_3031071753610145_5463056499087507456_o

Con gli arancini, cassatelle alla ricotta e cudduruna la Regione Siciliana ritorna al Corso di Cucina della SAIG

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La SAIG annuncia l’inizio della quaresima Corso di Cucina dello scorso 27 febbraio, proponendo la Regione Sicilia con alcuni dei suoi baluardi culinari quali l’Arancino, la tradizionale cassatella alla ricotta e, come aperitivo, cudduruna a volontà.

Per passare questi momenti di gioia culinaria, la SAIG ha fatto appello a dei professionisti delle pietanze sicule “fatti in casa”: Rosa Maria e Pippo Pelleriti, per gli arancini e cudduruna e, Giuseppe Rizzo per le cassatelle alla ricotta. Molto precisi nelle spiegazioni, si sono dilettati ad insegnare alle nostre frequentatrici queste ricette conosciute in tutto il mondo. Il corso è stato particolarmente frequentato anche da persone che ha chiesto, esplicitamente, la partecipazione occasionale.

“Arancina a Palermo, arancino a Catania, il derby dura da decenni. L’Accademia della Crusca si è espressa – ma alla fine sono sempre “palle di riso”

È stata l’Accademia della Crusca a mettere tutti d’accordo sul nome delle palle di riso. Sulla questione si è pronunciata ufficialmente: “Il gustoso timballo di riso siculo deve il suo nome all’analogia con il frutto rotondo e dorato dell’arancio, cioè l’arancia, quindi si potrebbe concludere che il genere corretto è quello femminile: arancina. Ma non è così semplice”. Seguiamo il ragionamento della Crusca: “Nel dialetto siciliano, come registrano tutti i dizionari dialettali, il frutto dell’arancio è aranciu e nell’italiano regionale diventa arancio”. Quindi “arancinu” nel dialetto siciliano era ed è declinato al maschile, come attestano entrambi i vocabolari ottocenteschi sopra citati.”

“Sua maestà la cassatella: storia e origini del dolce con la ricotta

Le cassatelle siciliane con la ricotta sono dolci che, in Sicilia, si trovano facilmente nei bar e nelle pasticcerie in tutti i periodi dell’anno, è un dolce che non ha stagione e non predilige una festività.

Si dice che la cassatella originale sia nata secoli e secoli fa e che fosse leggermente più grossa e grezza, almeno all’inizio. Si pensa che sia nata nei dintorni di Calatafimi Segesta.

Con il tempo la cassatella si modificò e pare che prese il suo attuale aspetto passando attraverso i secoli e prendendo elementi sia della cucina rurale che della cucina più ricca. Ricotta, cacao, mandorle e cannella si unirono in un unico squisito dolce, che veniva realizzato in prossimità della Pasqua.

Allo stesso tempo il tipo di fattura fa pensare ad alcune caratteristiche della dominazione araba, come l’uso delle spezie. Non esistendo una ricetta originale rintracciabile, comunque, queste sono solo supposizioni. L’unica cosa che resta certa è la storia lunghissima.”

Dall’affluenza in questa attività culinaria, ancora una volta la SAIG riesce ad interpretare le esigenze di molti connazionali che, non solo intendono mantenere l’appartenenza ma si evolvono nella ricerca di emozioni e la voglia di stare insieme attraverso questi corsi che evidenziano la ricchezza della nostra Italia.

Il Carnevale dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana a Ginevra

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Il termine Carnevale, che deriva probabilmente dal latino carnem levare ovvero “togliere la carne”, indica il banchetto che si teneva il martedì grasso, ovvero l’ultimo giorno di Carnevale, e contemporaneamente l’inizio del periodo di Quaresima, tempo di digiuno e purificazione per i credenti in attesa della Pasqua.

Durante il periodo che noi comunemente chiamiamo Carnevale nell’antica Roma, si celebrava la fertilità della terra che, dopo il torpore invernale, tornava a rivivere e nutrire uomini e animali. Per il loro carattere, l’antica festa romana dei Saturnalia (dedicata al dio Saturno) e le Dionisie greche (in onore del dio Dionisio) ricordano da vicino il nostro Carnevale.
Gli antichi vedevano in Saturno il dio dell’età dell’oro, un’epoca felice in cui tutti vivevano in uno stato di eguaglianza, ove l’abbondanza dei frutti terreni era una certezza. La rievocazione di quel momento, durante i Saturnalia, si esplicava oltre che con banchetti e balli con un momentaneo sovvertimento, in chiave scherzosa e dissoluta, degli obblighi sociali e delle gerarchie costituite, in favore del “caos” e del disordine che tutto permetteva.

Così, gli schiavi potevano considerarsi uomini liberi e comportarsi di conseguenza, eleggendo ad esempio un Princeps (caricatura della classe dominante) al quale affidavano ogni potere. Vestito con capi sgargianti e una maschera, rappresentava la personificazione di una divinità degli inferi (Saturno o Plutone) preposta alla custodia delle anime dei defunti e protettrice dei raccolti.

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Questa tradizione la si festeggia anche a Ginevra da 9 anni, con i corsi di Lingua e Cultura Italiana. L’evento itinerante, quest’anno svoltosi nella Città di Vernier il 22 di febbraio, è stato organizzato in sinergia con la SAIG (Società delle Associazioni Italiane a Ginevra) il CAE (Comitato Assistenza Educativa) e l’Ufficio Scuola del Consolato Generale d’Italia a Ginevra.
I docenti carichi di decorazioni e addobbi vari, frutto di un sapiente lavoro manuale, hanno iniziato ad allestire la sala alle 13,00 con l’aiuto della Presidente e della segretaria del CAE.

Alle 14,30 ha preso corpo gradualmente la festa con l’arrivo delle prime mascherine accompagnate dai numerosi genitori. La festa è stata aperta dal Dirigente Scolastico Giorgio La Rocca e dalla Presidente del CAE Virginia Cremonte.

Dopo il grande successo del 2019, per il Carnevale 2020, è stato riproposto l’atelier circo animato dal circense Aliocha. Approfittando di una bellissima giornata di sole, il materiale di animazione è stato allestito nel cortile della scuola di Vernier-Place. Questo ha permesso, ai circa 200 bambini presenti e alle loro famiglie, di imparare alcune tecniche di acrobazia e giocolieria e di trascorrere un bellissimo pomeriggio all’aperto.

All’interno tutto è stato allestito e coordinato dai docenti ministeriali e dalle docenti CAE:
un angolo è stato dedicato alle truccatrici e i bambini non hanno esitato a sottoporsi come cavie pur di avere uno stupendo trucco sul viso, mentre l’atelier foto ha dato sfogo alla fantasia di grandi e piccini che hanno fatto delle foto e dei selfies simpaticissimi.
Nella stessa sala i bambini si soni esibiti sul palco cantando delle canzoncine e mostrando i loro costumi carnascialeschi. Commovente è stata l’esecuzione dell’Inno Nazionale Italiano cantato con trasporto da tutti i presenti

Gli sguardi soddisfatti dei partecipanti hanno ripagato ampiamente ogni sacrificio e i sorrisi dei bimbi che hanno ricevuto un personale ricordino voluto dalla Giunta del CAE, hanno illuminato l’ambiance tra canti e balli.

Il Coordinatore della SAIG Carmelo Vaccaro in chiusura della manifestazione ha espresso la sua stima e gratitudine nei confronti della Presidente CAE e del nuovo Dirigente Scolastico che lavorano con impegno e passione per promuovere lo sviluppo della lingua e cultura italiana.

Un grazie speciale è stato rivolto da parte sua anche a tutti i docenti, veri e silenziosi artefici della manifestazione che con garbo, professionalità e spirito di sacrificio hanno garantito la riuscita di un appuntamento culturale ormai da tempo radicato nel cantone di Ginevra.

Dopo due ore di spettacoli, i bambini ed i loro accompagnatori si sono impegnati con convinzione a rendere onore all’immenso buffet di dolci e salati, arricchito dai tante prelibatezze squisitamente italiane.

CAE/Ufficio Scuola/SAIG

Sergio Panzarella: un italiano a Ginevra da conoscere

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Sergio Panzarella, fondatore di una startup agricola e siciliano di origini di Palermo, é arrivato a Ginevra nel 2010, dopo aver conseguito una laurea in Economia e Management all’Università Bocconi. Partito dalla Sicilia nella sua tenera età, il giovane Sergio, non ha smesso di evolversi nelle sue competenze acquisite.

Felice di averlo conosciuto, si è ben volentieri prestato a partecipare alla nostra rubrica per far conoscere i nostri italiani che valorizzano il territorio con le loro capacità professionali.

Sergio, come ti trovi in questa città ?

Assunto 10 anni fa dalla Multinazionale P&G, sono stato trasferito quasi subito lo stage, ho lavorato, circa 8 anni, nel marketing di prodotti di largo consumo, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità nella gestione di marche note : Ace Candeggina, Dash, Pampers, Dolce & Gabbana e Gucci Beauty. In quella fase della sua vita il rapporto con Ginevra è stato abbastanza superficiale. Assorbito dal lavoro e dai colleghi poi diventati miei amici, Ginevra era diventata (quasi) solo uno sfondo. Purtroppo, durante questi 8 anni, non sono riuscito a vivere pienamente il tessuto sociale italo-ginevrino con le particolarità che questa bella città offre.

Come è stato il passaggio da manager ad imprenditore?

Il 2017 è stato l’anno della svolta, caratterizzato dalla nostalgia e dal desiderio di trovare un senso più profondo. Sentimenti probabilmente covati durante i molti anni vissuti da espatriato, dal mio 30esimo compleanno e da una perdita in famiglia. Per una volta ho assecondato i sentimenti ed ho ripreso l’oliveto dei miei nonni, che era stato abbandonato. Rilanciando la tradizione di curare gli alberi, raccogliere, molire le nostre olive e consumare il nostro olio tutti insieme. Mi sono via via appassionato a questo prodotto straordinario e ai suoi legami con il territorio che lo produce. Nel mio caso la Sicilia, ma vale per tutta l’Italia. Ho percepito il potenziale legato ad un certo tipo di olio di qualità, ad alta tecnologia e con proprietà nutraceutiche scientificamente provate. Studiato il perché il nostro sole e la nostra terra siano un ambiente positivo per sviluppare quelle qualità.

Cosa ha di particolare la tua professione e se ci puoi spiegare in che cosa consiste esattamente il tuo lavoro

Quindi ci ho provato, ho lasciato il “posto fisso” ed ho fondato la Food for Health™. Una startup agricola attiva nella ricerca, nella produzione e nella selezione di prodotti naturali con alte proprietà sensoriali (aromi e gusto) accoppiate a significativi benefici sulla salute. Credo nella collaborazione tra la scienza della nutrizione e l’agricoltura biologica. Cerco di mettere la natura nella condizione di darci i suoi frutti migliori, più buoni e che ci fanno bene. Non solo assenza assoluta di pesticidi, ma anche gestione dell’epoca di raccolta per massimizzare il contenuto di proprietà benefiche e packaging innovativi per proteggerle una volta estratte.
Il mio primo prodotto è Olixir®, un olio extra vergine di oliva biologico ricco di aromi, gusto e proprietà antiossidanti.

La transizione da manager ad imprenditore è stata una bella sfida.
Mi ha portato a riconsiderare il mio stile di vita, il modo in cui allocavo il mio tempo ed i miei soldi, l’importanza da dare al giudizio delle altre persone. Sto diventando una persona più essenziale.

Essere imprenditore è un’esperienza intensa, totalizzante, indipendente e difficile. Piena di soddisfazioni, quanto di sacrifici e delusioni. È una scelta che rifarei anche se la mia startup non dovesse diventare una grande impresa (tocco ferro). E non solo perché ha posto in essere le condizioni che hanno permesso un mio riavvicinamento (part-time) alla Sicilia e di conoscere Veronica, la mia compagna, che dal primo gennaio si è trasferita qui a Ginevra, dalla Sicilia.

Come ti è cambiata la vita ed il rapporto con Ginevra?

La produzione mi ha riportato in contatto con la Sicilia mentre la promozione nei mercati della città mi ha fatto scoprire la vera anima di Ginevra e dei suoi abitanti.
Siano essi i locali o i moltissimi italiani,aprendomi gli occhi e favorendo la mia integrazione. Per esempio, questo weekend ero in Sicilia a piantare nuove piante di olivo e questa settimana sono al mercato a condividere il mio olio con gli abitanti di Ginevra e dintorni.

Cosa ti aspetti dagli italiani in Svizzera?

Per finire, una grande parte del successo della mia azienda dipende da quanto le persone siano aperte a cambiare la loro percezione dell’olio. Da prodotto tradizionale e un po’ indistinto, a un superfood funzionale che se fatto in un determinato modo può avere un impatto importante sulla nostra salute.

Agli italiani a Ginevra chiedo di non abbandonare gli uliveti, piantare ulivi e venire al mercato di Carouge il sabato mattina per provare il mio olio.

Come ti possiamo contattare?

Potete raggiungermi anche al sito www.foodforhealth.ch, mettendo like a @foodforhealth.ch su Insta e Facebook, via email al sergio@foodforhealth.ch e via telefono: +41786254716

Grazie Sergio per le tue interessanti esperienze che potranno essere di esempio per i giovani che vorranno intraprendere una strada simile alla tua.

Samantha Gatto

IMU per gli italiani all’estero:il ragionevole dubbio in una amara realtà

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Ancora una volta, mi ritrovo deluso e amareggiato, ad assistere come spettatore all’ulteriore ed incomprensibile scelta dell’Italia nei confronti degli italiani all’estero.

Ancora una volta, devo constatare che, nelle aule parlamentari italiane, la questione “italiani all’estero” non sia musica per le orecchie di tanti. I nostri parlamentari eletti all’estero, deboli della loro fievole vocina, non riescono a farsi sentire o sono completamente ignorati dai propri colleghi. Alcuni di loro, fanno finta di lamentarsi per i torti che subiscono gli italiani all’estero, ma passano subito ad altro, con tanto di comunicato stampa e foto sui social, per deviare l’attenzione su cose che non interessano a nessuno.

Ancora una volta si rimettono in discussione, non solo gli organi rappresentativi come il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), ma anche il ruolo elettivo dei parlamentari eletti all’estero e, di conseguenza, anche la scarsa considerazione della politica nostrana verso i 5 milioni d’italiani e i 60 milioni di oriundi che vivono fuori dei confini italiani, la cosiddetta “altra Italia”.

Per quelle esperienze che si posso trarre dal recente passato, possiamo affermare che i parlamentari eletti nella circoscrizione estero, non riescono ad esprimere il loro linguaggio di rappresentare, perché divisi dalle appartenenze partitiche, da un lato e troppo pochi, dall’altro per poter fare la differenza per qualsiasi governo.

Dopo aver fatto credere che avrebbero tolto l’IMU per la prima casa ai pensionati all’estero, ci dobbiamo rendere conto che, invece, a partire dal 2020, il sogno finisce: tutti gli italiani all’estero dovranno pagare l’IMU, quando in Italia, per la prima casa non paga nessuno.

Dopo attenta ricerca dell’Avv. Alessandra Testaguzza, consulente legale della SAIG, riportiamo di seguito le amare conclusioni su questa incresciosa vicenda che punisce, ancora una volta, gli italiani all’estero:

“In questi giorni stiamo assistendo ad un acceso dibattito fra le forze politiche italiane per l’abolizione dell’esenzione del pagamento dell’IMU e della TASI per i pensionati italiani iscritti all’AIRE. La decisione, si giustifica il Governo in carica, è stata una scelta obbligata a seguito del deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea per infrazione, per non aver rispettato il principio di uguaglianza ai sensi dell’art. 18 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).

In buona sostanza, la Legge 80 del 23 maggio 2014 (di conversione al decreto legge n. 47 del 28 marzo 2014), entrata in vigore nel 2015, avendo esentato i pensionati italiani iscritti all’AIRE dal pagare l’IMU e parte della TASI sula “prima casa”, avrebbe operato una discriminazione nei confronti dei pensionati di altra nazionalità europea che, parimenti, posseggono immobili in Italia.

A parte il fatto che, in ogni caso, detta legge operava una discriminazione illegittima ed ingiustificata anche nei confronti degli italiani iscritti all’AIRE ma non pensionati che non potevano beneficiare di tale esenzione, ci si chiede come sia possibile che i nostri politici varino leggi nell’inconsapevolezza di esporre il nostro paese a procedure di infrazione che comportano l’esborso di denari in una economia già problematica e a crescita zero, come quella italiana.

Corre l’obbligo, a questo punto, di capire se chi aveva votato la Legge 80/2014 ed il nuovo Governo che l’ha annullata erano a conoscenza dell’orientamento della Commissione europea in ordine alla questione IMU.

Ebbene, già nel 2013, quindi un anno prima dell’approvazione della legge 80/2014, di esenzione dal pagamento IMU da parte dei pensionati AIRE, la Commissione europea aveva pubblicato sul Giornale ufficiale dell’Unione europea, un parere scaturito da una numerosa serie di reclami giunti alla Commissione contro l’IMU. Reclami rubricati su CHAP(2013) 1334. I reclami affermavano essere la legislazione italiana discriminatoria nei riguardi dei cittadini italiani residenti in Italia (esentati dal pagamento dell’IMU sulla prima casa) ed i cittadini italiani residenti all’estero che non potevano usufruire della medesima esenzione.

Dopo attento esame, la Commissione concludeva che non era possibile, a quello stadio, constatare una infrazione al diritto europeo, in quanto secondo giurisprudenza costante della Corte di giustizia europea, esiste una discriminazione quando situazioni oggettivamente comparabili sono trattate in maniera differente. Per quanto riguarda le misure nazionali di ottenimento di vantaggi fiscali, continua la Commissione, il diritto europeo non impedisce agli Stati membri di accordare un trattamento fiscale piu’ favorevole unicamente ai beni immobiliari utilizzati dai contribuenti a titolo di residenza principale e di escluderne tale utilizzo per le residenze secondarie o concesse in locazione, essendo tali utilizzi differenti e non possono essere considerate situazioni comparabili.

Di conseguenza, conclude la Commissione, i cittadini italiani che risiedono a titolo principale all’estero e che possiedono un bene immobile in Italia non sono in una situazione comparabile a quella dei cittadini italiani che vivono a titolo principale nella proprietà che possiedono in Italia. Fin qui nulla quaestio.

Ma attenzione. La Commissione ci dice anche che, al contrario, estendere il regime di “prima casa” a dei contribuenti non residenti che abbiano la nazionalità italiana e iscritti all’AIRE, potrebbe essere considerato una discriminazione nei confronti dei contribuenti non residenti che hanno una nazionalità diversa da quella italiana e possiedono un immobile in Italia.
Questo la Commissione europea lo pubblicava il 24 agosto 2013.”

Ora da cittadini ci si chiede come sia possibile che soltanto qualche mese dopo, il nuovo Governo appena insediatosi il 22 febbraio 2014, abbia varato nel mese di maggio la legge 80/2014 al cui articolo 9) esenta la categoria dei pensionati AIRE dal pagamento dell’IMU sulla prima casa, in totale spregio ad un parere già noto recante l’orientamento europeo sul punto.

Non si comprende, dunque, come oggi, il Governo in carica, si dica costretto, obbligato, a cancellare tale privilegio dal momento che l’Italia è stata deferita alla Corte di giustizia europea per un’infrazione che era ampiamente già annunciata.

Sospettiamo, invece, che i nostri politici fossero ben a conoscenza di giocare con il fuoco (e non sarebbe possibile pensare altrimenti) quando, per pura propaganda politica, hanno prima approvato una legge, chiaramente non in linea con il diritto europeo e poi, cinque anni più tardi, cancellarla perché “l’Europa ce lo ha imposto”.

Per avere una più ampia visione sulla questione, abbiamo inviato dei quesiti ad alcuni parlamentari, quali gli onorevoli Simone Billi, Massimo Ungaro, Angela Schiro’ e la Senatrice Laura Garavini, che ci rappresentano all’estero, in modo da comprendere meglio se e come si possa ovviare a questa incresciosa situazione.

Purtroppo, per impegni istituzionali, non tutti hanno potuto rispondere alle nostre domande che ci proponiamo di pubblicare nel numero di marzo de “La Notizia di Ginevra” e nella rete informativa della SAIG.

In conclusione, penso che gli italiani nel mondo siano oramai abbandonati a se stessi. Trattati come cittadini di serie C. Utili soltanto a far cassa quando vi è la necessità, senza nulla dare in cambio. La considerazione per essi diminuisce sempre di più. Mi chiedo spesso cosa succederebbe se andassimo in ferie altrove che in Italia, se comprassimo auto tedesche e pasta francese, se non avessimo e mostrassimo questo forte amore e attaccamento per la nostra Patria. Se cessassimo di promuovere e promozionare all’estero il nostro savoir faire ed i nostri magnifici prodotti, l’Italia cosa farebbe? Il nostro grido di abbandono e di amarezza potrebbe, allora, essere paragonato alle molteplici umiliazioni che i vari governanti del nostro Bel Paese ci infliggono sfacciatamente?

Pertanto, se non si va verso una rappresentanza degli italiani all’estero che sia accolta ed ascoltata è inutile proseguire in questa direzione che offende e disgusta l’elettorato degli expat, sempre meno considerati. Tutto questo non fa che alimentare il populismo già piuttosto evidente in molte delle sedi europee.