La culture se met à table: la SAIG alla Maison du Quartier de la Jonction tra gastronomia, arte e cultura

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Lo scorso 29 settembre la SAIG e la Maison du Quartier de la Jonction, con il patrocinio della Città di Ginevra, hanno messo insieme le energie, dando vita alla loro prima collaborazione culturale e gastronomica.

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La serata, iscritta in un ciclo denominato “la culture se met à table”, si è posta l’ambizioso obiettivo di togliere l’arte, per una sera, dai piedistalli e dai palcoscenici, per portarla tra le persone.

Entrando nei locali della Maison du Quartier de la Jonction (che ha ospitato l’evento), ad un primo sguardo sarebbe stato impossibile riconoscere gli artisti dal pubblico. Seduti fianco a fianco, senza distinzioni, tutti i presenti hanno condiviso un momento conviviale, reso possibile dai buoni piatti del corso di cucina della SAIG, rappresentato per l’occasione da Lisette e Menotti Bacci (presidente dell’associazione “Lucchesi nel mondo”). È stato, quello della cena, un momento privilegiato di incontro e di scambio, in cui i presenti hanno potuto intrattenere scambi preziosi sull’arte che si stagliava loro intorno. Ma uniamoci per un istante a loro e facciamo un viaggio virtuale nell’evento.

In primis, in sala cinema, è stato proiettato il film no budget “Il seme ed il mare”, di Riccardo Casamonti. Presente alla serata, pronto a condividere ogni aneddoto del dietro le quinte, l’aiuto regista Giuliano Stoppo, che si è fatto portavoce non solo dei realizzatori ma di un’intera comunità: quella di Casole d’Elsa (Siena). Perché a raccontare la storia non sono attori professionisti ma gli abitanti stessi dell’intero paese, che si è unito per dare vita a questa deliziosa produzione cinematografica che ha il grande merito di far ridere ed emozionare allo stesso tempo. Giuliano, che non a caso è presidente dell’Associazione Pro Loco della cittadina, ha saputo portare a Ginevra lo spirito di quei luoghi, di quelle persone, il loro desiderio di raccontare e di raccontarsi, l’entusiasmo con cui hanno fatto rivivere, in chiave moderna, l’antica arte di narrare una storia, l’antico piacere di ascoltarla. Per chi volesse seguire l’anziano professore Pietro Mariani, protagonista della vicenda, nella sua avventura da Casole verso le lontane coste del Marocco alla ricerca di un vecchio amore, non è troppo tardi: il film è presente su youtube, regalato a chiunque abbia ancora voglia di emozionarsi con le cose più semplici.

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Durante la cena, invece, sotto gli occhi dei commensali, è stato proiettato il VJ set “Io sono puro amore”, della fotografa italiana Vanessa Rusci. Da sempre impegnata, con la sua arte, a stimolare una riflessione su importanti temi sociali, questa volta ha voluto affrontare il delicato tema della violenza sulle donne. Quello che mette in scena, però, non è la sconfitta silenziosa bensì il prezioso (seppur dolorosissimo) processo di ricostruzione che trasforma le ferite in punti di forza, in cicatrici dorate che tengono insieme i pezzi infranti dandogli un nuovo inestimabile valore, come nell’antica arte giapponese sel kintsugi (“ricostruire con l’oro). Un messaggio di speranza, dunque, che senza usare parole dice ad ogni donna che, qualunque sia il suo taglio, ha dentro di sé il potenziale per risarcirlo, per renderlo unico e pieno di luce. Vanessa, per l’occasione, ha anche esposto delle foto che sono diventate, nei giorni successivi, l’oggetto della performance “A gift for you”, che ha visto l’artista percorrere le strade Ginevrine per donare la sua arte ai passanti. L’artista non è più solo creatore di messaggi ma si fa messaggero, esce dalla nicchia degli spazi culturali e va verso le persone, per ricreare quel contatto umano che, troppo spesso, è offuscato dagli schermi. Ma non per questo è perduto. Proprio per unire l’incontro umano alla potenza dei social, i due step fanno parte di un progetto più grande nato e sviluppato sui Social Network sotto l’hashtag “#noisocial4women“, nato proprio per sensibilizzare sulla questione della violenza sulle donne. Il progetto, della durata di un anno, si concluderà a Gennaio 2018 e può essere seguito su www.vanessa-rusci-arte.com (nonché sui profili facebook, instagram e twitter dell’artista)

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Gli altri fotografi che hanno esposto le loro opere sono Ilaria di Resta, biologa girovaga con la passione dei viaggi, fotografa per passione, con attenzione al dettaglio che colpisce la sua attenzione e alla luce che fugge; Silvia Mincarelli, autrice di meravigliose immagini che portano lo spettatore verso colorati luoghi lontani, fissati per sempre dalla magia di uno scatto; Donato Albino, che ha presentato parte del suo reportage sui monumenti di Ginevra e Alice Vagheggini, organizzatrice e curatrice dell’evento stesso.

A concludere la serata la magia di Riccardo Galardi (Galardi Media Network), che ha permesso ai presenti di tornare, per una sera, bambini. Le sue proiezioni in realtà virtuale a 360 gradi, infatti, uniscono la bellezza delle immagini da lui scattate alla tecnologia più moderna. Basta indossare il visore e in un attimo ci si ritrova immersi nel verde di una campagna, su una terrazza affacciata sul mare, circondati dai bandierai di Firenze o a percorrere una strada a bordo della mitica Vespa.

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In poche parole è stata una serata di cultura, gastronomia ma soprattutto di incontri umani.

Alice Vacheggini

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