La cucina friulana, congiuntamente a quelle triestina e giuliana, raffigura l’offerta enogastronomica della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia.
Essa risente della morfologia della regione che va dal mare ai monti, della diversità delle culture e delle popolazioni che l’hanno abitata contribuendo in maniera sostanziale alla differenziazione delle tradizioni culinarie. Il latte ha un posto di rilievo sia per la produzione casearia dei formaggi sia per quella dei piatti derivati quali il frico.
Importante è anche la produzione di salumi e insaccati, con il famosissimo prosciutto di San Daniele e con la produzione, più di nicchia ma sempre di alta qualità, del prosciutto e dello speck di Sauris. Si devono segnalare, inoltre, i prodotti tradizionali che fanno parte dei cenoni di fine d’anno quali il muset e la brovada.
Nel corso di cucina dello scorso 13 marzo, la SAIG ha proposto un piatto friulano quasi sconosciuto al grande pubblico: i Rambasicci. Un secondo piatto tipico della tradizione culinaria regionale in grado di creare un’ottima commistione tra carne e componenti vegetali in un gusto fresco e speziato. Si tratta di “involtini di verza” ripieni di carne di manzo e insaporiti con formaggio grattugiato, pangrattato e i condimenti usuali quale sale pepe e, per chi piace, paprica.
La maestra del corso, Francesca Cannone, ha stupito notevolmente con questa pietanza povera ma dal gusto particolare, originato dal miscuglio ben dosato di tutti gli ingredienti.
Ancora un momento simpatico ed istruttivo nel percorrere l’Italia attraverso le sue prelibatezze gastronomiche, con un gruppo di praticanti assidui e bramosi di ampliare le proprie conoscenze nell’arte della cucina di casa nostra.