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Inaugurazione della III Settimana della Cucina Italiana nel Mondo

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La SAIG coi suoi comitati nel 10° Anniversario di Fondazione nell’inaugurazione della III Settimana della Cucina Italiana nel Mondo

La sera del 22 novembre scorso, la Società delle Associazioni Italiane di Ginevra SAIG, ha riunito i comitati delle Associazioni aderenti per festeggiare i 10 anni di Fondazione, tra le antiche mura della “Ferme Golay” a Châtelaine. Un incontro che ha voluto marcare l’unità della SAIG anche coi comitati delle attuali associazioni che la compongono: Calabresi; Club Forza Cesena; Lucchesi e Pugliesi. Questo particolare e piacevole incontro, si è svolto dentro la cornice dell’inaugurazione della III Settimana della Cucina Italiana nel Mondo.

Proprio in questa occasione, è stato preparata una cena concordando le pietanze con le Regioni rappresentate dalle Associazioni aderenti. Ad aprire la serata culinaria è stata la Regione Calabria con un antipasto di affettati e formaggi tipici di questa regione. Come primo piatto, per la Regione Puglia sono stati preparate succulente orecchiette con i broccoli seguite da un secondo di carne della Regione Toscana con un prelibato piatto denominato rovelline lucchesi e, per concludere, un Bustrengo, dolce tipico di Cesena che risale addirittura al Medioveo. Il tutto, preparato minuziosamente dallo Chef italo-ginevrino, Stéphane Muller, coadiuvato da Roberto Corona e da un’equipe che si è adoperata per l’occasione.

Il Coordinatore Carmelo Vaccaro, ha ringraziato i presidenti della associazioni aderenti, Francesco Decicco, Oliviero Bisacchi, Menotti Bacci e Antonio Scarlino, nonché i loro comitati, per la costante dedizione alla SAIG dimostrata in questi dieci anni. Vaccaro ha ricordato che senza la passione ed il necessario attaccamento alle proprie radici regionali, delle associazione aderenti, la SAIG non avrebbe potuto sviluppare in questi anni un progetto che ha messo in evidenza quelli che sono i valori italiani.

Il Console Generale d’Italia a Ginevra, Antonino La Piana, inaugurando la III Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, ha salutato questa unione che la SAIG rappresenta ed ha sottolineato la bella collaborazione tra l’istituzione consolare e la Società delle Associazioni Italiane di Ginevra.

Vaccaro ha ribadito l’importanza dell’attività di una realtà come la SAIG che si presenta come l’espressione di un progetto comune di persone che scelgono liberamente di mettersi in gioco per costruire insieme le risposte ai propri bisogni e a quelli della comunità di appartenenza nei cui valori credono e si identificano.

Sulla base di questi valori, colmi di voglia di dare, di mettersi a disposizione degli altri, il desiderio di stare assieme e condividere idee comuni, l’associazionismo si caratterizza anche per un’altra sua peculiarità: la base volontaria, interpretata come sentimento di donare ad altri il proprio tempo e le proprie energie. Uno sorta di investimento, non strettamente economico, ma di carattere emotivo verso coloro che in qualche modo hanno necessità di relazionarsi con gli altri e condividere con essi momenti del proprio vivere all’estero ma all’insegna delle proprie radici, vissute come un valore aggiunto.

Questa voglia di rendersi utili finisce per modellare un’articolazione sociale (l’associazione) grazie alla quale singoli soggetti si fanno interpreti dei variegati bisogni di una società, e grazie alla quale, attraverso le varie associazioni, e l’associazionismo in generale, i bisogni socio-culturali diventano patrimonio e impegno per tutta una comunità.

Con questi propositi, la SAIG si è presentata al mondo associazionistico italiano a Ginevra e in Svizzera, cercando di rappresentare l’italianità al meglio delle sue possibilità. Propositi che si sono rivelati vincenti che hanno permesso alla Società delle Associazioni Italiane di Ginevra di raggiungere tanti successi, e, tra i più importanti, quelli di aver ricordato il lavoro di tanti nostri connazionali emigrati, con cinque monumenti all’emigrazione italiana apposti nelle città partner della SAIG.

Invitati d’onore alla serata, anche i presidenti delle due Associazioni che hanno richiesto l’adesione alla SAIG, Vincenzo Bartolomeo “Associazione Cultura e Arte Siciliana” e, Guglielmo Cascioli “Latium”. Le due realtà associative italiane andranno a sostituire il Club Forza Cesena che, a fine anno, termina il suo quarantacinquesimo anno di missione nel Cantone di Ginevra. Elogi sono stati rivolti al Presidente storico del Club sportivo Cesenatico, Oliviero Cav. Bisacchi per l’attività svolta in tutti questi anni.

I presidenti ed i comitati delle associazioni aderenti, continuano a tessere relazioni amichevoli al fine di rafforzare l’unione e rappresentare le proprie origini, culture e valori regionali all’interno della SAIG.

La serata si è poi terminata con un regalo a tutti i membri dei comitati rappresentato da due penne commemorative in un cofanetto di legno.

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Ritorna alla SAIG la Regione Calabria con una pietanza tutta fatta in casa

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Nel primo corso di cucina della SAIG, del mese di novembre, lo chef italo-svizzero, Stèphane Muller, si è riproposto ai fornelli per trasmettere un po’ del suo sapere culinario, agli habitué di questo atelier bimensile. Accompagnato da Roberto Corona, decano di questa attività, si sono cimentati in una ricetta antica calabrese: “Maccheroni al Ferretto Calabresi, al sugo con polpette di manzo”.

Le domeniche in Calabria sono segnate da ricordi di dolci effluvi di pomodoro emanati da una pentola che borbotta sul fuoco e dalle figure femminili della famiglia che, con le mani infarinate, impastavano con maestria il piatto principe della regione: i maccaruni!

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I capostipiti della pasta, difatti, sono proprio i maccheroni calabresi fatti a mano. Anticamente, per dare la forma finale, la pasta veniva lavorata sui gonaci (steli legnosi del fiore della disa), successivamente su ferri da calza o ferretti.

Questo tipo di pasta è uno dei più antichi e dei più elogiati: si hanno tracce della pasta negli scavi archeologici in tombe etrusche, era, inoltre, il cibo preferito di Orazio e di Cicerone. Nel I secolo a. C. ne parlava anche Apicio in De re coquinaria, il primo libro di ricette della storia, e poi Boccaccio nel Decameron. Dai libri si apprende anche che l’ etimologia di maccherone potrebbe derivare dal latino maccare, che vuol dire schiacciare, oppure Maccus, personaggio delle commedie atellane, “un Pulcinella antelitteram sciocco e mangione”, o anche dal greco macron (grosso) o makaria, impasto di orzo e acqua. Scopriamo dai testi che makar in greco significa felice: una ragione in più per degustare questo piatto!

Inevitabilmente, con l’esperienza dei responsabili di questo progetto, la qualità delle pietanze raggiunge un livello superiore. La scelta delle ricette influenza sicuramente il successo ma la bravura dei responsabili e delle frequentatrici professionalizza il succulente risultato.

Con la longevità di questo progetto la SAIG si ritiene soddisfatta di aver raggiunto diversi scopi quali tramandare le ricette delle regioni italiane, costruire una sinergia per unire, attorno ad un tavolo, diversi connazionali e, per finire, deliziare i palati di coloro che due volte al mese si incontrano nel buon umore collettivo.

Finché ci saranno persone che apprezzeranno questa attività, la SAIG si pregerà di mettere a disposizione tutto quello che potrà affinché si valorizzi, attraverso il patrimonio culinario, le regioni e con esse la nostra Patria italica.

Il Consolato di Ginevra presente agli eventi del centenario della fine della Grande Guerra

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Il Consolato di Ginevra presente agli eventi del centenario della fine della Grande Guerra

L’anniversario del 4 novembre che si è celebrato quest’anno ha rivestito un particolare significato poiché ricorreva il centenario della conclusione vittoriosa della prima guerra mondiale “1918 – 2018”. Tante quindi le iniziative organizzate per celebrare la giornata che segnò la fine di quella che allora venne definita la “Grande Guerra” e per ricordare la data in cui andò a compimento il processo di unificazione nazionale che, iniziato in epoca risorgimentale, aveva portato alla proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861.

Fu proprio durante la Prima Guerra Mondiale che gli Italiani si trovarono per la prima volta fianco a fianco, legati indissolubilmente l’un l’altro sotto la stessa bandiera nella prima drammatica esperienza collettiva che si verificava dopo la proclamazione del Regno. Con il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922, il 4 Novembre fu infatti dichiarato Festa nazionale.

Le commemorazioni in Italia sono state particolarmente sentite e solenni: a Roma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dal Ministro Elisabetta Trenta, dalle più alte cariche dello Stato e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha deposto la corona d’alloro al Milite Ignoto sull’Altare della Patria, mentre le nostre Frecce Tricolori sfrecciavano sui Fori Imperiali colorando il cielo di verde bianco e rosso. La città di Trieste, alla presenza del Presidente della Repubblica, ha rievocato momenti significativi della fine della prima guerra mondiale, quali l’ingresso delle truppe italiane a Trieste.

Anche all’estero, ed in parti46420090_2158319304218732_9198797264779214848_n 46436382_2158319297552066_185228741041979392_ncolare nella circoscrizione consolare di Ginevra si sono svolte numerose iniziative per commemorare il “Giorno dell’Unità Nazionale” e “Giornata delle Forze Armate”, evento tradizionalmente molto sentito dai connazionali, che quest’anno ha assunto un tono più solenne e ha visto un afflusso particolarmente significativo di pubblico, data la ricorrenza del centenario.

Domenica 4 novembre a Ginevra il Console Generale Antonino La Piana ha presieduto la tradizionale cerimonia ufficiale di deposito di corone presso il monumento dedicato ai nostri Caduti presso il locale cimitero di Saint Georges. Dopo la messa, celebrata dal Nunzio Apostolico alla presenza di numerose Autorità locali, tra le quali il Consigliere di Stato Mauro Poggia, il Procuratore Generale, svariati sindaci e colleghi del corpo consolare e diplomatico, oltre che dei Senatori Garavini e Fantetti, il corteo, preceduto dalla Banda Municipale della città di Ginevra, ha reso omaggio ai Caduti deponendo numerose corone presso il monumento, alla presenza di una gremita folla, tra la quale erano presenti anche dei bambini dei corsi di lingua e cultura italiana, che hanno letto pensieri e lettere dal fronte.

Analoghe Commemorazioni si sono svolte in date ravvicinate anche a Montreux, Losanna e Sion: il 4 novembre, presso il cimitero di Clarens – di concerto con “l’Association de Cadres de Réserve en Suisse “e con le Autorità francesi – si è svolta una solenne cerimonia, alla presenza delle Autorità locali e dei rappresentanti delle Associazioni, celebrata con corteo militare e sentita partecipazione. Il 10 novembre, presso il cimitero di Montoie di Losanna, alla presenza dei rappresentanti del Comites, dell’Associazione Nazionale Combattenti e della Missione cattolica si è riunita la comunità italiana per ricordare il sacrificio dei nostri e di tutti i caduti della Grande Guerra, accompagnando la commorazione con il coro della Missione.

A seguire, nella stessa mattinata, nell’adiacente cimitero di Bois de Vaux si è svolta in forma solenne, la commemorazione organizzata dalle Autorità francesi e svizzere per onorare i caduti Francesi ed Alleati, accompagnata da corteo militare e banda, alla presenza degli studenti del liceo francese, di un folto pubblico e della stampa; il Console Aggiunto ha presenziato entrambe le cerimonie deponendo le corone italiane.

Oltre all’attaccamento alla Patria e al sacrificio dei milioni di morti coinvolti, è stato a più voci ricordato il valore del perseguimento della pace quale conquista dell’Europa e patrimonio delle giovani generazioni, come espresso a chiara voce dal Presidente della Repubblica “Bisogna ribadire con forza tutti insieme che alla strada della guerra si preferisce coltivare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nella Unione europea. ”

Si ringraziano vivamente tutti i rappresentanti delle Associazioni e della comunità italiana che hanno contribuito alla realizzazione di tutte le celebrazioni.

Pranzo anziani di Novembre: i Sorrisi di felicità dei nostri commensali aumentano

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Pranzo anziani di Novembre: i Sorrisi di felicità dei nostri commensali aumentano

Come previsto, progressivamente i nostri ospiti del pranzo mensile della SAIG a loro dedicato, sono costantemente in aumento. Erano 25 ad essere accolti nei locali della SAIG per l’appuntamento di novembre, un raggio di sole che ogni mese, coi loro sorrisi illuminano di saggezza tutti noi.

Quindi, tutto esaurito anche per il pranzo offerto a novembre durante il quale gli ospiti della SAIG hanno potuto approfittare, tra sorrisi e buonumore, dell’ormai tradizionale pranzo del mese offerto agli anziani del nostro quartiere. Come da prassi, ogni mese dalla fine del 2013, la SAIG ospita, presso la sua sede al numero 10, av. Ernest-Pictet, venti o più senior del quartiere per un pranzo preparato dai membri della nostra società. Si tratta di un evento a cui teniamo molto perché rappresenta per noi un piccolo gesto di riconoscenza nei loro confronti.

L’impegno e l’entusiasmo con cui ogni volta la SAIG promuove questo evento, nasce dalla convinzione e consapevolezza che questi incontri sono fondamentali per poter regalare un momento di convivialità agli anziani del quartiere. Per questo rimane facile reperire dei volontari che si prestano ad organizzare al meglio il pranzo come Lisette Bacci, Francesco Decicco, Gino Piroddi, Claude Romanato e Antonio Bello, il gruppo lavoro della SAIG guidato dai responsabili Menotti Bacci, presidente dell’Associazione Lucchesi nel Mondo e Roberto Corona suo aiutante. Fondamentale la presenza di Maritza Villegas, l’assidua volontaria nominata dall’Antenne Sociale de Proximité (ASP) Servette Petit-Saconnex / Saint-Jean del Dipartimento della Coesione Sociale e della Solidarietà.

Velouté di zucca con crostini, polpettone con salsa di spugnole accompagnato da un gratin di patate. Il tutto con vino rosso rigorosamente italiano. Un dolce al sapore di cappuccino con piccola cialda e caffè hanno concluso il pranzo. Con questo menu, molto gradito dagli ospiti, si è concluso anche questo incontro che precede quello di dicembre, ove il programma della SAIG prevede due importanti appuntamenti dedicati proprio ai nostri anziani del quartiere il prossimo 6 dicembre e, del Cantone di Ginevra il 15 dicembre, data alla quale la SAIG aspetta 160 invitati alla Salle de Vernier Place a Vernier per un pranzo pre-natalizio che conclude l’anno.

I sapori d’Italia a Ginevra

I pasti, completamente gratuiti, propongono un piatto principale e un dessert italiano e costituiscono un’ottima occasione per gli anziani del quartiere di scoprire il cibo italiano in un’’atmosfera calda e festosa che permette loro di trascorrere del tempo assieme circondati da dolcezza e sorrisi.

La Società delle Associazioni Italiane di Ginevra, appoggiandosi al Servizio Sociale della Città di Ginevra, si è ampiamente documentata sulla situazione degli anziani cercando di comprendere le loro molteplici esigenze e di aiutarli a svolgere un ruolo attivo affiancandoli con parole, affetto e compagnia attraverso una serie d’incontri sistematici. La SAIG studia altri progetti per rimanere molto vicino agli anziani che vivono in uno stato di solitudine, oppure anziani ospiti di case di riposo.

Molti anziani, infatti, raramente hanno l’opportunità di condividere la loro vita quotidiana e il loro pasto con i propri cari, molti abitano da soli, e questa occasione offre, dunque, una possibilità importante soprattutto per questi ultimi.

Noi, alla SAIG, riteniamo di avere il dovere di tutelare il benessere dei nostri anziani a dimostrazione che rispettare il passato ci aiuta a vivere un presente che illumina la strada del futuro. Tendere la mano a chi vive una temporanea difficoltà o attraversa un periodo complicato della vita dà la grande occasione di osservare il mondo sotto un’altra prospettiva ma anche di guardarsi dentro e crescere. Il gruppo di 20 persone “grandi di età” che vengono a far visita alla SAIG, viene accolto per regalare loro un sorriso e dare qualche momento di spensieratezza.45691823_2149068018477194_1424360431236939776_o 45926941_2149068031810526_8032254688004931584_o 45668728_2149068091810520_8516265332959084544_o

Ginevra : Politica comune in ambito criminale 2018-2020

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Il procuratore generale insieme al Consiglio di Stato adottano la quarta edizione della politica comune a proposito della lotta contro la criminalità per il biennio 2018-2020.

Il principio di una politica comune in ambito criminale è adesso applicata da tutti gli attori istituzionali interessati e permette di far evolvere e consolidare la quarta edizione per il periodo 2018-2020.45480458_2147749098609086_4593181332221198336_n

Questo nuovo accordo sarà siglato dal procuratore generale Olivier Jornot e Mauro Poggia, consigliere di Stato incaricato dalla polizia, che firmerà questo documento per il dipartimento della sicurezza (DS) e a nome del Consiglio di Stato.
Sulla base del bilancio relativo al periodo 2016-2018 e dal rapporto strategico stabilito dalla polizia a giugno e luglio scorsi, il DS e il procuratore generale hanno deciso di continuare il loro impegno, di adattare alcuni aspetti e di tenere sette assi per il periodo 2018-2020:

-lotta contro la violenza;

-lotta contro la cybercriminalità;

-sicurezza della mobilità;

-lotta contro la delinquenza finanziaria;

-lotta contro la tratta degli esseri umani, la migrazione illegale e il lavoro in nero;

-lotta contro i comportamenti aggressivi a discapito dei poliziotti e degli altri agenti pubblici durante l’esercizio delle loro funzioni;

-attuazione effettiva delle sanzioni e coordinamento delle forze dell’ordine.

Rispetto all’edizione precedente, è stato escluso l’asse della sicurezza degli spazi pubblici tenendo conto della forte diminuzione dei furti nelle vie pubbliche e dell’accattonaggio sotto l’aspetto della tratta degli esseri umani e dello sfruttamento della forza lavoro. Gli altri assi sono stati mantenuti.

L’asse portante sulla lotta contro la violenza integra un ampio piano della sicurezza degli spazi pubblici, e menziona esplicitamente la problematica della violenza gratuita durante assembramenti festivi.

La politica comune in ambito criminale è diventata uno strumento di pilotaggio per lo Stato-maggiore della polizia e uno strumento di collaborazione con diversi partener, come l’ufficio cantonale dell’ispezione e delle relazioni del lavoro (OCIRT), l’ufficio cantonale della popolazione e dell’immigrazione (OCPM), l’ufficio cantonale della detenzione (OCD), la direzione generale dei veicoli (DGV) e, in materia di violenze domestiche così come per il futuro sviluppo di un approccio pluridisciplinare per la lotta contro le molestie sulla strada, l’ufficio della promozione dell’uguaglianza tra uomini e donne e della prevenzione delle violenze domestiche (BPEV).

 

Le45626267_2147749115275751_1547229373877190656_o constatazioni precedenti hanno portato a creare un nuovo asse organizzativo che, innanzitutto, mira a rinforzare la coordinazione la coerenza e l’efficienza dell’impegno delle forze della polizia, in particolare della polizia municipale nell’applicazione sia della politica comune in ambito della criminalità che degli altri compiti della polizia. Secondamente, si tratta di assicurare che le sanzioni penali, che privino la libertà dell’individuo e la libertà finanziaria, siano effettivamente messe in opera, assicurando alla polizia e agli altri attori della catena penale delle infrastrutture, la dotazione di modalità e di processi adeguati.

In sintesi, la lotta contro la criminalità come descritta per i tre periodi precedenti è sempre un argomento d’attualità: assicurare la sicurezza dei cittadini e degli ospiti di Ginevra resta la priorità del procuratore generale e del consiglio di Stato. La gestione della criminalità necessita adattamenti alle evoluzioni e il sostegno di controlli precisi oltre che osservazioni numeriche e consolidate. Il procuratore generale e il consigliere di Stato incaricato dalla polizia per il dipartimento della sicurezza proseguiranno regolarmente incontri per assicurare il proseguo strategico di questa quarta edizione, in partical modo sotto gli aspetti legislativi, regolamentari e di budget.

L’autunno piemontese al Corso di Cucina della SAIG

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L’autunno piemontese al Corso di Cucina della SAIG

Col secondo Corso di Cucina del mese di ottobre, l’attività culinaria della SAIG entra nel vivo della stagione autunnale ed ha scelto la Regione Piemonte. Difatti, quale migliore pietanza per esprimere i sapori autunnali dalle origini del Regno di Savoia? La scelta dello chef Stéphane Muller ha sancito per le “Lasagne al sugo di cinghiale”, rigorosamente fatte in loco dalle sorprendenti signore che assiduamente, primeggiano il Corso di Cucina della SAIG.

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Con questa pietanza del nord Italia, ma tipicamente personalizzate da tutte le regioni della Penisola, le signore si sono divertite ad immergersi tra gli ingredienti farinosi della lasagna e il sapore audace e selvaggio del cinghiale.

Un fuori programma è apparso all’improvviso: la ‘nduja spalmata su del pane tostato. Il piccante orgoglio di Calabria è stato intrufolato dal Presidente dell’Associazione Calabrese ginevrina.

Sono anni ormai che questi incontri culinari allietano le serata, dove si ripercorrono le memorie culinarie provenienti da molte regione italiane, allo scopo di riscoprire i vecchi sapori delle nostre nonne. Anche se l’evoluzione dei tempi ha modificato i sapori degli ingredienti, si è riuscito a salvaguardare la ricetta originale nella sua integrità e riportando ai giorni nostri i sapori di un tempo, mai dimenticati.

Con questo tipo d’attività, la nostra associazione continua a volgere il suo sguardo all’unità dei valori italiani e si auspica che possa essere un ulteriore momento per tessere relazioni d’unione tra gli italiani di Ginevra.

La “Carmen” di Silvia Priori a Ginevra per la XVIII Edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo.

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Arriva la “Carmen” di Silvia Priori a Ginevra per la XVIII Edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo.

Si è rivelato vincente il progetto “La culture italienne s’invite à Vernier” (La cultura italiana s’invita a Vernier), organizzato dalla Società delle Associazioni Italiane di Ginevra -SAIG- per il 2018. Per la realizzazione di questo progetto, che si chiude con la Carmen di Silvia Priori, determinanti sono stati la partecipazione della Città di Vernier, del Consolato Generale d’Italia a Ginevra e dell’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo (IIC).

Dopo il Concerto de “I Violinisti in Jeans” il 14 aprile, “La Compagnia Primo Sole” con la pièce “Filumena Marturano” il 19 maggio, “L’Opera dei Pupi Siciliani” della Famiglia Puglisi il 22 settembre, la performance del trio femminile del “Teatro Blu”, che ha infiammato e deliziato, il modico pubblico sia pur competente accorso per assistere all’esilarante spettacolo, ha chiuso la maratona culturale nella Città di Vernier.

A presentare gli eventi sopraccitati, tutti svoltisi alla Salle des Fêtes des Avanchets, il Coordinatore della SAIG, Carmelo Vaccaro con la presenza del Console Generale d’Italia a Ginevra, Antonino La Piana.

Un monologo eseguito magistralmente dall’attrice Silvia Priori, accompagnato dalle note della “Carmen” di Georges Bizet cantate dalla mezzosoprano, Tania Pacilio ed interpretate attraverso la danza dalla ballerina di flamenco, Maria Rosaria Mottola. Un trio coordinato ed espressivo che ha letteralmente brillato sul palco, scarsamente addobbato ma riempito dalla passione e professionalità degli elementi in scena.

Dopo un emozionante tour europeo in Italia, Svizzera, Germania, Francia, Austria, Slovenia è arrivata a Ginevra la Carmen di e con Silvia Priori che vede la regia di Kuniaki Ida e la partecipazione della ballerina Maria Rosaria Mottola e la mezzosoprano Tania Pacilio.

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Carmen è un personaggio possibile, non è uno stereotipo di donna, ma una persona conscia della propria sensualità traboccante, della propria personalità. Sarà la prima donna protagonista che dirà al pubblico “Carmen libera è nata, e libera morrà”.

“ Diserta, vieni via con me, la vita errabonda, all’ aria aperta, come tetto l’ universo, come legge la propria volontà ma soprattutto la cosa più inebriante: la Libertà, la Libertà!”
Lo spettacolo racconta la storia di un amore gitano che nasce, cresce e muore in cuori ardenti ed impetuosi e che tocca i vertici più alti della drammaticità. In un mondo fatto di zingari, di osti e di contrabbandieri, Carmen è un personaggio rivoluzionario, fuori da ogni schema sociale, un cavallo sciolto, un’ anima inedita, vera e aderente fino alla morte a sé stessa e al suo anelito verso la libertà, conscia della propria sensualità traboccante e della propria personalità. Una donna moderna, dunque, che si impone e non subisce, che si propone, forte e decisa al pubblico.

La Carmen di Bizet, fin dalla sua prima rappresentazione, suscitò subito forti perplessità; anzi, ancor prima, durante la preparazione, fu duramente ostacolata per i temi forti, l’immoralità della protagonista e la fine tragica. Ma ciò non fermò Bizet: convinto della bontà di ciò che stava facendo, portò a termine la sua Carmen così come lui l’aveva in mente. Ed ebbe ragione, perché, anche se non subito, ma di li a poco, Carmen fu molto apprezzata proprio per il maggior realismo della storia: questa è l’opera che apre le porte alla corrente Verista, che mirerà a rappresentare storie più attinenti alla vita ‘vera’, riferimenti a fatti di cronaca, personaggi più realistici e dotati di complessità psicologica.

La stessa ambientazione della storia immaginata dall’autore, la Spagna della Carmen non è solo un semplice sfondo su cui ambientare la vicenda o un elemento di colore locale, ma il terreno ideale in cui far muovere personaggi tanto forti; niente meglio delle sonorità latine può trasmettere l’energia degli istinti e delle passioni, con tutta la loro carica, bellezza e verità.

Carmen è una donna come poche: zingara (e perciò un’outsider, una persona che vive ai margini della società e della legalità), bellissima, passionale, incantevole. Ma il suo fascino, più che da una sensualità sfacciata ed esibita, viene da quello slancio vitale fortissimo, dall’amore smisurato per la libertà e l’indipendenza personale; non bada alle regole e ai ruoli sociali, non ha alcuna soggezione verso l’autorità, anzi, spesso se ne fa apertamente beffe. La musica di Bizet enfatizza il suo esprit moqueur, il suo modo di fare irridente, il suo vivere nell’attimo, come se la vita fosse leggera, leggerissima, tanto da poterla passare così… di slancio, come in una corsa a perdifiato, senza esitazioni, senza compromessi… e con tutti i rischi che ciò comporta.

Carmen è, dunque, uno spettacolo, innovativo, che insieme a “Butterfly” e “Traviata” compone la trilogia di Teatro Opera, appositamente creata da Silvia Priori per avvicinare il pubblico alla grandiosità e alla bellezza dell’opera lirica. Lo spettacolo, che ha una durata di circa un’ora ed è attualmente in tournée nei più bei teatri europei, è un emozionante connubio tra recitazione, danza, musica e canto lirico. In scena tre talenti che insieme alle più belle arie di Bizet, creano situazioni di grandissimo impatto emotivo, estremamente coinvolgenti.

La serata a Ginevra non ha deluso il pubblico che ha potuto assistere ad una performance che convince anche i puristi dell’Opera. La commistione di diverse tipologie di interpretazione crea nuove emozioni ed un innovativo punto di vista sull’Opera classica che tutti conosciamo. Una reinterpretazione convincente ed emozionante che arriva al cuore di chi assiste, in una maniera più diretta, in chiave moderna, come moderna è la Carmen immaginata da Bizet.

Marcello Fonte: dalla Calabria a Cinecittà fino al Festival di Cannes come migliore attore del Film “Dogman”

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Marcello Fonte: dalla Calabria a Cinecittà fino al Festival di Cannes come migliore attore del Film “Dogman”

Marcello Fonte, classe 1978, è nato e cresciuto con una famiglia numerosa a Melito di Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, prima di trasferirsi a Roma negli anni ’90.
Negli ultimi anni ha scritto, co-diretto e interpretato “Asino vola”, ha recitato nella serie tv “La mafia uccide solo d’estate” e nei film “L’intrusa” e “Io sono Tempesta”.
È a Ginevra per la prima di Dogman, il film diretto da Matteo Garrone che si è ispirato al cosiddetto ‘delitto del Canaro’, l’omicidio del criminale e pugile dilettante Giancarlo Ricci. Fonte, nel ruolo del protagonista Marcello, ha ricevuto il Prix d’interprétation masculine (Palma d’oro) al Festival di Cannes e il premio per il Migliore attore protagonista al Nastro d’argento

Dalla Calabria al grande schermo al fianco di prestigiosi personaggi del mondo cinematografico. Puoi raccontarci chi eri e quello che sei diventato oggi?

Sono cambiato un po’, ero quell’attore che pensava che andare in televisione era l’arrivo e invece ora sono l’attore che capisce che è tutto il contrario, che invece fare l’attore è una responsabilità, è un mestiere vero e proprio come tutti gli altri lavori.
La vittoria a Cannes è un grande messaggio ai giovani, perché è stato premiato ‘uno di noi’, un cittadino comune, che ha studiato autodidatta, quindi senza raccomandazioni, uno che però è stato determinato in quello che credeva.

Con quale tipo di cinema sei cresciuto?

Sono cresciuto con i film antichi, con quelli di Marcello Mastroianni, con Totò, con i film di De Sica, Alberto Sordi, quelli che si vedevano una volta, il cinema italiano, ma non solo. Mi piacevano anche i film stranieri, il cinema è tutto bello quando è fatto bene.

Ricordi il tuo debutto come attore?

Mi ricordo che sono entrato a pennellare scenografie e poi mi sono ritrovato a fare la lunga strada della gavetta, ho iniziato dal niente. Ogni volta che vedevo i camion del cinema mi incuriosivo e guardavo che film si stava girando. La prima volta, mi ricordo, ero a Piazza Vittorio, abitavo lì vicino, e c’erano i camion del cinema, ho visto Nino Manfredi e mi dicevo “Ammazza, Nino Manfredi dal vivo!”, mi sono avvicinato piano piano e alla fine sono rimasto lì fino alle 4 del mattino a vedere, parlargli, chiedendogli delle cose, ho sempre seguito persone più grandi di me. C’è da dire che già da piccolo, quando volevo una cosa, la seguivo, non ascltavo mia mamma, altrimenti ora non ero qua, ero a zappare terra.

E non avresti girato nemmeno un film con Leonardo Di Caprio…

Eh, quella è un’altra storia… E chi lo conosceva? Chi era andato mai al cinema? A casa mia era un lusso andare al cinema, eravamo in tanti e se tutti dovevano andare al cinema ci voleva una banca di soldi: sono cresciuto nella povertà, ma in allegria. Mio padre era un attore nato, ma non lo sapeva. Dico ai giovani che devi credere in quello che fai e devi essere ostinato pure, ma non ti devi prendere troppo sul serio.
Sono capitato per caso nel film girato con Leonardo Di Caprio, non sapevo neanche chi fosse, sono arrivato lì dalla pittura, pitturavo le scenografie e cantavo mentre lavoravo. Un certo Cristiano Spoletini mi ha visto e ha voluto il mio numero, dopo alcuni giorni mi chiamano per andare a Cinecittà che stavano preparando un film “l’americani”, e sono andato lì a fare la prova costume. Arrivo lì e trovo tutto allestito in stile 800, persone con i baffi, i vestiti etc., e io pensavo “mamma mia, che bello!”. E non capivo, mi dicevano che girava un certo “scozzese”. Ad un certo punto iniziamo a girare questo film con Martin Scorsese, ma io non sapevo chi fosse, non sapevo niente e non conoscevo nessuno, la fotografia che ho insieme a Di Caprio, l’ha scattata Daniel Day Lewis e non sapevo chi fosse, me l’hanno detto dopo. La cosa più bella di questa esperienza era che guardavo e rubavo con gli occhi.

Qual è stato, a tuo parere, il film o l’inte44235377_2117785194938810_9017704955200405504_o rpretazione che ha rappresentato la svolta per la tua carriera?

Credo che sia stato per “Asino vola”, che è autobiografico, parla della mia vita. Quel bambino musicista che vedete sono io. Poi Garrone mi ha dato sicuramente la crescita. Mi ha migliorato, sia come attore sia come persona.

Con Dogman ti sei trovato di fronte ad una storia di cronaca nera accaduta realmente 30 anni fa. Come è stato vestire i panni del protagonista Marcello (Pietro De Negri nella realtà), il criminale conosciuto come ‘il canaro della Magliana’?

Io non so niente di lui, il film è ispirato liberamente a quella storia, ma è un’altra cosa. Quel che raccontiamo è la storia di un padre di famiglia che difende la propria dignità di essere umano, che viene calpestato davanti alla figlia, davanti al quartiere, davanti a tutti.

44249881_2117785388272124_7169998114516893696_oQuali sono state le maggiori difficoltà a cui hai dovuto far fronte in questo ruolo?

Ho scavalcato le cose, mi sono portato tanti chili sulle spalle, la cosa più difficile è stata la botta in testa, non riuscivo a darla, ad un certo punto tutta la troupe mi diceva “tira, tira”, ma non ce la facevo a dare una botta in testa ad un altro. Alla fine gliel’ho data, anche se male…

Dogman ti ha portato premi importanti per la tua interpretazione. Cosa vogliono dire per te questi riconoscimenti?

Per me un premio dice che quello che hai fatto l’hai fatto bene, quello che pensavi, la strada e il percorso che hai seguito quando eri solo e nessuno ti diceva che fosse la strada giusta. Quando una cosa la sai è facile, ma quando non la sai è difficile, il premio significa che la strada che hai scelto è stata quella giusta, dà un valore a quello che hai fatto! Poi, però, bisogna mantenerlo il premio, è una responsabilità.

Cosa ti piacerebbe fare dopo questa esperienza?
Il principe! (ride)