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45mo Anniversario dell’Associazione Lucchesi nel Mondo di Ginevra

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Sono iniziate lo scorso 29 febbraio i festeggiamenti del 45mo anniversario di fondazione dell’Associazione Lucchesi nel Mondo di Ginevra all’École de Vernier Place situata nella Città di Vernier. Una serata che non ha tradito le aspettative del “savoir faire” del Presidente Menotti Bacci e del suo Comitato.

Tordelli, filetto e torta, un menu stellato proposto ai commensali che si sono deliziati a degustare queste prelibatezze culinarie toscane, accompagnate dalle note musicali eseguite dal “Duo di Casa Nostra”.

Il presidente della Lucchesi nel Mondo, Menotti Bacci, dopo aver ringraziato l’instancabile squadra di cucina e i rappresentanti delle Associazioni invitate, ha chiamato sul palco il Console Aggiunto, Dott.ssa Roberta Massari, i fondatori dell’Associazione Lucchesi nel Mondo di Ginevra, il Coordinatore ed i membri della SAIG presenti.

La Dott.ssa Massari, avendo rivolto un saluto al pubblico ed espresso soddisfazione per l’andamento del galà, ha rammentato l’importanza storica della colonia lucchese a Ginevra, le cui origini risalgono al Cinquecento. In effetti, a quell’epoca, alcuni nobili lucchesi lasciarono l’Italia per motivi di religione, diretti alla città del Calvino, dove poterono professare liberamente la fede riformata.

C. Vaccaro, dopo aver formulato gli auguri al Presidente per il notevole traguardo personale e associativo, ha ricordato la recente scomparsa del compianto Antonio Scarlino, Presidente dell’Associazione Regionale Pugliese di Ginevra e quella del Presidente dell’Associazione Emiliano-Romagnoli, Roberto Marchi.

La parola poi è stata data all’ex Presidente del Consilio Municipale della Città di Ginevra nonché, membro della SAI, Jean-Charles Lahion, che ha evidenziato alcuni meriti DEL Presidente Bacci all’interno della Sua realtà associativa e nella SAIG.

Buona e soddisfacente l’affluenza, a testimonianza della persistente voglia di ritrovarsi tra connazionali e di riunirsi anche sotto un Campanile, un tempo segno identitario ma discriminante, oggi testimone della condivisione di ideali non solo dagli appartenenti alla stessa comunità locale ma anche dagli amici di altre Regioni italiane. La soddisfazione espressa dagli ospiti si è manifestata dalla numerosa partecipazione e, l’andamento della festa ha testimoniato ulteriormente la bravura dell’associazione Lucchesi nel Mondo, conosciuta ed apprezzata per la qualità delle sue iniziative.

L’Associazione Lucchesi nel Mondo, si costituì l’11 settembre 1968, alla presenza dell’allora Presidente della Provincia di Lucca, Ildo Barsanti,e del Sindaco di Lucca, Giovanni Martinelli. I primi dati sull’emigrazione lucchese in Svizzera, risalgono alla fine del XVI secolo, quando l’Università di Ginevra, accolse tre grandi personalità di origine lucchese: Gian Luigi Calandrini, matematico e filosofo, Giovanni Alfonso Turettini e Gian Giacomo Burlamacchi, maestro del diritto naturale e membro del Consiglio dei Duecento.

La Sezione ginevrina dei Lucchesi nel Mondo, fu Costituita nel 1975 da Quinto Lucchesi, che fu eletto primo presidente, Alvaro Sichi, Jean Lucchesi, Vittorio Vitali, Vittorio Bacci, Siro Bartolini, Luigi Bonaldi, Fulvio Bartolini, Francesco Luti, Franco Romei. Dopo il Presidente Lucchesi, si sono succeduti Manrico Vaselli, Arnaldo Innocenti, Loriana Dei Rossi, oggi Presidente Onoraria, e Menoti Bacci alla presidenza dal 2004.

Quindi, 45 anni di esistenza, una longevità non comune nelle nuove associazioni e difficile raggiungere nelle anziane. Dal 1975 i Lucchesi ginevrini, si sono distinti per la loro appartenenza alla Città di Lucca, rappresentane le tradizioni ed i valori rinascimentali toscane. Colonna portante dell’associazionismo italiano a Ginevra, ha dimostrato, negli anni, di saper interpretare il suo ruolo, quel compito di saper portare alti i colori della propria città, Regione ma, soprattutto, saper rappresentare la Patria comune: l’Italia.

I lucchesi di Ginevra, Co-fondatori della Società delle Associazioni Italiane di Ginevra, (SAIG), sono stati, e lo sono tutt’ora, un gruppo sempre disponibile alla collaborazione e attivamente partecipe alle varie attività socio-culturali che vengono realizzate nel Cantone di Ginevra.87861939_3031072466943407_7519782402881748992_o 87869182_3031072260276761_2756881005552861184_o 88196490_3031071753610145_5463056499087507456_o

Con gli arancini, cassatelle alla ricotta e cudduruna la Regione Siciliana ritorna al Corso di Cucina della SAIG

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La SAIG annuncia l’inizio della quaresima Corso di Cucina dello scorso 27 febbraio, proponendo la Regione Sicilia con alcuni dei suoi baluardi culinari quali l’Arancino, la tradizionale cassatella alla ricotta e, come aperitivo, cudduruna a volontà.

Per passare questi momenti di gioia culinaria, la SAIG ha fatto appello a dei professionisti delle pietanze sicule “fatti in casa”: Rosa Maria e Pippo Pelleriti, per gli arancini e cudduruna e, Giuseppe Rizzo per le cassatelle alla ricotta. Molto precisi nelle spiegazioni, si sono dilettati ad insegnare alle nostre frequentatrici queste ricette conosciute in tutto il mondo. Il corso è stato particolarmente frequentato anche da persone che ha chiesto, esplicitamente, la partecipazione occasionale.

“Arancina a Palermo, arancino a Catania, il derby dura da decenni. L’Accademia della Crusca si è espressa – ma alla fine sono sempre “palle di riso”

È stata l’Accademia della Crusca a mettere tutti d’accordo sul nome delle palle di riso. Sulla questione si è pronunciata ufficialmente: “Il gustoso timballo di riso siculo deve il suo nome all’analogia con il frutto rotondo e dorato dell’arancio, cioè l’arancia, quindi si potrebbe concludere che il genere corretto è quello femminile: arancina. Ma non è così semplice”. Seguiamo il ragionamento della Crusca: “Nel dialetto siciliano, come registrano tutti i dizionari dialettali, il frutto dell’arancio è aranciu e nell’italiano regionale diventa arancio”. Quindi “arancinu” nel dialetto siciliano era ed è declinato al maschile, come attestano entrambi i vocabolari ottocenteschi sopra citati.”

“Sua maestà la cassatella: storia e origini del dolce con la ricotta

Le cassatelle siciliane con la ricotta sono dolci che, in Sicilia, si trovano facilmente nei bar e nelle pasticcerie in tutti i periodi dell’anno, è un dolce che non ha stagione e non predilige una festività.

Si dice che la cassatella originale sia nata secoli e secoli fa e che fosse leggermente più grossa e grezza, almeno all’inizio. Si pensa che sia nata nei dintorni di Calatafimi Segesta.

Con il tempo la cassatella si modificò e pare che prese il suo attuale aspetto passando attraverso i secoli e prendendo elementi sia della cucina rurale che della cucina più ricca. Ricotta, cacao, mandorle e cannella si unirono in un unico squisito dolce, che veniva realizzato in prossimità della Pasqua.

Allo stesso tempo il tipo di fattura fa pensare ad alcune caratteristiche della dominazione araba, come l’uso delle spezie. Non esistendo una ricetta originale rintracciabile, comunque, queste sono solo supposizioni. L’unica cosa che resta certa è la storia lunghissima.”

Dall’affluenza in questa attività culinaria, ancora una volta la SAIG riesce ad interpretare le esigenze di molti connazionali che, non solo intendono mantenere l’appartenenza ma si evolvono nella ricerca di emozioni e la voglia di stare insieme attraverso questi corsi che evidenziano la ricchezza della nostra Italia.

DANSER INSIDE GENEVA evento all’ONU di Ginevra curato dall’Architetto Simone Ghera

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Il 26 febbraio, è stato inaugurata dal Rappresentante Permanente d’Italia, Amb. Gian Lorenzo Cornado, e la Direttrice Generale delle Nazioni Unite di Ginevra, Tatiana Valovaya, al Palais des Nations la mostra “Dancer Inside Geneva”. Progetto nato nel 2008, è diventato negli anni un evento internazionale che coinvolge di volta in volta istituzioni e partner di prestigio in tutto il mondo.
Si tratta di un’esposizione di scatti fotografici, in bianco e nero, effettuatati da Simone Ghera, Architetto romano, che ha scelto di fondere l’arte della danza e quella dell’architettura. Un progetto che accosta la danza a luoghi architettonicamente importanti o evocativi che ha permesso a Ghera di realizzare una serie di scatti prospettici con ballerine come protagoniste sullo sfondo di locations, presenti in tutto il mondo, effettivamente evocative ed artistiche.

Nella mostra molti i momenti immortalati nell’istante di una azione coreografica, come un arabesque, una piroetta, un plié, un relevé, viene eseguita da una ballerina nel contesto di un museo, come l’Hermitage di San Pietroburgo, a una scuola di danza, come l’Opera di Roma, o accanto a un monumento a Berlino o a New York. Ghera fa il giro del mondo in punta di piedi, letteralmente, e lascia il pubblico ammirato da tanta bellezza ed eleganza.

Per l’Arch. Ghera è fondamentale la ricerca della perfezione ed il senso della costruzione e riesce nel suo intento riuscendo a coniugare danza ed architettura, dimostrando, attraverso la fotografia, altra indubbia forma d’arte, che trattandosi di linguaggi universali possono parlare tra loro esaltandosi ed influenzandosi a vicenda.

Dopo le esposizioni in molte capitali quali Madrid, Roma, Baku, Praga, Berlino, Parigi, San Pietroburgo, Londra, New York, Ghera arriva a Ginevra al Palais des Nations, perché, come sottolineato dalla Direttrice Generale, Tatiana Valovaya “il vero spirito delle Nazioni Unite è trovare l’universalità nella diversità” .

Quello che colpisce è la leggerezza, quasi l’assenza di gravità, e l’eleganza delle protagoniste colte in diversi momenti ed atteggiamenti durante il loro lavoro.

L’evento è stato completato magistralmente anche con la rappresentazione di quattro pièce da parte di ballerine della scuola di danza di Berlino e dell’Opera di Roma che si sono esibite, accompagnate dalla musica della Violoncellista spagnola, Laura Peribañez. Gli spettatori si sono ritrovati accanto delle belle professioniste che hanno danzato in mezzo a loro. Una bella sorpresa e originale che ha dato vita ad uno spettacolo nello spettacolo.

L’evento è patrocinato da diversi Partner Istituzionali tra cui l’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo, l’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e Provincia, la Casa dell’Architettura, l’Associazione Italiana Danzatori, l’Accademia Nazionale di Danza, la Compagnia Nazionale brasiliana São Paulo Companhia de Dança, Mediascena Europa.

La Redazione:
La Notizia di Ginevra87857361_3026374190746568_8413493856556810240_o 87840884_3026374000746587_6576695983697035264_o 87642150_3026373230746664_8502581283686187008_o 87479792_3026373740746613_5825618276503257088_o

Il Carnevale dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana a Ginevra

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Il termine Carnevale, che deriva probabilmente dal latino carnem levare ovvero “togliere la carne”, indica il banchetto che si teneva il martedì grasso, ovvero l’ultimo giorno di Carnevale, e contemporaneamente l’inizio del periodo di Quaresima, tempo di digiuno e purificazione per i credenti in attesa della Pasqua.

Durante il periodo che noi comunemente chiamiamo Carnevale nell’antica Roma, si celebrava la fertilità della terra che, dopo il torpore invernale, tornava a rivivere e nutrire uomini e animali. Per il loro carattere, l’antica festa romana dei Saturnalia (dedicata al dio Saturno) e le Dionisie greche (in onore del dio Dionisio) ricordano da vicino il nostro Carnevale.
Gli antichi vedevano in Saturno il dio dell’età dell’oro, un’epoca felice in cui tutti vivevano in uno stato di eguaglianza, ove l’abbondanza dei frutti terreni era una certezza. La rievocazione di quel momento, durante i Saturnalia, si esplicava oltre che con banchetti e balli con un momentaneo sovvertimento, in chiave scherzosa e dissoluta, degli obblighi sociali e delle gerarchie costituite, in favore del “caos” e del disordine che tutto permetteva.

Così, gli schiavi potevano considerarsi uomini liberi e comportarsi di conseguenza, eleggendo ad esempio un Princeps (caricatura della classe dominante) al quale affidavano ogni potere. Vestito con capi sgargianti e una maschera, rappresentava la personificazione di una divinità degli inferi (Saturno o Plutone) preposta alla custodia delle anime dei defunti e protettrice dei raccolti.

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Questa tradizione la si festeggia anche a Ginevra da 9 anni, con i corsi di Lingua e Cultura Italiana. L’evento itinerante, quest’anno svoltosi nella Città di Vernier il 22 di febbraio, è stato organizzato in sinergia con la SAIG (Società delle Associazioni Italiane a Ginevra) il CAE (Comitato Assistenza Educativa) e l’Ufficio Scuola del Consolato Generale d’Italia a Ginevra.
I docenti carichi di decorazioni e addobbi vari, frutto di un sapiente lavoro manuale, hanno iniziato ad allestire la sala alle 13,00 con l’aiuto della Presidente e della segretaria del CAE.

Alle 14,30 ha preso corpo gradualmente la festa con l’arrivo delle prime mascherine accompagnate dai numerosi genitori. La festa è stata aperta dal Dirigente Scolastico Giorgio La Rocca e dalla Presidente del CAE Virginia Cremonte.

Dopo il grande successo del 2019, per il Carnevale 2020, è stato riproposto l’atelier circo animato dal circense Aliocha. Approfittando di una bellissima giornata di sole, il materiale di animazione è stato allestito nel cortile della scuola di Vernier-Place. Questo ha permesso, ai circa 200 bambini presenti e alle loro famiglie, di imparare alcune tecniche di acrobazia e giocolieria e di trascorrere un bellissimo pomeriggio all’aperto.

All’interno tutto è stato allestito e coordinato dai docenti ministeriali e dalle docenti CAE:
un angolo è stato dedicato alle truccatrici e i bambini non hanno esitato a sottoporsi come cavie pur di avere uno stupendo trucco sul viso, mentre l’atelier foto ha dato sfogo alla fantasia di grandi e piccini che hanno fatto delle foto e dei selfies simpaticissimi.
Nella stessa sala i bambini si soni esibiti sul palco cantando delle canzoncine e mostrando i loro costumi carnascialeschi. Commovente è stata l’esecuzione dell’Inno Nazionale Italiano cantato con trasporto da tutti i presenti

Gli sguardi soddisfatti dei partecipanti hanno ripagato ampiamente ogni sacrificio e i sorrisi dei bimbi che hanno ricevuto un personale ricordino voluto dalla Giunta del CAE, hanno illuminato l’ambiance tra canti e balli.

Il Coordinatore della SAIG Carmelo Vaccaro in chiusura della manifestazione ha espresso la sua stima e gratitudine nei confronti della Presidente CAE e del nuovo Dirigente Scolastico che lavorano con impegno e passione per promuovere lo sviluppo della lingua e cultura italiana.

Un grazie speciale è stato rivolto da parte sua anche a tutti i docenti, veri e silenziosi artefici della manifestazione che con garbo, professionalità e spirito di sacrificio hanno garantito la riuscita di un appuntamento culturale ormai da tempo radicato nel cantone di Ginevra.

Dopo due ore di spettacoli, i bambini ed i loro accompagnatori si sono impegnati con convinzione a rendere onore all’immenso buffet di dolci e salati, arricchito dai tante prelibatezze squisitamente italiane.

CAE/Ufficio Scuola/SAIG

Sergio Panzarella: un italiano a Ginevra da conoscere

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Sergio Panzarella, fondatore di una startup agricola e siciliano di origini di Palermo, é arrivato a Ginevra nel 2010, dopo aver conseguito una laurea in Economia e Management all’Università Bocconi. Partito dalla Sicilia nella sua tenera età, il giovane Sergio, non ha smesso di evolversi nelle sue competenze acquisite.

Felice di averlo conosciuto, si è ben volentieri prestato a partecipare alla nostra rubrica per far conoscere i nostri italiani che valorizzano il territorio con le loro capacità professionali.

Sergio, come ti trovi in questa città ?

Assunto 10 anni fa dalla Multinazionale P&G, sono stato trasferito quasi subito lo stage, ho lavorato, circa 8 anni, nel marketing di prodotti di largo consumo, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità nella gestione di marche note : Ace Candeggina, Dash, Pampers, Dolce & Gabbana e Gucci Beauty. In quella fase della sua vita il rapporto con Ginevra è stato abbastanza superficiale. Assorbito dal lavoro e dai colleghi poi diventati miei amici, Ginevra era diventata (quasi) solo uno sfondo. Purtroppo, durante questi 8 anni, non sono riuscito a vivere pienamente il tessuto sociale italo-ginevrino con le particolarità che questa bella città offre.

Come è stato il passaggio da manager ad imprenditore?

Il 2017 è stato l’anno della svolta, caratterizzato dalla nostalgia e dal desiderio di trovare un senso più profondo. Sentimenti probabilmente covati durante i molti anni vissuti da espatriato, dal mio 30esimo compleanno e da una perdita in famiglia. Per una volta ho assecondato i sentimenti ed ho ripreso l’oliveto dei miei nonni, che era stato abbandonato. Rilanciando la tradizione di curare gli alberi, raccogliere, molire le nostre olive e consumare il nostro olio tutti insieme. Mi sono via via appassionato a questo prodotto straordinario e ai suoi legami con il territorio che lo produce. Nel mio caso la Sicilia, ma vale per tutta l’Italia. Ho percepito il potenziale legato ad un certo tipo di olio di qualità, ad alta tecnologia e con proprietà nutraceutiche scientificamente provate. Studiato il perché il nostro sole e la nostra terra siano un ambiente positivo per sviluppare quelle qualità.

Cosa ha di particolare la tua professione e se ci puoi spiegare in che cosa consiste esattamente il tuo lavoro

Quindi ci ho provato, ho lasciato il “posto fisso” ed ho fondato la Food for Health™. Una startup agricola attiva nella ricerca, nella produzione e nella selezione di prodotti naturali con alte proprietà sensoriali (aromi e gusto) accoppiate a significativi benefici sulla salute. Credo nella collaborazione tra la scienza della nutrizione e l’agricoltura biologica. Cerco di mettere la natura nella condizione di darci i suoi frutti migliori, più buoni e che ci fanno bene. Non solo assenza assoluta di pesticidi, ma anche gestione dell’epoca di raccolta per massimizzare il contenuto di proprietà benefiche e packaging innovativi per proteggerle una volta estratte.
Il mio primo prodotto è Olixir®, un olio extra vergine di oliva biologico ricco di aromi, gusto e proprietà antiossidanti.

La transizione da manager ad imprenditore è stata una bella sfida.
Mi ha portato a riconsiderare il mio stile di vita, il modo in cui allocavo il mio tempo ed i miei soldi, l’importanza da dare al giudizio delle altre persone. Sto diventando una persona più essenziale.

Essere imprenditore è un’esperienza intensa, totalizzante, indipendente e difficile. Piena di soddisfazioni, quanto di sacrifici e delusioni. È una scelta che rifarei anche se la mia startup non dovesse diventare una grande impresa (tocco ferro). E non solo perché ha posto in essere le condizioni che hanno permesso un mio riavvicinamento (part-time) alla Sicilia e di conoscere Veronica, la mia compagna, che dal primo gennaio si è trasferita qui a Ginevra, dalla Sicilia.

Come ti è cambiata la vita ed il rapporto con Ginevra?

La produzione mi ha riportato in contatto con la Sicilia mentre la promozione nei mercati della città mi ha fatto scoprire la vera anima di Ginevra e dei suoi abitanti.
Siano essi i locali o i moltissimi italiani,aprendomi gli occhi e favorendo la mia integrazione. Per esempio, questo weekend ero in Sicilia a piantare nuove piante di olivo e questa settimana sono al mercato a condividere il mio olio con gli abitanti di Ginevra e dintorni.

Cosa ti aspetti dagli italiani in Svizzera?

Per finire, una grande parte del successo della mia azienda dipende da quanto le persone siano aperte a cambiare la loro percezione dell’olio. Da prodotto tradizionale e un po’ indistinto, a un superfood funzionale che se fatto in un determinato modo può avere un impatto importante sulla nostra salute.

Agli italiani a Ginevra chiedo di non abbandonare gli uliveti, piantare ulivi e venire al mercato di Carouge il sabato mattina per provare il mio olio.

Come ti possiamo contattare?

Potete raggiungermi anche al sito www.foodforhealth.ch, mettendo like a @foodforhealth.ch su Insta e Facebook, via email al sergio@foodforhealth.ch e via telefono: +41786254716

Grazie Sergio per le tue interessanti esperienze che potranno essere di esempio per i giovani che vorranno intraprendere una strada simile alla tua.

Samantha Gatto

IMU per gli italiani all’estero:il ragionevole dubbio in una amara realtà

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Ancora una volta, mi ritrovo deluso e amareggiato, ad assistere come spettatore all’ulteriore ed incomprensibile scelta dell’Italia nei confronti degli italiani all’estero.

Ancora una volta, devo constatare che, nelle aule parlamentari italiane, la questione “italiani all’estero” non sia musica per le orecchie di tanti. I nostri parlamentari eletti all’estero, deboli della loro fievole vocina, non riescono a farsi sentire o sono completamente ignorati dai propri colleghi. Alcuni di loro, fanno finta di lamentarsi per i torti che subiscono gli italiani all’estero, ma passano subito ad altro, con tanto di comunicato stampa e foto sui social, per deviare l’attenzione su cose che non interessano a nessuno.

Ancora una volta si rimettono in discussione, non solo gli organi rappresentativi come il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), ma anche il ruolo elettivo dei parlamentari eletti all’estero e, di conseguenza, anche la scarsa considerazione della politica nostrana verso i 5 milioni d’italiani e i 60 milioni di oriundi che vivono fuori dei confini italiani, la cosiddetta “altra Italia”.

Per quelle esperienze che si posso trarre dal recente passato, possiamo affermare che i parlamentari eletti nella circoscrizione estero, non riescono ad esprimere il loro linguaggio di rappresentare, perché divisi dalle appartenenze partitiche, da un lato e troppo pochi, dall’altro per poter fare la differenza per qualsiasi governo.

Dopo aver fatto credere che avrebbero tolto l’IMU per la prima casa ai pensionati all’estero, ci dobbiamo rendere conto che, invece, a partire dal 2020, il sogno finisce: tutti gli italiani all’estero dovranno pagare l’IMU, quando in Italia, per la prima casa non paga nessuno.

Dopo attenta ricerca dell’Avv. Alessandra Testaguzza, consulente legale della SAIG, riportiamo di seguito le amare conclusioni su questa incresciosa vicenda che punisce, ancora una volta, gli italiani all’estero:

“In questi giorni stiamo assistendo ad un acceso dibattito fra le forze politiche italiane per l’abolizione dell’esenzione del pagamento dell’IMU e della TASI per i pensionati italiani iscritti all’AIRE. La decisione, si giustifica il Governo in carica, è stata una scelta obbligata a seguito del deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea per infrazione, per non aver rispettato il principio di uguaglianza ai sensi dell’art. 18 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).

In buona sostanza, la Legge 80 del 23 maggio 2014 (di conversione al decreto legge n. 47 del 28 marzo 2014), entrata in vigore nel 2015, avendo esentato i pensionati italiani iscritti all’AIRE dal pagare l’IMU e parte della TASI sula “prima casa”, avrebbe operato una discriminazione nei confronti dei pensionati di altra nazionalità europea che, parimenti, posseggono immobili in Italia.

A parte il fatto che, in ogni caso, detta legge operava una discriminazione illegittima ed ingiustificata anche nei confronti degli italiani iscritti all’AIRE ma non pensionati che non potevano beneficiare di tale esenzione, ci si chiede come sia possibile che i nostri politici varino leggi nell’inconsapevolezza di esporre il nostro paese a procedure di infrazione che comportano l’esborso di denari in una economia già problematica e a crescita zero, come quella italiana.

Corre l’obbligo, a questo punto, di capire se chi aveva votato la Legge 80/2014 ed il nuovo Governo che l’ha annullata erano a conoscenza dell’orientamento della Commissione europea in ordine alla questione IMU.

Ebbene, già nel 2013, quindi un anno prima dell’approvazione della legge 80/2014, di esenzione dal pagamento IMU da parte dei pensionati AIRE, la Commissione europea aveva pubblicato sul Giornale ufficiale dell’Unione europea, un parere scaturito da una numerosa serie di reclami giunti alla Commissione contro l’IMU. Reclami rubricati su CHAP(2013) 1334. I reclami affermavano essere la legislazione italiana discriminatoria nei riguardi dei cittadini italiani residenti in Italia (esentati dal pagamento dell’IMU sulla prima casa) ed i cittadini italiani residenti all’estero che non potevano usufruire della medesima esenzione.

Dopo attento esame, la Commissione concludeva che non era possibile, a quello stadio, constatare una infrazione al diritto europeo, in quanto secondo giurisprudenza costante della Corte di giustizia europea, esiste una discriminazione quando situazioni oggettivamente comparabili sono trattate in maniera differente. Per quanto riguarda le misure nazionali di ottenimento di vantaggi fiscali, continua la Commissione, il diritto europeo non impedisce agli Stati membri di accordare un trattamento fiscale piu’ favorevole unicamente ai beni immobiliari utilizzati dai contribuenti a titolo di residenza principale e di escluderne tale utilizzo per le residenze secondarie o concesse in locazione, essendo tali utilizzi differenti e non possono essere considerate situazioni comparabili.

Di conseguenza, conclude la Commissione, i cittadini italiani che risiedono a titolo principale all’estero e che possiedono un bene immobile in Italia non sono in una situazione comparabile a quella dei cittadini italiani che vivono a titolo principale nella proprietà che possiedono in Italia. Fin qui nulla quaestio.

Ma attenzione. La Commissione ci dice anche che, al contrario, estendere il regime di “prima casa” a dei contribuenti non residenti che abbiano la nazionalità italiana e iscritti all’AIRE, potrebbe essere considerato una discriminazione nei confronti dei contribuenti non residenti che hanno una nazionalità diversa da quella italiana e possiedono un immobile in Italia.
Questo la Commissione europea lo pubblicava il 24 agosto 2013.”

Ora da cittadini ci si chiede come sia possibile che soltanto qualche mese dopo, il nuovo Governo appena insediatosi il 22 febbraio 2014, abbia varato nel mese di maggio la legge 80/2014 al cui articolo 9) esenta la categoria dei pensionati AIRE dal pagamento dell’IMU sulla prima casa, in totale spregio ad un parere già noto recante l’orientamento europeo sul punto.

Non si comprende, dunque, come oggi, il Governo in carica, si dica costretto, obbligato, a cancellare tale privilegio dal momento che l’Italia è stata deferita alla Corte di giustizia europea per un’infrazione che era ampiamente già annunciata.

Sospettiamo, invece, che i nostri politici fossero ben a conoscenza di giocare con il fuoco (e non sarebbe possibile pensare altrimenti) quando, per pura propaganda politica, hanno prima approvato una legge, chiaramente non in linea con il diritto europeo e poi, cinque anni più tardi, cancellarla perché “l’Europa ce lo ha imposto”.

Per avere una più ampia visione sulla questione, abbiamo inviato dei quesiti ad alcuni parlamentari, quali gli onorevoli Simone Billi, Massimo Ungaro, Angela Schiro’ e la Senatrice Laura Garavini, che ci rappresentano all’estero, in modo da comprendere meglio se e come si possa ovviare a questa incresciosa situazione.

Purtroppo, per impegni istituzionali, non tutti hanno potuto rispondere alle nostre domande che ci proponiamo di pubblicare nel numero di marzo de “La Notizia di Ginevra” e nella rete informativa della SAIG.

In conclusione, penso che gli italiani nel mondo siano oramai abbandonati a se stessi. Trattati come cittadini di serie C. Utili soltanto a far cassa quando vi è la necessità, senza nulla dare in cambio. La considerazione per essi diminuisce sempre di più. Mi chiedo spesso cosa succederebbe se andassimo in ferie altrove che in Italia, se comprassimo auto tedesche e pasta francese, se non avessimo e mostrassimo questo forte amore e attaccamento per la nostra Patria. Se cessassimo di promuovere e promozionare all’estero il nostro savoir faire ed i nostri magnifici prodotti, l’Italia cosa farebbe? Il nostro grido di abbandono e di amarezza potrebbe, allora, essere paragonato alle molteplici umiliazioni che i vari governanti del nostro Bel Paese ci infliggono sfacciatamente?

Pertanto, se non si va verso una rappresentanza degli italiani all’estero che sia accolta ed ascoltata è inutile proseguire in questa direzione che offende e disgusta l’elettorato degli expat, sempre meno considerati. Tutto questo non fa che alimentare il populismo già piuttosto evidente in molte delle sedi europee.

Programmazione culturale in Svizzera: lavori in corso all’Ambasciata d’Italia a Berna.

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Il 6 febbraio scorso, nella sede dell’Ambasciata d’Italia a Berna, S. E. l’Ambasciatore Silvio Mignano, ha programmato una riunione e riunito attorno ad un tavolo la maggior parte degli attori di promozione culturale italiani in Svizzera. Presente la rappresentanza diplomatica in Svizzera, i Dirigenti scuola di tutte le Circoscrizioni consolari, i Com.It.Es., molte sezioni della Dante Alighieri ed altre autorevoli rappresentanti della cultura italiana in Svizzera. In rappresentanza del Cantone di Ginevra erano presenti, il Console Generale d’Italia, Antonino La Piana, il Dirigente Scuola, Giorgio La Rocca e la Società delle Associazioni Italiane di Ginevra ( SAIG) rappresentata dal Coordinatore, Carmelo Vaccaro accompagnato dalla segretaria, Samantha Gatto.

Questo incontro del tutto innovativo, voluto fortemente da S. E. l’Ambasciatore Silvio Mignano, ha creato varie opportunità di scambio e di coordinamento su diverse iniziative, volte alla promozione e alla valorizzazione della cultura italiana.

S. E. Mignano ha avuto il piacere di presentarci alcuni degli eventi cinematografici come la rassegna stampa in occasione del conferimento alla carriera della regista Lina Wertmueller al cinema di Lichtspiel ; le bellissime letture dantesche in occasione del primo « DanteDI » all’università di Berna e poi ha parlato anche della giornata mondiale della ricerca nella quale si terrà una conferenza presentata dal professor Zecchino nella residenza dell’ambasciata di Berna.

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Quest’ultimi sono solo una parte del programma eventi 2020 presentati dall’Ambasciatore che accompagneranno il corso di quest’anno e che potranno essere arricchiti da ulteriori proposte di collaborazione dei partecipanti di questa riunione, nell’obiettivo di poter continuare a promuovere l’italianità, conservando preziosamente questo nostro infinito patrimonio culturale che deve continuare ad essere valorizzato.

Da Fellini a Rodari passando per Troisi, nel corso dell’incontro, molte idee sono state rilevanti al fine di creare sinergie a livello nazionale, diverse programmazioni hanno trovato terreno fertile per una potenziale riuscita.
La SAIG, da parte sua, ha avuto modo di illustrare alcune delle sue attività culturali a Ginevra, cosi da contribuire all’inizio di un rapporto arricchito allo scopo di rendere e supportare attività di ordine gastronomico, teatrale e letterario.

In occasione della serata gala sulla cucina italiana nel mondo a Ginevra, la SAIG propone di invitare le scuole alberghiere che potranno produrre direttamente alcune specialità nell’obiettivo di far conoscere e apprezzare la cucina italiana.

Altro evento significativo di cui abbiamo potuto parlare è anche l’eccellenza italiana in Svizzera Romanda, presentando e premiando professionisti italiani che hanno saputo mettere in evidenza l’intraprendenza e il savoir-faire del made in Italy, dando un grande valore al nostro Paese. Infine, la SAIG ha messo a disposizione la sua rete informativa al fine di potenziare un’adeguata informazione centralizzata all’Ambasciata d’Italia a Berna.

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Quindi, nuova partenza per il settore culturale italiano in Svizzera. Possiamo dire che questo appuntamento potrebbe essere l’inizio di una fase dove la luce della cultura italiana in Svizzera splenderà con l’ottica di una larga condivisione da parte del mondo culturale in terra Elvetica. Finalmente, ognuno di noi, metterà il suo savoir-faire, in una nazione dalla diversità di pensiero e linguistica per portare a termine progetti comuni che parleranno solo italiano.