Nel primo corso di cucina della SAIG, del mese di novembre, lo chef italo-svizzero, Stèphane Muller, si è riproposto ai fornelli per trasmettere un po’ del suo sapere culinario, agli habitué di questo atelier bimensile. Accompagnato da Roberto Corona, decano di questa attività, si sono cimentati in una ricetta antica calabrese: “Maccheroni al Ferretto Calabresi, al sugo con polpette di manzo”.
Le domeniche in Calabria sono segnate da ricordi di dolci effluvi di pomodoro emanati da una pentola che borbotta sul fuoco e dalle figure femminili della famiglia che, con le mani infarinate, impastavano con maestria il piatto principe della regione: i maccaruni!
I capostipiti della pasta, difatti, sono proprio i maccheroni calabresi fatti a mano. Anticamente, per dare la forma finale, la pasta veniva lavorata sui gonaci (steli legnosi del fiore della disa), successivamente su ferri da calza o ferretti.
Questo tipo di pasta è uno dei più antichi e dei più elogiati: si hanno tracce della pasta negli scavi archeologici in tombe etrusche, era, inoltre, il cibo preferito di Orazio e di Cicerone. Nel I secolo a. C. ne parlava anche Apicio in De re coquinaria, il primo libro di ricette della storia, e poi Boccaccio nel Decameron. Dai libri si apprende anche che l’ etimologia di maccherone potrebbe derivare dal latino maccare, che vuol dire schiacciare, oppure Maccus, personaggio delle commedie atellane, “un Pulcinella antelitteram sciocco e mangione”, o anche dal greco macron (grosso) o makaria, impasto di orzo e acqua. Scopriamo dai testi che makar in greco significa felice: una ragione in più per degustare questo piatto!
Inevitabilmente, con l’esperienza dei responsabili di questo progetto, la qualità delle pietanze raggiunge un livello superiore. La scelta delle ricette influenza sicuramente il successo ma la bravura dei responsabili e delle frequentatrici professionalizza il succulente risultato.
Con la longevità di questo progetto la SAIG si ritiene soddisfatta di aver raggiunto diversi scopi quali tramandare le ricette delle regioni italiane, costruire una sinergia per unire, attorno ad un tavolo, diversi connazionali e, per finire, deliziare i palati di coloro che due volte al mese si incontrano nel buon umore collettivo.
Finché ci saranno persone che apprezzeranno questa attività, la SAIG si pregerà di mettere a disposizione tutto quello che potrà affinché si valorizzi, attraverso il patrimonio culinario, le regioni e con esse la nostra Patria italica.