Carta d’identità Elettronica anche ai cittadini italiani residenti all’estero?
Dopo anni di discussioni e fiumi d’inchiostro attorno alla Carta d’Identità Elettronica (CEI) per gli italiani all’estero, finalmente inizia con l’iter dalla mozione dell’On. Simone Billi, approvata all’unanimità lo scorso 18 giugno.
Lo stesso On. Billi lo comunica tramite un comunicato stampa del 18 giugno 2019: – “Ieri abbiamo approvato all’unanimità la mia risoluzione a Commissioni congiunte Esteri e Affari Costituzionali alla presenza del Sottosegretario Sen. Stefano Candiani”- afferma l’On.Simone Billi, unico eletto del Centro Destra per la Lega Salvini Premier nella Circoscrizione Europa. Ha poi concluso: – “questa risoluzione impegna il Governo a realizzare la Carta d’Identità Elettronica anche per gli Italiani all’estero.”
Senza nulla togliere al successo personale dell’On. Billi, per dovere di cronaca, si fa presente che la Carta d’Identità elettronica è il frutto delle riforme messe in atto dai precedenti Governi che hanno fortemente voluto la digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Fin dalle prime sperimentazioni della CEI è stato evidenziata l’urgenza di estenderla anche agli italiani all’estero. In questi anni non sono mancate atti parlamentari in questa direzione ma, purtroppo evidentemente non arrivati a buon fine.
Ci sono state sollecitazioni dei parlamentari del PD già nella scorsa legislatura e anche in questa che richiedevano l’emissione all’estero perché ad es. in Germania non aprono un conto bancario senza una Carta d’Identità Elettronica. La risposta fu che avrebbero gradualmente proceduto ad estenderla all’estero. Il processo dell’introduzione della Carta Elettronica è documentata e tutti i passaggi più rilevanti sono avvenuti con i recenti governi. L’estensione per l’estero era già stabilità, il vero problema è quello dei tempi. Peraltro in Italia la sperimentazione ed effettiva estensione a tutti ha richiesto anni.
Le origini del Progetto CEI
Il progetto “Carta d’Identità Elettronica” CEI era previsto in Italia già dalle leggi Bassanini nel 1997, rappresentando un’avanguardia rispetto agli altri Stati europei. La prima fase del progetto venne avviata nel 2001 con l’emissione in 83 Comuni di un primo modello sperimentale della CIE, al fine di individuare problemi di natura tecnica, legati al software e all’hardware, relativi all’emissione e all’utilizzo delle carte.
Nel 2015 è stato invece deciso di sfruttare un unico polo produttivo, quello della Zecca di Roma e, con il decreto interministeriale del 23 dicembre 2015 (G.U. – Serie generale n.302 del 30/12/2015), sono state specificate le caratteristiche della nuova CIE che per questo è stata chiamata anche CIE 3.0.
La CIE è stata definita come documento d’identità sostitutivo alla Carta d’Identità Elettronica con l’art. 10, comma 3 del D.L. 78/2015 recante “Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali”, convertito dalla legge 6 agosto 2015, n. 125.
Il 4 luglio 2016 cominciò il processo di sostituzione della carta d’identità cartacea con la CIE, inizialmente operativo in 199 Comuni. In conformità al piano di dispiegamento approvato dalla Commissione interministeriale della CIE (all.1), i restanti Comuni sono stati abilitati gradualmente all’emissione della nuova CIE. In particolare, un primo gruppo, composto da 350 Comuni, è stato abilitato a partire dal 26 aprile 2017, assicurando, con i precedenti 199, la copertura del 50% della popolazione. I restanti Comuni sono stati abilitati entro la metà del 2018.
Comunque sia, non possiamo che salutare l’impegno dei nostri parlamentari eletti all’estero, in questo caso, un bel traguardo personale raggiunto dal nostro Parlamentare eletto in Svizzera, l’On. Simone Billi, con l’auspicio che la mozione diventi “concreta” e che non rimanga un mero documento. L’occasione ci è gradita per augurare a lui e ai nostri rappresentanti eletti in Europa e nel mondo, un fervido buon lavoro nella salvaguardia degli interessi degli italiani nel mondo.