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Il dott. Loreto Dino Grasso in conferenza alla SAIG per parlare di Miopia legata ai video-terminale

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Lo scorso 10 marzo, in occasione della serie di conferenze dedicali programmate dalla SAIG, si è svolta la Conferenza del Dott. Grasso medico oculista affermato a Ginevra presso la Clinique de l’Oeil d’Onex, ove è anche responsabile del centro di elettrofisiologia oculare.

Il dott. Grasso, conosciuto dalla comunità italiana a Ginevra, ha spiegato quali sono i nuovi problemi di miopia riscontrati con i nuovi mezzi di comunicazione soprattutto tra gli utenti giovani.

Chiunque volesse approfondire o porre domande può scrivere a grasso@vision.tv.

” Miopia e video-terminale. Che rapporto?”

E’ osservazione comune e acclarata che il numero dei bambini miopi o che comunque hanno bisogno di occhiali e di trattamenti ortottici è aumentato in maniera notevole negli ultimi 20 anni.
Le statistiche sono univoche nei paesi industrializzati Si parla di un aumento di circa il 25% in Europa.

Ancora più eclatante è l’aumento nei paesi industrializzate dell’estremo oriente.
Particolarmente interessanti e precisi sono i dati che riguardano i giovani universitari cinesi. Qui sin dalla fine degli anni ’50 lo stato sottopose a controllo medico completo e quindi anche a visita oculistica gli studenti subito dopo la laurea. Sappiamo quindi che in quegli anni la miopia interessava circa il 20% di questi ragazzi.

I dati di questi anni sono molto più pesanti .La percentuale oggi è molto più pesante : la percentuale è salita tanto da sfiorare l’80%, In molti casi si osserva che nei grandi centri urbani la percentuale sfiora il 90%.. Perché questo accade e perché questo può diventare un problema medico che coinvolge la salute dei nostri occhi?

Ricordiamo cosa comporta lo sviluppo della miopia.
L’occhio dell’adulto ha una lunghezza di circa 22 23 mm. L’occhio del bambino è leggermente più corto e raggiunge la lunghezza normale alla fino dello sviluppo. L’occhio miope è più lungo, circa 1 mm in più per ogni 3 diottrie di miopia. Questo significa che per piccole miope il problema è soprattutto visivo e consiste nel dover utilizzare occhiali o lenti a contatto, ma se la miopia è elevata ( più di 6 diottrie) il cambiamento si fa sentire soprattutto sulla retina.

La retina è lo strato più interno dell’occhio e se quest’ultimo diventa più lungo è come un tappeto che viene tirato per ricoprire una superfice più ampia. Questo significa che la retina diventa più sottile soprattutto in periferia e se la miopia è particolarmente elevata alcune zone diventano atrofiche .

Perché questo accade e cosa possiamo fare?
Certo tutti ci rendiamo conto che le nostre abitudini, il modo come usiamo i nostri occhi e il nostro lavoro, sono cambiati in meno di un secolo. La prima lampadina elettrica costruita da M. Edison venne messa in commercio alla fine del 1800. Prima che l’elettricità diventi una realtà comune anche nei piccoli centri bisogna attendere la fine della seconda guerra mondiale. Sino ad allora molti villaggi anche in Europa erano prive di corrente elettrica. In pochi anni con la corrente elettrica arriva la televisione e poco dopo computer cellulari e video giochi.17309503_1456940347689968_4493835294852304560_n

E’ normale per molti bambini fare colazione vedendo i cartoni animati, a scuola usano la tablette, pomeriggio con video giochi e sera davanti la tv. Tutti ci rendiamo conto che queste abitudini non sono sane. Ma se è passato il messaggio che troppe ore davanti ai terminali non aiuta non si parla dell’importanza della luce naturale e dell’effetto protettivo sulla vista.

Perché in Cina le miopie più elevate le osserviamo nelle grandi città e meno in campagna?
Perché la luce del sole e in generale la luce naturale permettono alla retina di produrre un neuro trasmettitore, la dopamina, che tra i tanti effetti ha quello di regolare la crescita dell’occhio impedendo uno sviluppo eccessivo.

Quindi il messaggio che deve passare è questo.
Bisogna bilanciare il tempo che il bambino passa di fronte ai video terminali col tempo che deve passare all’aria aperta. Ecco perché molte scuole vengono costruite con le pareti di vetro, serve ad aumentare la quantità di luce naturale disponibile per i bambini.

Carmelo Vaccaro

La Conferenza di Edoardo Di Resta apre la prima serata di gala del Venerdì 21 ottobre

L'immagine può contenere: 1 persona, in piedi e vestito eleganteVenerdì 21 ottobre alla Salle des Fêtes di Carouge è stata presentata la conferenza del dott. Edoardo Di Resta, fondatore, insieme ad altri due soci, di AdvertPizza: un’azienda di comunicazione pubblicitaria che pubblicizza i prodotti dei clienti su cartoni della pizza. L’idea nasce da un gruppo di amici e compagni di studi, che con lui hanno condiviso la passione per la comunicazione è il marketing. La presentazione ha come focus la pizza come linguaggio italiano universale è cominciata con un excursus sull’etimologia della parola pizza, simile al pita greco e aramaico, al pinsa latino, all’ebraico pat o al persiano nan. Questo alimento a base di farina e acqua, con lievitazioni naturali, ha infatti rappresentato fin dall’antichità il cibo cardine di tanti popoli, spesso usato anche al posto delle posate per prendere il cibo, usanza ancora presente in molti paesi africani. La prima volta che il termine pizzas si trova in archivi ufficiali è in un contratto di locazione perso Sulmona, datato 1201. Nel 1734 nasce la prima pizza marinara a base di pomodoro, aglio e origano mentre nel periodo storico tra il 1796 e il 1810 nasce la pizza margherita. Alcuni storici la datano l’11 giugno 1889 durante la visita della regina Margherita preso Napoli e ne attribuiscono il merito al cuoco Raffaele Esposito che lavorava presso la pizzeria oggi nota come Brandi.

Ė stato poi grazie al l’immigrazione di massa dei primi del novecento che la pizza è stata esportata in tutto il mondo in particolare nei paesi del Nord Europa e nel nord e sud America. Alla diffusione nelle case di tutti hanno contribuito più di recente anche numerose pellicole cinematografiche di fama mondiale a partire dal film di Vittorio De Sica L’oro di Napoli del 1954, dove una giovanissima Sofia Loren preparava pizze fritte, ai più recenti film holliwoodiani come Mangia, Prega, Ama con Julia Roberts. L’ultimo fenomeno invece è quella della pizza gourmet con ingredienti insoliti e ricercati, presente anche in ristoranti stellati.

Dopo la panoramica sulla pizza il dr. Di Resta ha parlato della sua azienda, AdvertPizza, un amplificatore di Marchi e Prodotti che sono entrati nelle case di milioni di italiani. Un sistema di comunicazione non convenzionale che utilizza per i propri cartoni materiali di prima qualità, contrapponendosi alle aziende concorrenti anche grazie a queste caratteristiche. AdvertPizza oggi vede affiliate più di 1400 pizzerie in tutta Italia e ha distribuito in questi 9 anni di vita quasi 100 campagne pubblicitarie tra i quali, a sorpresa, anche qualcuno appartenente a un target molto distante: il settore lusso.

La Redazione de “La Notizia di Ginevra”

Conferenza e sfilata di moda di Rosa Addabbo dell’Istituto di moda Burgo in Svizzera

L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi, matrimonio e spazio al chiusoNel primo dei due eventi che hanno caratterizzato la seconda serata di gala di sabato 22 ottobre, nell’ambito del tema della XVI Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, è stata celebrata la moda con una conferenza sul tema: “L’Istituto di moda Burgo in Svizzera: innovazione e sviluppo nell’ambito della moda”.

Durante l’evento abbiamo avuto modo di conoscere più da vicino la direttrice della scuola di moda Rosa Addabbo, stilista e designer, con un’esperienza di oltre 30 anni nel fashion e attiva sul territorio svizzero con la sua impresa Couture & Designer Addabbo.

A seguito della sua introduzione è stata presentata al pubblico una collezione di abiti da sera, elaborati e pregiati, dove il design veniva visibilmente esaltato da una manifattura di eccellente livello.

Tra sete, pizzi, strass, paillettes e decorazioni colorate, alla fine, e come in ogni sfilata di prestigio che si rispetti, sono apparsi gli abiti da sposa.

E allora li, in un tripudio di stili dalle applicazioni più diverse, hanno fatto capolino alcuni meravigliosi abiti che convincerebbero al matrimonio anche i più reticenti. Ma non solo, accanto è stata presentata anche una parte della moda cerimonia uomo, portando il suo tocco di stile anche nell’universo maschile.

Estasiati da queste meraviglie il pubblico italiano in Svizzera aspetta ora il lancio, confermato per l’anno prossimo, della moda pret à porter.
Un grande grazie a Rosa Addabbo per questa meravigliosa esperienza.

Al termine del défilé, una Rosa Addabbo, visibilmente emozionata, ha ringraziato il pubblico ed il suo braccio destro, Monia Iovino, anch’ella presente alla sfilata anche in veste di mannequin.

Tanti gli applausi che hanno ricompensato la Addabbo per il lavoro portato e termine con successo.

A fine della serata Rosa Addabbo ha ritirato la sua targa offerta dalla SAIG ed un mazzo di fiori.

La redazione de “La Notizia di Ginevra”

XVI settimana della lingua Italiana nel mondo Quarto incontro del ciclo di conferenze

L'immagine può contenere: una o più persone e persone sul palcoIn partenariato con il “Service Agenda 21, Ville durable de la Ville de Genève”, e nel quadro della Settimana della lingua italiana organizzata dalla SAIG, giovedì 20 ottobre si è tenuta una conferenza sul tema dell’ “Immigrazione italiana in Svizzera”.

La moderatrice, la dr.ssa Rosita Fibbi, del forum svizzero per lo studio della migrazione e della popolazione dell’Università di Neuchatel, ha intervistato quattro persone, esponenti di due onde migratorie diverse.

Le prime due, il Sig. Antonio Scarlino, Presidente dell’Associazione Pugliesi, ed il Sig. Gino Piroddi, membro della SAIG, hanno ampiamente esposto le loro rispettive esperienze, raccontando il vissuto di quando si arrivava in Svizzera intorno agli anni ’50, e di quanto fosse importante l’associazionismo fra conterranei, proprio per potersi integrare meglio.

Dall’altra parte, e come rilevato dalla moderatrice sicuramente specchio dei giorni nostri, ha seguito il racconto di due signore, Marica Mazzotti e Sara Petrulio, arrivate – solamente – qualche anno fa a Ginevra sempre per lavoro, ma sicuramente con un trascorso ed una formazione ben diversa.

Dal dibattito è emerso come l’associazionismo, un tempo unico possibile strumento di sostegno e aggregativo, oggi è utilizzato solo ed esclusivamente per fare networking.

Di fatto, quel che ne è venuto fuori è che, se proprio vogliamo fare confronti tra le due ondate migratorie, certo troviamo spesso sensibili differenze…quel che resta ci evidenzia che, emigrato o espatriato che dir si voglia, si tratta sempre di italiani che cercano una vita migliore al di la dei confini della propria terra d’origine, della propria storia e lontani delle proprie tradizioni.

La Redazione “La Notizia di Ginevra”