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Il Consigliere di Stato Pierre Maudet: normalizzazione di più di un centinaio di persone con “l’Operazione Papyrus”

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E’ un onore e piacere per me essere accolto nelle colonne del vostro giornale. In qualità di Magistrato in carica presso l’Ufficio d’Integrazione degli Stranieri (BIE), vorrei qui dire quanto la comunità italiana sia un modello d’integrazione nel nostro cantone. Quanto il vostro contributo alla vita sociale e culturale della nostra città sia indiscutibile.

Nel contesto della mia attività alla presidenza del Dipartimento della Sicurezza e dell’Economia, ho anche la responsabilità della promozione economica in cui la mia sfida principale è quella di garantire gli impieghi e le entrate fiscali. Il mio obiettivo è infatti quello di mantenere la prosperità della nostra città tramite delle condizioni quadro che siano attrattive per le imprese del nostro cantone.

Se dovessi riassumere la mia attività politica in due parole, è proprio questo del resto il termine che precisamente userei. Ossia l’attuazione di condizioni quadro che permetterebbero di migliorare la nostra città tanto a livello economico quanto a livello di sicurezza e spesso i due contemporaneamente. Un esempio? L’operazione Papyrus che risponde a questi due criteri insieme.

Attraverso questa misura, il Cantone di Ginevra vorrebbe garantire una risposta pragmatica, globale e innovatrice alla situazione personale e professionale degli stranieri senza permesso.

Proponendo la normalizzazione di più di un centinaio di persone, il Cantone si assume le proprie responsabilità in materia di lotta contro le sotto-offerte salariali ed il lavoro in nero oltre ad assolvere il suo dovere di proteggere le persone in situazioni precarie e particolarmente esposte ad ogni forma di abuso. Questo processo di normalizzazione si svolge nel rispetto rigoroso del quadro legale in vigore (articoli 30, al.1, let. b LEtr et 31 OASA) secondo dei criteri oggettivi e cumulativi definiti tenendo conto del margine di valutazione possibile. Tra questi, una durata di soggiorno minima dai 5 ai 10 anni, un’integrazione riuscita misurata attraverso la conoscenza del francese ma anche e soprattutto l’assenza di condanne penali e un’indipendenza finanziaria completa da parte delle persone interessate.

Si tratta dunque di una misura non solo economica ma anche di sicurezza: il consolidamento della lotta contro il lavoro in nero ne è un esempio lampante. Questo rafforzamento della sicurezza nel nostro cantone è del resto al centro della mia azione politica.

A tal proposito, e benché abbia la tendenza a dire che mantenere la sicurezza è una sfida permanente, sono contento del fatto che la criminalità si sia abbassata in questi ultimi anni nel nostro cantone, come testimoniano le ultime statistiche della polizia.

Tuttavia, non posso dirmi totalmente soddisfatto di questa evoluzione favorevole visto che il numero d’infrazioni rilevate a Ginevra, Cantone e città, è ancora troppo alto rispetto al resto della Svizzera. Se il contesto economico, urbano e geografico costituisce un elemento d’implicazione, la necessità di proseguire con determinazione l’azione iniziata ne uscirà più palesemente. Del resto è una delle ragione che mi ha permesso d’istituire una nuova legge sulla polizia che compirà i propri sforzi negli anni a venire.

Uno dei suoi progressi sarà anche il rinforzo della polizia di prossimità, attraverso l’istituzione di un’unità dedicata, che comporterà un’ulteriore presenza della polizia nei quartieri.

Questo tuttavia non è che uno degli anelli della catena in materia di sicurezza. Perché se ci vogliono dei poliziotti per catturare dei criminali, ci vogliono anche dei giudici per condannarli ma anche e soprattutto di strutture detentive in numero sufficiente ove scontare la propria pena.

E’ precisamente questa la ragione che mi spinge a voler dotare il nostro cantone di una nuova prigione – lo stabilimento di Dardelles, accanto a Champ-Dollon – che permetterà, finalmente, di raggruppare i detenuti ginevrini in esecuzione di pena, attualmente sparpagliati in diverse prigioni, comprese quelle fuori dal Cantone, il tutto permettendo di rendere la prigione di Champ-Dollon alla sua vocazione preventiva.

In conclusione, m’impegno quotidianamente per cercare di migliorare la qualità di vita della nostra città, in modo che Ginevra resti una città in cui vivere bene. Non esitate a contattarmi tramite la mia pagina facebook/pierremaudet.ch con lo scopo di mettermi a parte delle vostre richieste e delle vostre preoccupazioni.

Pierre Maudet
Consigliere di Stato

UNA PICCOLA SVOLTA NELL’“AMNISTIA SOCIALE A GINEVRA”

L'immagine può contenere: 3 persone, persone in piedi e vestito eleganteLa SAIG incontra con il Consigliere di Stato Mauro Poggia

Come noto, ormai da qualche giorno tutti coloro che sono beneficiari a Ginevra di aiuti sociali, hanno ricevuto un’informativa dal DEAS (Dipartimento dell’impiego, affari sociali e salute) a firma del Consigliere di Stato Mauro Poggia, mediante la quale sono stati informati che dal 1 ottobre 2016 è entrata in vigore una nuova norma del codice penale svizzero che punisce chi è responsabile di reato di truffa agli enti assistenziali nel momento in cui chi ha richiesto, o riceve comunque aiuti, senza aver dichiarato la totalità del proprio patrimonio ovunque si trovi nel mondo.

Con la predetta informativa gli interessati sono stati resi edotti, in maniera puntuale, circa l’esistenza questa norma, le sanzioni che essa prevede (compresa l’espulsione dal territorio svizzero da 5 a 15 anni per coloro che non hanno nazionalità svizzera) e la possibilità di inviare una domanda di regolarizzazione, entro e non oltre il 31 dicembre 2016, onde evitare la procedura penale e l’espulsione. Attenzione, però. Quanto all’eventuale restituzione di quanto indebitamente percepito considerando un periodo di tempo di 7 anni, la domanda di regolarizzazione non eviterà questa ipotesi. Non si tratta, cioè, come da qualcuno sostenuto, di un’amnistia totale, bensì semplicemente di evitare problemi di tipo penale e non anche di tipo finanziario.

Va detto che questa possibilità è stata prevista nel solo cantone di Ginevra dal momento che il Consigliere di Stato Mauro Poggia ha stilato un accordo con il Procuratore generale in modo da attendere la fine del 2016 per iniziare le denunce penali previste dalla normativa appena entrata in vigore. Negli altri cantoni nulla di tutto ciò è stato, all’oggi, ancora previsto.

La SAIG, nella persona del coordinatore Carmelo Vaccaro, con la collaborazione dell’Avv. Alessandra Testaguzza, consigliere giuridico della Società, si è fatta promotrice di un’iniziativa volta a sensibilizzare le autorità di competenza cantonali, nella persona del Consigliere di Stato, Mauro Poggia, affinché potesse prolungare il periodo offerto per procedere alla regolarizzazione, atteso che la tempistica è piuttosto stretta. E proprio di questo la mattina dell’11 novembre si è parlato presso l’ufficio del Consigliere di Stato.

Stante il fatto che, come riferito da Poggia, non è possibile estendere ulteriormente il periodo già programmato, Carmelo Vaccaro ha però ottenuto l’autorizzazione a che la SAIG proceda ad inviare dei formulari, che saranno all’uopo predisposti proprio dal Dipartimento, debitamente compilati, in modo da offrire un canale molto rapido e semplificato a tutti coloro che vorranno inviare la domanda di regolarizzazione nei tempi stretti ancora utili.

In pratica, la SAIG potrà, dunque, mettere a disposizione un mezzo rapido, adeguato e, soprattutto, autorizzato per presentare la domanda di regolarizzazione senza dover allegare alcuna documentazione, attività che potrà essere poi compiuta con calma in un momento successivo. Inoltre, previo specifico accordo di Mauro Poggia con il Consigliere di Stato, Serge Dal Busco, le domande inviate tramite questa procedura, saranno considerate automaticamente valide anche per il fisco svizzero, nel senso di piena adesione anche all’amnistie fiscale partielle 2010. Tali domande, da inviare entro e non oltre il 31.12.2016, come già previsto, potranno essere trattate anche nei primi mesi del 2017.

In questo modo si riuscirà a conciliare tutte le esigenze: la necessità di mettersi in regola, sia con il DEAS che con l’Hôtel des finances, la rapidità della procedura nei termini previsti e la possibilità di reperire tutta la documentazione necessaria in un momento successivo.

Chi deve procedere ad una domanda di regolarizzazione?

Tutti coloro che beneficiano di aiuti sociali, sia richiesti esplicitamente, sia erogati d’ufficio (pensiamo a quanti ricevono uno sconto di pochi franchi sul pagamento dell’assicurazione malattia, facilitazione decisa dalle istituzioni preposte sulla base delle dichiarazioni delle imposte. Dichiarazioni, che, però, possono non essere complete, perché mancanti dei beni posseduti all’estero) e, dunque: aiuti per il pagamento dell’alloggio, per le spese mediche e/o dentistiche, per i mezzi pubblici, per l’assicurazione malattia ed anche aiuti erogati dall’Hospice général.

Dopo questa prima fase che, certamente, va ad evitare problemi penali, compresa l’espulsione, si aprirà una fase di deposito documentazione, che verrà richiesta agli aderenti alla regolarizzazione, e, successivamente, gli uffici procederanno a rifare i conteggi sulla base di quanto dichiarato e a richiedere, se ne dovessero ricorrere gli estremi, la restituzione, in tutto o in parte, di quanto indebitamente percepito, con una retroattività di 7 anni.

Va da sé che, in caso di difficoltà nella restituzione, gli uffici potrebbero accettare un accordo per facilitare il rientro dal debito.

Concludendo, dunque, la SAIG ha già ricevuto, come da accordi, il formulario predisposto dal DEAS per permettere una rapida adesione all’iniziativa messa in campo dal Consigliere di Stato Mauro Poggia e, attraverso il Consulente legale l’Avv. Alessandra Testaguzza e i collaboratori di cui si avvale, darà un aiuto concreto a tutti coloro che si recheranno presso la sede per riempire detti formulari, provvedendo, inoltre, anche all’invio/deposito delle domande di regolarizzazione al Dipartimento.

Dopo questo incontro col Consigliere di Stato, Mauro Poggia, abbiamo preso coscienza che non vi è più tempo di riflettere ma di agire uniti per informare i cittadini tutti a quali rischi corrono se non regolarizzano in tempo la propria posizione fiscale.