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L’opera dei pupi – della famiglia di Ignazio Puglisi chiude la seconda serata di gala

L'immagine può contenere: 7 persone, persone che sorridono, persone in piedi e vestito eleganteIn chiusura della seconda serata di gala di sabato 22 ottobre, la SAIG ha proposto in Svizzera lo spettacolo dell’Opera dei Pupi Siciliani. La rappresentazione ci è stata presentata dalla famiglia Puglisi, pupari di tradizione da ormai cinque generazioni, che ha proposto spettacoli in numerosi teatri italiani ed esteri.

Ad assistere allo spettacolo dei pupari siciliani anche il Console Generale d’Italia a Ginevra, presente in molti eventi durante la settimana, che ha ospitato il suo collega di Basilea, il Console Michele Camerota. Inoltre, era presente il Consiglio Amministrativo della Città di Carouge guidato dal Sindaco Nicolas Walder, i presidenti dei Com.It.Es di Berna e Neuchâtel, Mariachiara Vannetti del Comites VD-FR-VS, Grazia Tredanari.

L'immagine può contenere: 7 persone, persone che sorridono, persone in piedi e vestito eleganteIn effetti, se il teatro delle marionette ha un’origine antichissima e diffusa in molti paesi del mondo, in Sicilia – quest’arte – nasce già nell’800 e assume una caratterizzazione unica che si distingue dal classico teatro delle marionette sia per i contenuti che per la tecnica, prendendo il nome di «OPRA DE’ PUPI » .

E così per oltre due secoli i PUPI SICILIANI, abilmente animati da generazioni di “Pupari”, hanno costituito l’unica fonte di istruzione e una delle poche occasioni di svago e di divertimento per le classi più umili in un primo tempo, ma che in seguito apprezzata anche dalla borghesia.

Nelle epoche passate il successo fu tale che vennero trasposte e arrangiate in versione marionettistica anche famose opere liriche, ma la “vera” Opra de’ Pupi è costituita essenzialmente da due filoni: le gesta di Rè Artù e i dei Paladini di Francia e alcuni personaggi popolari, come:”Virticchiu e suo compare”. A noi sono state presentate le gesta di Orlando e Gano di Magonza, nella disfatta di Roncisvalle.

Un’altra peculiarità dei pupi siciliani è data dal fatto che ciascuno di essi è un’opera d’arte unica, una scultura di legno, metallo e stoffa, mossa da due aste metalliche, una sulla testa e l’altra nella mano destra, e, da alcuni fili generalmente di spago, differenziandosi ancora di più dalle tradizionali marionette (molto più piccole e mosse solo da dei fili). In particolare i personaggi che sono stati portati in scena sono copie fedelissime degli originali, figure alte 1.30 cm e pesanti oltre 30 kg.

Purtroppo il teatro dei pupi è un’arte in via d’estinzione; “L’opera” è stata riconosciuta ed inserita dall’UNESCO tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità.

Ad un certo punto della rappresentazione, gli abili pupari, con un colpo di scena, hanno voluto togliere i veli delle quinte per mostrare quanto sia complesso, faticoso, peculiare ed articolato il maniari (manovrare) e – contemporaneamente – dar voce ai pupi.

Il pubblico della Salle des Fêtes de Carouge ha potuto apprezzare questa professione artistica ed è straordinario notare come ancora oggi adulti e bambini, seppur smaliziati da mirabolanti effetti speciali e videogames, restino incantati ed a bocca aperta dinanzi a questi ormai rari spettacoli d’arte.

Al termine dello spettacolo, si è proceduto a premiare e ringraziare, con una targa commemorativa, tutta l’organizzazione, gli invitati e i dirigenti SAIG per tutto il lavoro svolto nella realizzazione dei più di venti eventi.

La redazione de “La Notizia di Ginevra”

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