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L’Associazione toscana dei Lucchesi nel Mondo festeggia il suo Carnevale

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16463056_1415526721831331_2029084300981086700_oLo scorso 4 febbraio, l’Associazione Lucchesi nel Mondo, ha aperto le festività carnevalesche nel Cantone di Ginevra con una serata danzante. Ormai, quella del Carnevale è una tradizione che poche realtà iralo-ginevrine hanno nel loro programma. Come usanza i lucchesi ginevrini, propongono una festa di Carnevale, riempiendo quasi completamente la Sala di Vernier Place coi suoi 200 posti. Difatti , il Comitato dei Lucchesi di Ginevra, con in testa il Presidente Menotti Bacci, ha ricevuto più di 170 ospiti, in maggioranza toscani, ad una festa dal profilo indiscutibilmente famigliare, come negli intenzioni dei promotori. Buona e soddisfacente, dunque, l’affluenza di quanti hanno voluto approfittare di questa festa per ritrovarsi tra connazionali a condividere le tradizioni del Bel Paese, godendo, al contempo, della compagnia e dell’atmosfera.

Tra gli invitati si notava la presenza di molti rappresentanti istituzionali e associativi come quella del Console Generale di Ginevra, Antonino La Piana, che, ci ha onorato della sua presenza, la prima per la comunità toscana ginevrina, il Presidente del Com.It.Es, il Coordinatore SAIG, i presidenti delle Associazioni come l’Ass. Regionale Pugliese, l’Ass. Calabrese, l’Ass. Bellunesi nel Mondo, l’Ass. friulana Fogolâr Furlan, Il Gruppo Alpini, l’Ass. Emiliano-Romagnoli.

Come in ogni incontro festivo di questo genere, i veri protagonisti della serata è stato il pubblico che si è lasciato volentieri coinvolgere dalle avvincenti note della musica italiana, offerta anche in questa occasione dall’ Orchestra di Casa Nostra, la cui presenza stabile in molte delle feste della comunità italiana di Ginevra, assicura le danze fino a tarda notte. I numerosi ballerini della serata hanno dimostrato una volta ancora che con l’atmosfera giusta ci si può divertire a tutte le età.

Tanto movimento anche per sfruttare le energie fornite dalla abbondante e gradita cena. Il menu è consistito nei tordelli alla lucchese e brasato di Brunello con purea di patate. Oltre ai famosi cenci, tipica frittella lucchese preparata in occasione del carnevale, il dessert è consistito in una grandissima torta, realizzata in occasione del compleanno dei due ottuagenari Vittorio Bacci e Vittorio Vitali, fondatori dell’Associazione Lucchesi nel Mondo

16422498_1415526715164665_7715053282215624036_oIl presidente Bacci, dopo aver rinnovato i ringraziamenti all’instancabile squadra di cucina e agli aiutanti, il cui operato ha reso la serata un successo, nonché a tutti i presenti. ha proposto agli ospiti una lotteria con in palio una ventina di premi, tra cui molti prodotti tipici della Toscana, e, in particolare, alcuni vini pregiati. Ancora una volta la sezione ginevrina dell’associazione Lucchesi nel Mondo è riuscita nel suo intento. Offrire una serata gradevole e spensierata a tutti i presenti esaltando le peculiarità italiane locali che caratterizzano la splendida regione Toscana.

Un ringraziamento, dunque, al presidente Menotti Bacci e al suo Comitato, per aver realizzato ancora una volta un incontro riuscito e molto gradito dai presenti.
CAL.TEVA

L’Associazione Calabrese Ginevra nomina Francesco Decicco Presidente per il biennio 2017 – 2019

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16406813_1407908102593193_5298905969568694663_nIl 22 gennaio scorso, nei locali della SAIG, si sono svolti i lavori dell’Assemblea Generale ordinaria, dove si è rinnovato il Comitato Direttivo dell’Associazione Calabrese Ginevra (ACG).

Dai lavori statutari è uscita la conferma dei membri del Comitato uscente, ed eletto quattro nuovi membri, i cui raggiungeranno il laborioso gruppo che continuerà a portare alti i colori ed i valori della cultura calabrese.
La Seduta ha salutato, con un’emozionante applauso, il Presedente uscente, Silvio Isabella Valenzi, che è rimasto alla testa dell’Associazione Calabrese negli ultimi dodici anni, aggiungendosi ai sei anni precedenti. L’incontro annuale dei calabresi ginevrini, si è terminato con gli auguri di un meritato riposo al Presidente uscente Silvio Isabella, attorno ad una cena preparata per l’occasione.

Due giorni di riflessione, sono bastati al nuovo Comitato per riunirsi ed eleggere le cariche, come prevede lo Statuto dell’Associazione Calabrese. Di fatti, in occasione del primo incontro del neo eletto Consiglio, sono stati chiamati a ricoprire la carica di Presidente, Francesco Decicco. Le altre cariche sono state distribuite come segue: Tommasina Isabella Valenzi, Vice Presidente, Irma Zurzolo, Cassiere, Gianpiero Isabella Valenzi, Vice Cassiere, Maria Kressibucher Perugino, Segretaria. Consiglieri sono, Antonio Folino, Giuseppe Folino, Immacolata Pungitore, Gianni Zurzolo, Giuseppe Rocca e Giuseppe Mastroianni.

Il neo Presidente, ha già espresso il desiderio di valorizzare i corregionali e l’Associazione Calabrese, attraverso nuovi eventi di carattere socio-culturale come, per esempio, evidenziare autori, scultori e pittori calabresi. Naturalmente, senza tralasciare quelli che sono le prelibatezze culinarie di cui la Regione Calabria si rispecchia come una colonna portante della cucina italiana.

Francesco Decicco, nato a Curinga in Provincia di Catanzaro, conosce molto bene l’emigrazione calabrese ed italiana, per aver militato nell’Associazione Calabrese per venticinque anni e per aver professato in vari lavori dove gli hanno permesso di frequentare e conoscere, in profondità, l’emigrazione italiana. Membro del Comitato Assistenza Educativa (CAE), il Presidente Decicco ha collaborato strettamente con la SAIG per la realizzazione di diversi progetti socio-culturali

Carmelo Vaccaro

Ritorna la Pizza, al primo Corso di Cucina SAIG del 2017

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Forse non tutti sanno che la pizza, gustosissimo e modernissimo alimento, ha più di 400 anni.
In occasione dell’incontro dello scorso 26 gennaio e dopo la pausa per le feste di fine anno, al primo Corso di Cucina della SAIG 2017 ritorna la Pizza fatta in casa.

Indubbiamente, di tutti i prodotti caratteristici della cucina italiana, la pizza è tra i più conosciuti e apprezzati al mondo. Come abbiamo avuto modo di affermare, non è un certo caso che la classica pizza napoletana con pomodoro, mozzarella e basilico raffiguri i colori del nostro Tricolore: un sapore unico, semplice nella preparazione, ma in grado di sprigionare tutti i profumi italiani e di soddisfare tutti i palati, di grandi e piccini.

Al corso di Cucina della SAIG (che continua il suo percorso con grande partecipazione, malgrado questo primo corso di inizio anno abbia visto dimezzare il numero delle abituali frequentatrici impossibilitate e partecipare a causa dell’influenza o ancora in ferie), non potevano di certo mancare delle specifiche lezioni per apprendere i segreti di questo impasto meraviglioso da condire a proprio piacere e secondo la fantasia del momento.

Per questo difficile compito, la SAIG ha affidato l’incombenza dell’insegnamento della preparazione di una buona pizza italiana, che va a completare il corso di cucina già ricco di tante prelibatezze della nostra bella Italia, al responsabile di questa attività, Menotti Bacci, Presidente dell’Associazione Lucchesi nel Mondo, coadiuvato dal neo Presidente dell’Associazione Calabrese Ginevra, Francesco Decicco e dal Cassiere Gino Piroddi.

16179162_1403114963072507_7627895500433277688_oLa storia della pizza
“”La storia ci racconta che Raffaele Esposito, il miglior pizzaiolo di quell’epoca, realizzò tre pizze classiche: la pizza alla Mastunicola (strutto, formaggio, basilico), la pizza alla Marinara (pomodoro, aglio, olio, origano) e la pizza pomodoro e mozzarella (pomodoro, olio, mozzarella, origano), realizzata in onore della Regina Margherita ed i cui colori richiamavano intenzionalmente il tricolore italiano.

La pizza nasce, difatti, intorno al 1600, dall’innegabile ingegno culinario meridionale, bisognoso di rendere più appetibile e saporita la tradizionale schiacciata di pane. Agli inizi, si trattava semplicemente di pasta per pane cotta in forni a legna, condita con aglio, strutto e sale grosso, oppure, nella versione più “ricca”, con caciocavallo e basilico.

La pizza marinara risale al 1734, mentre la pizza Margherita è degli anni 1796-1810. Nel giugno 1889, per onorare la Regina d’Italia Margherita di Savoia, il cuoco Raffaele Esposito preparò la “Pizza Margherita”, una pizza condita con pomodori, mozzarella e basilico, per rappresentare, come detto, il bianco, il rosso ed il verde della nostra bandiera.

La sovrana l’apprezzò così tanto da volerne ringraziare ed elogiare l’artefice per iscritto, l’unico modo per contraccambiare questo gesto da parte del pizzaiolo, fu quello di dare il nome della Regina alla sua creazione culinaria, che da allora per tutti si chiama così: “Pizza Margherita”.
Oggi possiamo dire che la nostra pizza di strada ne ha percorsa tanta, diventando uno dei piatti cult piu’ apprezzati nel mondo, stante anche il fatto che si presta ad infinite declinazioni quanto agli ingredienti da utilizzare, secondo le stagioni e la fantasia, alle dimensioni e forme, alla semplicità di realizzazione che permette in ogni momento di riunirsi intorno ad un tavolo e godere della compagnia della famiglia e degli amici gustando al meglio questa specialità.

Carmelo Vaccaro

Dopo aver ricevuto le conferme attese, la Società delle Associazioni Italiane di Ginevra si pregia di presentare il “Comitè d’Honneur”

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La SAIG termina a Ginevra il Tour in Svizzera per incontrare la rappresentanza istituzionale, con l’intervista al Console Generale, Antonino La Piana

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16115078_1398850553498948_193604583468272803_nIl 17 novembre, la SAIG ha incontrato l’ultimo Console in ordine di tempo, ma primo come importanza, visto che è il Console Generale d’Italia a Ginevra ove la SAIG ha la sede, Antonino La Piana.

Dopo la doverosa introduzione da parte del coordinatore Vaccaro, è stato fatto presente al Console, che la SAIG ha realizzato un bel progetto da esportare in tutta la Svizzera affinché si trovino delle collaborazioni nei comuni limitrofi a Ginevra (nel Vallese e nel Canton Vaud) per l’apposizione di monumenti dedicati all’immigrazione italiana. Su tale iniziativa il Console ha espresso entusiasmo e disponibilità e, ritenendola un’iniziativa interessante, si adopererà per la realizzazione di questo progetto, prendendo contatti con le autorità locali degli altri cantoni.

La seconda domanda posta al Console ha riguardato in particolare la sua importante esperienza come diplomatico ma anche la sua ecletticità in vari settori (che comprendono anche la scrittura di libri). In quale modo, dunque, gli è stato chiesto, queste sue prerogative possono favorire il dialogo tra le differenti realtà associative presenti a Ginevra. Il Console ha riferito che, stante la presenza di molte problematiche, fare previsioni è qualcosa di molto complesso. Quando si arriva in un paese bisogna conoscere le realtà, le persone, la collettività, le autorità locali, capire quali siano le problematiche ma anche i punti di forza da valorizzare. Metterà dunque, la sua esperienza per metterla a favore della collettività per installare con le autorità locali dei rapporti proficui affinché possano aiutare la collettività italiana sia a Ginevra, sia negli altri tre cantoni di cui è responsabile.

Riguardo al fatto che Ginevra è una città ad ampio respiro internazionale, fatto che potrebbe comportare una differenza rispetto alle altre sue esperienze consolari, il Console ha risposto affermativamente, sottolineando che, comunque, ogni paese ha le sue caratteristiche che vanno conosciute e rispettate e, anche in questo caso, farà il possibile per meglio conoscere questa città e migliorare il suo lavoro in questo cantone.

16114810_1398850556832281_7713829258140886812_nQuanto all’immigrazione vecchia e nuova ed alle differenze di esigenze che presentano, La Piana riferisce che ritiene essere importante che la vecchia immigrazione che ormai ha esperienza che ha vissuto in un altro paese, aiuti i nuovi immigrati ad adattarsi, ad integrarsi. In fondo si tratta anche degli stessi problemi che magari si affrontano in un modo diverso, date anche le condizioni diverse, però alcuni punti fermi restano, come ad esempio la ricerca di un lavoro. Sarebbe, dunque, importante fare un fronte comune, utilizzare le belle realtà associative che esistono a Ginevra per veramente far lavorare tutti insieme eliminando i problemi. Il Consolato, naturalmente, fa la sua parte per tutti.

Per quanto riguarda, quindi, la sua organizzazione in seno al Consolato di Ginevra, forte delle sue precedenti esperienze in molti altri paesi, auspica una fattiva collaborazione di tutte le parti in campo (COMITES, CGIE, realtà associative) in modo da favorire un lavoro proficuo in favore dei residenti nella sua circoscrizione consolare. Secondo La Piana l’unione fa la forza ed in questo senso intende lavorare.

Quanto al tavolo di confronto e di dialogo relativamente ad una eventuale riforma di legge per i COMITES ed i CGIE, La Piana ha fatto presente che qualora si aprisse un tavolo di discussione di tal genere, il Consolato di Ginevra potrebbe fare la sua parte, ascoltando tutte le esigenze ed essendo sempre e comunque aperti al dialogo.

Il video dell’intervista è disponibile su www.ciaoitalia.tv

CAL.TEVA

Amnistia fiscale e reato di truffa agli enti assistenziali – aggiornamenti

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15977089_1388192951231375_1806770582030127313_nCon il 2017 inizia un altro anno durante il quale il fisco svizzero permetterà ancora ai suoi contribuenti di poter aderire, senza incorrere in ammende e procedimenti penali, all’amnistia fiscale, attraverso una domanda scritta ed inviata con raccomandata all’amministrazione fiscale cantonale.

Questa denuncia spontanea permette ai contribuenti, come già ripetuto e scritto molte volte, di dichiarare il proprio intero patrimonio ovunque esso si trovi. I contribuenti potranno informare il fisco ancora per tutto il 2017, tenendo ben presente che da gennaio 2018 inizierà lo scambio di informazioni automatiche tra un paese e l’altro e, dunque, da quel momento, più elevato sarà il rischio che l’amministrazione fiscale venga a conoscenza di patrimoni, esistenti all’estero, non ancora dichiarati.

Bisogna ricordare che, al di là dello scambio automatico di informazioni che riguarderà i conti bancari, il fisco dispone anche di altri strumenti, come ad esempio, l’interrogazione del catasto, banca dati pubblica ed accessibile a tutti, nella quale tutti gli immobili sono registrati e, dunque, semplicemente con i dati anagrafici si può agevolmente risalire al proprietario.

Quanto ai supplementi di imposta da pagare sugli ultimi 10 anni, come prevede l’amnistia fiscale, va detto che il calcolo viene effettuato caso per caso e tiene conto di molteplici fattori, quali, ad esempio, i redditi percepiti annualmente, le deduzioni di imposta che l’amministrazione fiscale prevede (ad esempio a Ginevra una coppia sposata ha una deduzione di imposta annuale di 165.678 franchi e, dunque, se ha una fortuna di 150.000 franchi, non pagherà alcuna imposta), la fortune già esistente in Svizzera, etc.

Sottolineo che la doppia imposizione è vietata dalle convenzioni internazionali (l’Italia e la Svizzera hanno sottoscritto una convenzione il 9 marzo 1976 entrata in vigore il 27 marzo 1979) e, dunque, se le imposte sono state già pagat nel paese ove i beni si trovano, le stesse imposte nn verranno richieste anche nel paese ove si è contribuenti. Per quanto riguarda i beni immobili, dunque, nessuna imposta immobiliare verrà richiesta, posto che le imposte immobiliari sono di esclusiva comptenza dello Stato ove gli immobili si trovano. Ma in Svizzera viene comunque calcolato il valore locativo, calcolato secondo una percentuale forfettaria del 4,5% a partire dal valore commerciale degli immobili. Detto valore locativo viene poi aggiunto ai propri redditi, come se gli immobili in questione fossero, di fatto, affittati. Se, poi, questa addizione vada ad incidere o meno sullo scaglione di riferimento oppure no (cioè se il contribuente andrà a pagare qualcosa in più), questo dipenderà da caso a caso, tenendo anche conto delle precedenti dichirazioni fiscali. A fronte della presentazione della denuncia spontanea, il reddito potrebbe, in effetti, aumentare fino a determinare uno scaglione impositivo superiore e, in questo caso, il contribuente potrebbe vedere aumentate le imposte da pagare. Ma non è detto: in caso di patrimoni di scarso valore (come una piccola casa, un conto corrente di scarso valore, una pensione minima), il contribuente non dovrebbe subire differenze.

Quanto alle imposte sulla “fortune”, questa verrà calcolata sommando il patrimonio già presente in Svizzera a quello presente in un altro Stato (valore degli immobili, denaro depositato in banca, investimenti, etc.) e il totale, verrà utilizzato per calcolare il tetto imponibile (che va dallo 0,34% all’1%).

Nonostante tutto, a fronte di questa possibilità, molti ritengono ancora che non sia opportuno procedere ad autodenunciarsi, dimenticando, pero’ che se non lo fanno un domani a subirne le conseguenze saranno i figli che erediteranno dei beni che per il fisco svizzero non esistono e se l’amnistia fiscale non sarà piu’ in vigore, avranno non pochi problemi da risolvere. Consiglio, quindi, di riflettere bene prima di prendere una decisione che possa pregiudicare la tranquillità dei propri discendenti in futuro.

Quanto al reato di truffa agli enti assistenziali, entrato in vigore dal 1 ottobre 2016, va detto che, spirato il termine del 31.12.2016 (concesso dal Consigliere Mauro Poggia a coloro che beneficiano di aiuti sociali e che non avevano dichiarato l’intero proprio patrimonio in sede di richiesta di aiuti o di rinnovo), per inviare una domanda di regolarizzazione con raccomandata, il Procuratore Generale darà corso alle indagini del caso a partire da quest’anno. Tutti coloro che non avranno inviato la domanda di regolarizzazione nel predetto termine, rischiano, dunque, di incorrere, da questo momento in poi, nelle sanzioni penali previste dalla normativa che includono, per le persone che non abbiamo nazionalità svizzera, l’espulsione dal paese, per non parlare della restituzione di quanto indebitamente percepito. Sottolineao che i 7 anni previsti possono diventare 15 nel caso di riconoscimento del reato di truffa.

Quanti, invece, abbiano aderito all’iniziativa messa in campo da Poggia (ricordiamo che Ginevra è stato l’unico cantone che non solo ha debitamente informato tutti gli assistiti, ma che ha anche previsto un breve periodo di tempo per regolarizzarsi), non saranno soggetti a procedimenti penali, né all’espulsione, ma, in qualche caso, dovranno procedere alla restituzione, in tutto o in parte, di quanto percepito.
Bisognerà, ora, attendere che gli uffici preposti facciano i calcoli per stabilire se vi sarà restituzione oppure no.

Infine, come di consueto, indico le date per le consulenze legali presso la sede della Società delle Associazioni Italiane di Ginevra (SAIG) nel mese di febbraio: lunedì 6 e 20 dalle 14 alle 17.

Avv. Alessandra Testaguzza