La sera di venerdì 2 febbraio scorso, il Console di Ginevra, Dott. Antonino La Piana e la sua gentilissima consorte, Dott.ssa Daniela D’Orlandi, hanno messo a disposizione la propria residenza per presentare il programma per la XVIII edizione del FESTIVAL VERDI che da 18 anni a questa parte si tiene a Parma e Busseto.
Il Direttore generale del teatro Regio di Parma, Anna Maria Meo, ha illustrato ai presenti il programma per il prossimo autunno ricchissimo di iniziative, spettacoli, novità di cui i numerosi ospiti, attesi anche per quest’anno, potranno godere appieno.
Per celebrare le opere di Giuseppe Verdi, sono state previste 4 opere Macbeth, Un giorno di Regno, Le Trouvère e Attila in 3 diverse locations (Teatro Regio, Teatro Verdi di Busseto e Teatro Farnese), luoghi meravigliosi che saranno appositamente allestiti per accogliere le opere in programma. 3 le orchestre, 2 i cori, 6 le commissioni in prima assoluta, 25 gli eventi per 70 appuntamenti in 25 giorni.
Per quanto riguarda il programma di quest’anno, “i titoli scelti – ci informa la Meo- disegnano un percorso che ruota attorno all’elemento soprannaturale, al mistero, alla paura, a figure simbolo incarnazione del male assoluto, come Macbeth e Lady Macbeth nel titolo d’apertura, la zingara Azucena, col suo marchio d’infamia che è uno stigma sociale, Attila, il flagello di dio, il Re degli Unni che incombe minaccioso e distruttivo su Roma e la cristianità. Neri presagi, apparizioni fatali, sogni, visioni allucinatorie, sangue, morte, fuoco, omicidi, terrore: le streghe di Macbeth con la loro profezia, il fantasma di Banco, il padre che appare in sogno a Odabella, il sogno premonitore di Attila, il “soffio procelloso” che spegne i fuochi nel campo degli Unni, la pira che arderà Azucena e il rogo dell’infante; Immagini forti, ai limiti dell’orrore, un senso di disordine, di kaos, di dolore per un ordine della natura che viene stravolto e negato accomunano le tre opere di quest’anno in scena a Parma, affidate a team artistici di grande livello: oltre a Robert Wilson, il cui genio interpretativo e il cui rigore formale si misureranno con lo spazio affascinante del Farnese per Trouvère, l’allestimento di Macbeth – con un trio d’interpreti d’eccezione come Luca Salsi, Michele Pertusi e Anna Pirozzi, – vedrà la regia di Daniele Abbado con le scene di Graziano Gregori, creatore di immagini di cruenta e struggente poeticità; Attila è affidato alla sapiente e profonda analisi interpretativa di Andrea de Rosa che si avvale della collaborazione di Aurelio Colombo per le scene”.
“Diverso il clima che si respirerà al Teatro Verdi di Busseto – continua la Meo – con i giovani del Concorso Internazionale Voci Verdiane e dell’Accademia verdiana che si cimenteranno con il primo Verdi di Un giorno di regno nell’elegante allestimento ispirato proprio a queste terre di un grande maestro come Pier Luigi Pizzi, qui reinventato da Massimo Gasparon”.
Il programma sarà completato da alcuni appuntamenti speciali come il Gala per il compleanno di Giuseppe Verdi e il concerto diretto da Roberto Abbado che vedrà protagonisti i due complessi già impegnati nei due titoli d’opera al Teatro Regio di Parma, la Filarmonica Arturo Toscanini e il Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani.
Sul piano musicale questa edizione vedrà il debutto di Roberto Abbado, in qualità di Direttore Musicale del Festival
Anna Maria Meo, affascinante e grande comunicatrice, ha catturato l’attenzione e l’interesse di tutti i presenti alla serata, descrivendo le molteplici iniziative messe in campo oltre alla classica esecuzione delle opere nei teatri. “L’Arte – ha sottolineato – deve essere come un fiume che esonda ed arriva a tutti attraverso le strade ed i luoghi pubblici, permettendo, così, la partecipazione di tutti, anche di coloro che considerano l’opera un settore ristretto a pochi intellettuali. L’opera, al contrario, è viva e palpitante e tutti debbono poterne usufruire”. Ecco, allora, che da alcuni anni viene organizzato anche il Verdi Off, una rassegna che accompagna il Festival, che utilizza spazi diversi, come ad esempio le Sale del Palazzo Ducale del Giardino, attuale sede del RIS di Parma e che non sono aperte al pubblico, ma che quest’anno ospiteranno i concerti di “Mezzogiorno in Musica”, permettendo al pubblico di godere l’arte della musica in un luogo d’arte esso stesso.
Inoltre, anche i cittadini di Parma vengono coinvolti. Chiunque voglia e possa mettere a disposizione la propria casa per un concerto è il benvenuto. L’organizzazione metterà a disposizione un pianoforte, un musicista, un cantante ed un accordatore. Ed ecco che si compie la magia. I numerosi partecipanti stranieri potranno entrare nelle case italiane, ascoltare musica in modo diverso ed originale, capire come si vive in Italia, interloquire con i proprietari, scambiarsi idee, contatti, creare, perché no, amicizie, e magari avere anche l’opportunità di assaggiare del parmigiano accompagnato da un buon bicchiere di vino.
L’organizzazione di questo Festival ha permesso anche l’introduzione di importanti iniziative sociali. Parte dei cori è, infatti, formata da persone che stanno scontando una pena per reati minori in carcere. Ecco che allora la musica diventa occasione di arricchimento culturale, di riscatto sociale, di reinserimento in un contesto pregno di arte e di bellezza. Questo progetto proseguirà nel tempo permettendo a tante persone di vivere e di imparare qualcosa di un mondo che forse non avrebbero mai avuto modo neanche di avvicinare e di apprezzare.
In conclusione, l’Italia è anche e soprattutto questo. Un luogo pieno di meraviglie che crea meraviglie che il mondo riconosce ed ammira. Soltanto il nostro paese può offrire tutta questa Arte in città che sono esse stesse dei percorsi magnifici ed unici e che mettono a disposizione non solo, come in questo caso a Parma e Busseto, musica, ma anche palazzi, affreschi, dipinti, sculture, gastronomia. L’Arte a tutto tondo. L’Arte in tutte le sue sfumature da godere con gli occhi, con l’udito e con il palato. Una festa di suoni, colori e sensazioni che trasla immediatamente gli appassionati nel sogno, nel mondo immaginato da Giuseppe Verdi e arrivato a noi attraverso il suo talento, unico ed irripetibile.
Parma accoglierà, dunque, dal 27 settembre e per 25 giorni, un numeroso pubblico, anche internazionale e lascerà indelebile, ne siamo certi, il ricordo di qualcosa di veramente particolare. La SAIG, invitata all’incontro, ha pubblicato il programma dell’evento con due pagine nel “Programma delle Associazioni” editato in 3000 copie.
Si ringraziano il Console Antonino La Piana, la di lui consorte, Daniela D’Orlandi per aver dato l’opportunità di scoprire (o riscoprire) un’iniziativa portata avanti da 18 anni a questa parte e che fa grande l’Italia nel mondo. Ed un ringraziamento anche e soprattutto ad Anna Maria Meo per l’impegno entusiastico profuso in quello che fa e che con tanto entusiasmo e professionalità, è riuscita a trasmetterci l’amore per la musica e per le opere di Verdi.
A. Testaguzza